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Autore: wAlterEgo    17/03/2015    0 recensioni
A diversi secoli nel futuro, s'una loro colonia, gli Steamer, una razza aliena simile a dei rinoceronti, hanno trovato di recente un gigantesco cannone planetario ad anti-materia.
Poco tempo dopo, quando sono riusciti ad implementare quella tecnologia sulle loro navi, hanno sferrato un terribile attacco a Kjalla, il pianeta natale di una delle razze dominanti, causandone l'esplosione.
A confine con i loro territori si trova Vincent Lamoi, un ingegnere navigatore a bordo della Primeva, una nave mercantile requisita da un plotone di recupero dell'Alleanza dei Sistemi Delta, con l'obbiettivo di salvare quanti più individui umani di spicco durante il viaggio di ritorno verso la terra.
Genere: Azione, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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capitolo 1 CAPITOLO 1

Lemoi passeggiava per il ponte principale della Primeva. Sopra la sua testa, uno schermo olografico proiettava i notiziari della terra, migliaia e migliaia di anni luce di distanza.
Il capitano aveva ordinato di mantenere la calma, nonostante la situazione surreale che in poche ore aveva scosso l'intero sistema dell'alleanza.
Un attacco suicida aveva distrutto un intero pianeta, Kjalla, una colonia aliena, e da quel momento tutti erano impazziti. Si rivendicavano attacchi ogni mezzora, e tutti i governi planetari avevano il terrore di dichiarare guerra.
E poi c'erano loro, che a bordo di un ex mercantile, dovevano portare in salvo una manciata di dignitari terrestri. La terra non era mai sembrata così lontana.
La giornata era iniziata davvero male.
Si sedette al solito posto, la solita colazione: il solito pane artificiale assieme alle solite uova artificiali, uguali a quelle del giorno prima ed a quelle che avrebbe mangiato l'indomani.
Tagliò il pane con il coltello. Era ancora caldo, fresco di forno, e sistemate due fette dorate nel suo piatto, vi sistemò sopra le uova, speziate con pepe ed origano, ed un pizzico di sale per gradire. Avevano appena fatto sosta in un pianeta-giardino, quindi i rifornimenti per qualche settimana non sarebbero mancati.
''Ehi, Lemoi!'' Frank, uno degli ingegneri a bordo, con la testa liscia come vetro, si avvicinò, sedendosi al suo stesso tavolo, e prese l'uovo con le mani, divorandolo d'un boccone. ''Lemoi, hai dato al comandante i nuovi piani di navigazione, vero?''
''Si, Frank.'' Borbottò, dando piccoli morsi al pane con l'uovo. ''Le ha guardate, sembravano piacergli. Ho scelto una sosta, tra una settimana, dove potremmo trovare altri dignitari. Dobbiamo solo allungare di una decina di anni luce, niente di più.''
''Si parla di quante ore di viaggio?''
''Due giorni in più.'' Borbottò, deglutendo. ''Ma credo sia accettabile.''
Il silenzio dell'ingegnere calvo gli fece capire subito cosa pensava di quella scelta. ''Accettabile? Benedette macchine, sai quanto l'equipaggio voglia tornare a casa, e tu gli dai due giorni in più solo perché possiamo trovare altri politici!? Quelle pance grasse servono solo a fregarsi le nostre riserve di cibo!''
''Calmati. Abbiamo due mesi di viaggio da fare. Sei davvero convinto che qualcuno noti questo viaggio in più?'' Gettò il pane nel piatto. Fantastico, era iniziata davvero male la mattinata, e stava finendo ancora peggio.
''Lemoi, Non vedo mia moglie da due anni. Ogni giorno è una tortura!''
''Allora immagino tu debba ringraziare che io non sia un sadico, o mi masturberei sapendo che tu soffri per una mia azione.''
''Sei peggio dei macchinisti. Almeno loro evitano queste battutacce.''
Il sorriso gli spuntò in automatico. ''Oh, non ho mai detto che era una battuta la mia.''
''Ho capito, vuoi essere lasciato in pace. Bastava dirlo, Navigatore Lamoi.'' Sbottò l'uomo, che riprese il suo vassoio con la colazione e si portò s'un altro tavolo.
Rise lui, vedendolo andare via. Non gli piaceva Frank, era troppo grezzo, sentimentale e poco pratico, e visse con quel dialogo in testa fino a quando non finì di mangiare il suo pane con l'uovo.
Il resto della mattinata si svolse come sempre, con lui, chino sul quadro di comando, a controllare che la rotta seguire una traiettoria accettabile. ''Capitano Kelle.'' Mormorò, Sollevando lo sguardo verso colei che era a capo di quella bagnarola. ''Deve deviare a sinistra di zero punto sette gradi, risparmieremo tre ore di viaggio, in questo modo.
''Come vuole lei, Navigatore.'' Rispose la donna, che si alzò, percorrendo il ponte della nave per raggiungere la mappa dei sistemi.
Angolo di rotta, invertito a sinistra di zero punto sette gradi. Eseguo.
L'I.A. della nave comunicò il cambiamento e lui tornò alla sua routine, di controllare ed aggiornare i parametri che, veloci come un fiume in piena, lo tenevano costantemente sotto pressione.
''Lemoi.'' Lo chiamò il capitano Kelle.
''Si, signora?''
''Fatti dare il cambio da Gwen. Ci vediamo nel mio ufficio, devo parlarti in privato.''
''Come desiderate.'' Rispose, impostando il navigatore automatico, e seguì Kelle, fino all'ascensore della nave, poi via, nel ponte equipaggio. L'ufficio del comandante era in fondo ad un lungo corridoio segnato da luci intermittenti che indicavano le zone di carico piene, in quel caso, di dignitari, politici e le rispettive famiglie salvate durante le missioni di recupero.
La stanza dove loro entrarono era la più piccola delle stive di carico, ed al posto della merce, era stata sistemata una larga scrivania in poliestere ed alcune comode sedie imbottite di spugna sintetica.
''Posso chiedere per cosa mi avete potato qui, capitano?''
''Certo, ma immagino tu abbia già saputo. In una nave così piccola,le informazioni girano veloci.''
Lemoi drizzò la schiena, scostando lo sguardo da un punto all'altro della stanza, nervoso. ''Riguarda il comandante in seconda, vero?''
''Ferren è morto questa notte. Non ha retto le ferite dell'ultima missione.''
''È morto a causa mia, lo sappiamo entrambi, capitano..'' Mormorò, guardando la poltrona, non riuscendo ad incrociare lo sguardo del suo superiore. ''Gli Steamer erano in superiorità numerica, dovevo essere più deciso nel comando, ma ho lasciato a lui la scelta.''
''Hai fatto quanto in tuo potere.'' Lo rincuorò Kelle. ''Potevi solo ritardarlo, ma la testaccia dura di Ferren alla fine gli è costata la pelle.''
''Capisco.'' Disse, massaggiandosi una spalla. ''Come volete proseguire ora, capitano?''
''Tanto per iniziare, raggiungiamo il pianeta che hai segnato sulla mappa, da li, decideremo. Mancano due mesi di viaggio, non possiamo permetterci troppe perdite, o saremo costretti a reclutare i civili per coprire i posti tenuti occupati perché si.'' Kelle fece cenno di sedersi pure. Evidentemente avrebbero perso altro tempo a parlare, oppure c'era altro, e quello era poco ma sicuro. Solo la morte del capitano in seconda Ferren non poteva essere la causa di quella loro riunione. ''Sarai tu il secondo ufficiale. Sei tra quelli più in alto nella scala gerarchica, ed oserei dire che sei dannatamente bravo nella navigazione strategica. In caso io muoia, sarai tu a portare quei politici a casa.''
''Capitano, non credo di essere esattamente la persona più indicata per questo ruolo. La navigazione richiede cura costante, e non posso faro se devo guidare anche l'intera nave.''
''Piantala, non ti ho chiesto un dannato favore. Tu sei la mia prima scelta, sai come funziona questa nave. Diamine hai supervisionato il progetto e l'assegnarti alla navigazione è stato un insulto.'' Il tono del capitano non accettava repliche, era come un masso. Lei era ferma, il punto saldo della nave. Sarebbe riuscito lui ad assecondarla?
''Come desiderate, capitano Kella.'' Disse solo. Aggiungere altro sarebbe stato superfluo per lui.
''Bene, allora torna alla navigazione, lascerò un dispaccio che ti nominerà ufficialmente capitano in seconda a partire da domani. Intesi, Lamoi?''
''Sissignora, come desiderate.''
Una promozione bastò per renderlo da navigatore pragmatico ed intrattabile, alla seconda persona più importante della nave. Ma assieme al prestigio arrivarono anche i doveri, e con essi, le richieste dell'equipaggio, e senza neanche avere il tempo di respirare passò una settimana.
Sbarcare s'un pianeta era complicato, burocraticamente parlando. La prassi poteva richiedere anche alcune ore, ed in tutto questo, la nave doveva restare fuori dall'orbita del pianeta, ma abbastanza vicina da poter permettere le trasmissioni.
Ma non fu quello il caso. Le trasmissioni erano andate al diavolo, e l'intero pianeta era stato attaccato dagli Steamer.
Quelle creature erano una razza aliena di non recente entrata nel sistema. L'alleanza contava quasi una ventina di razze, tra ospitate e governanti, più una che era la razza suprema.
Ma tutto era andato nei casini. Un gruppo ribelle di quegli alieni aveva ben deciso di distruggere il pianeta natale dei Zahal, una delle specie rientranti nella cerchia che governava. Attaccarli in maniera diretta o indiretta equivaleva al dichiarare guerra all'intero sistema, e questo di Steamer lo sapevano bene, ma avevano un solo, piccolo vantaggio. Quegli alieni xeno-morfi avevano iniziato degli scavi s'una loro colonia ed avevano rinvenuto un cannone ad antimateria vecchio di milioni di anni. Era inattivo, certo, ma nel giro di pochi giorni, quei laboriosi esseri avevano studiato il cannone e dopo, lo avevano montato su ogni loro nave, persino quelle civili. Per ogni nave nemica abbattuta, correva voce che il governo Steeniano offriva un generoso pagamento. I mercenari di tutte le razze erano accorsi, e ciò non aveva fatto altro che aumentare la paura di entrare in una vera e propria guerra inter-sistema.
Una volta atterrati in mezzo ad una giungla di alberi argentei con le foglie color bronzo, Lamoi, il capitano ed altri sette uomini della sicurezza erano scesi. Secondo i rapporti, gli Steamer di quel pianeta avevano potenziamenti cibernetici quindi il capitano aveva disposto un arsenale da ricognizione. Non mancarono i fucili ad impulsi e le granate EMP.
Nessuno voleva usarli, ma, si sapeva, gli Steamer ed i mercenari loro alleati avrebbero sparato a vista a qualunque umano. E l'equipaggio della Primeva era in cima alla lista dei bersagli umani.
''Capitano in seconda Lemoi, Si sistemi in coda al gruppo, ci guarderà le spalle ci darà indicazioni per Nova Londra.''
Lemoi annuì, carabina in mano. ''Sissignora.'' Rispose con decisione. Non se lo fece ripetere due volte, e si lasciò superare dalle truppe di sicurezza. ''Ad ogni modo, secondo la mappatura rilevata sulla nave, dobbiamo proseguire per duecento chilometri in direzione Sud, capitano Kelle.''
''Ricevuto, Lemoi. Sentito uomini? Muoversi!'' Incitò lei, guidando il gruppo.
Un altro pianeta-giardino. Il codex della nave aveva rilevato il cibo come non-commestibile. Presentava un elevata presenza di sostanze allucinogene nelle piante e nei vegetali, ed un alto tasso di metalli pesanti negli animali. Mangiare qualcosa, in quella situazione, equivaleva a morire.
''Capitano...'' Mormorò un uomo della squadra di sicurezza. ''...rilevo presenza Steamer a duecento metri da noi, e sono in avvicinamento.'' Avvertì.
Il capitano si fermò, probabilmente per ascoltare con più attenzione. ''Ronzio.'' Affermò, voltandosi verso Lamoi. ''Navigatore, il vostro scanner rileva grotte o simili?''
''Nulla di simile, capitano, però ci sono delle rovine, a trecento metri a sud ovest. Potremmo passare lì la notte, che dovrebbe arrivare tra un'ora.''
''Abbiamo scorte limitate, possiamo permetterci solo una pausa. Per domani ce la faremo a partire da Nova Londra in tempo, Lamoi?''
Massaggiandosi il viso, il capitano in seconda fece qualche calcolo mentale. Era difficile, una pausa era comunque richiesta anche al ritorno, avrebbero dovuto correre. ''Se partiamo prima dell'alba, forse. Su questo pianeta il sole è alto nel cielo solo per una dozzina di ore durante la stagione calda, e noi, siamo nell'equivalente terrestre dell'autunno, signora. Possiamo contare otto-nove ore di luce al giorno.''
Kella sollevò il fucile sulle spalle, fissando la proiezione olografica del soldato che indicava con dei lampeggianti rossi, gli Steamer in avvicinamento. ''Sistemiamoci qui, nascondiamoci e speriamo che non ci vedano.''
''Sissignora.'' Ripeterono i soldati all'unisono. Lamoi rimase in silenzio. Approvava la scelta, seppur rischiosa. Al suo posto? Avrebbe probabilmente fatto lo stesso.
Passarono dieci minuti per preparare un nascondiglio. Sistemarono alcune trappole EMP a corda. Se gli Steamer fossero stati troppo vicini a loro, sarebbero stati fritti. O questo si sperava. Non si aveano rapporti di tecnologia Steamer da qualche mese prima della scoperta del cannone ad antimateria. Ora potevano avere qualsiasi tipo di tecnologia con loro.
Il ronzio aumentò, seguito da dei passi, e rumori di scariche elettriche. Era quasi notte, e nel buio, delle piccole luci azzurre si fecero via via più vivide con l'avvicinarsi dell'oscurità. E si avvicinavano. Si facevano più luminose e numerose, ma ciò che dava veramente sui nervi, era quel dannato ronzio.
E poi, eccoli lì. Gli steamer. Alieni xeno-morfi simili ai rinoceronti terrestri, ma più magri, su due zampe ed alti due metri. La loro corazza naturale era ora potenziata con qualche sorta di nanotecnologia. Il solito vapore che emettevano dal naso, da cui dovevano il nome, era ora diventato una scarica statica costante, ed era essa a produrre quel fastidioso ronzio.
''Capitano...!'' Sussultò uno dei soldati del gruppo di sicurezza, ma Kelle lo zittì con un gesto della mano, riparandosi dietro quel muro naturale di pietre e rampicanti argentei.
Quei colossi si erano potenziati con inserti sintetici. E l'unica cosa visibile era la corazza metallica che li ricopriva, oltre alla scarica statica dal naso.
''Capitano.'' Disse sottovoce Lemoi. ''Abbiamo due granate ciascuno, noi. Diciotto in totale. Non bastano per tutti quei bestioni, dobbiamo lasciarli passare.''
''Navigatore, al momento limitatevi a pianificare una fuga.''
Incredibile, pensò. Quella donna aveva già pensato a tutto, sapeva che non potevano farcela.
E cadde il silenzio. Il ronzio del loro respiro era tutto ciò che sentivano, oltre ai loro pesanti passi, che schiacciavano rami e radici sotto i loro piedi.
Il gruppo di Steamer si divise. Tre rimasero lì, mentre altri quattro proseguirono.
''Sergente, rintraccia le loro trasmissioni. Voglio sapere se stanno cercando noi oppure no.''
''Certamente, capitano.'' Obbedì l'uomo, e mentre lui eseguiva, Kelle si alzò in piedi, gettando entrambe le sue granate EMP verso i tre Steamer.
Esse caddero a terra quasi senza far rumore, poggiandosi sull'humus ambrato, e quando esplosero, i colossi rimasero storditi. Le luci delle corazze si spensero e tutti i tre parvero immobilizzati.
Non partì nessun colpo dalla carabina del capitano, riparata tra due massi, usati come una feritoia di fuoco.
''Sono...sono morti?'' Balbettò un soldato. ''Signora? Sono morti?''
''Diamine, sono immobili e le luci si sono spente. Spero di si!''
''Abbiamo fritto i loro sistemi, capitano.'' Spiegò Lemoi. ''Credo che la rete neurale di questo gruppo sia stata modificata da organica a sintetica. Se tutti gli Steamer sono così? Sarebbe sciocco da parte loro. Ci darebbe facile vittoria.''
''Mi basta che non si muovano, navigatore.'' Ribatté il capitano. ''Forza, marciamo verso Nova Londra. E voi del gruppo di sicurezza, continuate a badare alle loro telecomunicazioni ed i loro spostamenti. Se ci sono Steamer nel raggio di mezzo chilometro, voglio saperlo.''
''Capitano.'' La chiamò uno dei soldati della sicurezza. ''Non dovremmo portarne uno con noi?''
''Marcate questa posizione, ed al ritorno, se avremo tempo, li porteremo con noi.''
''Ricevuto.'' Rispose l'uomo.
''Se non c'è altro, andiamo.''
Ed il gruppo partì, incamminandosi in quella giungla argentata, affamato e  stanco, con l'avvento del buio.
Quella notte nessuno dormì. Arrivarono a Nova Londra alle prime luci dell'alba, ma la città era quasi completamente rasa al suolo. Il sole non era visibile attraverso la coltre di fumo che oscurava il cielo, e respirando l'aria, cenere e polvere riempivano le narici. L'aria era irrespirabile e calda, più del dovuto.
Carcasse di umani morti erano ovunque. C'era il corpo di una bambina, nascosto sotto il relitto di un'aeronave civile. I genitori erano lì dentro, con i crani esplosi a contatto con i colpi degli Steamer.
''Dannati bastarti.'' Borbottò un soldato. ''Dovremmo bombardare il loro pianeta natale. Sterminarli. Chi fa questo a dei civili, non merita nemmeno...''
''Taci, maggiore! Non siamo il reparto di crimini di guerra, siamo la truppa di recupero. Noi recuperiamo e portiamo in salvo chi è abbastanza forte o fortunato da sopravvivere in quest'inferno.''
''Ma signora!'' Ribatté il sergente che, ore prima, aveva avuto il compito di tracciare la fuga. ''Crimini come questi! Uccidere civili! È contro ogni trattato e convenzione tra i sistemi!''
Kelle fece una risata ironica, guardando entrambi. ''Benvenuti i guerra, bambini. L'addestramento finisce qui, ora siete nell'esercito dell'Alleanza dei sistemi Delta.''
''Signora, sappiamo qual'è il nostro posto, ma siamo solo il corpo di sicurezza di una nave mercantile.''
''Se non volevi combattere potei far richiesta e rimanere sulla nave, Maggiore. Mi dispiace dirtelo, ma se hai un fucile e sai mirare e sparare nello stesso tempo, per quanto mi riguarda hai le carte in regola per scendere in ricognizione.''
''A dire il vero, capitano Kelle...'' Lemoi si fece avanti. ''...avremo problemi più urgenti che convincere delle truppe sulla loro determinazione con la missione. Stando alle nostre informazioni, il faro di segnalazione partito una settimana fa, segnalava i dignitari a pochi chilometri dalla nostra  attuale posizione. Potrebbero essere morti o peggio. Propongo di tralasciare la morbidezza del maggiore e del sergente.''
Lo sguardo del capitano Kelle passò in rassegna i tre uomini di fronte a se e sbuffò, rilassando i muscoli delle spalle. ''Perdonatemi.'' Sibilò. ''So cosa provate, e so ch'è la vostra prima volta contro gli Steamer. Quest'aria pesante non giova a nessuno di noi, abbiamo bisogno di stendere i nervi. Tutti noi.'' Il comandante fece un cenno a Lemoi. ''Cerca un riparo. Riposiamo per una ventina di minuti e poi si riparte. Se dovete mangiare, fatelo con parsimonia.'' Settò il cronometro da polso, lasciando che il contatore digitale iniziasse un conto alla rovescia. Ma non si mosse dal masso.
Nessuno di loro si aspettava quella reazione dal capitano. Lemoi aveva parlato con gli uomini e tutti loro erano nervosi.
''Non riusciremo a tornare a casa, vero, navigatore?'' Chiese il maggiore.
Uno degli uomini che prima non aveva proferito parola, lo guardò. ''Perché sei così pessimista? Abbiamo scoperto che bastano degli impulsi elettromagnetici per stendere gli Steamer di stanza qui, puoi tirare un respiro di sollievo.''
''Seguite gli ordini.'' Borbottò Lemoi. ''Se non sapete cosa fare, seguite gli ordini. Il capitano Kella è la donna più coraggiosa che io conosca, e francamente, l'unica persona a cui affiderei la vita, sulla Primeva. Se non vi fidate di lei, non chiedete nemmeno a me cosa fare, perché ripeterei le sue stesse parole, uomini.'' La luce del cronometro brillò, accompagnata da un quasi impercettibile allarme.
''Pausa finita.'' Kella si avvicinò a loro. ''Forza, rimettiamoci in marcia, I dignitari potrebbero essere ovunque, ed il faro di segnalazione non resterà attivo per sempre.''
   
 
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