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Autore: alaskainblack    10/03/2015    1 recensioni
Amanda ha sedici anni quando si trasferisce per un solo anno a Los Angeles, la città delle luci e dei colori, delle opportunità e delle cadute, qui, una sera, conosce Leonardo, sognatore di una vita fatta di cinema e fama che la coinvolge con la sua voglia di divertirsi.
Poco tempo serve che loro diventino grandi amici eppure, in un modo o nell'altro si perderanno, forse non per sempre.
CAPITOLI 3-4-5 IN FASE DI REVISIONE
Storia sospesa fino alla fine dell'estate
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo DiCaprio, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Seventeen
Melancholia



Ritornare a dover parlare italiano fu strano, era come se quella lingua non mi appartenesse più.
Mi sentivo spezzata, e dal momento in cui l’aereo mi annunciò di essere arrivato in Italia un persistente senso di malinconia si impossessò di me impedendomi di vivere la mia vita qui come l’avevo vissuta fino ai miei sedici anni.
Passavo ogni momento libero a guardare fuori dalla finestra o a fare lunghe conversazioni con loro.
E appena chiudevo il telefono mi ritiravo nel mio letto, un po’ per piangere, un po’ per chiudere gli occhi e far finta di non essere dov’ero.
I miei amici, i miei parenti, o qualunque mio conoscente, era arrivato alla conclusione che fossi irrimediabilmente depressa.
Ed era vero, ero malinconica, nostalgica, annoiata dalla mia esistenza e non facevo che pensare a Leonardo, a Los Angeles, a cosa stesse facendo, dove avrei passeggiando in quel momento se solo fossi stata lì.
L’estate l’avevo passata con i miei genitori, i miei amici, e tutti coloro che avevo lasciato partendo e che mi ero ritrovata stranamente non così felice di rivedere di quanto mi aspettassi.
Le giornate sembravano interminabili e la prima cosa che facevo appena tornata a casa era chiamare Tobey, principalmente per sapere come andava, ma soprattutto cosa succedeva tra Leonardo e Kristen.
- Oggi Leonardo l’ha invitata ad uscire – mi avvisò un pomeriggio Tobey con aria preoccupata.
Tirai un sospiro senza rispondere.
- Amanda? – chiese lui non sentendo la mia voce.
- Sono ancora qui – sussurrai io guardando il monotono soffitto bianco – Direi che per me non potrebbe andare peggio di così – morsi il labbro.
- Mi dispiace – disse lui, ma non era certo colpa sua – Quando puoi venire? – chiese ancora, era carino da parte sua chiederlo.
Alzai le spalle, sebbene sapessi perfettamente che non avrebbe potuto vedermi – Non ne ho idea, è questa la cosa peggiore – dissi.
- Il fatto che sei in depressione galoppante non spinge i tuoi a volerti spedire qui? – quella frase per fortuna mi fece sorridere.
- Oddio Tobey, odio queste cose sdolcinate, ma davvero mi mancate tutti – sospirai toccandomi i capelli.
- Anche tu ci manchi – rispose – Anche a Naomi – disse e io scoppiai a ridere.
- Naomi? – chiesi confusa.
Sentii Tobey ridere dall’alta parte della cornetta – Naomi sta uscendo spesso con noi ultimamente, quando te ne sei andata ci ha costretto, e quando dico costretto intendo seriamente presi con la forza – la sua frase mi fece sorridere – ad andare alla festa di Claudia Schiffer –
Cambiai posizione mettendomi sulla pancia – Si, me ne aveva parlato – dissi ricordandomi nostalgicamente dell’ultima serata passata in America.
- In ogni caso lei e Kate sono davvero simpatiche, certo, Naomi non ha un carattere semplicissimo ma dopo un po’ ti ci abitui – mi disse, non avrei mai immaginato che Leonardo, Tobey, Kate e Naomi potesse uscire insieme, ma infondo erano sempre meglio che Danielle e Kristen.
- Con Danielle? – chiesi curiosa.
- Direi come sempre, nulla di nuovo – mi disse, per un momento avevo sperato si fossero lasciati.
- Tobey, sinceramente, come li vedi Leonardo e Kristen? – chiesi pur sapendo che la sua risposta non mi sarebbe piaciuta.
- Credo che ci sarà da aspettarsi il peggio – mi avvisò – Ultimamente sono sempre insieme, e la cosa ci snerva parecchio – sospiro.
- Ci? – chiesi io senza capire – Chi snerva? –
- Me, Naomi e Kate – spiegò lui e io scoppiai a ridere.
Non credevo che Naomi avesse conosciuto Kristen, e non credevo nemmeno ultimamente fossero tutti così legati.
- Che hai? – chiese lui con tono stranito.
- Nulla, solo non vi immagino tutti insieme – spiegai.
Sentii ridere Tobey dall’altra parte della cornetta – Ora devo andare, ci sentiamo più tardi? – disse.
- Certo – sospirai io per chiudere la chiamata e ritrovarmi stesa sul letto a ricordarmi di essere dov’ero.
 
*
 
I mesi erano passati, molto più lentamente di quanto avessi potuto immaginare ma passavano, ormai era Novembre, a differenza di Los Angeles il freddo si faceva sentire, il cielo era grigio, la mattina il sole non c’era, e i colori dell’estate erano stati sostituiti dalle foglie secche.
Tutto ciò non faceva che peggiorare il mio umore di giornata in giornata.
Non uscivo con nessuno, il pomeriggio lo passavo al telefono, a parlare un po’ con tutti, ero diventata completamente passiva a ogni attività al di fuori della mia camera.
Proprio quando credevo che al peggio non ci fosse fine mi ricordai che ormai mancava poco al nostro compleanno, e solo un anno prima io e Leonardo eravamo insieme in quel momento.
Ero stesa sul letto, come mio solito, il telefono in mano e gli occhi chiusi.
- Cosa hai intenzione di fare quest’anno? – gli chiesi un po’ preoccupata della sua risposta.
Sentii Leonardo sospirare – A dir la verità non ne ho idea – confessò – Credevo potessi venire almeno per un po’ di giorni – disse.
- Non dipende da me – mi giustificai sconfortata, non aveva idea di quanto avrei voluto essere lì con lui.
- Lo so, però è il nostro compleanno, avremmo dovuto fare qualcosa di carino – sussurrò.
Restai in silenzio per un attimo – Quando torno a Natale possiamo stare insieme – gli dissi cercando di trovare un lato positivo, ma senza tanto successo.
- Certo – sospirò lui un po’ deluso, e così si concluse la telefonata.
Non ero andata oltre per il semplice motivo che non avevo alcuna voglia di parlare con lui di Kristen, in fondo avrei voluto sapere cosa era successo tra loro, in ogni caso Tobey mi aveva detto che stavano sempre insieme ultimamente, e ciò non poteva che peggiorare il mio umore.
 
*
                                                                                                                                             
Per mia fortuna l’anniversario del giorno della nostra nascita quell’anno ricadeva su una pacifica Domenica, stranamente più soleggiata del solito, e la cosa avrebbe dovuto farmi piacere in teoria.
Avrebbe anche dovuto farmi piacere la torta che i miei genitori mi fecero trovare quella mattina appena sveglia, e le telefonate premurose degli amici che non frequentavo più, ma in realtà ero irrimediabilmente più malinconica del solito, e la ragione mi era tutt’ora ignota.
I miei genitori, vedendomi triste, insistettero a farmi andare in un cinema, se in compagnia o da sola era una mia scelta, dove quella settimana riproponevano This Boy’s Life in lingua, fortunatamente, originale.
Io, naturalmente, decisi di andarci da sola, alla fine un po’ rallegrata da quell’evento.
Arrivata al cinema comprai qualcosa da mangiare ed entrai pronta a riuscire a rilassarmi per almeno un’oretta e mezza potendo vedere il suo volto attraverso al megaschermo.
Quando arrivai la sala era ormai buia, riuscii per miracolo a trovare il posto, l’unico libero tra l’altro, e a sprofondare comodamente in esso sperando di non essere infastidita da quei casuali vicini che mi avrebbero accompagnato nella visione della pellicola.
Finita la moltitudine di pubblicità, i primi titoli degli attori apparvero l’uno dopo l’altro, e per un attimo immaginai di essere al primo giorno di Los Angeles.
Chi interruppe i miei pensieri non fu nient’altro che il fastidioso vicino dalla parte destra che mi sfiorò il braccio sussurrando – Signorina, faccia meno rumore con le patatine per favore –
Stavo per mandarlo a quel paese quando notai che mi aveva parlato inglese, e quella voce già sentita e pensata miliardi di volte non era altro che quella di…
- Leonardo! – lasciai la mia voce prendere una nota alta e sentendo in risposta gli spettatori innervositi.
Lo fissai incredula, Leonardo mi prese la mano e io in preda all’eccitazione lo trascinai fuori dalla sala ancora impotente di realizzare che fosse lì con me.
Arrivati fuori dal cinema non ci furono parole, ci abbracciammo semplicemente, lo strinsi con fermezza, non avrebbe mai capito quanto il calore del suo corpo mi fosse mancato, cercai di far sparire il rossore di emozione dagli occhi e gli sorrisi più felice.
- Buon Compleanno! – esclamò lui con un magnifico sorriso, io mi morsi il labbro e ricambiai gli auguri.
- Cosa ci fai qui? – chiesi confusa, lui rise un poco.
Alzò le spalle – Io ho pensato che se non potevi venire tu da me allora avrei fatto il contrario – spiegò semplicemente.
Io sospirai ancora col sorriso stampato sulle labbra e mi lasciai andare ad un altro abbraccio.
- Non immagini quanto io sia…- qualcosa o qualcuno ci interruppe sfiorandomi la schiena.
Quando mi voltai mi trovai davanti a una quindicenne insieme ad un paio di amiche.
Le fulminai con lo sguardo, non capendo sinceramente le loro intenzioni.
Loro si bisbigliarono qualcosa in italiano riguardo a quanto lui fosse sexy, e poi lo fissarono con aria trasognata.
- Sei il ragazzo degli Oscar? – chiese quella che ci aveva interrotti con un inglese a dir poco osceno, conquistando il mio completo odio.
- Leonardo DiCaprio? – chiese ancora assicurandosi di non aver sbagliato il nome.
Lui si leccò le labbra visibilmente imbarazzato, poi annuì in modo adorabile e queste soddisfatto tirarono fuori dallo zaino carta e penna e con un gesto della mano gli fecero capire che volevano che firmasse con l’autografo, lui, con un’aria tra l’allegro e il soddisfatto, firmò i fogli con cura.
Stavamo tornando a parlare quando mi accorsi che quelle stupide ragazzine, non ancora soddisfatte ora tenevano in mano il telefono.
- Non è che potresti farci una foto? – mi chiesero in inglese come se fossi la sua assistente personale o qualcosa del genere – Si spinge qui – mi spiegò poi una, credendo che non sapessi nemmeno come usare uno stupido cellulare.
Mi trovai costretta ad annuire, Leonardo mi fece capire con lo sguardo che neanche a lui andavano a genio, ma si mise ugualmente in posa, con un sorriso invidiabile insieme alle tre.
Io scattai e ridiedi un po’ scocciata il cellulare alle ragazzine che ora si allontanavano trotterellanti.
- Spero non succeda troppo spesso – sospirò lui – E che i miei fan siano un po’ meno giovani – disse poi facendomi sorridere.
- Più che altro che non siano tre dementi – aggiunsi e ridemmo insieme.
Girovagammo un po’ insieme, io gli feci vedere Milano, facemmo un po’ di foto, andammo in centro, ridemmo, scherzammo, ed era bello stare solo noi due, senza nessuna Kristen, Bridget, o modella o ragazza di qualsiasi tipo.
Quando si fece più tardi e il cielo iniziò a scurirsi decidemmo di rientrare e io proposi di portarlo a casa mia.
Del resto anche i miei genitori volevano conoscere quel ragazzo di cui gli avevo tanto parlato.
Quando entrammo in casa mia entrambi furono visibilmente colpiti dalla sua bellezza, Leonardo sembrava un po’ agitato, continuava a sorridere cercando di fare buona impressione.
Aiutò mia madre a fare tutto e fece impressione sui miei, poi a cena mangiò più che volentieri gli spaghetti, che sapevo amava, che gli avevamo preparato definendoli:
- I più buoni che io abbia mai assaggiato Signora – si complimentò con mia madre.
Finita la cena ci ritirammo in camera mia stendendoci entrambi nel letto dove fino a quel giorno avevo passato i pomeriggi a chiamarlo.
Dopo aver chiacchierato e riso per un po’ arrivammo a parlare di Kristen, e io gli chiesi di dirmi come stavano le cose tra di loro.
- Io credo che mi piaccia davvero – mi confessò lui lasciandomi dispiaciuta – So che può sembrare come tutte le altre, ma ha qualcosa di speciale – sospirò, e mentre lui guardava il soffitto pensando a lei, io guardavo lui pensando a quanto fossi effettivamente innamorata di Leonardo, e a quanto non avessi un briciolo di coraggio nel confessarglielo, soprattutto in quel momento.
Sentii prendermi la mano da lui ed avvampai un poco al suo leggero tocco.
Si voltò verso di me con un sorriso – Ma tu resti sempre la mia preferita – sospirò da amico, era una dolce dimostrazione di affetto, avrebbe, in teoria, dovuto farmi piacere, ma l’unica cosa che quella frase mi ispirava erano istinti omicidi verso Kristen e la sua stupida amica Danielle senza la quale non saremmo stati a parlare della modella bionda platino in quel momento.
Io sorrisi a Leonardo, cercando di dimostrargli che pensavo la stessa cosa di lui.
- A proposito di te – disse poi cambiando argomento – Intendi venire a Natale vero? – chiese speranzoso.
- Farò di tutto – lo rassicurai – Ma credo di si – lo vidi più sereno – Del resto abbiamo una festa di Claudia Schiffer a cui andare – dissi e ridemmo.
- Parli di Naomi? – chiese divertito.
Io annuii – Si – sospirai con ancora un sorriso sulle labbra.
- La adoro – disse lui – E’ totalmente pazza – aggiunse ridendo e io con lui ripensando alla ragazza.
- E Kate com’è? – chiesi curiosa, quella ragazza era l’unica cosa che mi tratteneva dall’odiare l’intera razza delle modelle bionde, sapendo di essere compresa anche io nell’insieme.
- E’ un po’ solitaria, strana, però alla fine è adorabile – spiegò – Alla fine vi assomigliate, potreste diventare davvero amiche – disse, e io sperai fosse così, dopo che Bridget era volata a New York non avevo più una ragazza come amica.
- Lo dice anche Naomi – dissi, mi voltai a guardare l’orario e notai che eravamo rimasti a parlare fino all’una di notte – Senti, ma tu dove dormi? – chiesi preoccupata.
- Ho preso un Hotel qui vicino – mi rassicurò, ma aveva l’aria stanca.
- Puoi restare qui se vuoi – proposi io senza particolari idee in testa e speranzosa in un si.
Lo vidi annuire convinto, e alla fine dormì sul divano.
Purtroppo solo la mattina dopo tornò a Los Angeles lasciandomi di nuovo sola e malinconica.



ANGOLO AUTRICE:
Rieccomi, il capitolo è si corto ma mi serviva assolutamente da intermezzo, il prossimo sarà più dinamico, lo prometto.
Bene, in ogni caso spero la storia vi continui a piacere, mi renderebbe felice se lasciaste una piccola recensione su cosa ne pensate e poi nulla, prossimo capitolo al più breve possibile.

Gisele

 
  
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