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Autore: ilaria8    17/03/2015    1 recensioni
[The Blacklist]
Tutto intorno sembrava fermo, immobile, quasi calmo mentre un unico suono…un unico rumore… quasi un boato distrusse quella quiete apparente. LIZZIE/RED
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8
 
Mi ero comportato proprio come un bambino idiota stavolta…non mi aspettavo una visita da parte di Lizzie…e di certo non pensavo che arrivasse proprio mentre ero in compagnia di Madeline.
A dir la verità appena la vidi, subito pensai a come ero felice di vederla di nuovo in piedi e in forze…ma non appena incrociai il suo sguardo e intravidi nei suoi occhi tutta la rabbia che aveva, capii che dovevo fare qualcosa al più presto.
Dopo la nostra discussione quel giorno in ospedale non ero più andato a trovarla. Mi mancava ogni giorno di più…volevo sentire la sua voce…tenerla stretta a me se mai ne avesse avuto bisogno…accarezzarle i capelli per rassicurarla…farla sorridere per dimenticare, anche solo un secondo, le difficoltà.
Le sue parole mi avevano aperto gli occhi però. Non ero stato in grado di proteggerla…dopotutto mi aveva sempre rinfacciato il fatto che la pedinassi continuamente e io le avevo spiegato il perché…volevo sapere che era al sicuro!
Eppure proprio nel momento di maggior bisogno…nel momento in cui la sua vita dipendeva da me…non ero stato in grado di prevenire la situazione…sarebbe potuta morire e io non avevo fatto niente per evitarlo.
Tutte quelle precauzioni…quegli avvertimenti per quando andava sotto copertura erano solo parole al vento se poi, proprio quando IO dovevo fare la mia parte, ne venivo meno.
Fù così che mi ritrovai nel parcheggio del motel a pensare alle parole giuste per spiegare la situazione sgradevole che si era creata.
Io l’amavo…questo era innegabile ormai…e Madeline non avrebbe mai…dico mai…potuto rimpiazzare Lizzie nel mio cuore.
Era difficile pensare che anche se le avessi confessato il mio amore lei sarebbe corsa fra le mie braccia.
Nelle braccia di chi? Un criminale pluriomicida ricercato dalle forze dell’ordine di mezzo mondo…senza contare tutti gli altri criminali che mi volevano morto.
Non avevo nulla da offrirle…lei era così giovanecosì bella…era la luce nelle mie giornate.
 
Lasciai Dembe nella macchina e salì le scale della palazzina, fino a trovarmi di fronte alla porta dell’appartamento che stavo cercando.
Bussai, ma nessun rumore proveniva dall’interno.
Bussai di nuovo, poggiando l’orecchio sulla porta per capire se Lizzie era nell’appartamento o no.
-Hai intenzione di buttare giù la porta o pensi che sia meglio lasciar perdere e tornare un’altra volta?-
Una voce mi sorprese alle mie spalle…ero così preso da cercare le parole per spiegare tutto che non mi ero accorto di una presenza dietro di me.
-Lizzie! A dir la verità stavo pensando di sedermi qui, in attesa del tuo ritorno…ma visto che sei qua…possiamo parlare!- ero felice di averla trovata. Finalmente avevo la possibilità di sistemare le cose.
-Ho molto da fare. Non è il momento adatto per una chiacchierata. Ho una vita molto piena!- esclamò mostrando un sorriso finto.
Sapevo sarebbe stato difficile convincerla ma ero disposto a tutto!
-Lizzie ero venuto per scusarmi!- mi spostò da un lato per passare ed entrare nell’appartamento.
-Lo so che non sono più venuto a trovarti all’ospedale ma dovevo riflettere. Avevi ragione…mi sentivo in colpa per non essermi fatto trovare pronto. Potevi rimanere uccisa!- bloccai la porta con la mano prima che mi venisse sbattuta in faccia.
-Non ho proprio voglia di starti a sentire Red. E poi non hai da fare anche tu? Penso proprio che la tua amichetta ti stia aspettando con ansia!- rispose secca tentando nuovamente di chiudere la porta.
-Lizzie per favore…non è come pensi tu…lasciami spiegare. Posso entrare? Non mi va di parlare qua fuori!-
-Non mi importa ciò che ti và o meno. Non ho né il tempo né l’intenzione di stare qui a sentire un’altra delle tue tante storielle.- detto ciò mi sbatté letteralmente la porta in faccia.
All’inizio pensavo la riaprisse per dirmi che era uno scherzo e che potevo entrare…invece dopo essere rimasto lì per qualche minuto…con il naso a due centimetri della superficie marrone…mi resi conto di essere stato fortunato. Per il mio naso poteva andare molto peggio!
Scesi le scale e raggiunsi alla macchina Dembe che mi guardava con aria divertita.
-Devi dirmi qualcosa amico mio?- chiesi entrando dalla porta posteriore dell’auto.
-Detto francamente Raymond! Questa te la sei cercata!- rispose mettendo in moto.
-Non mi arrendo. Domani sarà una lunga giornata!- ribattei chidendo gli occhi per schiarirmi le idee e rilassarmi un minimo.
  
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