Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Caramel Macchiato    08/03/2015    3 recensioni
“Svegliati”
Il tuo senso dell’umorismo è piuttosto pessimo.
“ Ti sto ordinando di svegliarti”
Come se potessi. Ti manderei al quel paese, ma non so chi sei. Lasciami stare.
“ D’accordo, non mi lasci altra scelta”
Ed ecco che i miei occhi sono aperti, o meglio: nel mio sogno ho gli occhi aperti, e vedo solo bianco davanti a me. Mi giro su me stessa ma il panorama non cambia.
Che posto è questo?
“Questo è il fulcro del mondo dei tuoi sogni”
Chiedo scusa in anticipo per l'html impostato da cani!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-    Pensavamo a delle casette tipo quella dei gemelli, un po’ stile campus, ma ognuno con il suo arredamento specifico così non ti sforzerai troppo- Mi spiega Lysandre, mostrandomi alcuni progetti sui tovaglioli.
-    Per esempio nel mio mi piacerebbe un piccolo roseto davanti a casa, di questa forma-.
Mi indica con la matita una macchia deforme nel cortile.
-    No, hai disegnato pure le rose?- Chiede Kentin divertito, sfilandogli il progetto di mano per vederlo.
-    Sì, purtroppo le mie mani non sono consone al disegno-.
Ridacchio e mi faccio passare il progetto per dargli un’occhiata.
-    Ovviamente ci andrebbe bene restare con te per sempre, ma Lysandre dice che non è “consono per una giovine donzella” vivere assieme a quattro uomini-
Mi spiega Kentin, facendo il verso al ragazzo vittoriano, incrociando gli occhi e gonfiando il petto come un’anatra.
-    Non fare l’idiota: tutti noi abbiamo bisogno di un’oasi di pace, e sono sicuro che Lysandre ne ha piene le scatole di condividere una tenda con quel buzzurro che sei tu-.
Sbotta Nathaniel.
Kentin gli rivolge una smorfia sprezzante, prima di chiudersi in un broncio ostinato.
-    Ma siete sicuri? Insomma… È così semplice! Io posso disegnarvi la casa dei vostri sogni, se lo desiderate!-.
Lysandre s’illumina, ma Nathaniel lo blocca con un’occhiata arborea e annuisce a me.
-    Non ce n’è bisogno, sapranno accontentarsi-.
Scrollo le spalle e mi apro in un gran sorriso.
-    Beh, allora facciamolo!-
Lasciamo il fast food chiacchierando allegramente e ci dirigiamo verso la casetta dei gemelli.
-    Qui ce n’è di spazio, che ne dite?- Chiedo, allargando le braccia in quell’enorme pezzo di prato, delimitato a sud dalla spiaggia.
-    D’accordo. Sicura di farcela?- Chiede Nathaniel, porgendomi i tovaglioli con i progetti. Gli propino un pugno giocoso sul braccio.
-    Eddai Nath, smettila di trattarmi come una bambola di porcellana!-.
Lui scrolla le spalle e raggiunge gli altri due, a braccia conserte.
In realtà non mi sento così sicura delle mie capacità, soprattutto vedendo i dettagli minuziosi che ci ha messo Lysandre nel suo progetto. Prendo una grande boccata d’aria e cerco la casetta dei gemelli, copiandola nella mia memoria e trascinando due doppioni davanti a me, facendoli cadere al suolo pesantemente.
Prendo l’interno del progetto di Lysandre e me lo imprimo in testa, per poi chiudere gli occhi e delinearlo con una linea bianca su sfondo nero. Ritaglio i pezzi e gli do una consistenza, per poi piazzarli all’interno della casetta, conoscendola come fosse parte di una mia tasca. I pezzi si posizionano con cura come fossero tasselli di un puzzle per bambini, e mi concedo una piccola pausa quando arrivo al piccolo roseto, che faccio spuntare con un “pop” dalla terra.
Mi asciugo il sudore dalla fronte e mi giro raggiante verso i ragazzi. Lysandre è in estasi e mi sta già raggiungendo con un sorriso entusiasta. Mi supera ed entra in casa, lasciandosi andare ad un sospiro adorante appena varca la soglia di casa. Lascio entrare anche gli altri due e poi li seguo, finendo in un piccolo soggiorno sulle tonalità del turchese e del verde menta, rigorosamente vittoriano.
-    Sembra di essere nella casa di Barbie- Commenta sommessamente Kentin.
-    Tralasciando il rosa- Aggiunge Nathaniel.
Lancio loro un’occhiataccia, ma Lysandre non fa caso ai loro commenti, troppo impegnato a toccare tutto, un indelebile sorriso emozionato sulle labbra.
Mi appoggio a uno dei divanetti presa da un improvviso capogiro, mascherando il tutto con noncuranza. Per un attimo vedo la stanza allontanarsi e i suoni attutirsi.

“… Dannazione. Darei qualsiasi cosa per capire dove sei! Per arrivare dove ora sei!”

-    Allora vieni-
I tre si voltano a guardarmi perplessi, facendomi capire di averlo detto ad alta voce.
Scoppio a ridere nervosamente.
-    Scusate… Pensavo ad alta voce!-
Mi giustifico, cercando di mascherare il turbamento che ho provato per quell’improvviso ritorno alla realtà. So di non averli convinti, soprattutto Nathaniel, ma hanno la finezza di non insistere. Dopo aver fatto il tour completo in quella specie di villetta vittoriana, usciamo di nuovo all’aria aperta e ci fermiamo davanti alla casetta di fronte.
-    Dì Azzurra, com’è ora dentro?- Mi chiede Kentin, curioso.
-    Vuota. Assolutamente vuota. Ma tra poco non lo sarà più-
Prima che gli possa venire la malsana idea di curiosarci dentro, sfilo di tasca il secondo progetto e lo studio. Non che ci sia molto da fare: Kentin è stato molto semplice e concentrato solo sullo stretto necessario.
-    Azzurra…-
-    Non ora, devo concentrarmi-
Nathaniel corruga le sopracciglia e stringe le labbra, ma se ne sta in silenzio. Prendo il progetto di Kentin e provo a lanciarlo, un po’ come quando si prende una manciata di coriandoli da una ciotola per poi buttarli in giro. L’immagine però è appiccicosa, come mi è successo per l’osservatorio, e sembra strillare per non lasciare la mia immaginazione.
Stringo i denti e cerco di farla uscire, spingendola con tutta la mia forza di volontà. Quella rimane sospesa per un attimo tra il concreto e l’immagine, poi lascia di botto la mia mente e schizza al suo posto come una saponetta, dandomi un contraccolpo che mi fa finire a gambe all’aria.
I tre ragazzi mi aiutano a rimettermi in piedi, confusi e a stento capaci di trattenere un sorriso.
Appena sono di nuovo in piedi mi accorgo che le gambe mi tremano, così cerco di mascherarlo dirigendomi spedita verso la porta d’entrata.
-    La tua casa ha fatto i capricci! Voglio vedere se ne è almeno valsa la pena!- Commento con sdegno rivolta a Kentin, che mi segue a ruota, curioso come un bambino.
L’interno è poco luminoso, i mobili sono pochi, il divano e i pouf mi ricordano il Medio Oriente, alle pareti sono appesi elastici da esercizio, sbarre e addirittura un paio di parallele.
Kentin sembra un po’ imbarazzato vedendo che non abbiamo nessun commento, allora ci spinge fuori senza troppi complimenti.
Appena torniamo verso la casa dei gemelli, discutendo animatamente su Kentin, padrone di casa insensibile, troviamo Alexy sulla porta con una faccia preoccupata, e Armin seduto sui gradini ai suoi piedi, le mani in tasca e lo sguardo annoiato.
-    Rieccoci qua!- Li saluto.
-    Azzurra, c’è una cosa strana nella scuola- M’informa subito Alexy.
-    Che tipo di cosa strana?-
Chiedo lanciando un’occhiata alla scuola poco più in la, magicamente terminata senza che me ne fossi accorta.
-    Alexy si sta facendo le paranoie perché dice di aver visto qualcosa, e io gli ho detto che probabilmente era un qualche fantasma di uno studente morto-
Un brivido gelato mi percorre la spina dorsale, mentre sento i peli delle braccia rizzarsi dalla paura.
-    Non è possibile, non conoscete Azzurra: non disegnerebbe un fantasma nemmeno in cambio della realtà!- Sbotta Nathaniel, parlando in mia vece.
-    Però…-
-    E se fosse qualcuno di nuovo?-
Kentin interrompe bruscamente il biondo, guadagnandosi uno sguardo assassino.
D’un tratto tutto sembra terribilmente semplice e scontato.
-    Qualcuno che si è perso nella scuola?- Ghigna Armin, con una voce cupa da brivido.
-    Esattamente! Possiamo andare a controllare!- Cerco di sembrare allegra come prima, ma la mia voce esce stridula.
-    Tu è meglio se stai qua- Obietta Kentin.
-    Ma vorrai scherzare! Sono proprio io quella che dovrebbe trovare le mie creature! Io vengo!-
-    Non sappiamo ancora com’è la scuola all’interno, potrebbe essere pericoloso- Cerca di farmi ragionare Lysandre, un’espressione sinceramente preoccupata sul viso. Mi limito a sorridergli con fare rassicurante.
-    Ragazzi: sono una donna è vero, ma non sono così messa male! E poi vi state dimenticando chi è che comanda qui!-.
Loro si scambiano un’occhiata per niente convinta.
-    Io verrò con te: di certo ho più esperienza e non ti starò tra i piedi, prometto- S’intromette Kentin, con un tono che non ammette repliche.
Gli sorrido riconoscente, rendendomi conto di quanto in verità mi sento insicura.
-    Volete andare adesso?- Chiede Lysandre, cercando il sole che da poco ha superato lo zenit.
-    Sì!- Mi affretto a rispondere, sentendo un leggero panico al pensiero di rimandare il tutto quando non ci sarà più il sole ad incoraggiarmi.
Kentin mi studia poi annuisce.
-    Non ci metteremo troppo. Magari è solo un qualche animale… Tipo un tasso-
Riesce a strapparmi un sorriso, che ricambia, per poi lanciare un’occhiata alla costruzione di calce struzzo che sarebbe il liceo.
-    D’accordo. Vi aspettiamo qui- Conclude Nathaniel, dimostrandosi calmo nonostante la fronte corrugata.
Noi due ci incamminiamo, Kentin pieno di spirito d’avventura, io con le gambe molli e il cuore già stressato dall’ansia.
Raggiungiamo la scuola e Kentin si ferma un attimo ad osservarla, e io ne approfitto per lanciare un’occhiata alle casette appena costruite, a una centina di metri al massimo da li.
-    Sai, a vederla così silenziosa e vuota mi viene in mente una storiella che mi avevano raccontato ai tempi-
-    Che tipo di storia?-
-    Mha, ricordo solo che c’era l’anima irrequieta di questo allievo, in cerca di vendetta…-
Lo spintono per farlo smettere, un ansia orribile che mi ha annodato lo stomaco. Lui sorride e riprende l’equilibrio, per poi darmi un buffetto affettuoso.
-    Dai, Non preoccuparti: come ha detto Nathaniel, è impossibile che tu abbia disegnato inconsciamente uno spettro assassino pronto a farci a pezzi per vendicarsi di torti subiti ai tempi del liceo!-
-    Kentin…-
-    Se vuoi possiamo tenerci per mano!-
-    … Tu lo hai fatto apposta, non è vero?-
-    Ma no, la storiella mi è venuta in mente per caso, poi ho pensato che era uno spreco non approfittarne!-
-    E non dirlo con quella faccia giuliva!-
Mi dirigo a grandi passi verso l’entrata del liceo, i pugni serrati dall’ira e la paura totalmente insabbiata dalla mancanza di tatto del ragazzo, che ora mi sta trotterellando dietro cercando di rabbonirmi.
Apro la grande porta principale e mi ritrovo in un lungo e ampio corridoio ricoperto di linoleum bianco sporco, le pareti quasi coperte da file di armadietti color pervinca e le pareti color panna. Le luci al neon sono spente, ovviamente, così che l’edificio sembra ancora più vuoti e tetro. Quello però non è la mia preoccupazione principale però. C’è una strana sensazione in me, come una piccola scarica che si muove ad intermittenza nelle mie arterie.
Sarà la stanchezza, mi dico, lasciando a Kentin l’onore di fare strada.
Svoltiamo in un corridoio, finiamo nella mensa deserta con le grandi vetrate oscurate dalle tapparelle, saliamo al secondo piano e mettiamo la testa anche in un paio di aule, ma nulla: tutto è terribilmente calmo e in ordine.
-    Magari Armin ha solo giocato un brutto tiro ad Alexy- Ipotizza Kentin, richiudendosi la porta di un’aula alle spalle.
-    Però è stato Alexy ad aver visto qualcosa, Armin ha solo colorito la storia per prenderlo in giro-.
Lui si passa una mano tra i capelli, poi si lascia scivolare lungo il muro fino per terra, sedendosi pensieroso sul linoleum. Lo seguo e mi ritrovo a sospirare di gratitudine non appena il mio sedere si posa per terra. Restiamo in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri e ragionamenti, e senza rendermene conto il mio testone si appoggia su una sua spalla muscolosa. Lo sento sobbalzare, ma non si muove di un millimetro. Lentamente le mie palpebre si chiudono. Ma si, solo un attimo di riposo…

“Ahia!”
“ Te lo meriti! Cos’è sta sbobba che mi hai propinato?”
“ La mia canzone!”
“Non prendermi in giro! Tu vorresti portare in giro questa cosa?”
“ Qualche problema? La melodia è una favola, alla gente non importa il testo”
“ A me si!”
Gli occhi grigi del ragazzo che sto strigliando mi guardano in cagnesco, il labbro superiore è leggermente alzato e mostra i suoi denti in un ringhio.
“ Scrivi tu allora, visto che sei così brava”
“ Non ho detto di esserlo. Io non ci so fare molto con le parole… Però manca di sentimento, questo pezzo di carta”
Gli sventolo davanti il suo testo e lui lo afferra aggressivamente per sbatterlo sul banco e rileggerlo. Vedo le sue labbra muoversi impercettibilmente: probabilmente sta già immaginando la melodia e le parole insieme.
“ Ascolta, io conosco qualcuno che è bravo a scrivere” Dice d’un tratto.
“ Ma è perfetto! Allora chiedi a lui”
“ Sì, potrei farlo, ma poi non ho più una scusa per stare con te”

-    Non ne hai bisogno- Sussurro.
Apro gli occhi e balzo in piedi: d’un tratto ho capito dove devo cercare e chi sto cercando. Accanto a me, la testa di Kentin ciondola addormentata. Gli faccio una carezza affettuosa sui capelli e poi parto di corsa verso il fondo del corridoio, piena di un’adrenalina selvaggia che precede un momento clou. Scendo le scale e salto gli ultimi gradini, incespicando nei miei stessi piedi e rischiando di spalmarmi per terra, riprendo miracolosamente l’equilibrio e curvo nel corridoio di sinistra, raggiungendo l’ultima porta con il cuore che scoppia e una sudorazione nervosa delle mani. Mi fermo un secondo per cercare lucidità, ma il mio corpo si muove da solo: allungo una mano e afferro la maniglia, per poi girarla e spalancare la porta su una piccola aula di musica. E proprio lì, appisolato su un divanetto mal ridotto color prugna, c’è un ragazzo col viso coperto da ciuffi di capelli rosso vermiglio.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Caramel Macchiato