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Autore: Fra15D    10/03/2015    1 recensioni
Kurt non ha mai frequentato il McKinley, ma si trova al suo secondo anno di liceo ed è la quarta scuola che è costretto a cambiare a causa degli atti di bullismo. Solo, terrorizzato, ha quasi perso la sua personalità, e poi incontra Blaine. Solo, terrorizzato, ma fiero e apertamente gay sin dal primo anno di scuola. Cercano in tutti i modi di sopravvivere giorno dopo giorno, ma Blaine sarà davvero costretto a trasferirsi alla Dalton dopo essere stato picchiato al ballo? O l'incontro con Kurt cambierà la sua vita?
Ambientata al liceo frequentato da Blaine prima del trasferimento alla Dalton.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Burt Hummel, Cooper Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se Kurt avesse saputo che la lezione di biologia fosse stata così noiosa e inutile di certo non avrebbe scelto di seguire quel corso. Apparentemente nessuno stava veramente seguendo la lezione, fatta eccezione per uno o due ragazzi in prima fila che ascoltavano la professoressa solo per farle il verso sottovoce. Il tempo non passava mai e il pensiero di essere solo alla seconda ora della giornata demoralizzò Kurt, che si rese conto non sarebbe riuscito a seguire il resto delle lezioni. Sapeva di dover assolutamente stare attento alle spiegazioni, soprattutto perché era solo il secondo giorno, ma quella notte non era riuscito a dormire. Aveva continuato a pensare a cosa avrebbe potuto fare il giorno precedente, sarebbe dovuto intervenire in qualche modo, e il rimorso non lo abbandonò nemmeno un istante, neppure mentre dormiva. Non appena ne avesse avuto l'occasione avrebbe ripagato il suo errore, e sapeva che piano piano sarebbe riuscito a riacquistare la sua determinazione. Gli serviva un modo per scoprire come fare.

 

Perso nei suoi pensieri, non realizzò subito che la campanella era suonata e si appuntò mentalmente di dover distrarsi più spesso così da far passare il tempo in fretta.

Uscì dall'aula raccogliendo le sue cose, e si avviò verso le scale per scendere al terzo piano dal suo armadietto.

Quando aprì il 267 si rese subito conto della presenza che aveva alle spalle. Con calma si voltò sperando di non ricevere il “benvenuto” dagli alunni più grandi. Fortunatamente si trovò di fronte a Julie, la ragazza che aveva incontrato il giorno precedente in presidenza. Ma era completamente diversa da come l'aveva conosciuta. Portava dei pantaloni corti al ginocchio e il ragazzo notò quindi che aveva le gambe molto magre; i suoi capelli lunghi e biondi erano legati in una treccia che scendeva sulla sua spalla destra e aveva un maglione scuro largo, che le arrivava poco più in basso dei fianchi.

 

“Allora bello che si dice?” se ne uscì lei. Il ragazzo non aveva idea di cosa dirle perciò cercò di chiarire subito i dubbi che gli si erano insinuati in testa.

“Aspetta ma.. Co-come hai trovato il mio armadietto?” stupido, stupido Kurt, smettila di balbettare, ti stai rendendo ridicolo.

“Stamattina quando ti ho visto entrare a scuola ti ho seguito e non sono riuscita a parlarti, dovevo chiederti una cosa. Perciò quando ho visto che venivi qui ti ho raggiunto.” rispose Julie. Era strano che volesse porre una domanda proprio a lui, ma la curiosità di Kurt ebbe ancora una volta il sopravvento sulla riservatezza che aveva mostrato negli ultimi tempi. Non riuscì a fare a meno di volerne sapere di più.

“O-okay, dimmi pure.. ah comunque io sono Kurt.” si presentò, tendendo la mano verso di lei con un po' poca energia. Pensava che quella lì avrebbe potuto stritolargliela, da ciò che Agatha gli aveva raccontato il giorno prima.

 

“Io Julie. Senti, ieri mi sei sembrato un tipo interessante, non ti ho mai visto qui e ho supposto fossi un nuovo studente. Lo sei?” incominciò lei. Aveva la voce calma e rassicurante, e questo confuse molto Kurt che non era ancora riuscito a farsi un'idea sensata della personalità di quella ragazza.

“Sì, lo sono. Ieri era il mio primo giorno, per questo ero nell'ufficio del preside. Sai, ci sono tutte quelle faccende pratiche ogni volta che..”

“Sì d'accordo ho capito. Ma abbiamo una questione più importante da risolvere, perciò adesso ascoltami bene.” fece una pausa guardandosi intorno, poi continuò. “In questa scuola non c'è uno studente che si salvi, qui è pieno di sfigati. La scorsa settimana ho dovuto spaccare la faccia a quelle oche che si ritrovano sempre in bagno a non fare niente perché non riuscivo più a sopportarle.”

“Aspetta tu hai picchiato delle ragazze perché ti dava fastidio il loro comportamento?” intervenne Kurt. Non riusciva a immaginarsi una scena del genere, specialmente data la magra struttura di Julie. Ma soprattutto, come mai quel giorno era vestita così diversa da quello precedente, e si comportava così bene, a contrario di ciò che lui conosceva sul suo conto?

 

“Sì ma adesso non fare il mollaccione. È stato spaziale! Ma mio zio, il preside, non l'ha pensata allo stesso modo e mi ha dato un mese di punizione in cui dovrò fermarmi a scuola due ore in più tutti i pomeriggi a fare incontri con i professori e lavare i bagni. Siamo seri? Lavare i bagni?! Non ho assolutamente intenzione di farlo. Per non parlare di quegli stupidi incontri per “ridimensionare il mio comportamento.” concluse.

“Ma Julie, mi hai detto di aver spaccato la faccia a delle ragazze. È il minimo che tu debba fare.” Kurt non riusciva ancora a capire quale fosse il punto di tutto quel discorso.

“Se quelle cretine non la smettono di rovinarmi la giornata devo per forza reagire! E poi non le ho picchiate davvero, solo qualche spinta e forse un pugno, non ha importanza.” ribatté Julie. Stava iniziando a sembrare scocciata, come se fino ad ora si fosse contenuta e si fosse mostrata gentile solo per riuscire a convincere Kurt a stare dalla sua parte.

 

“Okay, e quindi cosa dovresti chiedermi?”

“Beh nella mia punizione sono comprese anche delle ore di studio extra, perché NON ERA GIÀ ABBASTANZA PULIRE I BAGNI VERO?” urlò improvvisamente, come se volesse lamentarsi direttamente con il preside. Kurt sgranò gli occhi e le disse di abbassare la voce.

“Insomma, siccome in questa scuola non c'è nessuno con un perfetto mix di disponibilità e responsabilità, speravo che tu potessi avere qualcuno di questi requisiti. Potresti lavare tu i bagni al posto mio?” chiese infine Julie, prendendo le mani di Kurt facendo finta di implorarlo. Il ragazzo sapeva che non era assolutamente una buona idea, a lui serviva tempo per studiare e recuperare il programma, e non voleva cacciarsi in nessun guaio.

 

“Beh, ecco... Io non credo di poterlo fare. Ti aiuterei volentieri, ma sono appena arrivato e ho bisogno di ambientarmi, mettermi in pari con le lezioni ed eventualmente iscrivermi a qualche corso pomeridiano.” rispose un po' esitante, sperava solo che lei non gli facesse troppe pressioni. Ma purtroppo non fu così.

“E dai Kurt, non sarà così male, potrai ambientarti lo stesso a scuola se restassi qui fino a tardo pomeriggio. Mi daresti un grandissimo aiuto.”

 

Il vecchio Kurt non avrebbe esitato a rispondere di no e iniziare ad elencarle una lista dei molti motivi per cui non era una buona idea, tirando fuori il suo lato responsabile, ma in quel momento non riuscì a mostrarsi tenace e deciso; sapeva benissimo che Julie lo stava solo usando, ma non voleva dirle di no, perciò provò a mediare la proposta di lei.

“Potremmo farlo insieme, ti darei una mano. Così rispetti la tua punizione e eviti di crearti altri problemi.” sì, era decisamente soddisfatto di ciò che le aveva proposto.

 

“Ma il problema non è farlo, il problema è che non ho tutto questo tempo da dedicare alla scuola, ho altre cose da fare. Ho la mia vita da portare avanti.”

 

Kurt decise che in fondo quella ragazza non era tanto male, e forse aiutandola sarebbe riuscito a farsi un'amica. Seppur strana e un po' manipolatrice, era intelligente, e lui avrebbe potuto studiare un po' di più nel week end se mai. Anche se l'idea di pulire i bagni lo terrorizzava, sentiva il forte bisogno di avere una protezione e qualcuno su cui contare. Ce l'avrebbe fatta.

 

“D'accordo, potrei darti una mano, ma a una condizione: non devi saltare i corsi di recupero e gli incontri con gli insegnanti. Inoltre io non posso garantirti di poterti aiutare tutti i giorni.” disse Kurt a Julie, la quale, in un momento di euforia, lo abbracciò felice, per poi ritirarsi immediatamente dopo essersi accorta di avere esagerato. I gesti d'affetto non facevano per lei.

 

“Perfetto, adesso siamo soci in questo affare. Inizia da oggi pomeriggio, perché sono super impegnata. Domani ci penserò io.” gli diede una pacca sulla spalla e si allontanò, con un piccolo sorriso soddisfatto. A Kurt non sembrò che volesse davvero sfruttarlo, ma come gli aveva detto Agatha il giorno prima, sarebbe stato inutile provare a capire Julie, perciò non volle domandarsi il vero motivo di quell'incontro.

 

Per fortuna che quell'ora non aveva nessuna materia, perché ne aveva persa gran parte a parlare con la sua nuova socia; nel tempo restante, decise di andare a fare un giro in biblioteca e cercare qualcosa di interessante da prendere in prestito e leggere.

 

Appena girò l'angolo, sentì un armadietto sbattere e vide in fondo al corridoio Richard che minacciava una ragazzina di dargli dei soldi. Kurt si spaventò e decise di tornare indietro per non attirare l'attenzione dei ragazzi, siccome al momento il corridoio era vuoto; ma uno dei bulletti lo vide.

 

“Ehi Rich guarda chi c'è laggiù! È quello nuovo. Come mai non lo abbiamo ancora accolto qui nella nostra scuola?” esclamò un ragazzo alto, con la faccia da stupido. Kurt tornò indietro velocemente e si chiuse nella prima aula che vide, con il respiro affannato e il terrore negli occhi. Aveva sentito le voci dei ragazzi in lontananza, qualcosa tipo “ma non c'è nessuno idiota”, e un “non farmi perdere tempo, sono impegnato”.

 

Cercando di non agitarsi, Kurt si voltò per vedere in che stanza fosse finito e vide alcuni ragazzi sparsi per dei banchi intenti a ripassare qualche materia, chini sui libri.

 

“Mi scusi ha bisogno di qualcosa?” la voce che gli pose questa domanda apparteneva a una vecchia professoressa seduta alla cattedra, che stava sfogliando una rivista di cucito. Kurt la guardò e per poco non andò di nuovo nel panico.

 

“N-no, stavo solo...” incominciò ma venne fermato dall'insegnante.

“Questa è l'aula di recupero. Se devi studiare qualcosa allora va' a sederti e non lamentarti. Se devi andartene, muoviti e non farmi perdere altro tempo.” detto questo riportò l'attenzione alla sua rivista e non lo degnò più di uno sguardo. Kurt non volle uscire di nuovo, e rimandò il suo giretto in biblioteca alla prossima ora buca. Si sedette in uno degli ultimi banchi, aspettando che la campanella suonasse e potesse uscire da quel vortice di noia.

 

***

 

Finalmente l'ultima ora di quella giornata si concluse e Kurt si diresse al suo armadietto per riporre i libri di scuola, mentre fiumi di ragazzi si riversavano verso l'uscita principale. Decise di chiamare suo padre per dirgli che quel pomeriggio sarebbe rimasto a scuola per seguire dei corsi di recupero, e una volta conclusa la conversazione si avviò verso l'ufficio del preside. Non riuscì nemmeno a posare la mano sulla maniglia che la porta si aprì da sola e vide uscire Agatha con una pila enorme di fogli che la nascondeva quasi totalmente; proprio per questo andò a sbattere contro Kurt, facendo cadere tutto ciò che portava.

“Oddio oddio oddio! Ma cosa..” cominciò Agatha, ma si interruppe quando vide Kurt e lo salutò.

“Scusami non volevo farti cadere tutto, ora ti do una mano.”

 

“Cosa ci fai qui ragazzo? Hai bisogno di qualcosa?” disse Agatha, chinandosi insieme a lui per iniziare a raccogliere tutto da terra.

“Beh non so se dovrei dirtelo... Ero venuto qui per chiedere il materiale per pulire i bagni. Mi prometti di non dirlo a nessuno?” domandò Kurt.

“Non dire che cosa?”

 

“Oggi ho parlato con Julie, la nipote del preside, e mi ha chiesto una mano per pulire i bagni. Sai siccome lei è in punizione. Io oggi non avevo niente da fare e ho pensato di poterla aiutare. Ti prego non dire niente al preside, non voglio fare casini.” Kurt mentì omettendo il fatto che essere “socio” di Julie era l'unico motivo per cui stava facendo tutto questo, almeno sperava che così nessuno lo prendesse di mira.

“O-okay, è una situazione strana. Non dirò niente. Per pulire trovi la roba nello sgabuzzino del primo piano, accanto agli spogliatoi. Oggi gli allenamenti di football sono sospesi perciò non dovresti incontrare nessuno della squadra.” aggiunse alla fine, vedendo lo sguardo terrorizzato di Kurt alla parola “spogliatoi”.

“D'accordo allora... Grazie, ci vediamo.” disse Kurt, provando ad accennare un sorriso e voltandosi verso le scale.

 

Quando arrivò vicino allo sgabuzzino sentì dei tonfi provenienti dalla palestra. Si fermò ad ascoltare per capire da cosa provenissero e in seguitò sbirciò dal vetro della porta dello spogliatoio, incuriosito, siccome adesso sapeva che nessun gigante avrebbe potuto tormentarlo. Fu strano quando, ancora pensando ai giganti, vide invece un corpo minuto ma forte all'interno della stanza. Un ragazzo, voltato di schiena, stava colpendo un sacco da boxe ripetutamente e con violenza. Kurt lo guardò per un po' fino a che il ragazzo non fece una pausa per bere e finalmente si girò un poco permettendo di essere riconosciuto. Se la memoria di Kurt non lo ingannava, quello era proprio Anderson. Il piccoletto con il gel che il giorno prima era stato insultato e spinto. Era solo nella stanza, sudato per lo sforzo e con i capelli tutti scompigliati, i ricci scuri che andavano da tutte le parti. Dopo qualche secondo si avviò verso le docce e scomparve dalla visuale di Kurt, che era rimasto tutto il tempo a guardarlo da dietro la porta, indeciso sul volere entrare o no. Dopotutto avrebbe voluto parlare con lui per fargli sapere che non era d'accordo con il modo in cui lo stavano trattando, e per dirgli che anche lui era passato attraverso situazioni simili, se non peggiori.

 

Aspettò fuori dalla porta, tenendosi occupato cercando ciò che gli serviva nello sgabuzzino e una decina di minuti più tardi il ragazzo uscì. Kurt si girò verso di lui e i loro sguardi si incrociarono. Gli occhi dell'altro erano rossi, sembrava aver pianto, ma la cosa che attirò veramente l'interesse di Kurt fu l'intensità del loro colore, un oro brillante nonostante avesse lo sguardo spento.

 

“Ciao.” azzardò Kurt, senza smettere di fissarlo.

“Uhm... ciao.” rispose il moro, abbassando lo sguardo, senza sapere esattamente perché uno sconosciuto stava iniziando una conversazione con lui. Era piuttosto sicuro di non aver ancora mai visto quel ragazzo a scuola. Si torturò le mani per un po' prima di alzare di nuovo lo sguardo. Gli occhi azzurri del ragazzo lo stavano scrutando così intensamente da fare male, e questo lo mise leggermente a disagio. Arretrò di un passo e strinse la tracolla della sua borsa da palestra, ma l'altro gli tese la mano esitante.

 

“Io sono Kurt.”

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Penso che aggiornerò più volte a settimana, in base a quanto riesco a scrivere, ma per ora non assicuro nulla. Spero che mi facciate sapere cosa ne pensate, perché non so assolutamente come muovermi nel campo della scrittura (essendo la mia prima storia) e accetto qualsiasi tipo di critica. 

Vi lascio la foto di come mi immagino Julie, la ragazza che conosce Kurt, nonché nipote del preside.

http://www.hggirlonfire.com/wp-content/uploads/2014/03/Leven_Tomorrow_Twitter.jpg

 

Alla prossima!
-FRA

  
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