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Autore: Caramel Macchiato    17/03/2015    1 recensioni
“Svegliati”
Il tuo senso dell’umorismo è piuttosto pessimo.
“ Ti sto ordinando di svegliarti”
Come se potessi. Ti manderei al quel paese, ma non so chi sei. Lasciami stare.
“ D’accordo, non mi lasci altra scelta”
Ed ecco che i miei occhi sono aperti, o meglio: nel mio sogno ho gli occhi aperti, e vedo solo bianco davanti a me. Mi giro su me stessa ma il panorama non cambia.
Che posto è questo?
“Questo è il fulcro del mondo dei tuoi sogni”
Chiedo scusa in anticipo per l'html impostato da cani!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi siedo di nuovo sul divanetto, iniziando a mettere assieme i pezzi di ricordi di Kentin con quelli che mi hanno dato gli altri ragazzi. Mi ci vorrebbe un cinema. In effetti, posso averlo.
Mi sto alzando con un sorriso, quando dei colpi pesanti alla porta mi fanno saltare in aria dallo spavento e ricadere sul divano.
-    Ehi, apri Kentin!-
-    Non urlare così tanto-
-    Ma stai un po’ zitto!-
Le voci dei due gemelli mi raggiungono al di là della porta.
-    Abbiamo parlato con Castiel e Lysandre prima, riguardo a un problema che abbiamo con Azzurra! Volevamo sapere cosa ne pensi tu!-
Sulle ultime parole di Armin mi sono infine alzata e ho raggiunto la porta d’entrata, aprendola e ritrovandomi davanti i due gemelli, che ricambiano il mio sguardo sorpresi, quasi spaventati.
-    Perché sei nella casa di Kentin?- Chiede Alexy con fare quasi accusatorio.
-    Hai sentito tutto?- Aggiunge Armin, sgranando gli occhi inquieto.
Li squadro un attimo dalla mia posizione elevata, evitando di soffermarmi troppo su Armin, poi mi faccio da parte e li invito ad entrare. Non appena i due mi passano davanti guardinghi e si fermano in soggiorno, richiudo la porta e li seguo. Al suono della doccia, il viso di Alexy sbianca di colpo, per poi trafiggermi con i suoi occhi violetti pieni di risentimento.
-    Non farti teatrini mentali, Alexy. È appena tornato dalla corsa-. Lo freno subito.
-    Piuttosto: il problema che mi riguarda centra qualcosa con il fatto che non mi ricordate?-
I due gemelli sobbalzano, poi si scambiano un’occhiata eloquente, incerti se mentirmi o raccontarmi la verità.
-    Ci siamo spaventati- Comincia Alexy, prendendo in mano le redini della situazione e lasciandosi cadere su una sedia.
-    Da quando Castiel è qui, tutti sembrano ricordare parti della loro vita in cui tu eri presente, mentre a noi non è successo-.
-    Per di più, quando siamo arrivati, è successo un… Mha, non saprei nemmeno come definirlo, però siamo scomparsi e apparsi un paio di volte, un po’ come se non fossimo qualcosa di concreto-.
Alexy si mordicchia un labbro, gli occhi che vagano per la stanza preoccupati, il fratello invece si è appoggiato al tavolo e resta con gli occhi bassi, le mani strette sul bordo, le nocche bianche.
-    Insomma: Armin ti ha detto la verità, ma non avevamo deciso di farlo. Prima volevamo accertarci che in effetti non eravamo… Veri-
La voce del ragazzo con i capelli color cielo prende una strana piega, Armin subito gli poggia una mano sulla spalla.
-    Stamattina mio fratello mi ha detto che ti aveva per sbaglio detto di non ricordarsi di te, allora abbiamo deciso di agire subito: siamo andati dagli altri ragazzi per chiedere se si ricordassero di noi-.
Alexy s’interrompe di nuovo e tira su con il naso, allora Armin prende parola.
-    Siamo andati per prima cosa da Nathaniel, ma non lo abbiamo trovato. Poi siamo andati da Castiel, che si trovava con Lysandre, per nostra fortuna. Però nessuno dei due sembrava ricordarsi di conoscerci. Ora volevamo chiedere a Kentin-.
Sento lo stesso vuoto di quella mattina crearsi nelle mie viscere.
-    Non dovete preoccuparvi. In fondo, nemmeno Kentin si ricorda esattamente tutti i volti del suo passato-.
Rimango stupita dalla voce forte e rassicurante che mi esce dalla bocca, completamente opposta al mio stato d’animo. I due gemelli sembrano speranzosi. Ripensando alla mia conversazione con Kentin, stringo gli occhi e li osservo attentamente con sospetto.
-    In effetti, ha detto di essere stato vittima del bullismo di due persone, ma non ne ricorda i volti-.
Alexy alza gli occhi pieni d’orrore, portandosi le mani alla bocca.
-    Il mio Kentin? È terribile!-
Armin invece corruga le sopracciglia e mi guarda perplesso.
-    Il Kentin che è in doccia? Chi sarebbe così stupido da prenderlo a botte?-.
Scrollo la testa con un sorriso: è stato stupido da parte mia pensare che potesse trattarsi di loro due. Il suo fan numero uno e il fratello che passa le giornate ad allenare i pollici sulle consol.
Rialzo lo sguardo con un sorriso, anche se dentro mi sento di nuovo male.
-    In ogni caso non preoccupatevi troppo: non posso aver preso dalla mia memoria tutti loro ed essermi inventata voi-.
-    Non è per il fatto di essere veri o meno- Comincia lentamente Armin, gli occhi di nuovo bassi – Ma piuttosto il problema che, se non abbiamo memoria, non possiamo aiutarti-.
Mi trafigge d’un tratto con i suoi occhi color ghiaccio e d’istinto trattengo il fiato. Tra di noi si crea un’atmosfera scomoda, che Kentin rompe uscendo dalla doccia in quel momento, vestito con abiti puliti e un asciugamano sui capelli bagnati.
-    Oh, ma voi che ci fate qui?-

Cammino come un treno fino all’osservatorio e ci entro sbattendomi la porta alle spalle.
Dopo l’entrata in scena di Kentin, ne ho approfittato per darmela a gambe, lo stomaco in subbuglio per le emozioni contrastanti che provavo: la paura di scoprire che i gemelli non esistono, e qualcosa di Armin che, da questa notte, mi manda in tilt senza ragione.
Mi lascio cadere su un seggiolino color prugna con un sospiro e alzo lo sguardo sulla cupola ricoperta di stelle artificiali.
Il vero problema è un altro, e lo so bene. Sta al centro di tutta questa situazione e ronza sommessamente in un angolo del mio cervello ad ogni ora del giorno. Quanto tempo mi resta? Ce la farò? Il tempo. Esserne schiavi è terribile.
Socchiudo gli occhi seguendo le costellazioni sopra la mia testa di cui non so i nomi.
-    Pensavo che prima o poi ti saresti accorta di non essere sola-
Sobbalzo e sento il cuore filarmi in gola e restarci incastrato. Mi guardo in giro e l’occhio mi cade su una testa rossa poche file più avanti, un sorriso beffardo che risplende alla tenue luce della sala.
-    Ah, non ti avevo visto-
-    Me n’ero accorto-
-    Niente Lysandre oggi?-
-    Niente Lysandre. Solo io-
Il silenzio ricade sulle nostre teste come un velo pesante, che lui rompe con un sospiro affranto, prima di alzarsi e raggiungermi su una poltroncina al mio fianco.
-    Manchi proprio di romanticismo zuccherino. È sei ingorda: non ti basto io?-
Mi passa un braccio sulle spalle e mi sorride con fare viscido. Tolgo la sua mano dalla mia spalla.
-    Non è quello che intendevo-
-    Cuore di ghiaccio-
-    Mano facile-
-    Aspetta questo è un colpo basso, non è che le allungo sempre su tutto ciò che si muove-
-    Questo è da vedere-
-    Maligna-
Scrollo le spalle e gli lancio un’occhiata di sufficienza.
-    Guarda questa, non solo interrompe il mio sonnellino entrando come un’esaltata, ma ora mi giudica pure!-
-    Ah dormivi? Ma non puoi dormire a casa tua come la gente normale?-
-    A casa mia non ho un cielo gratis-
Apro la bocca in un muto “aaah” e rivolgo la mia attenzione di nuovo al soffitto stellato.
Restiamo un attimo in silenzio di nuovo, immersi nei nostri pensieri. Nemmeno mi accorgo che lui appoggia di nuovo la mano sul mio schienale.
-    Sei preoccupata?-
-    Ti sembro preoccupata?-
-    A fare due più due sono capaci anche i mocciosi. Certo che sei preoccupata!-
-    Grande, sei bravo in matematica?-
-    Wow, vai forte col sarcasmo oggi?-
Abbasso d’un tratto lo sguardo, rendendomi conto di quanto in effetti sono acida.
-    Suppongo di essere preoccupata-
-    Per la storia dei gemelli-
-    Sì… No aspetta, come fai a saperlo?-
-    Sono venuti a cercarci stamattina. Sai com’è Alexy: dagli una caramella e ti racconterà tutta la storia della sua vita-.
-    Tu che ne pensi?-
Sembra sorpreso che m’importi d’un tratto del suo parere, ma non commenta e si fa serio.
-    Non so cosa pensare. Come sai, l’unica cosa che voglio ora è farti tornare indietro, ma non c’è alcuna certezza sul metodo che stiamo usando-.
-    E cosa ne pensi di loro due?-
-    In che senso?-
-    Pensi che… Me li sono inventati?-
Lo vedo sorridere divertito.
-    Non si può dire che non ti somiglino un po’. Soprattutto quello gaio-
-    Castiel!-
-    Ma è vero! Parlate tutti e due a vanvera, perdete la testa per il primo che vi capita sotto tiro, non usate mai la materia grigia che Madre Natura vi ha dato prima di fare le cose… Ora mi sto proprio convincendo che te li sei inventati-
-    Io non perdo la testa per il primo che mi capita a tiro!-.
-    Hai sentito solo quello di tutta la mia spiegazione?-.
-    E figurati se mi sarebbe mai venuto in mente di disegnare un ragazzo dell’altra sponda!-.
-    Ecco, l’abbiamo persa-
 Mi fermo per riprendere fiato e rifletter un attimo: Alexy può anche somigliarmi, a parere di Castiel, ma Armin?
-    Che mi dici di Armin allora?-
-    Armin?-
Si fa perplesso, senza curarsi di nascondere di non ricordare chi fosse costei.
-    L’altro gemello-
-    Ah, quello che non esce mai di casa-
-    Ci esce a volte-
-    Okay, non arrabbiarti. Quello… Mmm…Bha-
Prende a giocherellare con una ciocca dei miei capelli, distraendosi volutamente.
-    Non so cosa fare. Fin ora ho continuato nell’incertezza che tutti voi foste veri, poi sei arrivato tu e hai smentito tutto. Mi sono convinta che vi avrei rivisti tutti appena sveglia, quindi mi ero messa il cuore in pace. Poi però salta fuori che non è per forza così e… Penso di non essere pronta a separarmi da loro-.
-    Ti piacciono così tanto? Io li trovo dei pagliacci e basta-
-    Perché non li conosci e non ti sforzi di farlo! Alexy mi capisce al volo e Armin sa essere molto premuroso…-
-    Cosa? No, aspetta, perché arrossisci?-
-    Non sto arrossendo!-
-    E cosa allora? Ti stai trasformando in un pomodoro felice?-.
-    Un “pomodoro felice”?-
-    Non cambiare argomento! Che ti ha fatto quello?-
-    Ma niente, ti giuro! Mi ha solo consolata un po’-
-    Quindi ti ha messo le mani addosso, quel porco!-
-    Castiel! Ma stai uscendo di melone? Perché dev’essere sempre tutto sconcio o violento per te?-.
Mi rivolge un’occhiata truce e si avvicina pericolosamente a me, i nasi quasi che si sfiorano.
-    Smettila di pensare a lui. Lui non va bene per te-
-    Ma sentilo! Chi sei: mio padre? Scelgo io con chi stare-
-    Allora è così-
-    No, non lo è. E ora smettila di scocciarmi-
Mi rivolge un verso stizzito, poi si allontana, ritraendo il braccio dal mio schienale.
Sono troppo immersa nei miei pensieri per farci caso: d’un tratto ho capito che cosa devo fare.
Mi alzo di scatto facendo sobbalzare il mio vicino e poi mi volto, pronta alla mia nuova impresa, ma lui mi ferma per un braccio.
-    Dove vai?-
-    Devo fare una cosa-
-    E non saluti nemmeno?-
-    Mi sembra che abbiamo appena finito di litigare-.
Si alza, sempre senza lasciarmi il braccio.
-    Vero, però non è una scusa per fare i maleducati-.
Mi giro di scatto, sentendo la mia pazienza incrinarsi e succede, proprio come lui aveva pianificato. E io ci casco come una stupida. Appena mi giro lui mi afferra per le spalle e mi bacia. Sulle prime sono talmente sorpresa che acconsento quasi al suo tocco delle sue labbra calde e bramose, ma poi mi riprendo e serro fermamente le mie labbra, cercando di spingerlo via. Lui se la prende comoda, e quando finalmente si stacca, mi rivolge un sorrisetto furbesco, scansando i miei pugni senza difficoltà.
-    Me lo dovevi, per tutte le giornate che ho passato al tuo capezzale-.
E così dicendo, se ne va allegramente, lasciandomi in mezzo alla sala tremante di rabbia e di confusione.

Ma Nathaniel? Dov’è sparito da un po’ di tempo?
Se diamo un’occhiata nel Regno dei Sogni, posiamo vedere Castiel che sta uscendo dall’osservatorio con un sorriso soddisfatto(un evento raro, ci terrei precisare), Lysandre in spiaggia che sta scribacchiando nel suo quadernetto. I gemelli stanno uscendo dalla casa di Kentin proprio ora, o meglio: Armin è uscito, Alexy è avvinghiato a Kentin, che sta cercando in tutti i modi di buttarlo fuori a calci.
Ma Nathaniel? Facciamo scorrere di nuovo lo sguardo tutt’attorno, sbirciamo perfino nelle finestre delle case, ma lui non c’è. No, eccolo! Vicino alla sorgente, seduto contro l’albero dove Azzurra si è “svegliata”! Un secondo, ma ha gli occhi chiusi? Sta dormendo? Oppure….
   
 
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