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Autore: ilaria8    15/03/2015    2 recensioni
[The Blacklist]
Tutto intorno sembrava fermo, immobile, quasi calmo mentre un unico suono…un unico rumore… quasi un boato distrusse quella quiete apparente. LIZZIE/RED
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
 
Passarono quasi tre settimane prima che i medici mi dimisero dall’ospedale.
Mi ero ripresa completamente grazie anche alla pazienza delle infermiere che mi avevano seguito passo passo permettendo alla ferita di rimarginarsi al meglio.
Purtroppo però, per tornare in servizio, dovevo aspettare un’altra settimana e presentarmi ad almeno cinque sedute con uno psicologo…non vedevo l’ora!
Quelle tre settimane in ospedale erano state veramente infinite; dopo la discussione con Red lui non si era più presentato neanche per una volta a farmi visita.
A volte arrivava Dembe con un immenso vaso pieno di fiori profumati e di mille colori, ma Red non c’era mai. Sentivo la sua lontananza e soffrivo perché non sapevo cosa fare.
Aram e Ressler mi tenevano aggiornata sugli sviluppi della blacklist e cercavano di tirarmi su il morale fino a che non sarei uscita da quel posto; ma i miei pensieri erano concentrati giorno e notte su una sola persona.
Mi ero ripromessa che non appena mi avrebbero dimesso sarei andata a chiedergli scusa per come lo avevo trattato; non era mia intenzione essere così impertinente quel giorno…sentivo che quando ero al suo fianco non ero più in grado di ragionare con chiarezza.
Mi faceva uno strano effetto…più o meno lo stesso effetto che avrebbe fatto a qualsiasi altra donna penso.
Era  così misterioso...affascinante…sexy e accattivante che anche senza guardarlo sentivi l’effetto della sua sola vicinanza a te.
Lui questo lo sapeva! Sapeva di avere un certo controllo su di me, eppure non si era mai spinto oltre qualche lieve carezza o abbraccio verso di me.
Fu proprio nell’istante in cui bussai alla sua porta che mi ritrovai a pensare, che in realtà, non avevo le parole per spiegare la mia visita.
Stavo per fare dietro-front quando la porta si aprì.
-Buongiorno agente Keen! Vedo che stà meglio!- esclamò Dembe sorpreso alla mia vista.
-Ciao Dembe! È un piacere vederti! Sono qui per parlare con Reddington. È di sopra?- feci per entrare ma Dembe mi si parò davanti per non farmi passare.
-Raymond è impegnato al momento. Non credo che questa sua visita improvvisa sia una buona cosa!- parlò piano quasi come non volesse farsi sentire da qualcuno.
-Dembe ti prego! È importante!- non mi andava di supplicare ma avevo proprio bisogno di parlargli…anche solo di vederlo! Lo spinsi leggermente da un lato per far si che riuscissi a intrufolarmi, quando mi sentì afferrare al braccio e tirarmi indietro.
Mi ritrovai la faccia di Dembe a due centimetri dalla mia. -Agente Keen devo insistere…mi creda…è meglio se passa un altro giorno!-.
Non riuscivo a capire cosa stava succedendo, quando ad un tratto una strana risata proveniente dal piano di sopra mi trafisse quasi come la pallottola che mi aveva ferito qualche settimana prima.
-DEMBE…CHI è ALLA PORTA?- la riconobbi subito…senza neanche aver bisogno di alzare lo sguardo…la voce di Madeline Pratt.
La vidi sporgersi in cima alle scale e quando incrociò il mio sguardo sorrise quasi divertita.
Non so se il colore del mio viso era rimasto lo stesso, se avevo ancora l’aspetto di una donna tranquilla per niente intimidita o sorpresa da quello che stava succedendo…so solo però che nella mia testa qualcosa partì…avevo lo stomaco che mi ribolliva dalla rabbia…gli occhi annebbiati dal nervoso…poteva essere una sola cosa…gelosia!
Era praticamente nuda; coperta solo da un asciugamano che lasciava intravedere gran parte del suo corpo. Quella donna era senza vergogna.
-Ciao Lizzie! Non sapevo che Ray avesse invitato anche te alla festa!- esclamò sorridendo. –Hey Raymond potevi dirmelo. Avevamo detto niente più segreti fra noi!- urlò verso la camera da letto.
-Perché chi c’è? Chi è arrivato? Dembe ti avevo detto di non far entr…!- lo vidi uscire da dietro l’angolo con indosso un paio di boxer e una camicia abbottonata solo per metà. Aveva un’aria sorpresa, come a chiedersi che diavolo ci facevo a casa sua in quel momento.- Lizzie!- era a corto di parole, ma a quanto pare il mio nome se lo ricordava ancora.
E pensare che ero venuta solo per chiarire le cose tra di noi…volevo scusarmi per averlo trattato in malo modo; ma come potevo vedere era impegnato a fare altro per questo non è venuto più a farmi visita in ospedale…non perché era arrabbiato…bensì perché non aveva tempo…doveva giocare con la barbie girl che era Madeline Pratt.
-Scusa Dembe per aver insistito poco fà…dovevo capire prima il tuo avvertimento! A presto!- provavo tenerezza per quell’uomo così devoto e fedele ad una persona che non si meritava neanche l’un per cento dell’impegno che Dembe ci metteva nel proteggere Reddington.
Mi guardò dritto negli occhi quasi come a scusarsi per una cosa che non aveva neanche fatto lui.
Mi voltai e raggiunsi la macchina…misi in moto e mi diressi a tutta velocità verso la mia stanza del motel…avevo bisogno di un bicchiere di vino…anzi una bottiglia!
  
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