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Autore: GiulianaG    17/03/2015    0 recensioni
"Avevi ragione, non so se la vita è più forte della morte, ma l' amore è più forte di tutto"
-Tristan & Isolde
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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-Hei, dove ti eri cacciata? -mi disse Catia avvicinandosi. -Scusami, ho avuto un contrattempo alla fine del compito. Il che era più o meno vero, Alessandro era solo un contrattempo, nient'altro, un ostacolo alla mia nuova vita che avrei superato, con le buone o con le cattive. -Dai, oggi mangi con me, ho già parlato con Mattia, ci sta tenendo i posti a mensa. Come al solito, era piena ed io ed i miei nuovi amici decidemmo di sederci sotto il nostro albero sul prato. Era proprio un bel giorno, mi sentivo bene con me stessa, libera di un peso enorme. -A cosa stai pensando Roberta?-mi chiese Catia mangiando il suo riso. -A quanto sia rilassante questo momento. Mi stesi sul tronco sbadigliando. -Hai perfettamente ragione, ci fossero più giorni come questi. -Ragazze non iniziate a fare le pessimiste, questo Venerdì vi porto al Circolo- disse Mattia contento. -Immaginate io accompagnato da due delle più belle ragazze della scuola, fantastico! -Il Circolo?- chiesi. -È un luogo, come una sorta di piazza dove i ragazzi si riuniscono, si mette la musica, si balla, si beve. E poi...ogni tanto si fa anche qualcosa d'interessante- disse Catia ghignando. Qualcosa d'interessante? Chissà cosa intendeva dire. Scossi la testa, non importava. -Nessuno protesta per il rumore? -Amica, quelli non protesterebbero neanche se gli sfondassero la casa, nessun adulto si azzarda a metter piede al Circolo- rispose Mattia. -Come mai? -Penso che lo scoprirai- rispose Mattia ridendo. Prese una birra e se la scolò. -Hei! Ma quella non puoi berla qui!- disse Catia. -Quella,cosa?- disse Mattia facendo un occhiolino. Rimise la birra nello zaino ed iniziò ad addentare un sandwich. -Comunque non penso che sarò dei vostri-dissi. -Come come come? Roberta tu devi venire!-disse Mattia -Catia dille qualcosa per l'amore del cielo! -Mattia ha ragione Roberta, è da un po' sei arrivata, dovresti fare nuove conoscenze oltre a noi due. -Catia adesso ti ci metti anche tu? Perché mai dovrei conoscere nuova gente, voi siete perfetti. Presi il mio panino al prosciutto e lo addentai. Non avevo bisogno di altri legami che poi si sarebbero spezzati. Due mi bastavano ed avanzavano. Incrocia le mani al petto, contrariata. -Facciamo così, tu pensaci su,ok?-disse Mattia. -Ok -mugugnai. -Perfetto-disse Catia -Ci vediamo all'uscita ragazzi, ciao- Raccolsi la borsa e mi diressi verso la prossima lezione. Avevo il presentimento che sarebbe stata una settimana lunghissima. Quattro e mezzo. Ecco il mio voto al compito di matematica. Presi il foglio e lo posai sul banco affranta. Il professore era stato già abbastanza buono a darmi quattro e mezzo. Quel mezzo ,forse, era per il mio coraggio ad essermi almeno, presentata al compito. -Ragazzi, ho deciso quest'anno che le insufficienze verranno aiutate dalle sufficienze alla vista del prossimo compito. Oh no. -Cavalli e Coscia-chiamò il professore indicandoci -Siete insieme. Ma non mi dire. Uscii dall'aula tutta arrabbiata, arrivata all'uscita della scuola quasi mi scontrai con Mattia. -Cos' è successo?-disse afferrandomi -Tutto bene? -Si, non preoccuparti, è solo questa cazzo di scuola-sbottai scocciata. Mattia rise -Ah ecco, sai quante volte al giorno penso la stessa cosa, ma questa per me non è una novità in fondo. Guardai Mattia, non avevo mai provato ad approfondire il nostro rapporto, se ci pensavo su non mi veniva nulla in mente su di lui. Non sapevo neanche qual era il suo colore preferito, figuriamoci altro. -Che ne dici di andarci a prendere un gelato oggi? Senza Catia intendo...- Disse Mattia imbarazzato. Si passava sempre una mano fra i capelli quando era agitato. È difficile non notare una persona che ogni due minuti si passa la mano fra i capelli, al lungo andare diventa alquanto irritante. -Ehm certo- risposi. -Perfetto, ci vediamo alle cinque,ok? Feci una faccia strana. -O se preferisci anche le sei, le sette, le otto...Quando vuoi!- aggiunse venendomi incontro. -Le sei vanno bene-risposi. Alle cinque avevo il temuto incontro di recupero con il signor so tutto io. Solo al pensiero scossi la testa, proprio quando pensavo di essermi liberata finalmente ecco che succedeva qualcosa che sconvolgeva i miei piani. Sembrava una cosa costante nella mia vita, il fallimento. Misi il mio zaino in spalla e salì sull' autobus verso casa. Mi sedetti ad uno dei posti centrali, vicino al finestrino. Accanto a me si sedette una persona, non avevo neanche intenzione di girarmi, non mi interessava. Misi le cuffie alle orecchie e scorrendo senza guardare la playlist del mio cellulare cliccai una canzone a caso. Mentre aspettavo che la canzone partisse appoggiai la testa contro il finestrino. Era stata una giornata così stancante e sapevo che il peggio doveva ancora arrivare. Quando sarei stata finalmente tranquilla? Quando sarei riuscita a perdonare me stessa per quello che avevo fatto? Quando sarei riuscita di nuovo ad essere felice? Non lo sapevo.
   
 
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