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Autore: yukikofairy    16/03/2015    2 recensioni
E se, invece di una sola persona, un gruppo di amici si ritrovasse improvvisamente nella terra di mezzo?!
E se avessero solo qualche fugace ricordo dei libri e dei film sul mondo in cui sono capitati?!
Dalla storia:
Il vecchio con un bastone è a pochi passi da noi e ci scruta, serio. Nello sfondo tredici nani, vestiti come a carnevale e armati fino ai denti, ci stanno fissando in un modo che non mi piace. Non mi piace affatto.
[...]
Mentre aspetto che dica qualcosa lo osservo di sott’occhio. Mi ricorda incredibilmente uno di quei dipinti classici, antichi dove sono ritratte persone belle da far male, ma vuote.
«Chi sei?» chiedo, cercando di mantenere la mente un po' lucida.
Lui sorride senza nessun segno di allegria, avvicinandosi con passi di una lentezza esasperante verso di me.
«Sono certo che ti allieterà sapere che stai parlando con il re, umana»

STORIA MOMENTANEAMENTE INTERROTTA.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bard, Fili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non l’abbandoneremo. Avete la mia parola.

 


POV Alaska:
 

«Come sono le sue condizioni?» una voce fredda e sconosciuta mi giunge chiara, sebbene sembri distante anni luce. 

«Leggermente migliori, Hîr nin [mio signore]. La ferita alla gamba sta guarendo, ma la testa deve ancora recuperare» altra voce, decisamente più calda e mite rispetto alla prima. 

I miei pensieri sono tutti molto confusi, senza contare il dolore che mi percuote tutto il corpo, ma cerco comunque di capire dove sono e cosa è accaduto. 

«Mae [Bene] Handir... informami subito se ci sono delle novità. Gevedich im nan Mereth-en-Gilith [Mi troverai alla festa delle stelle] » 

Apro piano un occhio proprio mentre qualcuno esce dalla stanza. Intravedo, prima che sparisca dietro una porta, una chioma talmente bionda da sembrare quasi bianca.

Probabilmente è il capo dei tipi che ci hanno circondato. Anche perché solo lui ha quel colore dei capelli. 

Questo pensiero mi fa tornare alla mente quello che è successo prima di svenire. 

I ragni, gli elfi arroganti, la caduta dall’albero, Thorin che mi salva la vita.

Devo trovare gli altri. Subito.

Mi tiro su di scatto.

Scelta decisamente sbagliata perché una fitta improvvisa mi attraversa la testa, facendomi emettere un gemito.

«Daro [Ferma]» l’elfo rimasto dentro la stanza mi osserva, avvicinandosi leggermente. «State ferma» Si affretta a chiarire, di fronte al mio sguardo interrogativo alla sua parola senza senso. 

Ignoro il suo ordine, alzandomi dal letto. O almeno ci provo, visto che la gamba sinistra fa talmente male da non riuscire ad appoggiarla. 

«Attenta» mi afferra al volo prima che io possa cadere, facendomi sdraiare nuovamente. Il suo tocco è gentile, ma deciso.

Lo lascio fare, anche perché il dolore è troppo forte per oppormi. 

«Chi sei? Dove sono i miei amici?» 

Il tipo dai lunghi capelli castani si allontana di qualche passo dal letto, dopo essersi accertato che io non tenti nuovamente di alzarmi.

«Il mio nome è Handir» porta le mani dietro la schiena in un movimento aggraziato «I vostri compagni di viaggio stanno bene e sono anche loro qui» 

Cerco di seguire il suo discorso, anche se mi risulta difficile visto il continuo pulsare della testa

«E qui sarebbe?» chiedo, sentendomi però sollevata dalla notizia che Lily, Esme e Dav stiano bene. 

«Siete nel reame boscoso, regno di sire Thranduil»

Il regno degli elfi eh. Durante l’attacco dei ragni sono stati tutti così belli, aggraziati e al tempo stesso incredibilmente mortali. Anche se c’è da dire a loro sfavore che restano comunque decisamente stronzi. In particolare modo il loro capo.

«Voglio vedere..» 

Handir porta le mani avanti, interrompendomi 

«No, dovete solo riposare per adesso. Siete ancora debole» 

Si avvia verso la porta da cui è uscito prima il biondo «Devo allontanarmi per qualche minuto. Al mio ritorno vi porterò qualcosa da mangiare. Intanto riposate» 

Esce senza che riesca a replicare. 

Sbuffo, dando una veloce occhiata alla stanza. 

L'arredamento è semplice, ma elegante. 

Oltre all’enorme letto solo un piccolo comodino e un armadio, entrambi di legno scuro, riempiono l'ambiente. Non ci sono finestre, il che mi da un lieve senso di claustrofobia. 

Resto qualche minuto immobile, immersa nei miei pensieri. Mi volto verso l’entrata, quando sento la porta aprirsi di nuovo. L’unica cosa che vedo però è solo un pezzo di corridoio prima che si richiuda delicatamente.

«Ehi» sussulto, impaurita. In stanza non c’è nessuno, eppure potrei giurare di aver sentito una voce.

«C’è qualcuno?» chiedo, cercando con lo sguardo qualche oggetto che possa tornarmi utile per difendermi. 

«Alaska sono io» Bilbo compare improvvisamente a qualche passo dal letto. Un piccolo urlo mi sfugge alla vista del piccolo hobbit, mentre raddrizzo di colpo la schiena. La testa sembra esplodermi, ma in questo momento sono troppo felice di vederlo sano e salvo per preoccuparmene.

«Bilbo!» esclamo, mentre sento gli occhi inumidirsi per il sollievo di vedere una faccia amica. 

«Come stai? Ti fa tanto male?» Chiede, indicando la mia testa con un cenno del capo. Di riflesso porto la mano destra a toccarmi la fronte. Il contatto però non è con la mia pelle, bensì con qualcosa di leggermente ruvido. Probabilmente dopo avermi medicato hanno deciso di fasciarmi la fronte e parte della testa. I capelli non stretti nella benda mi cadono sciolti lungo la schiena.

«Abbastanza» commento stanca, mentre mi sforzo di sorridere «Che ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi? E gli altri come stanno?» 

«Le spiegazioni le rimandiamo a dopo, adesso dobbiamo andarcene. Ce la fai a camminare?» mi interrompe mentre si avvicina al letto, prendendomi delicatamente la mia mano sinistra fra le sue. 

La tentazione di buttargli le braccia al collo è tanta, ma so che il dolore sarebbe troppo forte. Così mi limito ad annuire, mentre faccio scivolare le gambe sotto le lenzuola, portandole piano verso il bordo. 

Solo adesso noto che non indosso più la camicia con i pantaloni, ma solo una leggera veste color panna lunga fino alle ginocchia. Involontariamente, e non senza una punta di imbarazzo, non posso fare a meno di chiedermi chi mi ha cambiato i vestiti.

«Bilbo, per favore, apriresti l’armadio per vedere se ci sono un paio di scarpe?» chiedo indicando l’enorme mobile. Senza rispondere il piccolo Hobbit apre le ante, rivelando all’interno i miei vecchi abiti puliti e piegati. In un angolo ci sono anche gli stivali neri, ormai un po’ rovinati. 

«Passami gli stivali» lui esegue, portandomeli ai piedi del letto. Stringendo i denti dal dolore, riesco ad indossarli.

«Non vuoi anche i vestiti?» mi chiede Bilbo, leggermente perplesso.

«No, ci metterei troppo tempo e noi dobbiamo andarcene prima che torni l’elfo» rispondo mentre mi alzo piano, cercando di ignorare il dolore pressante alla testa e quello comunque forte alla gamba. 

Zoppico, sorretta dal mio amico, lentamente verso l’uscita. Il cuore mi batte forte, un po’ per lo sforzo un po’ per la paura che Handir torni. Dopo un tempo che mi pare infinito riesco finalmente a raggiunge la porta finemente ricamata.

Abbasso la piccola maniglia, tirandola verso di me. Non faccio in tempo a mettere nemmeno un piede fuori, perché mi ritrovo davanti un muro fatto da quella che deduco essere seta di color argento. 

Alzo lo sguardo, incontrando un paio di occhi color ghiaccio.

«Dove credevi di andare, umana?» 

 

 

POV David:

 

Sono sdraiato sul pavimento, la schiena ormai totalmente a pezzi. Non che mi importi più di tanto.

Fisso immobile il soffitto da ore mentre Esme cammina avanti e indietro, come un animale in gabbia. 

Thorin è stato convocato da Thranduil giorni fa, ma l'ha praticamente mandato a cagare, giustamente aggiungerei, e quindi stiamo marcendo qui da non so quanto tempo. 

E non abbiamo nemmeno notizie sulla salute della mia Ska. Sappiamo solo che è viva, chiusa chissà dove. 

Tutto ciò è psicologicamente distruttivo. 

«Maledizione fateci uscire!» urla all'improvviso Esmeralda lanciandosi contro le grate della cella. 

Nessuno ovviamente l'ascolta. 

Anche perché c'è qualche festa degli elfi stasera e quindi le guardie non ci sono. 

Sospira esasperata, per poi sdraiarsi accanto a me. L'abbraccio, mentre lei appoggia la testa sulla mia spalla. 

Restiamo in silenzio per qualche minuto, dandoci conforto grazie alla presenza dell'altro. 

«Voglio tornare nel nostro mondo» sussurra, la voce stranamente tremolante. Non ne sono convinto, ma credo che stia piangendo. 

Conoscendola di sicuro vuole che non me ne accorga. Quindi faccio finta di niente, anche se di riflesso la stringo un po' di più a me.

«Vedrai che ci torneremo presto» o almeno lo spero. Restiamo così per un po', fino a quando la voce di Thorin ci fa sobbalzare «Bilbo!»

Sia io che Esme balziamo in piedi, ignorando i dolori dovuto al prolungato contatto con il pavimento, fiondandoci verso la grata.

 

 

POV Alaska:

 

Imprigionata qui dentro. 

Dagli elfi. 

Ridicolo. 

E pensare che io ho sempre dato per scontato che fossero creature sagge e gentili.

Si certo. 

Dopo aver aperto la porta Handir, che era subito dietro all'elfo biondo, mi ha immediatamente costretta a rimettermi a letto. 

La cosa che mi lascia perplessa è il fatto che Bilbo sia sparito all’improvviso, senza essere visto. Non so come abbia fatto, so solo che una strana parola mi risuona nella testa: l’unico.

«Ego [Vai], Handir» l'elfo gentile fa un lieve inchino, uscendo subito dalla stanza ad un cenno secco della mano del tipo. 

Adesso quindi sono sola con questo tizio che, visto il portamento e l'aspetto, riesce a mettermi estremamente a disagio. Il mal di testa poi sta peggiorando, rendendomi tutta la situazione un po' confusa. 

Mentre aspetto che dica qualcosa lo osservo di sott’occhio. Lisci e lunghi capelli incorniciano un volto bellissimo, ma allo stesso tempo senza emozione. Intorno alla testa ha una corona di foglie e bacche. L’altezza, il portamento, la corona, la stupenda veste color argento… tutto in lui incute timore e regalità. 

Mi ricorda incredibilmente uno di quei dipinti classici, antichi dove sono ritratte persone belle da far male, ma vuote.

«Chi sei?» chiedo, cercando di mantenere la mente almeno un po' lucida. 

Lui sorride senza nessun segno di allegria, avvicinandosi con passi di una lentezza esasperante verso di me. Si ferma ad un metro dal letto, gli occhi color ghiaccio puntati sul mio viso. 

«Sono certo che ti allieterà sapere che stai parlando con il re, umana» 

Stringo le labbra, sorpresa e infastidita al tempo stesso. Era abbastanza chiaro chi fosse, vista la corona, ma sono comunque molto sorpresa dal fatto di trovarmi davanti al re in persona. 

Infastidita invece da questo suo rimarcare la mia appartenenza agli uomini. Ho capito che io sono una misera mortale, mentre loro sono gli elfi fighi con la vita eterna. Non c’è bisogno di ricordarlo ogni momento.

«Dove sono i miei amici?» domando, mentre la testa sembra esplodermi da un momento all'altro. 

«Facciamo un’accordo. Ti dirò dove sono i nani e gli altri umani se tu mi dirai perché stavate passando dalle mie terre e qual'è la vostra missione»

Stringo gli occhi, sentendomi sprofondare nel buio più totale. Riesco solo a sussurrare un «no» prima di svenire.

————————————

 

«En Hîr nín [Guarda mio signore] E’ solo una giovane umana»

«Dina. Tíron mellon en negyth [Fa silenzio. Io vedo un’amica dei nani] » 

«Eglerio hîr nín. Lasto… [Ti prego mio signore. Ascolta…] »

«Farn, Handir [Basta Handir] »

Seguono secondi di silenzio. Qualcuno si muove, avvicinandosi al letto con passi leggeri. Cerco di non variare il respiro, per fingermi ancora addormentata. 

«Aníron henio amman hýn berthanner athro Eryn Galen [Voglio capire perché loro hanno osato attraversare Bosco Atro] »

La voce piatta e fredda del re è più vicina di quanto mi aspettassi. Ci vuole tutto il mio autocontrollo per non aprire gli occhi.

Non sto capendo una singola parola della loro conversazione, ma non voglio che sappiano che sono sveglia. 

«Sire» un rumore improvviso ed una voce a me sconosciuta mi fa capire che è appena entrato qualcuno «i nani e gli umani sono scappati» 

Al sentire la notizia apro di scatto gli occhi.

«Ho tiro [Sorvegliala] » dopo quest’ultima strana frase rivolta a Handir, il re se ne va insieme all’elfo a me sconosciuto. 

Non posso crederci. Non riesco a crederci. 

«State bene?» alzo la testa quel tanto che basta per vedere Handir guardarmi preoccupato, mentre si siede incerto in un angolo del letto. 

«Mi spiace» avvicina la mano al mio viso, accarezzandolo piano. Il suo palmo è umido. Solo adesso mi rendo conto che sto piangendo.

Non può essere vero. Non possono avermi abbandonato qui.

Balin, Bilbo, Thorin, Esmeralda, Lilian, David… no, non ce la faccio.

«Mi spiace» ripete Handir, alzandosi. Dopo avermi rivolto un’occhiata, all’apparenza sinceramente dispiaciuta, esce dalla stanza lasciandomi sola.

Porto la testa sotto le coperte, raggomitolandomi il più possibile. Inizio a singhiozzare, ignorando l’insopportabile mal di testa.


 

POV Esmeralda: 

 

«Da questa parte» fa strada lo hobbit, tra barili e bottiglie di vino. Dobbiamo fare pianissimo, perché altrimenti rischiamo di svegliare le guardie ubriache. Alla faccia degli elfi eleganti e saggi. 

«Non ci credo siamo nelle cantine» esclama concitato Kili, seppur mantenendo la voce bassa. 

«Dovevi portarci fuori non ancora più all’interno» prosegue Bofur, un passo avanti a me. 

«So quello che faccio. Entrate.. tutti nei barili, presto» risponde a tono Bilbo, indicandoci dei barili vuoti uno sopra l’altro. Alzo un sopracciglio, scettica. 

«Sei impazzito ci troveranno» Dwalin da voce ai miei pensieri

«No non è così ve l’assicuro. Vi prego, vi prego dovete fidarvi di me» commenta lo hobbit, pregando Thorin con lo sguardo. 

«Fate come dice»

Io, Dav e Lily però non ci muoviamo. Stringo le labbra, innervosita. Non vedo Ska da nessuna parte.

«Bilbo» David gli si avvicina, inquieto «Dov’è Alaska?» Il piccolo hobbit non risponde, facendo un passo indietro e guardandosi nervosamente intorno.

Un orrendo pensiero che avevo cercato di scacciare dalla mente, torna prepotentemente a farsi strada. 

«Bilbo» lo incalza il mio amico, mentre sento i muscoli tendersi.

«Sentite mi dispiace di avervi mentito, ma era l’unico modo per convincervi a seguirmi. Alaska sta bene, ma ancora non riesce a camminare ed è costantemente controllata..» 

«Tu, stronzo» scatto in avanti nel tentativo di mettergli le mani al collo, ma vengo prontamente fermata da qualcuno. Mi volto di scatto, trovandomi faccia a faccia con Kili. Cerco di divincolarmi ma, anche se molto più basso di me, la sua presa è incredibilmente forte.

«Noi non andiamo da nessuna parte senza di lei» esclama decisa Lily, anche se è chiaro che è terrorizzata. 

«Lo so che ci tenete a lei, ma ora non potrebbe seguirci. Appena troveremo Gandalf glielo diremo e lui ci aiuterà a farla uscire di qui» si volta verso Thorin, immobile in piedi davanti al barile «Ti prego Thorin, pensa alla missione» sono le ultime parole di Bilbo, seguite da attimi di assoluto silenzio.

«Tutti nei barili, forza» commenta infine, chinando il capo ed entrandoci a sua volta. Sento la rabbia tornarmi a salire, rendendomi conto che tutti i nani hanno obbedito all’ordine di quest’idiota. 

«Non potete abbandonarla» urlo rivolta a Thorin. Non me ne frega se così sveglio gli elfi, anzi. Da una parte spero che ci trovino. Meglio rinchiusi che andarcene senza Ska.

«Non l’abbandoneremo» al sentire la sua frase mi immobilizzo. Per la prima volta da quando l’ho incontrato, provo comprensione per il re sotto la montagna «torneremo a prenderla, avete la mia parola» 

Lo vedo. Riesco a vedere la sofferenza che sta provando al pensiero di lasciarla sola, in questo posto. Ma i doveri di un sovrano verso il proprio popolo vengono prima di tutto.

«Mi dispiace» la voce di Bilbo mi fa voltare di scatto verso di lui, proprio mentre tira una leva. 

Il pavimento sparisce all’improvviso e, con un urlo, precipitiamo.


 

Angolo dell’autrice: Due mesi e un giorno dal mio ultimo aggiornamento. Sono davvero imperdonabile. 

Vi chiedo scusa dal più profondo del cuore, ma è stato un periodo strano. Da ora in poi credo che riuscirò a pubblicare solo una volta a settimana… sicuramente meglio di due mesi xD 

Riguardo la storia: sono stata giorni a cercare le regole grammaticali del Sindarin per comporre qualche frase, ma è stato davvero difficile. Se ho sbagliato qualcosa (probabile), chiedo scusa.

Al prossimo capitolo, 
Un abbraccione e grazie a chi mi continuerà a seguire (ah avete il permesso di offendermi per il clamoroso ritardo!)

  
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