16) Do you want me or do you want me dead?
Sofia p.o.v.
Sono ad un appuntamento e non mi posso lamentare.
Alan è una persona molto carina, è sempre
spensierato e
mi rende felice, inoltre sto mangiando una magnifica lasagna e per la
prima
volta – dopo secoli – non sto pensando a quanto
peso potrei aver preso.
Questo è un miracolo, lentamente le mie ossessioni se ne
stanno andando e, forse, alla fine del tour sarò una ragazza
normale con i
capelli azzurri.
“Sofia?”
“Sì, Alan?”
“Dov’eri? Ti stavo raccontando una
storia.”
“Oh, scusa! Ero persa nei miei pensieri, erano pensieri
belli.”
“Dunque, questo significa che ora ti stai
divertendo?”
“Sì, grazie, Alan.”
Lui sorride e abbassa gli occhi.
“Prego. A volte sei così silenziosa che penso che
ti stia
solo infastidendo.”
“No, amico. Sono solo timida, non ti devi preoccupare per
questo. Non ce n’è ragione.”
“Ti stai godendo il cibo?”
“Sì, lo sto facendo. Amo questa lasagna.”
Dopo di che ordiniamo della carne e il dolce. È tutto
delizioso e Alan paga tutto, questo mi fa arrossire.
“Non arrossire, piccola blu.
Non lo sai che i ragazzi pagano tutto a un appuntamento?”
“Sì, ma…”
“Niente. Dai, andiamo!”
Lo seguo fuori.
“Dove andiamo adesso?”
“Uhm, non lo so. Alla spiaggia?
Non ho mai fatto finta di andare a un appuntamento.”
“Nemmeno io.”
Saltiamo di nuovo in macchina e raggiungiamo la spiaggia, ci togliamo
le scarpe
e camminiamo sulla sabbia tiepida: è una bella sensazione.
“Amo la spiaggia.”
“Anche io. Quando mi sento giù cerco una
spiaggia.”
Rimaniamo in silenzio per un po’.
“E così ami Tony.
Come mai?
Non ti tratta nemmeno bene.”
“Sì, lo amo e non so perché.
Ho solo visto che c’è dell’altro oltre
all’odio e alle
maniere scortesi in lui. Lui sembra aver paura di mostrarmi il suo lato
buono e
io sto morendo per poterlo vedere.
A volte sembra così triste e io vorrei solo abbracciarlo
per farlo stare meglio. Fa male sapere che non posso e non so
perché.”
“È un ragazzo fortunato. Vorrei tanto avere una
ragazza come te che mi ami un
giorno. In me vedono solo la persona di successo e non gli interessa
come io
sia veramente, senza soldi o la mia chitarra.”
“Troverai quella giusta, Alan.
Ne sono sicura, te la meriti.
Mi stai aiutando anche se ci conosciamo solo da un
giorno.”
Lui sorride e continuiamo a chiacchierare fino alle
undici, poi torniamo indietro all’area concerti. Lui mi
lascia vicino al mio
pullman e mi dà un bacio sulle guance.
“Buonanotte, Sofia.”
“Buonanotte, Alan.”
Entro nel pullman. Tutto è silenzioso, i ragazzi stanno
tutto dormendo così
vado nella zona della ragazze, mi tolgo il vestito e mi metto il mio
pigiama.
Apro la tenda del mio bunk e quasi cado per terra: Tony
sta dormendo lì dentro!
Lo guardo attentamente, ci sono dei segni sulle sue
guance, come se avesse pianto prima di dormire e non posso fare a meno
di
chiedermi se abbia pianto per me.
Sembra così pacifico mentre dorme e abbraccia il mio
cuscino, accarezzo lentamente una delle sue guance e poi chiudo la
tenda.
Vado al suo bunk e ci entro sorridendo, tutto qui sa di
lui. Abbraccio il suo cuscino a forma di tartaruga e mi addormento
felice.
Domani sarà una merda, ma per adesso non mi interessa.
La mattina dopo mi sveglio perché qualcuno mi sta
scuotendo violentemente.
Apro gli occhi e mi scontro con quelli di Tony.
“Che stai facendo nel mio bunk?”
“Tu stavi dormendo nel mio, dove avrei dovuto dormire?
Sul divano?”
Una sfumatura di un rosa pallido colora le sue guance.
“Vabbé, esci dal mio bunk.”
Lo faccio.
“Perché stavi dormendo nel mio bunk?”
“Non sono affari tuoi.”
“Sbagliato. È il mio bunk e sono affari
miei.”
“Sofia, porco Dio! Vai a dormire in silenzio nel tuo
stramaledetto bunk!”
Io sospiro.
“Sì, mio signore.”
Vado a dormire nel mio bunk chiedendomi perché Tony fosse
lì e perché – come sempre – non mi abbia
dato né un motivo né una spiegazione.
Non lo capirò mai.
Mi addormento di nuovo e quando mi sveglio è tutto
normale: stanno tutti sbadigliando e mugugnando.
Mi metto un paio di pantaloncini neri e una maglia dei
Rancid e vado in cucina.
“Vuoi dei cereali?”
Mi chiede Vic e io annuisco.
“Sì, amico. Grazie.”
Inizio a mangiare guardando attentamente Tony. Non è
cambiato niente, è come se
non avesse mai dormito nel mio bunk.
Sono stanca di questi segnali confusi, gli piaccio?
Non gli piaccio?
Non ho risposte e questo mi fa impazzire, fortunatamente
nessuno mi chiede dell’appuntamento con Alan, non ho niente
da dire a riguardo.
“Questa notte ci sarà un altro concerto,
è meglio che tu
vada a controllare la mia roba.”
“Sì, Tony. Lo farò.”
Una volta che ho finito di mangiare i miei cereali
raggiungo Maria ed Engel e inizio a controllare la chitarra di Tony.
Una tristezza senza senso mi cade addosso.
Perché non posso amare un ragazzo come Alan?
Perché amo Tony?
Per nessuna ragione, solo per un divertimento dell’amore.
Angolo di Layla
Se nessuno commenterà
questo capitolo penso che interrimperò la pubblicazione di
questa storia. Non ha senso che io pubblichi se nessuno legge.