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Autore: Eli_99    15/03/2015    5 recensioni
//STORIA IN VIA DI REVISIONE//
Isabel sa farsi odiare fino alla morte ma anche farsi amare al primo sguardo. Perchè in fondo era questa la particolarità di Isabel o l’amavi incondizionatamente o la odiavi con tutto te stesso.
Questo i ragazzi del Dolce Amoris l’avrebbero scoperto tra poco.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Rosalya, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Sorri I'm not perfect'
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OK POSSO ANDARE A NASCONDERMI IN UN ANGOLINO MENTRE VOI MI TIRATE SASSATE. NON SO CON QUALE CORAGGIO PUBBLICO QUESTO CAPITOLO DOPO QUASI QUATTRO MESI D’ASSENZA.
L’UNICA COSA CHE POSSO DIRE È CHE SONO UNA PESSIMA AUTRICE E CHE MI DISPIACE UN CASINO.
QUANDO HO INZIATO QUESTA STORIA MI ERO RIPROMESSA CHE L’AVREI PORTATA A TERMINE E COSÌ HO INTENZIONE DI FARE SPERO CHE QUALCUNO SIA ANCORA INTERESSATO A QUESTA FANFICTION E ALLA SUA STUPIDISSIMA AUTRICE.
VI PREGO DI LEGGERE LO SPAZIONI IN FONDO E CHE DIRE SE NON
BUONA LETTURA.

RABBIA E INCOMPRENSIONI

Il mattino dopo mi alzai con non poca fatica dal letto, il fianco mi doleva ancora per la botta e il tatuaggio fatto ieri; per prima cosa mi diedi un’occhiata allo specchio per rifare la fasciatura, buttai quella vecchia nel cestino e stando attenta inizia a spalmare l’unguento che mi aveva dato Castiel solo pensare a quel nome crebbe in me un moto di fastidio, così diedi uno strattone alla fasciatura andando in bagno.
Visto che mancavano solo dieci minuti iniziai a vestirmi, misi una maglia con maniche a tre quarti a righe bianche e nere con un jeans strappato sul ginocchio nero, hai piedi un paio di anfibi e senza fare colazioni presi la borsa pronta a correre verso scuola; con mia grande sorpresa fuori dalla porta c’era Castiel con la sua moto rossa.
«Non fare storie e sali, ieri ti ho detto che non devi fare sforzi quindi vieni che andiamo» nonostante quello che gli avevo detto ieri, era venuto a prendermi e anche se ero ancora arrabbiata con lui accettai di buon grado il passaggio.
«Va bene ma solo per questa volta, perché son in ritardo» volevo ben sottolineare che quella sarebbe stata l’unica eccezione.
Salì sulla moto e dopo neanche cinque minuti eravamo nel cortile della scuola, Castiel parcheggiò la moto intanto io dopo avergli ridato il casco stavo andando alla lezione di matematca ma ancora prima di poter fare un passo la mano di Castiel prese la mia e insieme entrammo al liceo; nonostante i miei tentativi di divincolarmi la stretta del ragazzo davanti a me era troppo forte. Entrati nel liceo, sentì gli occhi di tutti puntati su di noi e una voce che mi chiamava dal fondo del corridoio.
«Isabell, Isabell aspetta, fermati!!» riconobbi la voce di Nathaniel mi chiamava dal fondo del corridoio, Castiel non aveva intenzione di fermarsi così puntai i piedi fin quando il ragazzo biondo non ci raggiunse.
«Isabell ti prego dimmi che non è vero, tu non puoi essere entrata in quel club!» aveva un tono di voce grave e preoccupata; mentre parlava continuava a fissarmi negli occhi.
«Nath se ti dicessi di no mentirei, ma anche se sono entrata nel “club” come lo chiami tu non vuol dire che non possiamo continuare a vederci» non volevo perdere Nathaniel era uno dei primi ragazzi che mi aveva accolta al Dolce Amoris.
«Sai cosa ti dico Isabell Edward, io ti avevo avvertito ma tu hai voluto fare di testa tua, pensavo fossi una persona migliore invece sei come tutte le altre ragazze di quello stupido club, e visto che adesso stai con quelli “giusti” non cercarmi perché io non voglio avere a che fare con quelle come te» mentre parlava mi guardava con disprezzo e ogni parola era detta con rabbia, devo dire che mi ferì ma prima che potessi rispondere vidi la mano di Castiel che prima era intrecciata alla mia, colpire il volto di Nathaniel.
«Non provare mai più a parlare in questo modo a Isabell, è meglio se gli giri alla larga o questo sarà solo l’inizio di quello che ho intenzione di farti» il ragazzo steso a terra non ebbe modo di replicare perché Castiel mi prese e mi trascinò in classe.
Stemmo in silenzio per il breve tragitto che ci separava dall’aula, quando arrivammo in classe il professore stava già spiegando; non provò neanche a rimproverarci visto gli innumerevoli ritardi di Cass, così ci andammo a sedere ai nostri banchi. La lezione di matematica sembrava non passare mai, anche perché per me la matematica era come arabo.
Dopo aver provato una decina di volte a fare lo stesso esercizio buttai dentro lanciando penna e quaderno sul banco, non so quanto tempo passò (a me è sembrato un’eternità) ma il professore iniziò a girare tra i banchi per controllare gli esercizi svolti, ero già pronta a beccarmi l’ennesima sgridata quando Castiel con un gesto veloce prese il mio quaderno ricopiando gli esercizi svolti da lui. Non ebbi il tempo di dirgli qualsiasi cosa che il professore arrivò ai nostri banchi.
«Molto bene signor Castiel, visto che è così portato in questa materia aiuterà la signorina Edward così non ci sarà più bisogno di ricopiare gli esercizi due volte» alle parole del professore sbiancai iniziando a urlargli contro.
«Ahahahah se lei pensa che io mi faccia aiutare da questo pomodoro a proprio sbagliato strada e poi non ho nessun problema in matematica e anche se fosse risolverei per conto mio non ho bisogno ne del suo aiuto ne quello del ragazzo qui di fianco a me, sono stata abbastanza chiara!» probabilmente nessuna delle persone presenti in classe si sarebbe aspettata una reazione così impulsiva da parte mia, infatti avevano tutti dipinto in volto facce sconvolte; il primo a riprendersi fu il professore che dire che mi guardava male era poco.
«Forse signorina lei non ha capito chi comanda qui, se dico che si farà aiutare dal suo compagno di banco lei si farà aiutare da lui e non voglio più sentire una parola da parte sua se no la mando direttamente dalla preside, sono stato abbastanza chiaro!» adesso si stava anche prendendo gioco di me, non avevo più voglia di ascoltare nessuno così presi su cellulare, cuffiette e sigarette usci dalla classe per andare in giardino a rilassarmi.
Rimasi seduta sul muretto in cortile ad ascoltare musica e fumare fino quando una chioma rossa ostruì la mia visuale.
«Ma che cazzo ti è preso in classe, se non lo hai ancora capito sono io quello scontroso e ribelle del gruppo, e poi sono venuto per dirti che da adesso fino alla fine dell’anno almeno due volte a settimana ci troviamo a casa tua per fare matematica ranocchia» se pensa che sarebbe stato così facile si era sbagliato alla grande; mi tolsi le cuffie e facendo finta di non aver ascoltato gli risposi per le rime.
«Senti pomodoro troppo cresciuto, non ho voglia di perdere il mio tempo con un imbecille come te, quindi non ho bisogno del tuo aiuto le tue ripetizioni te le puoi anche tenere e poi adesso devo andare a trovare quel gruppo di deficienti che hai come amici per dargli la lavata di capo che si meritano».
Senza sentire la sua risposta mi alzai dal muretto e mi avviai alle scale antiincendio dietro la scuola dove di solito si riuniva il gruppo, sentivo i passi di Castiel dietro di me ma ero troppo arrabbiata per aspettarlo o anche solo parlargli ancora. Arrivai a destinazione e li trovai intenti in una discussione abbastanza importante ma non ci badai più di tanto, mi posizionai in mezzo a loro e inizia la mia lunga ramanzina.
«Ma eccovi qua grandissimi pezzi di deficienti, ma con chi cazzo credevate di aver a che fare, con un’ochetta da quattro soldi come Ambra bene perché se credevate questo avete sbagliato tutto. io non sono un oggetto da usare quando volete, potevate anche evitare di fare tutta quella sceneggiata da finti amici quali siete per poi farmi sentire come una cretina trattandomi come tutte quelle stupide bamboline che pur di entrare nel vostro club venderebbero anche le loro madri!!!» mi rendevo conto di sembrare una pazza isterica ma ero veramente arrabbiata «Rosalya da te non me lo sarei mai aspettata ma devi dire che sei veramente un’ottima attrice veramente molto brava – inizia a battere le mani per complimentarmi con lei – e che dire di voi magnifici tanto quanto lei, sapete mi prenderanno per il culo per i prossimi sei mesi grazie alle vostre fottutissime prove, ma se fosse solo per questo certo mi sarei incazzata come una bestia ma dopo qualche giorno mi sarebbe passata ma no voi avete dovuto buttare altra carne al fuoco, non è vero Violet ?!? Dimmi se mi sbaglio ma questo “bellissimo” tatuaggio chi l’ha pensato? Ma davvero credi che sia un’trofeo a cui mettere la targa di appartenenza sapete forse Nathaniel aveva ragione, proprio questa mattina l’ho incontrato e per colpa vostra non mi vuole più vedere e ancora una volta mi ha ricordato con che razza di persone ho voluto instaurare un rapporto. Ma vi dico una cosa da qui alla fine dei miei giorni anche se faccio parte di questo stupidissimo club statemi lontani perché io non voglio avere niente a che fare con persone così egoiste e superficiali a cui non importa niente degli altri come voi, avete capito bene? E un ultima cosa Castiel anche se ho tatuato sul mio fianco la tua iniziale tu per me non sei niente vali meno di zero e non provare mai più ad avvicinarti a me!!!».
Così come ero arrivata me ne andai lasciando Violet e Rosalya in lacrime i ragazzi con una faccia sconvolta e mortificata allo stesso tempo ma soprattutto Castiel con i pugni stretti lungo i fianchi e un’espressione indecifrabile in volto; per il resto della giornata non vidi nessuno di loro e anche se faticosa mente tornai a casa sfinita e visto che la rabbia ormai era svanita aveva lasciato il posto a una grande tristezza e delusione causata dal loro comportamento.
Per non pensare all’enorme delusione appena ricevuta ritirai fuori il mio vecchio quadernetto viola ritrovato solo qualche giorno prima, iniziai ancora una volta a sfogliarlo ripercorrendo gli anni passati al college americano con quella che ormai potevo considerare la mia –ex famiglia, alcune lacrime iniziarono a solcarmi le guance e presto il mio corpo iniziò a essere scosso da profondi singhiozzi così seduta sul pavimento con le braccia a circondarmi il corpo inizia un pianto sconsolato finche per tutta la casa si diffuse il suono del campanello.

Ho visto che nello scorso capitolo l’idea di farvi decidere alcuni particolari dei personaggi vi è piaciuta vi chiedo ancora una cosa:

1. CHI SARÀ ALLA PORTA SECONDO VOI E COSA VUOLE DA ISABELL?
2. I FANTASMI TORNERANNO A INFESTARE IL PRESENTE ANCORA UN VOLTA O LA NOSTRA PROTAGONISTA POTRÀ VIVERE UNA VITA “SERENA”?
3. COME PRENDERANNO I RAGAZZI LO SFOGO DI ISABELL?

Spero ci sia ancora qualcuno disposto a recensire questa storia bacioni e ancora mille scuse
Eli_99

 

 
  
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