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Autore: Caramel Macchiato    13/03/2015    1 recensioni
“Svegliati”
Il tuo senso dell’umorismo è piuttosto pessimo.
“ Ti sto ordinando di svegliarti”
Come se potessi. Ti manderei al quel paese, ma non so chi sei. Lasciami stare.
“ D’accordo, non mi lasci altra scelta”
Ed ecco che i miei occhi sono aperti, o meglio: nel mio sogno ho gli occhi aperti, e vedo solo bianco davanti a me. Mi giro su me stessa ma il panorama non cambia.
Che posto è questo?
“Questo è il fulcro del mondo dei tuoi sogni”
Chiedo scusa in anticipo per l'html impostato da cani!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivata a casa mi butto esausta nel letto. Sono successe così tante cose e una paura tremenda mi sta assalendo. Ancora non riesco a capire: possibile che il mio coma sia così grave? Perché non ho più speranze dopo un anno? Ma soprattutto: riuscirò a risvegliarmi con le memorie dei ragazzi o la mia è una fantasia inutile? Forse, appena ho messo piede in questo Mondo pazzo, ero già destinata a non tornare mai più a casa?
Chiudo gli occhi e lascio andare un grande sospiro, sentendolo frusciare sul piumone e venendone investita.
Ho paura. Paura di cosa? Di morire? Non ci ho mai pensato.
Il mio corpo è pesante e così comodo sul letto che il solo pensiero di alzarmi mi fa brontolare.
Sento la mente sempre più annebbiata e la stanchezza che prende il sopravvento su ogni mio muscolo…

Una pressione mi sta schiacciando le meningi. Perché fai questo? Non devi ricordare! SMETTILA DI RICORDARE! Ma io ne ho bisogno, voglio sapere! NO NON DEVI!

Apro gli occhi di scatto, la fronte madida di sudore, il corpo preso da un forte tremito. Mi metto a sedere faticosamente e mi stringo nelle braccia, un vano tentativo di fermare la tremarella.
Cos’era quell’ostilità nella mia testa? Perché non devo ricordare?
Mi vien da piangere, lo sconforto è troppo grande, allora mi alzo e vado in punta di piedi fino al bagno per sciacquarmi la faccia. Quando incontro lo sguardo del mio riflesso nello specchio, vedo due occhi stanchi ornati da due belle occhiaie violacee, il viso sembra floscio e più pallido del solito. Il peso dei ricordi è così grande?
Entro in punta di piedi in cucina e solo allora mi rendo conto che fuori è ancora buio. Con una rapida occhiata all’orologio da parete in cucina, mi rendo conto che sono passate da poco le tre di mattina.
Si sa che per una ragazza affamata la cosa peggiore è ritrovarsi una cucina senza dolci, perciò sospiro rincuorata quando scovo una scatola di biscotti, per poi accompagnarlo ad un bel bicchiere di cioccolata in polvere, ed infine accucciarmi sul divano e darmi alla pazza gioia, senza una ragione ben precisa.
Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorgo di non essere sola, finché Nathaniel non mi si siede accanto, facendomi quasi versare la cioccolata addosso.
-    Non riesci a dormire?-
-    No. Tu nemmeno?-
-    No, neanche a provarci. Tu però hai una faccia stanca-
-    Sì? Capita-
Lo sento sbuffare di fianco a me, poi mi prende un braccio e mi obbliga a girarmi verso di lui.
-    Azzurra, cos’è che nascondi? Ieri non hai fatto altro che correre di qui e di la facendo la misteriosa. In effetti, è da quando hai costruito le case agli altri che sei strana-.
Fantastico, se n’era accorto più del dovuto.
-    Nulla…È solo… Un periodo un po’ così-
Mi guarda con una faccia da chi pensa di aver capito ma non è così, però poi si rabbuia.
-    Centra con la realtà?-
-    Cosa te lo fa pensare?-
-    È così allora-
-    Non ho detto fosse così-
-    Ma lo è, giusto?-
Gli rivolgo un’occhiata stizzita, poi mi viene un’idea per cambiare argomento.
-    Per caso ti ricordi come ci siamo conosciuti?-
Sembra sorpreso della mia domanda e ne approfitto per cogliere la palla al balzo.
-    Sai, Lysandre ha detto che, dopo che Castiel gli ha raccontato della loro amicizia, i ricordi sono tornati da soli. Con l’aiuto del quadernetto per alcune parti-
-    Non mi dire-
-    Quindi mi chiedevo se anche tu magari…-
-    Io non parlo con quello-
Il suo tono irritato mi spinge a dargli un’occhiata, trovandolo corrucciato.
-    È successo qualcosa tra di voi?-
-    Non mi piace e basta. E alla gente che non mi piace non rivolgo la parola. Pare che nemmeno lui mi apprezzi, quindi il problema è risolto-
Alzo le sopracciglia ma evito di commentare. Avrei chiesto direttamente a Castiel più tardi.
-    Dovresti riposarti-
Mi dice, con tono più gentile, alzandosi e facendomi una carezza in testa, esattamente come aveva fatto Lysandre, facendomi sentire una bambina indifesa.
Annuisco e gli sorrido mentre lui si alza, sapendo benissimo che non ci sarei riuscita nemmeno volendo: sapendo di avere un tempo limite, mi veniva un’ansia implacabile che annodava la bocca dello stomaco e mi faceva impazzire.
Aspettai di sentire la porta della camera del ragazzo richiudersi dietro di lui, contai dieci secondi e poi tornai in camera per prendere una felpa e sgattaiolai fuori, subito investita dall’aria gelida che mi pizzica la faccia senza tregua. Scendo la strada verso l’incrocio, ammirando il mio Mondo dei Sogni, silenzioso e addormentato, in una parvenza fiabesca che non gli avevo mai visto.
Il bosco è quasi tetro: una macchia scura sull’erba lucente. L’osservatorio rispecchia la luce lunare, somigliando ad un immenso lampione candido. I fast food che gli stanno davanti hanno tutte le luci spente e sembrano assopiti.
Vorrei andare a vedere i ragazzi, ma il pensiero di trovarne uno sveglio e passare per maniaca mi fa arrestare di colpo all’inizio della strada. Sposto il peso da un piede all’altro, poi decido di fare la guardona lo stesso, troppo curiosa di vederli nel loro stato più indifeso.
La prima casa sulla mia strada è quella dei gemelli. Mi avvicino furtivamente, non ricordando bene dove avevo disegnato le camere. Passo davanti a una finestra del salotto e mi sento gelare quando scorgo una luce azzurrina all’interno. Mi avvicino lentamente e mi appiattisco contro il muro, per poi sbirciare dalla finestra: c’è Armin su un divano, la tele accesa e il telecomando in una mano, che penzola dal bordo del divano, come morta. Dev’essersi addormentato mentre la guardava.
Senza pensarci picchietto sul vetro della finestra, prima piano, poi con insistenza, finché non ottengo una minima reazione dal ragazzo, che rotola la testa verso la mia direzione e cerca di mettermi a fuoco con gli occhiettini assonnati che si ritrova. Io scrollo una mano in segno di saluto e gli faccio un bel sorriso. Lui si passa una mano sugli occhi, evidentemente infastidito, poi si alza faticosamente e s’incammina ciondolando verso la cucina. Poco dopo sento la chiave girare nella porta d’entrata e Armin la apre, rabbrividendo orripilato dal freddo della mattina( o notte?). Lo raggiungo sorridendo ed entro in casa, concedendogli di richiudere la porta.
-    Ma sei impazzita? Che ci fai in giro a quest’ora?- Sibila tra i denti, lanciando un’occhiata all’orologio all’entrata, che ora segna le tre e quaranta minuti.
-    Scusa, non riesco a dormire e ho deciso di fare quattro passi-
-    E hai pensato bene di svegliarmi!-
-    Dovresti ringraziarmi! In quella posizione in cui ti sei addormentato ti sarebbe venuto un torcicollo!-
Ribatto sottovoce, aprendo il frigo e prendendo il succo d’arancia, per poi andare alla ricerca di un bicchiere. Il tutto come se fossi a casa mia.
Armin apre un mobiletto e mi porge un bicchiere, sbuffando spazientito.
-    Però ti rendi conto del tuo egoismo?-
-    Un po’. Prima mi dispiaceva doverti svegliare, ma ora mi sta passando-.
Butto giù in un sorso il succo, divertendomi a fare del sarcasmo con quel ragazzo, che non lo capiva minimamente.
-    Terrificante-
-    Dai, prendi un sorso di succo e vedrai che passa-
-    Non fare la gentile adesso!-
Ridacchio sotto voce, poi mi guardo attorno, rendendomi conto di quanto è silenziosa casa loro, con soltanto un lieve sottofondo del televisore. In effetti non abbiamo nemmeno acceso una luce.
Rabbrividisco appena e poso il bicchiere nel lavello, forse con un po’ troppa forza.
-    Fai piano! Alexy dorme!-
-    Scusa, mi è scappato-
Lui scrolla la testa e si dirige in salotto, facendomi segno di seguirlo. Si siede su uno dei divanetti scarlatti e io mi accomodo sull’altro, sentendomi improvvisamente a disagio.
-    Allora: perché non riesci a dormire?-
-    Uh? Ah. Troppi pensieri-
-    Che tipo di pensieri?-
-    Brutti… Penso-
Lui si passa la lingua sulle labbra poi lascia andare un lungo pensiero.
-    A quelli non si può sfuggire. Nemmeno nel Mondo dei Sogni-
Si passa di nuovo una mano sugli occhi, poi il suo sguardo cade sulle consol sparse sotto il televisore, le fissa per un attimo, poi torna a guardarmi con un sorriso.
-    Che ne dici di una partita? Almeno ti distrai-.
-    Non sono pratica-.
-    Meglio per me!-
Senza rendermene conto cado nella sua trappola e afferro una consol con un sorriso competitivo, inducendolo a prenderne la sua compagna.
-    Vuoi la guerra Armin?-
-    Oh, io la vinco la guerra di solito-
-    Vedremo-
Con un gesto teatrale preme un pulsante, il tutto senza staccare gli occhi dai miei, una scintilla di competizione tra noi. Il gioco si apre con squilli di tromba. Armin mi spiega dettagliatamente ogni pulsante della consol, mi da perfino dritte sui personaggi, ma quando inizia la vera battaglia non ho scampo: vengo fatta fuori addirittura dai personaggi controllati dalla TV. E così chiedo la rivincita. E ancora. Ogni volta. Armin porta uno spuntino, poi del caffè. I nostri occhi sono incollati allo schermo e le ore passano inesorabilmente. Quando il sole filtra dalle finestre, finalmente ottengo la mia prima vittoria.
Non riesco a trattenere un urlo vittorioso, alzando braccia e consol al cielo, per poi lasciarmi ricadere sulla schiena ridendo, gli occhi che bruciano come non mai.
-    Non ci credo! Hai barato! Ti sei nascosta tutto il tempo e hai fatto fare il lavoro sporco agli altri!- Si lamenta Armin, lasciando andare la consol stizzito.
-    E allora? Ho vinto, e questo conta! Ad ognuno il suo metodo no?-
-    Sì ma non sei stata leale. Hai fatto morire i tuoi compagni di squadra-.
-    In guerra non ci sono regole, Armin-
Gli tiro un calcio in schiena.
-    E comunque ho vinto-.
Mi metto a sedere e prendo a pizzicarlo, ripetendo che ho vinto, innervosendolo sempre di più.
-    E va bene! Hai vinto!- Esclama alla fine irritato, afferrandomi di colpo il polso e finendo a pochi centimetri dal mio viso. Certo, so di non essere una bellezza ora come ora, e nemmeno Armin brilla di fascino con gli occhi arrossati dalla stanchezza e dalle ore passate davanti al televisore, però il mio cuore si ferma di botto e smetto di respirare, restando totalmente ipnotizzata dalle sue iridi. L’aria sembra fermarsi con noi, poi lui mi lascia andare improvvisamente e si allontana, arrossendo come un pomodoro.
-    Ecco, è colpa tua! Non dovevi punzecchiarmi così!-
-    Colpa mia? Ma se sei tu che ti sei girato all’improvviso!-
Ci diamo la schiena imbarazzati, incapaci di ignorare l’accaduto. Un secondo: se non riesco a passarci sopra, vuol dire che sento qualcosa per lui? Per Armin?! Non lo conosco che da qualche giorno!
Giro appena la testa per vedere la sua capigliatura nera come il carbone.
Evidentemente non sa come comportarsi nemmeno lui.
-    Forse… Forse dovrei tornare a casa. E riposare un attimo. Anche tu dovresti-
Borbotto, alzandomi di scatto.
-    Sì, buona idea-
Si alza goffamente e mi segue all’entrata, evitando il mio sguardo.
-    Beh, grazie della compagnia. E della giocata-
-    Di nulla-
Mi giro e prendo ad incamminarmi, quando lui mi richiama.
-    Azzurra!-
Mi giro sorpresa e lo vedo grattarsi una guancia nervosamente.
-    Io… Sono piuttosto sicuro di non conoscerti. E nemmeno Alexy-
La sua affermazione mi colpisce con la stessa forza di un pugno nello stomaco. Resto a fissarlo sentendo la paura aprirmi gli occhi e deformarmi il viso.
-    Beh, non ne sono sicuro- Cerca di sdrammatizzare goffamente lui.
Resta ancora un attimo sulla porta, indeciso sul da farsi, poi mi saluta e richiude la porta.
Io non riesco a muovermi. Le gambe prendono a tremarmi incontrollabilmente.
Possibile che… I gemelli non esistano?

ROMBO CARAM. MACCH.

Ehilà! Primo punto: se ci sono orrori ortografici vi prego di segnalarmeli subito! Sono un po' stanca e non ho riletto attentamente il testo( chiedo venia). Secondo punto: dopo il capitolo Lysandresco ho cominciato a fare delle one shot con le mie domande esistenziali sul gioco( no comment) e ho cominciato a farmele anche su questa fan fiction. Tipo: Azzurra vivrà o no? Si metterà con qualcuno o resterà single? Cosa devo fare per il prossimo capitolo?XD
Adios e buona notte!
   
 
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