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Autore: BlackCrimson    07/03/2015    3 recensioni
( Per Favore immaginate la storia come se fosse un Anime o Manga )
In un tempo lontano, l'oscurità era riuscita a dare vita ai peggiori incubi dell'umanità, creando degli esseri immondi denominati creature della notte. Non tutte queste creature però costituivano una minaccia ma altre, non esitavano a bramare con sempre maggiore foga la vita degli altri.
Per questo motivo, venne istituito un ordine per combattere e limitare tali disgrazie. Coloro che ne facevano parte erano chiamati Hunter.
Elizabeth, una giovane cacciatrice, che però teme fortemente i vampiri, si troverà a sua insaputa a combattere al fianco di uno di questi. Riuscirà ad affrontare la sua paura e realizzare il suo sogno?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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SCELTE

 

 

 

 

« Sei uno di loro » 

Quelle parole colpirono Keyn come una pugnalata al cuore.
Si era appena avverato ciò che aveva temuto da tempo. La verità era venuta a galla, ma per sua sfortuna troppo, troppo presto. In quei giorni trascorsi ad allenarsi con lei, si era ritrovato a pensare diverse volte a come confessarle la sua vera natura. Sapeva che primo o poi lo avrebbe scoperto ed era inevitabile che accadesse. Ma mai si sarebbe aspettato che potesse farlo in un modo del genere, che lui giudicava il peggiore.
In quel momento, Elisabeth lo stava guardando con lo stesso terrore negli occhi con cui guardava un comune vampiro. Non più un suo compagno, collega o amico.
No, lo odiava, e aveva tutte le ragioni per farlo. 

« Elizabeth… Io… » Cercò di avvicinarsi ma lei arretrò di scatto.

« Stammi lontano! Non toccarmi! » urlò.

Keyn si bloccò immediatamente a quelle parole. 

« Mi… Mi hai ingannato …. Per tutto questo tempo ti sei preso gioco di me! » Gli inveì contro con voce tremante.

« No, non è così … Cercavo solo di proteggerti… » le disse Keyn cercando di mantenere un tono calmo. 

« Proteggermi?! ... Io mi fidavo di te! E tu mi hai ingannata! Scommetto che ti sei anche divertito nel farlo, e mi stupirebbe il contrario visto la reputazione della vostra razza! » 

« No, ascoltami ti stai sbagliando! » Si intromise subito lui, questa volta, facendo scorgere nella voce una nota di agitazione « Niente di tutto quello che ho fatto era mirato a ferirti o mentirti in alcun modo. Devi credermi! »

« Vorrei poterlo fare... Ma non credo di riuscirci... » sussurrò distogliendo lo sguardo sull'orlo del pianto.

« Almeno provaci te ne prego! » la sua voce si affievolì, trattenendo un leggero tremolio nel cercare ancora una volta di trattenere le forti emozioni che in quel momento si stavano scatenando dentro di lui in modo incontrollabile.
« Puoi ancora fidarti di me e potrai sempre farlo Elizabeth! »

« NO! »  gridò improvvisamente lei strizzando gli occhi ormai colmi di lacrime, facendo tacere ogni altro suono presente nell'aria o sull'orlo di nascere.
Keyn rimase completamente sorpreso da quella reazione e serrò le labbra con forza, rimanendo ad ascoltare quell'urlo propagarsi come un eco per tutta la vallata.

« Ora non più... » continuò Elizabeth in un lieve sussurro « Pensavo... Pensavo che tu fossi diverso da tutti gli altri … Ma ora ho capito che mi sbagliavo » Portò una mano a pugno sul petto, premendo con forza su di esso per via del crescente dolore che provava in quel momento.
Poi trovò finalmente il coraggio e rialzò di scatto lo sguardo. In quell'istante le parole uscirono tutto d'un fiato dalla sua gola, mirate a ferire non solo colui che le stava difronte ma anche una parte della sua stessa anima.
« Non sei altro che un Mostro!! »

Un’altra fitta al cuore scosse il corpo dell'Hunter che inconsciamente fece un passo indietro, incredulo. 

“N... No... Non anche tu... ”
La sua mente faticò a formulare quelle parole, troppo dolorose per essere pronunciate persino dalle sue labbra.
Subito dopo, un grido disperato esplose nella sua testa. Ma nessuno intorno a lui, parve sentire tale sofferenza, nemmeno tramite il suo sguardo che rimase indecifrabile sul suo volto.
Ancora una volta, si ritrovò a maledire la sua dannata natura, che inevitabilmente lo stava allontanando da ciò che aveva cominciato a ritenere importante.  

Ma in fin dei conti Elizabeth aveva ragione su di lui. Non poteva cambiare quello che era… E nemmeno far finta di essere qualcun altro.
Il suo destino era quello di rimanere da solo ed era stato uno stupido a pensare il contrario.

Così arretrò rassegnato, celando gli occhi all’ombra del suo cappello. 

 

Un battere di mani e una fastidiosa risata attirarono nuovamente l’attenzione dei due Hunter. 

« Che scenetta commuovente! Mi viene quasi da piangere… » Affermò ironicamente il vampiro. 

« … Blacksword, siete proprio un ragazzaccio! Mentirle in questo modo … Non ci sapete proprio fare con le donne! » 

Keyn si limitò a zittirlo lanciandogli una tremenda occhiata e volgendo interamente l’attenzione su di lui. 

Ormai era certo che dopo questa sconvolgente verità, Elizabeth se ne sarebbe andata per sempre. 

Ma almeno c’era ancora un’ultima cosa poteva fare per lei…

« E’ vero… » sussurrò dopo qualche attimo di completo silenzio. 

« … Sono solo un mostro … » continuò. 

Per un breve istante i suoi occhi addolorati cercarono quella minuta figura alle sue spalle. Spaventata dalla sua stessa presenza. 

« … Non faccio altro che ferire le persone e per quanto mi sforzi, non posso evitarlo… Questo è ciò che sono e che sarò sempre... »

Abbassò lo sguardo distogliendolo completamente dalla ragazza.

« Spero che un giorno… Tu possa perdonarmi… » 

Dettò ciò, si tolse lentamente il cappello lasciandolo cadere a terra. Una leggera nebbia nerastra incominciò a risalirgli il corpo dando inizio alla sua trasformazione. 

« Elizabeth… » 

Lei sussultò appena sentendo pronunciare il suo nome con così tanta malinconia. Tanto che, anche se una parte di lei ora lo odiava profondamente, un’altra ancora provava sentimenti completamente diversi verso di lui. 

Subito dopo lo vide raddrizzare le spalle, alzare il volto al cielo e lasciare che le lacrime di pioggia gli bagnassero il volto. 

Socchiuse gli occhi mentre i canini cominciarono a farsi strada fuori dalle sue labbra mentre la pelle, non più rosea, era diventata grigiastra, quasi cadaverica. Le unghie delle mani si erano trasformate a loro volta, allungandosi e scurendosi fino a diventare neri artigli affilati. 

Riaprì gli occhi, ora, di un colore rosso cremisi.

Elizabeth si portò entrambe le mani davanti alla bocca per non urlare, totalmente sconvolta da quella vista. 

Keyn si era appena trasformato per la prima volta davanti ai suoi stessi occhi. 

 

 

Elizabeth arretrò e inciampò su una radice ai suoi piedi che la fece cadere con il sedere per terra. Ma non se ne curò e rimase li seduta incapace di compiere qualsiasi altro gesto. 

Il suo sguardo era fisso sulle due figure davanti a se. Entrambe con quegli occhi che tanto temeva e che la osservavano dall’alto imponenti. 

« Vattene da qui! Scappa! » 

Furono le parole di Keyn a risvegliarla dal suo stato ipnotico. 

« Corri il più lontano che puoi e non voltarti mai! » Le ordinò. 

Elizabeth pianse e a stento riuscì a trattenere i singhiozzi. Non riusciva ancora a credere a quello che era appena successo e il suo corpo non accennava a muoversi per lo shock.

 

« VAI!!! » Le gridò allora lui, alzando la voce fino a farle sentire il ruggito di una bestia feroce.

Lei, d’istinto scattò subito in piedi per poi scappare velocemente nel fitto bosco. In preda al più completo terrore. 

 

« Mi dispiace … Non avevo altra scelta … » Sussurrò infine Keyn abbassando lo sguardo. 

Riportò nuovamente la sua attenzione su Vincent, frapponendosi fra lui e il punto in cui Elizabeth era scomparsa. Il messaggio era chiaro. Non doveva avvicinarsi a lei.

« Ci tenete proprio a quella ragazza! » affermò poi Vincent. 

« Pensate veramente di riuscire a proteggerla in questo modo? Credete che tenendomi impegnato riuscirete a permetterle di salvarsi? » 

« Questo è tutto da vedere … » Gli rispose prontamente Keyn. 

« Come volete… » Esclamò Vincent iniziando immediatamente a trasformarsi. 

I capelli dorati fluttuarono nell’aria, la pelle divenne grigiastra e canini ancor più appuntiti. 

Si tolse l’enorme pelliccia dalle spalle gettandola al suolo. Le mani a quel punto, divennero nere come la pece, ricoperte da innumerevoli squame ornate da dei piccoli riflessi dorati. Queste continuarono a risalirgli lungo le braccia formando una sorta di elegante corazza spinosa che si estendeva sotto ai suoi abiti. 

Si passò la lingua sulle labbra nere, pregustandosi il sapore del sangue nemico. 

« Diamo inizio al divertimento! » esordì mettendo bene in evidenza i suoi artigli che brillarono nella notte.

 

Fu Keyn ad attaccare per primo avvolgendo la sua spada in un vortice di aura nera. 

Vincent la intercettò con gli artigli scatenando una forza tale da far tremare il terreno circostante. 

Keyn allora, si slanciò all’indietro e si abbassò quanto bastasse per sfiorare il terreno con una mano. 

Graffiando il terreno, sollevò l’arto verso il cielo e fedelmente un enorme serpente comparve dalla terra. Guidato dai movimenti della mano di Keyn, tentò di azzannare il suo avversario che però continuò a muoversi rapidamente e dissolversi poco prima che il mostro potesse colpirlo. 

Keyn imprecò a denti stretti consapevole che quel vampiro si stava solo divertendo. 

Così dissolse il serpente creando un’intensa nube nera con l’intento di coglierlo di sorpresa. Veloce come un lampo gli comparve alle spalle a spada tesa, pronto a colpire. 

Keyn rimase sbalordito quando la sua spada sembrò passargli attraverso senza neanche scalfirlo. 

Vincent scomparve ancora per poi riapparire ad una ventina di metri da lui. 

« A questo livello non potrete mai competere con me! Mi deludete profondamente … » Affermò. 

« … Lasciate allora che vi mostri qualche trucchetto! » 

Dettò ciò, alzò una mano chiusa a pugno al cielo e creò una piccola sfera di aura dorata fluttuante a circa due metri di altezza da lui. Senza distogliere lo sguardo da Keyn, la aprì bruscamente nella sua direzione. 

Subito, da quella sfera partirono centinaia di lance affilate che si sostituirono per qualche secondo alla fitta pioggia. 

Keyn non perse tempo e rapido schivò i colpi, deviando alcuni di questi con la lama della sua spada. 

Poi, procedendo a slalom arrivò davanti a Vincent, con il quale ingaggiò un combattimento ravvicinato. 

 

 

* * *

 

 

Elizabeth continuò a correre a perdifiato nel bosco. Inciampò un paio di volte sul terreno insidioso, scivolò sul fango ma mai perse l’equilibrio e mai si fermò. Aveva la vista appannata per le lacrime che in alternanza con la pioggia le bagnavano il volto. Gli abiti erano ormai fradici e a contatto con la pelle le davano una fastidiosa sensazione pungente.

Non aveva neanche una meta da raggiungere, sapeva solo che doveva continuare a correre. 

Neanche quando si ritrovò a percorrere un sentiero pieno di rovi smise la sua corsa disperata, con tutte le spine che continuavano a ferirle le gambe, le braccia e il volto. 

A guidarla in quel momento era soltanto la disperazione. 

Sentiva un grande dolore al petto, e non era dovuto solo ai continui singhiozzi e ai polmoni che bramavano sempre più ossigeno. Era il cuore a farle male più di tutto. 

Aveva appena realizzato che non era stato soltanto Keyn a ferirla, ma tutti quanti. 

Camilla, Joseph, Raphael, e Blaze… Tutti loro sicuramente erano a conoscenza della verità su Keyn ma la avevano tenuta all’oscuro, e lei era stata così ingenua da non averlo capito prima. 

Ed ora, si ritrovava tutta sola, in quel maledetto bosco.

Man mano che proseguiva, inoltre, la pendenza del terreno continuava ad aumentare, portandola verso l’alto. 

Gli alberi si facevano meno fitti ed erano sempre più distanziati gli uni dagli altri fino a scomparire in prossimità di una gigantesca parete rocciosa. 

Stava già pensando a un facile percorso per scalarla quando qualcosa le bloccò un piede facendola cadere al suolo. 

Stordita si rialzò a sedere e guardò cosa l’ avesse bloccata. Si sorprese di aver inciampato su un piccolo ramo di un albero. Non lo aveva neanche notato. 

Alzando istintivamente lo sguardo non poté non notare in lontananza dei lampi neri e dorati. 

Poteva vederli bene dall’alto, nonostante la foschia e la pioggia. 

Erano Keyn e Vincent che stavano combattendo l’uno contro l’altro, ne era certa. 

La forza che stavano liberando in quel momento la fece rabbrividire ancora di più.

Riportò la sua attenzione sul ramo che la aveva bloccata e lo afferrò. 

Assomigliava incredibilmente al bastone in legno che aveva usato per addestrarsi con Keyn, grazie  al quale aveva anche potenziato le sue doti magiche.

In un lampo tutti i ricordi che aveva su di lui riaffiorarono nella sua mente, uno dopo l’altro. 

Ricordò del loro primo incontro, dove Keyn si stava facendo truffare più che bene da quello stalliere.  Del loro primo (non voluto) viaggio insieme e dell’incontro con Blaze. Ricordò del pugno che gli aveva dato in testa a quei due e non poté che accennare un sorriso di soddisfazione per quel gesto. 

Poi gli venne in mente della fuga da Caisonville. Allora si era fermato a fronteggiare da solo i nemici, permettendole di scappare.

A Firewell si era fatto colpire al suo posto, salvandola da morte certa. Quel giorno, per la paura di perdere i suoi compagni e il desiderio di proteggerli le aveva permesso di sbloccare i suoi veri poteri da maga del vento. 

Solo allora si rese conto di una cosa. Lui la aveva sempre protetta, come tutti gli altri. Non le avrebbe mai fatto del male e in cuor suo lo aveva sempre saputo. 

E questo lo differenziava molto dagli altri esseri. Aveva sbagliato a dirgli quelle cose...

Anche se questo non cancellava il fatto che le aveva mentito fin dal primo giorno. 

Inoltre apparteneva all’odiata e temuta stirpe dei vampiri, responsabili della morte dei suoi genitori…

Il solo ricordo di quei momenti la fece tremare dall’orrore e istintivamente chiuse gli occhi forzatamente.
Quando gli riaprì, essi andarono a perdersi per qualche attimo all'orizzonte.

Che fare dunque?

 

Forse era giunto il momento di voltare pagina ed andare avanti, affrontare le sue peggiori paure oppure…

Tornò a guardare la parete rocciosa alle sue spalle.

… Poteva abbandonare per sempre la sua vecchia vita e continuare a scappare in eterno.

L’idea non le dispiaceva poi così tanto. Andandosene avrebbe risparmiato sicuramente molti problemi all’organizzazione e soprattutto a chi le voleva bene. 

Nessuno avrebbe più dovuto pensare a lei o ferirsi per salvarla.

Così si rialzò aiutandosi con quell’oggetto che l’aveva bloccata. Lo lasciò cadere ai suoi piedi e si diresse nuovamente verso la barriera di pietra che la separava dal suo nuovo destino. 

Aveva scelto di scappare dalla vita, invece che affrontarla. Non era stata la decisione migliore, lo sapeva, ma per ora le sembrava la cosa più giusta da fare. 

Si aggrappò alla prima roccia sporgente che riuscì a trovare, ma non appena lo fece, le parole di Raphael le riaffiorarono nella mente.

 “Vi vuole bene” 

Scosse la testa, cercando di scacciare quell’involuto pensiero e iniziò la sua scalata.

Non percorse neanche due metri che all’improvviso una folata di vento affiancò il fianco della montagna, cercando di trascinarla verso il basso. Elizabeth dovette usare tutta la sua forza per non cedere a quella forza.

Appena il vento si attenuò riprese la risalita, o almeno ci provò, perché un’altra raffica non tardò ad impedirle di proseguire. 

Sembrava come se l’aria stessa ce l’avesse solo e unicamente con lei. 

Si morse un labbro per la frustrazione, così  allungò una mano verso il cielo. Gli bastò pronunciare una parola nell’antica lingua dei maghi per far disperdere completamente il vento.

Soddisfatta continuò la sua avanzata, ma anche questa volta il suo momento di gloria durò ben poco. 

Infatti, con sua enorme sorpresa, un’altra folata di vento ancor più forte delle altre la colpì. Tentò di nuovo di far disperdere il vento ma invano. Questa volta fu lui ad avere la meglio su di lei scaraventandola al suolo. 

L’impatto con il terreno le fece perdere il fiato per qualche istante. Per fortuna non era caduta da un’altezza molto elevata e quindi non si fece troppo male. 

Rimase li, sdraiata a pancia in su a fissare il cielo scuro e la pioggia, ora più delicata che mai.

L’aria si era fatta meno pesante e anche il vento sembrò essersi nuovamente placato. 

Decise di approfittare della situazione e dopo essersi rialzata fece per riavvicinarsi a quella parete di roccia. 

In risposta alla sua decisione, quell’insistente corrente la bloccò. Dovette anche portarsi le braccia davanti al volto per riuscire a tenere aperti gli occhi. 

« Perché?! ... Perché tenti di fermarmi?! » Gli gridò con voce affranta e con occhi colmi di lacrime.

« Io devo andarmene! Lasciami proseguire! » 

Magicamente il vento si fermò, e sembrò ritirarsi indietro lentamente. 

Elizabeth poté finalmente riabbassare le mani e fu allora che i suoi occhi lo notarono. 

Dinnanzi a lei, un piccolo turbine d’aria argentea delineava i contorni di una figura umana  più grande di lei, intenta ad osservarla. 

Le era impossibile distinguerne i contorni o i colori in quanto questa entità era composta unicamente dal vento che gli volteggiava rapido intorno.

« Non può essere… » Sussurrò appena, incredula e tremante per quella visione. « Sei veramente tu?… »

 Lo spirito non le rispose ma quella che sembrò essere una mano le sfiorò delicata il volto.

Elizabeth sentì chiaramente la freschezza e la purezza di quel contatto così lieve. Socchiuse gli occhi assaporando il più possibile quel dolce momento.

Ora ne era certa. Era veramente lui. Neanche poteva immaginare quanto le fosse mancato e quanto ancora le mancava. 

« Padre … Io … » Le parole le uscirono fuori a singhiozzi. 

Con la mano si strofinò gli occhi per tentare di asciugarsi le lacrime incessanti.

« Io … Non so cosa fare … » Ammise « … Ho paura … »

Si sentiva persa, sola e soprattutto aveva un gran bisogno di confidarsi con qualcuno. 

E proprio nel momento del bisogno, lui, in qualche modo era tornato per stare al suo fianco come le aveva promesso. 

In risposta alle sue domande e le sue indecisioni, egli protese una mano in direzione del ramo di legno che precedentemente aveva fermato la corsa di sua figlia. 

Subito questo si levò in aria per poi raggiungerli. 

Elizabeth riprese fra le sue mani quell’oggetto capendo immediatamente il messaggio che suo padre voleva darle. 

Era stata una stupida a voler pensare di abbandonare tutto. 

Si era data da fare così tanto per migliorare e stava quasi per buttare tutto all’aria. 

Strinse ancora di più l’impugnatura del bastone, più determinata che mai a voler portare a termine quello che aveva iniziato. Diventare più forte e ripagare tutti coloro che si erano presi cura di lei, per proteggerli a sua volta. 

« Grazie Papà! » Gli disse poi mostrandogli un grande sorriso pieno di gratitudine.  

Suo padre chinò la testa in segno di assenso per risponderle e in tutto quel vento che lo avvolgeva, ad Elizabeth parve di vedere l’ombra di un sorriso. 

Sapendo di aver compiuto il suo compito, lo spirito cominciò a dissolversi in una lieve brezza che andò ad avvolgerla per un’ultima volta come per poterle dare un caloroso abbraccio, per poi fluire lentamente verso il cielo.

Elizabeth seguì con lo sguardo quel piccolo vortice argenteo fino a che non scomparve tra le grandi nuvole scure. In quell’istante anche la pioggia smise di cadere e le nuvole, trasportate dal vento, lasciarono intravedere per qualche istante le splendide stelle. 

Questo le bastò per infonderle speranza. 

Così, con sguardo fisso all’orizzonte, sbatté un’estremità di quel ramo al suolo. 

Magicamente, il vento lo avvolse interamente levigandolo. 

Lo trasformò così in un vero bastone da combattimento, con varie incisioni tribali sulle due estremità che sembravano rappresentare un falco pronto a spiccare il volo. Perché era così che si sentiva, pronta a volare e aprire le sue ali al vento. 

Si asciugò le restanti lacrime con il dorso della mano per poi volgere lo sguardo verso la sua nuova destinazione.

« Sto arrivando… Aspettami! » 

Detto ciò balzò nuovamente verso il bosco, spinta da una nuova energia ad alimentare la sua forza.

 

 

 

* * *

 

 

 

Un forte tremore scosse il terreno e un altro robusto albero cadde inesorabile al suolo con enorme fragore. Con il tronco spezzato in più punti da una furia selvaggia. 

Keyn indietreggiò rapido cercando riparo nella foresta. Doveva tener impegnato Vincent il più possibile e soprattuto doveva guadagnare tempo per permettere ad Elizabeth di scappare. 

Sapeva che al momento, Vincent era dotato di agilità e forza di gran lunga superiori alle sue, ma nonostante tutto doveva tentare. 

« Cosa fate Blacksword? Volete giocare a nascondino? » Domandò Vincent con una nota di  sarcasmo. 

Keyn non gli rispose rifugiandosi fra le grandi radici di una quercia, stando attento a non farsi vedere. 

« Non avete speranze contro di me! » Continuò Vincent.

L’Hunter, con orrore, percepì la presenza del vampiro alle sue spalle e balzò in avanti un attimo prima che una grossa lama dorata squarciasse a metà il tronco di quell’albero. 

« Vi ho trovato! » Esordì Vincent scagliandosi contro di lui con furia famelica. 

Keyn, ancora una volta intercettò gli artigli del vampiro con la spada e riuscì a respingere l’attacco. 

Ma non bastò perché Vincent gli si catapultò nuovamente addosso. 

L’Hunter allora trasferì ancor più potere alla spada e la impugnò con entrambe le mani. Con un forte fendente squarciò l’aria generando un’onda d’urto che scalfì il suolo stesso. 

Vincent non poté evitare l’attacco e venne letteralmente tagliato in due. Ma sul suo volto non si dipinse una smorfia di sofferenza, anzi, ampliò ancora di più il suo sadico sorriso.

“ Una trappola!” pensò immediatamente Keyn e infatti quel corpo dinnanzi a lui si dissolse in una densa polvere nera che avvolse interamente l’Hunter.

Gli occhi cominciarono a bruciargli e i suoni si fecero sempre più ovattati. Persino gli odori sembravano essersi dissolti nel nulla. 

Imprecò a denti stretti. Ora era una facile preda. 

Doveva levarsi quel fumo di torno il prima possibile e così, senza farsi prendere dal panico, evocò intorno a lui delle potenti fiamme nere che andarono ad incenerire ogni singola particella di quella polvere.

Non appena queste si dissolsero notò troppo tardi che Vincent gli era praticamente sopra, pronto a far calare su di lui uno dei suoi fendenti. 

Tentò di schivare l’attacco spingendosi lateralmente, ma non bastò perché Vincent riuscì comunque a procurargli un lungo taglio sul petto. 

L’ Hunter arretrò immediatamente schivando un ulteriore attacco diretto al suo fianco, per poi portarsi a distanza di sicurezza per riprendere fiato. 

Per fortuna era riuscito a farsi infliggere solo una ferita superficiale, ed evitare così di essere tagliato in due.  

Si toccò delicatamente la ferita che dalla spalla destra gli percorreva interamente il petto fino al fianco sinistro, e si sorprese di vedere il suo sangue sulle sue dita. 

Da quando era giunto li, nessuno era mai riuscito a scalfirlo in quella forma ma in fin dei conti doveva anche aspettarselo da un avversario del genere. 

« Non siete così forte come affermavate di essere … » affermò Vincent spettinandosi nuovamente i capelli biondi. « … Non eravate voi che dovevate prendermi a calci? O sbaglio? «

 « Potrei sempre iniziare da ora … » Rispose Keyn mostrandogli un sorriso beffardo nel tentativo di provocarlo. Forse farlo infuriare poteva essere la chiave per far breccia nelle sue difese. 

Ma con sua sorpresa l’effetto che ottenne fu completamente diverso. Vincent infatti si mise a ridere a crepapelle. 

« Ahahah! Ve lo concedo, siete un uomo davvero divertente Blacksword! » 

Keyn lo guardò con uno sguardo interrogativo dipinto sul volto. 

« Sapete di avere pochissime possibilità contro di me e nonostante tutto volete persino provocare la mia ira su di voi? Ahah » 

Keyn digrignò i denti seccato. Anche mentre rideva, Vincent restava costantemente vigile su ogni movimento che cercava di fare e non abbassava mai la guardia, riducendo ancora di più le possibilità di coglierlo di sorpresa. 

Ad un tratto, però, il vampiro si fece subito serio e si ricompose raddrizzando al schiena.

« Tuttavia… » Iniziò « … Speravo di aver trovato un avversario a mio pari, o che potesse essere un prezioso alleato, ma, da quello che ho potuto constatare non siete né uno né l’altro. In sintesi, una completa delusione! » 


L’espressione sul volto di Keyn non accennò a nessun cambiamento nel sentire quelle parole, troppo concentrato a prevedere la prossima mossa del suo avversario.

« … Almeno che … » accennò piano Moore « … Non mi abbiate ancora mostrato di cosa siate realmente capace e vi siate trattenuto volontariamente fino ad ora… » 

Da come Keyn strinse l’impugnatura della spada sembrava proprio aver fatto centro.  

« … Conosco molto bene la potenza dei Purosangue e sicuramente voi non fate eccezioni. Ma una cosa non riesco bene a comprenderla: Non volete o non potete mostrarmi il vostro vero potere? » 

Keyn sogghignò appena e conficcò senza preavviso la sua spada nel terreno. 

« E bravo Vincent … » sorrise abbassando il capo « … E’ vero, non mi sono impegnato a dovere contro di voi, ma avevo le mie ragioni… » 

I suoi pensieri volarono subito ad Elizabeth e sperò con tutto se stesso che si fosse allontanata a sufficienza. Perché ora gli era rimasta un’ultima carta da giocare. 

L’unica possibilità di avere la meglio sul suo avversario, e questo voleva dire rischiare il tutto per tutto, a qualsiasi costo. 

« Mi scuso per avervi fatto perdere così tanto tempo … » continuò « …  Ma per ripagarvi della vostra pazienza, vi farò conoscere la potenza dei Blacksword! » 

Affermato ciò, risollevò di colpo lo sguardo e i suoi occhi sembrarono prendere vita come se il fuoco stesso risiedesse in quelle iridi rosso cremisi. 

Dischiuse di poco le labbra per ampliare quel sorriso malizioso che sempre lo accompagnava nelle sue battaglie. Chinò leggermente il busto in avanti portando le mani ad altezza del busto, con i palmi rivolti al terreno e i gomiti ad altezza spalle. Strisciò un piede all’indietro per avere un maggiore equilibrio. 

Senza nessun preavviso abbassò le breccia rivolgendo i palmi contro il suo avversario. 

Istantaneamente, una forza invisibile simile ad un’onda d’urto si propagò rapida nello spazio, distruggendo tutto ciò che incontrò sul suo cammino.

Vincent arretrò immediatamente e si protesse il volto e il busto con gli avambracci, cercando di mantenere coi piedi una presa salda sul terreno per non essere sbalzato all’indietro. 

Appena il vento si placò Moore non poté nascondere una accenno di sorpresa notando il cambiamento del suo avversario e abbozzò un sorriso compiaciuto.

Keyn se ne stava in piedi eretto con le braccia lungo i fianchi, nel mentre una scia d’aura rossa e nera fiammante gli vorticava intorno circolarmente, dal basso verso l’alto, per poi dissolversi sopra di lui. Sulle mani e braccia gli erano apparse delle piccole squame nere con all’estremità delle sfumature rossastre e lo stesso valeva per la parte destra del collo e del volto. 

Gli occhi si erano fatti più taglienti e minacciosi, e persino i suoi abiti sembravano essere diventati tutt’uno con la sua oscurità, perdendo le loro sfumature colorate.

In un battito di ciglia scomparve nel nulla allarmando il suo avversario che si guardò rapido intorno per individuarlo. 

« Secondo Atto! » Gli sussurrò ad un tratto Keyn nell’orecchio, ma prima che Vincent potesse fare qualcosa, L’Hunter gli sferrò un gancio destro in pieno volto, scaraventandolo a una cinquantina di metri di distanza. Vincent frenò la sua corsa raddrizzandosi con un’elegante capovolta e strisciando parecchi metri sul terreno senza però cadere. 

Si asciugò con la manica del suo vestito il piccolo rivolo di sangue che gli colò dal taglio che Keyn gli aveva appena procurato su uno zigomo. 

« Finalmente le cose iniziano a farsi interessanti Blacksword! » Affermò Vincent leccandosi le labbra, nello stesso istante in cui la ferita si rimarginò. 

Poi, all’unisono si scagliarono di nuovo uno contro l’altro.

Vincent generò subito una delle sue lame dorare che Keyn parò tranquillamente con un avambraccio, protetto dalla corazza di squame. Sorrise beffardo nel vedere la delusione sul volto del suo nemico farsi strada sempre di più man mano che i suoi colpi andavano a vuoto. 

Ma dovette tener da parte quella piccola vittoria emotiva per concentrarsi al massimo sullo scontro, poiché il tempo a sua disposizione iniziava a scarseggiare. Infatti era più che consapevole che il suo incalcolabile conto alla rovescia era già iniziato.

Così, rimbalzando leggero sui suoi passi si avvicinò minaccioso al nemico per passare al contrattacco. Evitò elegantemente le migliaia di lance splendenti che Vincent cercava costantemente di scagliargli addosso per poi balzare in alto, al di sopra della zona dove si trovava Vincent. Strinse a pugno una mano, caricando il braccio all’indietro pronto a colpire. Quando fu sicuro di centrare il suo bersaglio, avvolse l’intero arto in un turbine fiammante e colpì l’aria davanti a sé. Dal suo braccio, le fiamme si propagarono rapide verso il suolo, con una potenza inaudita, pronte a divorare ogni cosa. 

Vincent, superato un attimo di stupore sorrise e mentre le sue mani si illuminarono di una luce biancastra, il fuoco raggiunse il terreno provocando un’immensa esplosione. 

 

Keyn non ebbe neanche il tempo di sfiorare il terreno che il polverone levatosi insieme alla densa nube nera successiva all’attacco, si disperse velocemente nell’aria circolarmente, lasciando visibile colui che in quel momento occupava il centro del cratere appena formatosi. L’Hunter notò immediatamente il nuovo cambiamento del purosangue. Infatti sulla schiena gli erano cresciute due enormi ali angeliche, di colore nero e con alcune piume dorate. Queste lo avevano protetto totalmente dalle fiamme generate da Keyn. 

Vincent sorrise divertito « Dovrai fare meglio di così se vuoi veramente sconfiggermi … »

Keyn digrignò i denti e senza perdere tempo, sfruttò la sua velocità di caduta per scagliarsi contro l’altro vampiro.

Vincent svanì letteralmente da sotto gli occhi di Keyn per poi apparirgli davanti facendolo trasalire. 

Già armato di una delle sue lance, Vincent cerco di ferire il fianco di Keyn con un movimento orizzontale, ma l’Hunter, altrettanto rapido, si spostò lateralmente con un completa rotazione e superò il purosangue per ritrovarsi di nuovo con i piedi per terra. 

Non perse tempo e subito alzò entrambe le braccia in direzione del vampiro. Dal terreno alle sue spalle, comparvero due enormi serpenti neri e con occhi di fuoco che si scagliarono contro Vincent, ancora sospeso in aria. 

Quest'ultimo non si fece spaventare e con un battito di ali si diresse verso i due serpenti per poi ingaggiare uno scontro con loro. 

Nello stesso istante, Keyn scattò in avanti e afferrò nuovamente la sua spada nera che aveva lasciato al suolo precedentemente. Appena la toccò, questa sprigionò un'aura rossastra e la sua forma cambiò. Il pomo della spada mutò trasformandosi in una specie di testa di un volatile, simile ad un aquila, sul manico nero apparvero delle strisce rosse a spirale e anche la guardia della spada sembrò prendere la forma di due ali, pur mantenendo il colore nero. La lama divenne completamente nera, tranne che per una striscia luminosa al centro di colore rosso cremisi. 

Con essa, Keyn spiccò un salto verso Vincent ancora intento a “giocare” con i due serpenti, perché nonostante questi fossero diventati molto più veloci, non riuscivano comunque a scalfire il Vampiro. Con un unico fendente delle sue lance, spazzò via le due bestie, giusto in tempo per far scontrare una sua lancia con la spada di Keyn. Appena le due armi si toccarono, provocarono delle scariche elettriche che sembrarono lottare fra di loro per avere una la meglio sul potere dell’altra. 

« Oh! Carina! » affermò Vincent notando la nuova spada. « Ma il tuo nuovo giocattolo non ti servirà! » 

Detto ciò afferrò con la mano libera che gli restava la lama della spada dell’Hunter stringendola con forza. 

« Cosa…? » Gli occhi di Keyn si spalancarono per la sorpresa, e cercò di liberare la spada dalla stretta di Vincent, ma quest’ultimo non sembrava intenzionato a mollare.

Anche quando la mano di Vincent iniziò a sanguinare, egli non accennò minimamente a diminuire la stretta, anzi, sembrò addirittura intensificarla. 

Keyn pensò immediatamente ad un altra trappola e cercò di allontanarsi, sapendo di dover lasciare la sua arma nelle mani del nemico, ma il suo corpo non riuscì a spostarsi abbastanza velocemente perché Vincent fece svanire la lancia e gli afferrò l’avambraccio della mano con cui teneva la spada, per non permettergli di spostarsi. Dietro a Keyn comparvero dieci gigantesche lance composte di pura luce, tutte rivolte nella sua direzione. 

Gli occhi di Keyn tremarono e le pupille si fecero ancora più strette quando notò quelle saette di luce alle sue spalle. Anche lui, per la prima volta, si ritrovò a provare cosa era veramente la paura e come ci si sentisse essere sopraffatti dal nemico.

Ringhiò tra i denti mentre il suo cervello iniziò a lavorare freneticamente per trovare una scappatoia da quella mortale situazione. Non poteva farsi sconfiggere da un tale trucchetto, il suo orgoglio non glielo doveva permettere e non lo avrebbe accettato.

Notando il terrore farsi sempre più strada sul volto del suo avversario, Vincent rise e allargò il più possibile quel suo sadico sorriso pronunciando una singola e decisiva parola, mettendoci in essa tutto il disprezzo e la follia di cui era capace. 

« MUORI! » 






Salve! Come state? :) Ok tutti gli insulti e le varie imprecazioni sono ben accette. Me le merito. Mi è quasi venuto un colpo notando la data dell'ultimo aggiornamento :((
E mi dispiace davvero tanto! :((
Questi mesi sono stati davvero impegnativi e come se non bastasse, l'ispirazione era andata a farsi una bella vacanza.
Spero comunque di avere riacceso almeno un po' il vostro interesse con questo nuovo capitolo e vi voglio informare che anche il prossimo è già avanti con l'elaborazione e sicuramente non mi farò aspettare tutto questo tempo.
Ma ora passiamo ai ringraziamenti come sempre :))
Un grazie particolare ed enorme va sicuramente a Cristina Maurich 55 e LoStregatto che hanno recensito anche l'ultimo capitolo e che seguono la storia con passione!:))))))))))
Poi: Akemi chan, Shadow writer e valey_ per aver messo la storia tra le preferite;
Alexya per aver aggiunto la storia nelle ricordate;
bibliofila_mascherata e Ilovebook per aver aggiunto la storia tra le seguite :)
Infine ringrazio tutti coloro che leggono silenziosamente! :)
Beh che dire altro... grazie a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo!
CIAO! :)

  
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