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Autore: NeroNoctis    08/03/2015    1 recensioni
In un conflitto millenario, tra Elisiani, Asmodiani e Balaur, qualcuno ha atteso la libertà. Il Dragon Lord esiliato dai suoi simili, il temibile Nergal, è pronto per tornare in guerra e distruggere tutto ciò che gli si para davanti, che siano Daeva o Balaur. In un Atreia devastata e senza magia, dove i maghi perdono il loro potere e le scorte di etere iniziano ad esaurirsi, indebolendo notevolmente tutti, riusciranno i Daeva a coalizzarsi contro un nemico comune che rischia di distruggere l'intero mondo?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'War of Gods'
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– Cosa facciamo? – chiese Alnair rivolgendosi al fratello e a Noctis, che continuava a fissare nella stessa direzione dando le spalle ai presenti. Dentro lui stava crescendo una strana ira, ogni fibra del suo essere voleva andare lì a prendere a calci Nergal. Contemporaneamente a quella voglia e al malessere, cresceva anche altro, la preoccupazione. Era sicuro che stava succedendo altro a Tiamaranta, non poteva essere finita con la conquista delle sorgenti e il controllo del territorio. 
C'era altro. Lui lo sentiva. Non sapeva bene il perchè. Forse era per quello che era diventato dopo la fuga di Nergal? Ma la vera domanda era un'altra: cosa era diventato? Perchè riusciva a vedere quelle cose? Perchè soffriva più degli altri? Non poteva stare senza risposte, e se c'era un posto dove indagare, era proprio quel luogo.
– Io devo andarci. – disse Noctis risoluto. Si voltò verso gli asmodiani, sentendo un impellente bisogno di proteggere anche loro. Era stato salvato, erano bravi ragazzi, non potevano permettersi di essere in pericolo, soprattutto dopo quella breve conversazione avuta con Thabit. Erano soli, e dovevano proteggersi a vicenda, non poteva esporli ad altri pericoli, non lo meritavano.
– Partiamo subito allora. – esclamò Alnair prendendo il suo equipaggiamento da terra, ma fu bloccata dallo spiritmaster, che le afferrò il braccio. Lei lo guardò negli occhi, notando la sua espressione. La stava pregando di non andare, mentre faceva cenno di no con il capo. Le lasciò il braccio, voltandosi verso Thabit – No. – gli disse, bloccandolo a bocca aperta senza dargli neanche il tempo di parlare. 
– Statemi bene. – dettò ciò, il ragazzo scomparì dopo aver usato una pergamena per Tiamaranta.

Davanti ai suoi occhi si stava manifestando un terribile spettacolo. Nonostante l'orario il cielo era rosso fuoco, con qualche nube nera qua e là. Le urla stavano straziando l'ambiente, e il suono della battaglia imperversava sempre più incessante. Dentro la fortezza si era infiltrato qualche Balaur che stava combattendo contro i Daeva di entrambe le fazioni e i Reian, gli esseri monoala. Il ragazzo si guardò intorno, notando in lontananza Silar che stava combattendo contro un nemico grosso almeno il doppio di lui. Senza pensarci due volte, carico l'incantesimo più forte che aveva, colpendo in piena faccia il Balaur che cadde a terra senza vita. Silar si voltò verso la fonte di quell'onda viola, notando l'amico vestito di bianco, ma prima che potesse dir qualcosa, la sua espressione cambiò, cosa che Noctis notò subito. Si voltò di scatto, vedendo la spada che lo stava per colpire al torace. Chiuse istintivamente gli occhi, attivando lo scudo magico, ma il colpo si infranse verso qualcosa di solido. Noctis riaprì gli occhi, vedendo Thabit che aveva parato l'attacco con lo spadone, mentre Alnair finiva il malcapitato.
– Non ti lasciamo da solo! – esclamò lui sistemandosi i bianchi capelli, facendo sorridere per un nanosecondo lo spiritmaster, in segno di riconoscenza. Silar si unì al gruppo, guardando gli asmodiani in modo sorpreso, ma se erano con il suo amico, erano anche suoi amici.
– Gli eserciti di Nergal si sono mobilitati contro tutta Tiamaranta. Fuori la guerra sta diventando troppo violenta.
– Perchè non sei con gli altri? – chiese Noctis, mentre si dirigeva fuori dalla fortezza.
– Ho lasciato la legione. Da quando sei andato via ho visto e sentito troppo. Non potevo più rimanere.
Noctis deglutì guardandosi le scarpe. – Capisco. Lui dov'è? Nergal intendo.
– Barricato dentro l'Occhio. 
Noctis annuì, arrivando fuori dalla fortezza. Davanti a lui e al gruppo si stagliava un orizzonte scarlatto. I combattimenti erano ovunque, e i maghi iniziavano ad avere qualche problema a gestire il loro potere, e alcuni cadevano sotto le orde di Balaur. A terra giacevano centinaia di cadaveri: Daeva, Reian, Balaur. Ma la cosa peggiore che notò il ragazzo era che i corpi restavano, non rinascevano. 
– Loro non... non stanno rinascendo? – chiese inorridito.
– Kaisinel e Marchutan hanno riferito che l'etere qui ormai è troppo basso... gli obelischi si sono frantumati. I maghi stanno perdendo il loro potere. Fra poco tempo i teletrasporti saranno inagibili. Tiamaranta è perduta. Stiamo solo cercando di contenerli fin quando i Reian e i due Lord non riescono a sigillare la zona. 
– Io devo andare là dentro. Mi servono risposte! 
Noctis iniziò a correre verso quello che era l'Occhio di Tiamaranta, evitando le orde nemiche e attaccandole ove possibile. Dietro di lui Silar, Alnair e Thabit seguivano a ruota. Le cure del chierico erano efficienti come sempre, e i due asmodiani svolgevano un eccellente lavoro di copertura. 
Ma qualcosa di strano accadde: un'alone oscuro avvolse Noctis facendolo scomparire nel nulla, lasciando i tre circondati dai guerrieri di Nergal. Alnair e Thabit si misero con le schiene rivolte verso Silar, che preparò le cure, anche se stava iniziando a diventare complicato usare la magia. Altri guerrieri indietreggiarono verso i tre, creando un piccolo esercito di fortuna. I Balaur emisero un verso simile ad un ruggito e si lanciarono all'attacco.

Noctis giaceva a terra, e una volta ripreso conoscenza si rialzò. Si trovava in quello che una volta era il rifugio di Tiamat, ma un altro signore dei draghi lo stava aspettando.
Nergal.
– Tu! – ringhiò il ragazzo, cercando di fare un passo avanti, ma era davvero faticoso. Stare vicino a quell'essere era difficile, era come respirare un'aria fin troppo rarefatta. 
– Rilassati, giovane Daeva. – disse in tono pacato il Dragon Lord.
– Rilassarmi? Stai uccidendo un sacco di gente là fuori! 
Nergal sorrise, rimanendo comunque immobile. Sembrava gustarsi quella scena. Era come se fosse impaziente di sentire quella domanda che stava tormentando il ragazzo di fronte a lui, domanda che non tardò ad arrivare.
– Cosa mi hai fatto? – domandò Noctis, visibilmente stanco.
– Ti riferisci al perchè le tue condizioni si aggravano così velocemente? Semplice, quella che ti sto offrendo è una scelta. La scelta di governare questo mondo al mio fianco!
Noctis sorrise in modo beffardo. – Come se io potessi accettare. E perchè hai scelto me? Cos'ho più degli altri?
Nergal sembrava davvero divertito dal ricevere quelle domande, e non faceva mancare di certo le risposte. Il clima era teso, ma c'era qualcosa di strano nell'aria, come un presagio di morte. Noctis riusciva a sentirlo fin dentro le vene, e la cosa lo faceva rabbrividire, unita al fatto che il respiro diventava sempre più affannoso, la situazione per lui stava diventando ingestibile.
– Hai lo spirito di sacrificio. Sei anche in grado di non farti influenzare nemmeno da Kaisinel in persona. Preferisci morire tu piuttosto che mettere in pericolo le persone che ti stanno a cuore. Non sei ostile verso i tuoi nemici naturali. Tutte queste qualità fanno di te ciò che sei.
E accetterai. Fidati di me. Ho notato il tuo sguardo mentre osservavi lo squarcio. Nel profondo del tuo animo tu brami il potere.
– Solo perchè le mie condizioni peggiorano di giorno in giorno? Non servirà questo a farmi passare dalla tua parte. E ho abbastanza potere.
Nergal scoppiò in una fragorosa risata, che fece rabbrividire ancor di più il ragazzo. 
– Non hai capito. Stai provando la sofferenza che causerò a tutte le persone che ami. Se tu ti opponi a me, tutte le persone che ami moriranno. E ovviamente morirai per ultimo, cosicché tu possa vedere la fine della loro inutile esistenza. E non ci sarà potere che potrà salvarli, eccetto il mio.
Lo sguardo di Noctis assunse un qualcosa di animalesco. Scattò verso Nergal e tentò di colpirlo a bruciapelo con una magia, ma prima che potesse riuscire nell'intento, Nergal aprì il palmo verso il ragazzo, che cadde a terra urlante. Un dolore assordante gli stava riempiendo la testa, le orecchie iniziarono a sanguinare. Gli arti sembravano sul punto di spezzarsi in mille pezzi e il cuore sembrava sul punto di esplodere. La vista si stava offuscando e il dolore era incessante, fin quando Nergal non lasciò la morsa invisibile.
– Non puoi vincere contro di me. Se vuoi proteggerli, unisciti a me. Distruggi questo mondo e assisti alla sua nuova era!
Lo spiritmaster scosse la testa, stordito, e tentò di lanciare una magia che comunque non vide mai la luce, così provo un'inutile attacco frontale, ma venne afferrato per il collo e sollevato da terra. Il ragazzo si divincolava, scalciando vistosamente, mentre diventava paonazzo in viso per via di quella morsa. Da quell'altezza si notava lo sguardo draconico e feroce di Nergal, i suoi capelli così in contrasto con il suo viso cereo. Traspariva solo odio e brama di potere. Si rese conto che aveva anche dei lunghi artigli neri, che si stavano conficcando nella sua gola. Iniziava a sentire il sapore amaro del sangue dentro la sua bocca, sensazione alla quale i Daeva non erano davvero abituati, viste le loro capacità di guarigione. Il Dragon Lord lasciò la presa, facendo cadere Noctis davanti a lui, che tentò di rialzarsi con molta fatica, mentre portava la sua mano dove prima gli artigli l'avevano ferito.
– Mai. Sei solo un pazzo. – sibilò, sputando sangue sul pavimento.
A quell'affermazione il ragazzo ricevette un calcio in pieno stomaco, finendo a qualche metro di distanza dall'oscuro signore, ma Noctis non riusciva a tenere a freno le sue domande e la sua voglia di attaccare. – Perchè... – chiese, rialzandosi in piedi, con le ginocchia tremanti, mostrando notevole forza d'animo... o semplice testardaggine. – Perchè farmi vedere il futuro, se stai per uccidermi? Non accetterò mai il futuro che tu mi hai mostrato, e non capisco perchè ci provi così tanto. Non esiste futuro in cui io sarò al tuo fianco.
Nergal fu tradito da un guizzo d'esitazione, ma tornò al suo aspetto fermo e deciso che il ragazzo aveva sempre visto.
– Forse ti ho arrecato troppi danni. Nessuno può mostrare il futuro agli altri. Nessuno è così potente da vedere le linee temporali. Nemmeno io, nonostante sono il più potente dei draghi, persino Fregion dovrà temere la mia ira!
Noctis parve confuso. Fissò il nemico davanti a sè, ed era palese che non stava mentendo, dopotutto non ne aveva motivo. Se non era stato lui a mostrargli il futuro, chi era stato? E perchè soprattutto? Forse era opera dell'essere misterioso che serviva il dimenticato? Le domande del ragazzo si facevano sempre più frequenti, ma prima che potesse chiedere altro, Nergal prese nuovamente la parola.
– Chiediti... cosa sei disposto a sacrificare per ciò in cui credi? – Con uno schiocco di dita, il Dragon Lord materializzò sul muro una ragazza dai capelli rossi, era tenuta al muro tramite delle catene che la stringevano ai mani e piedi. Non appena Noctis la vide, sgranò gli occhi. 
Era Erza, la sua amica d'infanzia, membro della sua ex legione. La persona che conosceva da sempre.
– Noct... – sussurrò lei, senza forze.
Nergal si avvicinò a lei, torturandola con la stessa forza invisibile che colpì il ragazzo poco prima.
– NO! 
Noctis si rialzò in piedi in un impeto di collera, come se non fosse mai stato ferito. Riuscì ad evocare il suo spirito più potente, quello della tempesta. L'enorme spirito caricò il Dragon Lord, che rispose afferrando per il collo l'essere, fermandola con una sola mano. Sorrise, e scagliò lo spirito su di Erza, che non poté muoversi di un millimetro per colpe delle catene, ma il colpo fu talmente violento che cadde sulle ginocchia senza dar segni di vita. Successivamente lo spirito si rialzò, rivolgendosi contro Noctis. Nergal continuava a ridere, e diede ordine allo spirito di attaccare, che con un calcio colpì il ragazzo, scagliandolo contro una colonna. Lo spiritmaster si rialzò lentamente, aveva i denti sporchi di sangue, e con un ultimo sforzo, fece esplodere l'enorme essere, che non riuscì comunque a scalfire il signore oscuro. Lo spiritmaster cercò di contrattaccare ma Nergal sferrò un ultimo invisibile attacco verso Erza, che si frantumò in mille pezzi, come se fosse fatta di porcellana.
Noctis si bloccò, incapace di dire o fare qualcosa. Aveva solo gli occhi sgranati, i vestiti sporchi di rosso e probabilmente qualcosa di rotto, ma l'unico dolore che sentiva in quel momento era al cuore. Senza rendersene conto i suoi occhi si bagnarono di lacrime colme di diversi sentimenti, sotto lo sguardo divertito di Nergal.
– Accetta la mia offerta, o questo sarà solo l'inizio. Questo sarà il primo giorno di quel che resta della tua vita.
Il Lord avvolse Noctis con l'energia oscura, che esplose poco dopo.

Il corpo del ragazzo giaceva nelle terre di Tiamaranta, dove la battaglia vedeva i Balaur in vantaggio e la zona stava per essere sigillata, ma poco prima che quel posto fu bloccato, il corpo fu ritrovato da una ragazza dai capelli blu, che portò il ragazzo fuori dalla zona di guerra tramite un debole portale traballante. 

I draghi ormai svolazzavano liberi e fieri nei cieli di quella terra, sputando fiamme e causando esplosioni contro gli ultimi superstiti. Nell'incessante caos del dominio dei draghi, nel caos scaturito dalla prima vittoria di Nergal su Atreia, l'essere avvolto nella tunica nera che lo nascondeva da tutti, il misterioso braccio destro di Nergal, recuperò uno strano globo da un cratere provocato da uno dei draghi. Lo portò davanti al suo volto, rendendo visibile un solo particolare: un sorriso vittorioso.
Smaterializzò l'artefatto, ma prima di scomparire esclamò soddisfatto: – Ti ho sottovalutato, Daeva.
   
 
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