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Autore: Mirty_92    09/03/2015    10 recensioni
[4^ classificata e vincitrice del premio 'Miglior Primavera' al contest "Stagioni" indetto da ame tsuki sul forum di EFP]
Dal testo:
Hermione si mise meglio in ascolto. Un fruscio alla sua destra, uno scalpiccio un po’ più lontano, dietro di lei e infine un profumo. Non sapeva esattamente di cosa si trattasse ma era un profumo gradevole, che le solleticava appena le narici. Le sembrava al contempo familiare e sconosciuto. Che cosa buffa! Non era da lei non saper dare una risposta a qualcosa.
“Sento un profumo” si azzardò a dire. [...] Lo senti anche tu?”
Il ragazzo si mise a sedere e con il naso per aria inspirò profondamente, a pieni polmoni.
“Mmmm… direi di sì.”
Hermione si ritrovò a fissarlo. “E da dove viene secondo te? Mi sembra di averlo già sentito ma non riesco a ricordare ne dove, ne quando. Ne tanto meno di cosa possa essere.”
“Certo che l’hai già sentito, Granger. Questo è il profumo della pioggia!” affermò convinto.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Una passeggiata dal profumo di pioggia

Una passeggiata dal profumo di pioggia

 

“Granger, la vuoi smettere di fissarmi? Lo so di essere particolarmente bello e attraente, ma non credo proprio di meritare le tue attenzioni, per lo meno non in questo momento.” Fred si voltò improvvisamente verso la ragazza che, appoggiata ad una colonna poco distante da lui, aveva tentato invano di nascondersi. Con un ghigno soddisfatto, aveva distolto la sua attenzione da alcuni strani oggetti che teneva in mano per rivolgerle la parola avendo notato che, ormai da dieci minuti buoni, Hermione lo stava osservando credendo di non essere vista.
“Ehi, io non ti stavo fissando! Ti stavo solamente tenendo d’occhio” spiegò risoluta Hermione, uscendo allo scoperto come se nulla fosse e incrociando le braccia al petto.
“E si può sapere per quale motivo?” Fred assunse un’espressione falsamente innocente e fece scivolare gli strani oggetti nelle tasche dei pantaloni della divisa. Purtroppo, uno di questi, gli sfuggì di mano e rimbalzò fino ai piedi di Hermione che si chinò veloce a raccoglierlo.
“Per questa!” esclamò la ragazza trionfante. Gli sventolò davanti agli occhi una Merendina Marinara: inconfutabile prova della sua colpevolezza. “Lo sapevo che stavi tramando qualcosa!”
Fred alzò gli occhi al cielo. “Suvvia, Granger, non vorrai ricominciare con la solita predica sul fatto che le nostre Merendine sono illegali e pericolose, spero, perché, se devo proprio essere sincero, adesso non ho né il tempo né tanto meno la voglia di starti ad ascoltare.”
Hermione, offesa, sfoderò il suo cipiglio severo e si preparò a controbattere ma Fred, senza alcun preavviso, le mise un braccio attorno alle spalle e si mise a passeggiare con lei sotto il porticato del cortile.
“Che ne dici se, invece di discutere, io e te facessimo una passeggiata?”
Hermione lo guardò con tanto d’occhi, incredula. “Come hai detto, scusa?”
“Non ci senti bene, Granger? Forse un paio di Orecchie Oblunghe, con le opportune modifiche naturalmente, ti potrebbero far comodo.” Fred si fece pensoso, grattandosi il mento. “Io e George dovremmo averne ancora un paio in dormitorio. A te potremmo addirittura fare un prezzo speciale.”
“Io ci sento benissimo, Fred! Non ho bisogno di nessuna delle vostre diavolerie” sbottò, scocciata.
“Non la pensavi così quest’estate a Grimmauld Place quando ti univi a noi per origliare i discorsi dell’Ordine” la stuzzicò.
Hermione arrossì. “Era diverso quest’estate.”
“Ed è diverso anche ora? Tra noi intendo.  È per questo che per tutto l’anno hai cercato – senza per altro esserne troppo capace – di evitarmi come se fossi affetto da Spruzzolosi?” Fred aveva sempre voglia di scherzare eppure Hermione colse una punta di serietà nel suo tono di voce.
“A che cosa stai alludendo, Fred? Smettila di dire idiozie. Io non ti ho mai evitato. E come avrei potuto poi visto che ci vediamo anche più del necessario considerando il fatto che entrambi facciamo parte dell’ES?” Hermione assunse la sua tipica aria saccente, si liberò dalla stretta del ragazzo e gli si parò di fronte con decisione puntandogli un dito accusatorio sul petto. “Tu, piuttosto, che hai oggi? Sei… strano” lo squadrò con fare indagatore.
Sul volto di Fred ricomparve il sorriso malandrino. “Sento il tempo” affermò semplicemente facendo spallucce e superandola come se nulla fosse.
Hermione, presa alla sprovvista, si affrettò a raggiungerlo tornando a camminare al suo fianco. “Senti il tempo? Che significa?”
“Cosa ci fai ancora qui, Granger?” Un’espressione fintamente stupita sul volto ilare. “Hai deciso di accettare la mia proposta, per caso? Vuoi fare una passeggiata con me?” le chiese ammiccando, ignorando totalmente le sue domande.
Hermione sbuffò. A volte ottenere delle risposte da Fred era davvero un’impresa.
“Chi tace, acconsente” affermò, convinto.
Erano giunti alla fine del porticato. Fred, con aria teatrale aprì le braccia e le indicò il Lago Nero alla sua destra. “Vuoi andare verso il lago…” poi indicò alla sua sinistra “ o vuoi andare verso la foresta? A te la scelta, Prefetto.”
Hermione trattenne a stento la voglia di schiantarlo. Era semplicemente odioso quando si comportava in quel modo.

Ma in quale modo, poi? Si ritrovò a pensare la ragazza.
Quel dannatissimo modo da Weasley che ostenta sempre in presenza di tutte le ragazzine-oche che gli corrono dietro e che lo credono pure intelligente! Hermione si rispose da sola. Ma che pensieri stava facendo? Sembrava quasi che fosse gelosa. Gelosa lei? Delle ragazzine petulanti che stavano dietro a Fred Weasley? Era assurdo! Era una cosa che faceva persino ridere. A lei non importava nulla di Fred Weasley!
“Prefetto, ci sei? Non ti ho fatto una domanda da G.U.F.O. Ti ho solo chiesto da che parte preferisci andare.” Le parole di Fred la riportarono con i piedi per terra.
“Verso la foresta” rispose, senza pensarci. Non sapeva esattamente perché avesse scelto la foresta. Forse solo per il fatto che, se qualcuno l’avesse vista camminare verso il lago – che in quel pomeriggio primaverile pullulava di coppiette – con Fred Weasley, avrebbe potuto pensare a chissà cosa. Gli studenti a Hogwarts avevano dato prova, negli anni, di credere davvero a qualunque pettegolezzo e lei, memore delle dicerie dell’anno prima incrementate dai piccanti articoli di quell’arpia di Rita Skeeter, non voleva di certo sollevare un vespaio solo perché avrebbe  fatto quattro passi con Fred Weasley.
“Ottima scelta, Granger, andiamo” e senza aggiungere altro iniziarono a percorrere il pendio in discesa verso la Foresta Proibita. Per un bel pezzo i due non parlarono finché, giunti nelle vicinanze della capanna di Hagrid, Fred proruppe in un’esclamazione battendosi una mano sulla fronte.
“Per tutti i Bolidi! Intelligente, Granger, davvero intelligente e astuto da parte tua.”
Hermione lo guardò, interrogativa.
Il ragazzo si era fermato a pochi passi ormai dal primo abete della Foresta Proibita, lo sguardo rivolto verso il lago che scintillava sotto i raggi del sole. “Ho capito perché non sei voluta andare al Lago. Hai avuto paura che ci scambiassero per una coppietta.” Indicò i ragazzi che passeggiavano mano nella mano sulle rive dello specchio d’acqua e scoppiò a ridere senza ritegno.
Hermione si accigliò e, per la seconda volta in dieci minuti, si trattenne dallo schiantare il compagno di casa. Alla McGranitt non avrebbe sicuramente fatto piacere, anche se avrebbe di certo apprezzato il suo perfetto Schiantesimo. Hermione ne era certa.
Fred continuava a ridere e per non cadere a terra, si era appoggiato all’abete che aveva raggiunto.
“Per Merlino, Fred! Vuoi smetterla di ridere? E poi che razza di scemenze racconti? Io non ho paura di una cosa simile!”
“Oh, certo, certo.” Il ragazzo si asciugò le lacrime sgorgate per il troppo ridere.
Hermione alzò gli occhi al cielo. In che situazione si era cacciata? E poi, perché aveva accettato di fare una passeggiata con Fred? Era forse diventata stupida all’improvviso?
No che non lo era! Lei aveva un piano ben preciso e doveva portarlo a termine tenendo d’occhio Fred Weasley fino all’ora di cena. Aveva avuto una soffiata, Hermione. Un ragazzino del terzo anno di Corvonero – che, tra l’altro, la ragazza sospettava potesse avere una cotta per lei  – gli aveva rivelato di aver sentito parlare Fred e George di uno scherzo che volevano fare a Piton. Il professore di Pozioni non stava simpatico nemmeno a lei ma non poteva permettere che quei due babbei si mettessero nei guai. La Umbridge li avrebbe puniti fino alla fine della scuola e, in questo momento più che mai, non potevano permettersi di perdere nessun membro dell’ES visto che, sicuramente, la professoressa avrebbe cercato in tutti i modi di scoprire cosa stavano tramando proprio sotto il suo naso.  
Hermione ricordò la sua missione: tenere separato Fred da George. Così, con noncuranza e cercando di reprimere gli istinti omicidi che provava verso Fred, Hermione fece qualche passo sul sentiero che si addentrava nella foresta.
“Allora, Fred, quando ti sei ripreso continuiamo questa passeggiata o hai forse cambiato idea?” Hermione ammiccò nella direzione del ragazzo e Fred rimase sbalordito. “Prima mi hai accusato di essere strano, ma anche tu non sei da meno” le disse, raggiungendola e riprendendo a camminare al suo fianco. “Senti anche tu il tempo, Granger?”
Hermione sbuffò. “Ancora con questa storia del tempo? Mi vuoi dire che cosa significa?”
“Verrà a piovere tra non molto” affermò Fred sicuro, strappando un pezzetto di corteccia da un tronco.
Questa volta fu Hermione che scoppiò a ridere. “Ma smettila! Non vedi che c’è il sole?” disse indicando la luce abbagliante che filtrava ancora attraverso le chiome degli alberi.
“Verrà a piovere, Granger, e te lo dimostrerò. Chiudi gli occhi” le disse senza alcun preavviso, fermandosi.
Hermione fece un passo indietro allontanandosi da lui. “Suvvia, Granger, ti ho detto semplicemente di chiudere gli occhi. Non ti sono saltato addosso” un sorriso sghembo fece capolino sulle sue labbra. “ E ti prometto che non ti salterò addosso quando avrai gli occhi chiusi” precisò con voce scherzosa.
“Perché dovrei stare al gioco?” sentenziò, dandosi un tono.
Fred alzò gli occhi al cielo. “Voglio solo spiegare ad una saccente Prefetto che cosa significa sentire il tempo e dimostrarle che so esattamente che tra non molto pioverà. Andiamo, dammi questa possibilità.”
Hermione incrociò le braccia al petto e, sospirando, chiuse gli occhi. Ci volle solo qualche minuto prima che i sensi di Hermione si abituassero alla nuova situazione e incominciassero a percepire distintamente tutti i rumori e i profumi del bosco.
Fred si era avvicinato a lei che riusciva a distinguerne perfettamente il calmo respirare.
“Dimmi, Granger, che cosa senti?” le chiese con la voce ridotta a un sussurro.
“La tua voce.” Anche Hermione parlava sussurrando.
“E cos’altro?”
Hermione si mise meglio in ascolto. Un fruscio alla sua destra, uno scalpiccio un po’ più lontano, dietro di lei e infine un profumo. Non sapeva esattamente di cosa si trattasse ma era un profumo gradevole, che le solleticava appena le narici. Le sembrava al contempo familiare e sconosciuto. Che cosa buffa! Non era da lei non saper dare una risposta a qualcosa.
“Sento un profumo” si azzardò a dire.
“Oh, finalmente ci sei arrivata.”
La bocca di Hermione si contorse in una smorfia di disapprovazione al commento di Fred mentre lui sorrise.
“E com’è questo profumo?”
Hermione, la fronte corrugata in un’espressione perplessa, disse: “Non saprei. Sembra il profumo di qualcosa di fresco. È gradevole.”
Una folata d’aria improvvisa le scompigliò i capelli e attorno a lei la luce che poco prima filtrava prepotente tra i rami delle piante parve affievolirsi. Hermione aprì gli occhi, turbata. Si guardò attorno e si rese subito conto che qualcosa era cambiato.
“Cosa sta succedendo?” sfoderò la bacchetta dalla tasca della divisa e guardò Fred sconcertata prima che una goccia di pioggia le cadesse dritta dritta sul naso.
Hermione scosse il capo e volse lo sguardo verso le fronde del faggio sotto il quale lei e Fred si erano fermati. Una seconda goccia di pioggia atterrò sulla mano che reggeva la bacchetta, raggiunta da una terza e da una quarta che caddero sul maglione della divisa.
“Non hai mai visto la pioggia, Granger?” e mentre Fred pronunciava divertito quelle parole, cominciò a piovere copiosamente. “Vieni con me o tra non molto ci ritroveremo bagnati fradici.” La prese per mano e, seguendo il sentiero tracciato dal continuo andirivieni di Hagrid, si addentrarono nel fitto della foresta dove gli alberi erano più vicini e gli sprazzi di cielo tra i rami pressoché nulli. Ora erano di nuovo al riparo e l’unico rumore che si sentiva, anche se attutito, era quello della pioggia che cadeva sulle cime degli abeti, dei pini, dei faggi e dei castagni.
Fred si mise a sedere sotto un pino e iniziò a giocherellare con una pigna facendola levitare di fronte a sé. Hermione lo guardava sbalordita cercando di dare un senso a quanto stava accadendo: solo cinque minuti prima c’era il sole mentre ora pioveva a dirotto.
“Siediti accanto a me, Granger. Pioverà ancora per un po’ ed è pressoché inutile tornare ora al castello. Non penso tu voglia rischiare un brutto raffreddore correndo sotto la pioggia.”
“Mi stai prendendo in giro? Noi siamo maghi, Fred, o te ne sei forse dimenticato? Posso fare un semplice incantesimo respingi-pioggia e non ci bagneremo.”
“Fai come vuoi. Io rimango qui.” Fred smise di giocare con la pigna, si accomodò meglio sull’erba, steso con le braccia dietro la testa e lo sguardo fisso verso l’alto.
Hermione scosse il capo. Quel pomeriggio Fred si stava comportando in modo davvero bizzarro. Ma se assecondarlo voleva dire evitargli di andare a complottare con George per uno scherzo ai danni di Piton, allora doveva per forza rimanere con lui. Gli si sedette accanto tutta compunta, si lisciò le pieghe della gonna della divisa e rimase in ascolto della pioggia che cadeva, con il capo appoggiato al tronco dell’albero. Rimasero in silenzio per un po’, infine Fred riportò entrambi alla realtà voltandosi verso Hermione e rivolgendole la parola. “Granger, perché non parli più?”
Hermione sobbalzò. Si era quasi dimenticata della presenza di Fred. Senza davvero volerlo si era lasciata coinvolgere da quell’atmosfera di pace e serenità che li circondava. Era strano pensare che proprio lì, nella Foresta Proibita, ci si potesse sentire in qualche modo al sicuro visto anche il periodo di paura che serpeggiava in tutto il mondo magico. Eppure Hermione si sentiva stranamente tranquilla e, come se non bastasse, quel profumo che aveva avvertito poco prima che iniziasse a piovere, continuava a solleticarle il naso in modo piacevole.
“Fred, lo senti anche tu questo profumo?”
Il ragazzo si mise a sedere e con il naso per aria inspirò profondamente, a pieni polmoni.
“Mmmm… direi di sì.”
Hermione si ritrovò a fissarlo. “E da dove viene secondo te? Mi sembra di averlo già sentito ma non riesco a ricordare ne dove, ne quando. Ne tantomeno di cosa possa essere.”
“Certo che l’hai già sentito, Granger. Questo è il profumo della pioggia!” affermò convinto.
La ragazza non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. “Il profumo della pioggia? Ma smettila! Dai, Fred, non essere ridicolo! La pioggia non può avere un profumo! Fa rumore; produce diversi generi di ticchettii a seconda di dove cade, ma non ha un profumo.”
“Tu dici?” Fred abbozzò un mezzo sorriso. “Allora spiegami perché non riesci ad associarlo a nulla di concreto, perché è così, vero? E poi tu stessa hai ammesso di averlo già sentito.”
Hermione rimase in silenzio, pensosa.
“Visto? È il profumo della pioggia.” Un’espressione ovvia si dipinse sul volto di Fred.
Forse Fred aveva ragione. Forse quel profumo frizzante che sentiva era davvero il profumo della pioggia. Hermione chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi solo su quella stramba fragranza. Passarono appena pochi secondi quando, improvvisamente, il suo olfatto venne investito da un nuovo profumo che le risultò subito familiare ma, al contrario di quello che Fred si ostinava a definire il profumo della pioggia, a questo riuscì subito ad associare un qualcosa di concreto, o meglio un qualcuno. Spalancò gli occhi e si ritrovò il viso di Fred ad un palmo dal naso. Scombussolata da quella vicinanza, Hermione cercò di ritrarsi ma dietro di lei, il tronco del pino, non le lasciò via di scampo. Allora deglutì e abbassò lo sguardo nella speranza di non essere arrossita per l’imbarazzante situazione.
Fred, dal canto suo, continuava a fissarla divertito. “Ti ho spaventata?”
Hermione scosse il capo.
“Allora perché hai cercato di allontanarti?”
“Mi hai presa alla sprovvista.”
“Quindi ti ho spaventata” ribadì scherzosamente Fred.
La ragazza scosse nuovamente la testa in segno di diniego. “No, non mi hai spaventata. Smettila di comportarti così, Weasley, o giuro che ti affatturo seduta stante.” Hermione ora lo fissava con aria di sfida.
“Di comportarmi così come?”
“Lo sai come.”
“No, non lo so. Spiegati, Granger, mi sembri piuttosto confusa oggi” affermò con finta aria preoccupata.
Io non sono confusa!” protestò la ragazza spingendolo indietro. Fred barcollò un po’ sui talloni prima di finire a terrà con un tonfo attutito dall’erba soffice.
Hermione, suo malgrado, scoppiò a ridere. Fred era davvero buffo lì a terra, a gambe per aria con un’espressione incredula. Non si aspettava di certo di essere allontanato così da una ragazza! Anche se questa ragazza era la Prefetto-Perfetto Miss Granger, Fred aveva pensato che non sarebbe riuscita a resistere al suo charme. Sì, proprio questo aveva pensato Fred Weasley quando l’aveva invitata a fare una passeggiata con lui. Perché, anche il gemello, proprio come Hermione, aveva un piano. Lui e George avevano infatti sentito che un ragazzetto di Corvonero aveva spifferato ad Hermione la loro idea di fare uno scherzo a Piton, così avevano escogitato un diversivo. Hermione si aspettava sicuramente che agissero insieme invece lo scherzo l’avrebbe portato avanti solo George. Purtroppo a Fred, dopo aver perso ad una stupida partita di “cioccorane o cioccalderoni”*, era toccata la parte dell’esca per cui aveva portato Hermione lontano dal castello per permettere a George di agire. Per questo motivo Fred si stava comportando in modo strano con lei. Non che  stesse propriamente facendole la corte, ma cercava un modo molto simile per distrarla e il fatto di essere stato allontanato così in malo modo, gli diede fastidio. In fondo, il cercare di sedurre la ragazza non era poi così male.
Hermione sembrava non aver alcuna intenzione di smettere di ridere.
“Ti diverti, Granger?” le chiese riprendendosi e mettendosi  a sedere a gambe incrociate di fronte a lei. Una scintilla malandrina brillò nei suoi occhi chiari.
Hermione smise di ridere. “Sì, mi diverto. Ben ti sta, Fred! Che ti è saltato in mente?”
“Ti stavo solo guardando da vicino.”
“Tu mi stavi fissando da più che vicino! È diverso!”
“Beh” fece Fred allargando le braccia “anche tu mi fissavi da dietro la colonna. E non rifilarmi ancora quella storia del tenermi d’occhio. È praticamente la stessa cosa.”
“No che non lo è!” protestò la ragazza arrossendo improvvisamente.
“Granger, Granger… se non sai mentire non dovresti dire le bugie. Vedi, sei arrossita.”
Hermione girò di colpo la testa e lasciò che i capelli cespugliosi, diventati ancora più crespi per via dell’umidità che la pioggia improvvisa aveva sollevato, le coprissero il volto. Perché doveva arrossire sempre nei momenti meno opportuni? Ma soprattutto, da quando arrossiva in presenza di Fred Weasley? Forse, da più tempo di quanto in realtà volesse ammettere. Ingoiò a fatica prima di rigirarsi per guardare Fred negli occhi ma, ancora una volta, prima della vicinanza concreta del ragazzo, Hermione avvertì il suo profumo. Perché, oltre al presunto profumo della pioggia, l’olfatto della ragazza ormai si era abituato al profumo di Fred Weasley. Menta peperita e… e…
Il ragazzo, in silenzio, si era nuovamente avvicinato a lei anche se questa volta si mantenne a distanza di sicurezza per evitare un altro spintone. Fred la guardava sorridendo mentre Hermione sembrava concentrata, persa nei suoi pensieri.
“Granger, lo vuoi sapere un segreto?” proruppe Fred strappando Hermione alle sue fantasticherie sul suo profumo. Lei annuì semplicemente perché, se avesse parlato, le si sarebbe incrinata la voce. E questo avrebbe minato la sua sicurezza. Perché anche Hermione Granger aveva un segreto che, mai e poi mai, avrebbe rivelato a Fred Weasley.
Amo il suono della tua voce, specialmente quando vuoi per forza avere ragione. Oppure anche quando te la prendi con me. Anzi, direi che amo soprattutto il modo in cui te la prendi con me.”
Fred le fece l’occhiolino mentre Hermione continuava a guardarlo incredula.
“Beh, adesso che ti ho rivelato il mio segreto non c’è più bisogno che tu tenga nascosto il tuo. Non ti pare?”
“Io non ho nessun segreto!”
“Oh, cosa sentono le mie orecchie? Le soavi note della menzogna e del voler sempre avere ragione!” cantilenò Fred con aria idilliaca.
Hermione si alzò di scatto e gli voltò le spalle. Era stanca di essere presa in giro da quel buffone che non era niente meno che Fred Weasley! Era ora di tornare al castello. Prima che Fred avesse avuto il tempo di capire le intenzioni di Hermione, la ragazza si era già messa a correre verso l’uscita della Foresta. Fred, sbalordito, le fu subito dietro ma Hermione era più minuta di lui e si districava meglio tra il fitto sottobosco che, poco alla volta, si faceva più rado. Fred sogghignò: non appena fossero arrivati a cielo aperto, l’avrebbe sicuramente raggiunta. Ma il ragazzo non aveva fatto i conti con la pioggia che ancora non accennava a smettere e che aveva infangato per bene il prato rendendo l’erba estremamente scivolosa.
Hermione era pochi passi avanti a lui, già proiettata verso la salita che conduceva al castello quando Fred avvertì per un attimo la sensazione di essere sospeso da terra senza il bisogno di cavalcare la sua scopa. Aveva spiccato un salto per evitare una pozzanghera ma il piede destro gli era malamente scivolato sull’erba e, in men che non si dica, si era ritrovato steso sul prato bagnato, con la faccia a terra e un lancinante dolore alla caviglia che gli impediva di alzarsi.
“Hermione!” chiamò.
La ragazza dapprima non si voltò, non perché non lo avesse sentito, ma perché non gli andava di starlo a sentire. Quel pomeriggio aveva sopportato abbastanza la presenza di Fred Weasley. Ora aveva bisogno di riprendersi, di andare il più possibile lontano da lui e da quelle illusioni che le sue parole avevano creato nel suo cuore. Perché non poteva essere vero che Fred Weasley amasse il modo di fare di Hermione Granger! Non era umanamente possibile! Lui odiava i prefetti e lei era un prefetto. Per cui, come conseguenza, odiava anche lei. Eppure non era esattamente quello che le aveva appena detto. Certo, non aveva detto di amare lei. Ma la sua voce. Ma amare la sua voce non voleva dire in fondo che amava un po’ anche lei? No, non poteva essere!
Hermione continuò a correre e qualche lacrima si confuse con le gocce di pioggia che le colpivano dispettose il viso.
“Hermione!” Alla seconda chiamata, la ragazza si fermò. Era bagnata fradicia. Il sole che solo mezz’ora prima aveva mostrato un perfetto spaccato di bella stagione, ora era scomparso e la pioggia le scendeva fastidiosa ovunque. Tra i capelli, lungo il collo. Non aveva più nemmeno un solo centimetro di pelle che non fosse bagnato. Sentiva la camicia della divisa che gli si appiccicava addosso compressa dal maglione, anch’esso interamente zuppo. Per non parlare poi delle pieghe della gonna che le si attaccavano fastidiosamente alle calze.
“Hermione, aiutami.”
A quest’ultima richiesta, si voltò e vide Fred pochi metri lontano da lei a terra, completamente bagnato quanto lei e sporco di fango. Hermione, senza più indugiare oltre, ritornò sui suoi passi e gli fu subito accanto.
“Cosa ti è successo?” Era preoccupata. Il volto di Fred era diventato pallido e il suo sorriso era tirato come se cercasse di nascondere un dolore che provava.
“Mi sa che mi sono slogato una caviglia. Ho saltato e il piede mi è scivolato sull’erba.”
Hermione guardò la strana angolazione della caviglia destra del ragazzo. Decisamente si era fatto male.
“Ti do una mano. È meglio andare subito in infermeria. Cerca di appoggiarti a me.”
E senza aspettare il consenso del ragazzo, Hermione si mise un braccio di Fred attorno alle spalle e, quando lo sentì pronto ad alzarsi, si alzò con lui cercando di sostenerne il peso facendogli recuperare l’equilibrio.
“Riesci a saltellare? Ormai non manca molto. Se arriviamo alle serre è fatta. Andrò a chiamare Madama Chips e tu aspetterai all’asciutto per lo meno.”
“Certo che riesco a saltellare, Granger. Per chi mi hai preso! Non sono Ron che si lamenta per un nonnulla.”
Hermione alzò gli occhi al cielo mentre procedevano a rilento. Fred aveva sempre voglia di scherzare e di fare il duro ma, in quel momento, non aveva proprio un bell’aspetto. Dopo quella che ad entrambe parve un’eternità, riuscirono a raggiungere le serre. Inutile dire che ormai non avevano più nulla di asciutto. Anzi, Fred dichiarò di avere persino le mutande piene di girini, battuta che, anche senza volerlo, fece sogghignare Hermione.
“Ed ora aspettami qui.” Aiutò Fred a sedersi fuori dalla serra numero 2, sotto la tettoia in lamiera.
“E chi si muove, Granger.” disse, ironico.
Hermione scosse il capo e fece per spiccare una corsa verso l’ultimo tratto all’aperto che la separava dal castello, quando Fred la chiamò di nuovo.
“Hermione.”
Lei si voltò preoccupata, pensando che gli fosse successo ancora qualcosa.
“Volevo solo dirti grazie. Per tutto. Per la passeggiata, la chiacchierata e l’aiuto. Certo, se tu non avessi corso a quel modo, non mi sarei fatto male…”
Hermione scosse il capo. Possibile che dovesse farla sentire in colpa più di quanto già lei non si sentisse? Eh sì, perché Hermione Granger si sentiva in colpa per quanto era successo a Fred Weasley anche se, a dire il vero, non gli aveva di certo detto lei di mettersi a correre per inseguirla.
“Comunque, a parte questo” proseguì il ragazzo “grazie.”
Hermione scacciò il suo senso di colpa e accolse i ringraziamenti di Fred con un sorriso prima di sparire in direzione del castello.
Fred si ritrovò a fissare l’angolo della serra dietro il quale Hermione era scomparsa.
Non le aveva detto che, oltre alla sua voce e al suo modo di fare, amava anche il suo sorriso.

Poco male, pensò tra sé, dopo questa giornata trascorsa con lei avrò sicuramente un’altra occasione per dirglielo. E, compiaciuto, cercò di sedersi meglio evitando di muovere la caviglia che gli doleva.

 
E siccome Fred manteneva sempre la sua parola, nei giorni seguenti creò l’occasione per rivelare ad Hermione che era pazzo del suo sorriso e non solo di quello
Ma questa è un’altra storia.

 

N.d.A

*:   cioccorane o cioccalderoni” è il nome di un gioco che ho inventato io. Me lo sono immaginata come una sorta di “pari e dispari” solo con i dolci al posto dei numeri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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