Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil
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Autore: Layla    16/03/2015    3 recensioni
Sofia non è mai stata libera di vivere la vita che avrebbe voluto, così un bel giorno decide di mollare tutto e partire per costruire qualcosa di suo. Assolutamente per caso incontra i Pierce The Veil e la sua vita non sarà mai più la stessa.
Tra amori e amicizie troverà finalmente la sua strada.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Tony Perry, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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16) Do you want me or do you want me dead?

 
Sofia p.o.v.

 
Sono ad un appuntamento e non mi posso lamentare.
Alan è una persona molto carina, è sempre spensierato e mi rende felice, inoltre sto mangiando una magnifica lasagna e per la prima volta – dopo secoli – non sto pensando a quanto peso potrei aver preso.
Questo è un miracolo, lentamente le mie ossessioni se ne stanno andando e, forse, alla fine del tour sarò una ragazza normale con i capelli azzurri.
“Sofia?”
“Sì, Alan?”
“Dov’eri? Ti stavo raccontando una storia.”
“Oh, scusa! Ero persa nei miei pensieri, erano pensieri belli.”
“Dunque, questo significa che ora ti stai divertendo?”
“Sì, grazie, Alan.”
Lui sorride e abbassa gli occhi.
“Prego. A volte sei così silenziosa che penso che ti stia solo infastidendo.”
“No, amico. Sono solo timida, non ti devi preoccupare per questo. Non ce n’è ragione.”
“Ti stai godendo il cibo?”
“Sì, lo sto facendo. Amo questa lasagna.”
Dopo di che ordiniamo della carne e il dolce. È tutto delizioso e Alan paga tutto, questo mi fa arrossire.
“Non arrossire, piccola blu.
Non lo sai che i ragazzi pagano tutto a un appuntamento?”
“Sì, ma…”
“Niente. Dai, andiamo!”
Lo seguo fuori.
“Dove andiamo adesso?”
“Uhm, non lo so. Alla spiaggia?
Non ho mai fatto finta di andare a un appuntamento.”
“Nemmeno io.”
Saltiamo di nuovo in macchina e raggiungiamo la spiaggia, ci togliamo le scarpe e camminiamo sulla sabbia tiepida: è una bella sensazione.
“Amo la spiaggia.”
“Anche io. Quando mi sento giù cerco una spiaggia.”
Rimaniamo in silenzio per un po’.
“E così ami Tony.
Come mai?
Non ti tratta nemmeno bene.”
“Sì, lo amo e non so perché.
Ho solo visto che c’è dell’altro oltre all’odio e alle maniere scortesi in lui. Lui sembra aver paura di mostrarmi il suo lato buono e io sto morendo per poterlo vedere.
A volte sembra così triste e io vorrei solo abbracciarlo per farlo stare meglio. Fa male sapere che non posso e non so perché.”
“È un ragazzo fortunato. Vorrei tanto avere una ragazza come te che mi ami un giorno. In me vedono solo la persona di successo e non gli interessa come io sia veramente, senza soldi o la mia chitarra.”
“Troverai quella giusta, Alan.
Ne sono sicura, te la meriti.
Mi stai aiutando anche se ci conosciamo solo da un giorno.”
Lui sorride e continuiamo a chiacchierare fino alle undici, poi torniamo indietro all’area concerti. Lui mi lascia vicino al mio pullman e mi dà un bacio sulle guance.
“Buonanotte, Sofia.”
“Buonanotte, Alan.”
Entro nel pullman. Tutto è silenzioso, i ragazzi stanno tutto dormendo così vado nella zona della ragazze, mi tolgo il vestito e mi metto il mio pigiama.
Apro la tenda del mio bunk e quasi cado per terra: Tony sta dormendo lì dentro!
Lo guardo attentamente, ci sono dei segni sulle sue guance, come se avesse pianto prima di dormire e non posso fare a meno di chiedermi se abbia pianto per me.
Sembra così pacifico mentre dorme e abbraccia il mio cuscino, accarezzo lentamente una delle sue guance e poi chiudo la tenda.
Vado al suo bunk e ci entro sorridendo, tutto qui sa di lui. Abbraccio il suo cuscino a forma di tartaruga e mi addormento felice.
Domani sarà una merda, ma per adesso non mi interessa.
La mattina dopo mi sveglio perché qualcuno mi sta scuotendo violentemente.
Apro gli occhi e mi scontro con quelli di Tony.
“Che stai facendo nel mio bunk?”
“Tu stavi dormendo nel mio, dove avrei dovuto dormire? Sul divano?”
Una sfumatura di un rosa pallido colora le sue guance.
“Vabbé, esci dal mio bunk.”
Lo faccio.
“Perché stavi dormendo nel mio bunk?”
“Non sono affari tuoi.”
“Sbagliato. È il mio bunk e sono affari miei.”
“Sofia, porco Dio! Vai a dormire in silenzio nel tuo stramaledetto bunk!”
Io sospiro.
“Sì, mio signore.”
Vado a dormire nel mio bunk chiedendomi perché Tony fosse lì e perché – come sempre –  non mi abbia dato né un motivo né una spiegazione.
Non lo capirò mai.
Mi addormento di nuovo e quando mi sveglio è tutto normale: stanno tutti sbadigliando e mugugnando.
Mi metto un paio di pantaloncini neri e una maglia dei Rancid e vado in cucina.
“Vuoi dei cereali?”
Mi chiede Vic e io annuisco.
“Sì, amico. Grazie.”
Inizio a mangiare guardando attentamente Tony. Non è cambiato niente, è come se non avesse mai dormito nel mio bunk.
Sono stanca di questi segnali confusi, gli piaccio?
Non gli piaccio?
Non ho risposte e questo mi fa impazzire, fortunatamente nessuno mi chiede dell’appuntamento con Alan, non ho niente da dire a riguardo.
“Questa notte ci sarà un altro concerto, è meglio che tu vada a controllare la mia roba.”
“Sì, Tony. Lo farò.”
Una volta che ho finito di mangiare i miei cereali raggiungo Maria ed Engel e inizio a controllare la chitarra di Tony.
Una tristezza senza senso mi cade addosso.
Perché non posso amare un ragazzo come Alan?
Perché amo Tony?
Per nessuna ragione, solo per un divertimento dell’amore.

Angolo di Layla

Se nessuno commenterà questo capitolo penso che interrimperò la pubblicazione di questa storia. Non ha senso che io pubblichi se nessuno legge.



   
 
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