Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Caramel Macchiato    18/03/2015    1 recensioni
“Svegliati”
Il tuo senso dell’umorismo è piuttosto pessimo.
“ Ti sto ordinando di svegliarti”
Come se potessi. Ti manderei al quel paese, ma non so chi sei. Lasciami stare.
“ D’accordo, non mi lasci altra scelta”
Ed ecco che i miei occhi sono aperti, o meglio: nel mio sogno ho gli occhi aperti, e vedo solo bianco davanti a me. Mi giro su me stessa ma il panorama non cambia.
Che posto è questo?
“Questo è il fulcro del mondo dei tuoi sogni”
Chiedo scusa in anticipo per l'html impostato da cani!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono accucciata davanti al prato che confina con l’osservatorio, i gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa adagiata sulle mani. Dovrei disegnare, ma la mia mente è completamente assente, i miei occhi lo confermano. Sono stata baciata. Da Castiel. A random.
Mi do un paio di schiaffetti sulle guance per cercare di riprendermi, ma ottengo solo l’effetto di accasciarmi con la testa tra le braccia e un lungo sospiro.
D’accordo, le cose stanno così: Castiel mi è sempre sembrato un cane che abbaia ma non morde, e non mi sarei mai aspettata un gesto così avventato da parte sua. E ne sono scossa. Non so cosa pensare.
Sento d’improvviso un braccio cingermi le spalle, facendomi sobbalzare. Alzo di scatto la testa e mi ritrovo un Alexy sorridente.
-    Mi hai fatto prendere un colpo!-
-    Scusami, non volevo. Mi sembravi così pensierosa, ti ho interrotta?-
-    No. Hai fatto bene-
Mi rialzo in piedi e lui mi segue, mettendosi le mani in tasca.
-    Cercavo giusto te. Ho una sorpresa-
Gli annuncio sorridendo, imponendo a Castiel di starsene in un angolino insignificante della mia mente.
Alexy sgrana gli occhi e fa una boccuccia da pesce.
-    Per me?-
-    Sì, chiudi gli occhi-
Si spiattella le mani sugli occhi con un sorriso furbesco.
-    Non sbirciare!- Lo riprendo ridendo, costringendolo a togliersi le mani e a restare semplicemente ad occhi chiusi.
Non appena sono certa che non stia curiosando da sotto le palpebre, torno a concentrarmi sul prato, mosso da un leggero venticello.
Non è un progetto colossale come l’osservatorio qui di fianco, ma sarà altrettanto complicato. Per prima cosa cerco di fare ordine nel mio progetto e di renderlo meno sconclusionato degli altri. Posiziono i vari blocchi come pezzi di tetris e, quando infine mi ritengo soddisfatta, faccio schioccare le articolazioni delle dita e mi preparo a farlo diventare reale.
Comincio dalle fondamenta e proseguo piano per piano, come riempiendo una bottiglietta di sabbia colorata. L’immagine non mi da alcun problema e in quattro e quattr’otto, l’ombra dell’edificio ci bagna. Probabilmente sono diventata più abile e resistente, visto che ho ancora l’energia per disegnare almeno altri due edifici di questo tipo.
Poggio le mani sui fianchi con orgoglio.
-    Ora puoi aprirli!-
Alexy li spalanca di colpo, troppo curioso per resistere un secondo di più. Il suo viso s’illumina come una stella alla vista del centro commerciale che ho appena eretto.
-    Non davvero-
-    Invece sì. Provare per credere-
-    Oh, Azzurra…-
Mi stritola in un abbraccio assassino che mette dei dubbi alle sue preferenze anatomiche, poi mi lascia andare di colpo e si dirige saltellando verso l’entrata, decorata da un grande striscione inaugurativo. Lo segue riprendendo fiato e mi fermo al suo fianco all’entrata.
-    Cioè, posso davvero?-
-    Ma certo!-
Lui ridacchia entusiasta e allunga una mano verso le porte in vetro, che scorrono silenziose all’avvicinarsi  delle sue dita.
-    Ah, ecco cos’era tutto questo baccano!-
Ci giriamo e troviamo Castiel, Armin, Lysandre e Kentin che studiano il nuovo centro commerciale.
Alexy sorride di nuovo e poi mi afferra per un polso, trascinandomi dentro, eccitato come un bambino.
Scopro che girare per negozi con Alexy può essere fantastico ed estenuante allo stesso tempo: amante dei vestiti com’è, per poco non mi fa provare l’intero negozio, tocca qualsiasi cosa gli capita attorno e sembra non stancarsi mai. Passando come dei razzi davanti alle vetrine, riusciamo a scorgere Armin e Kentin nel negozio di elettronica che discutono animatamente su un qualche gioco, mentre Castiel e Lysandre sono assorti nel reparto CD, alla ricerca di chissà cosa che solo loro conoscono.
Mentre sfrecciamo da un negozio all’altro, ho appena il tempo di gonfiarmi d’orgoglio alla vista dei dettagli e delle strutture solide che ho disegnato.
Lancio un’occhiata al mio accompagnatore, che sta cianciando con una cassiera secondo i colori di una determinata maglietta, e il mio cuore si riempie di una triste malinconia.
Chissà se capirà che questo è il suo giorno. Chissà se capirà che è sia un regalo d’addio che di scuse. Se mai lo rivedrò, almeno gli ho dato l’unica cosa che mi ha chiesto da quando è qui…
Scrollo la testa per liberarmi di quei pensieri infelici, e mi accorgo che Alexy mi sta richiamando con un sorriso allegro, che mi affretto a ricambiare, prima di raggiungerlo.
Sì, sembra felice. Meglio non guastare questa giornata di riposo per tutti.
Dopo aver passato tutti i negozi della struttura, ci abbandoniamo esausti sui divanetti di un baretto. Oh meglio: io sono esausta e mi affloscio come un gelato squagliato, Alexy sembra ancora in grado di far ripassare ogni piano del centro commerciale.
-    È stato fantastico! Un sogno! Fare shopping senza dover pagare… Wow!-
Esclama, non appena manda giù una grande sorsata del suo frullato di frutta.
-    Devo ammettere che questa è stata una delle mie trovate più geniali- Ammetto con falsa modestia.
-    Hai proprio ragione! Brava Azzurra!-
Ci scambiamo un sorriso d’intesa, prima di venire raggiunti dagli altri quattro ospiti.
Armin e Kentin stanno ancora discutendo, Castiel e Lysandre invece si siedono soddisfatti accanto a noi.
-    Ora che ci penso: dov’è Nathaniel?-
Chiede Alexy, tirando su dalla cannuccia un’altra sorsata.
Li studio uno a uno allarmata, rendendomi conto solo ora che lui non c’è e non c’è mai stato. Mi alzo di scatto, facendoli sobbalzare tutti.
-    Vado a cercarlo-
-    Sarà a casa a fare la muffa, come sempre. Stai qui con noi-.
Castiel mi poggia una mano sulla vita con fare suadente e un brivido gelato mi percorre la schiena. Gli sposto la mano bruscamente e gli rivolgo un’occhiata feroce.
-    Vado a cercarlo. Ci vediamo più tardi-
Così dicendo chiudo la faccenda e mi dirigo a passi svelti verso le scale mobili, che percorro a corsa. Non so da cosa parte questa brutta sensazione, ma sono piuttosto certa che Nathaniel non è a casa o in biblioteca.
Esco di corsa e parto alla volta dell’osservatorio, il luogo più vicino in cui posso trovarlo. Sbatto la porta ed entro con malagrazia, rischiando d’inciampare. Controllo tutte le file di sedili ma niente, esco sulla passerella deserta e cerco sulla spiaggia sotto di me. Niente. Torno indietro come un razzo e entro nei fast food, chiedendo informazioni, ma nessuno ha visto il ragazzo biondo. Il panico comincia ad assalirmi quando non lo trovo nemmeno nella scuola, accertandomi di controllare in ogni classe. Torno all’incrocio con i fiatone e la paura che mi fa tremare. Nathaniel non mi ha mai parlato del suo passato. Possibile che sia scomparso?
Mi rimetto a correre, orripilata all’idea, e decido di tenere la foresta per ultima, ben sapendo che lui non ci si è mai avvicinato e anzi, ha sempre mostrato una sorta di insofferenza per quell’ammasso di alberi. Mi ritrovo allora a correre verso la sorgente e il cancello d’argento, un luogo che non visito dai primi giorni in cui sono arrivata. Le mie gambe mi dicono che è il posto giusto. Rallento a pochi metri dal cancello e lo vedo: seduto contro l’albero della vita, gli occhi chiusi e il viso pallido. Le mani abbandonate sull’erba.
In poche falcate raggiungo il cancello e lo apro, per poi precipitarmi verso il ragazzo.
-    Nathaniel! Mi senti? Cos’è successo?-
Lo scuoto malamente, troppo impaurita per darmi una calmata. Gli cerco il battito sul collo e sul polso e mi sento morire quando lo sento flebile ma regolare.
Gli tasto braccia, spalle, torace e gambe in cerca di ferite, ma non ne trovo: altra cosa che mi fa calmare un poco.
-    Nathaniel-
Lo chiamo di nuovo, senza ottenere risposta. Gli scosto i capelli color grano dal viso e un pensiero terrificante entra a forza nella mia mente: è probabile che io sono così com’è lui ora, nella realtà in cui sono in coma.
-    No, no no no! Nathaniel! Non può essere, non è vero! Non andartene così! Non adesso!-
Prendo a scuoterlo febbrilmente, a tastargli le guancia e a stringergli le mani.
-    Nathaniel-
Mi esce un sussurro strozzato, e mi rendo conto che sto perdendo il controllo di me, diventando la ragazza debole che non volevo più essere.
Cerco di riprendere il controllo di me e mi do un’occhiata attorno. La fonte. Acqua. Devo dargli dell’acqua.
Mi alzo decisa, ma d’un tratto mi sento tirare di nuovo a sedere e mi accorgo che Nathaniel mi ha afferrato una braccio. Potrebbe anche essere una scena inquietante, se non fossi così preoccupata per lui.
-    Azzurra?-
Riesce a mormorare con voce gracchiante.
-    Sì sono io! Cos’è successo?-
Invece di rispondermi, aumenta la stretta sul mio polso e mi sento trascinare in un vortice di immagini e suoni. Mi sento come in un mulinello colorato che si mette a fuoco piano piano. Vedo scene della mia vita che si erano assopite nella mia memoria. Vedo Kentin nella foresta che mi porge una mano paffuta per aiutarmi a salire un albero. Vedo Lysandre che mi lascia salire sul bus, la prima volta che ci siamo parlati. Vedo Castiel guardarmi in cagnesco dal divanetto. Mia madre, mio padre, i miei amici, i miei parenti, tutto. Come uno tsunami colorato, la consapevolezza torna in me. Vedo Nathaniel. Non il Nathaniel che ritrae la mia coscienza dei sogni, no, un Nathaniel che sembra vero, appena fuori la porta di un’aula scolastica, che guarda con chiaro disprezzo la massa allegra di studenti che gli passa davanti.
Voglio cogliere quel ricordo, ma quello mi sfugge tra le dita come fumo, per ricrearsi sotto forma di Kentin alle medie, con gli occhiali e il taglio fallito da Harry Potter.
Voglio vedere tutto, non voglio perdermi un istante di quel tripudio d’immagini ma, così come è cominciato, quello finisce, e io mi ritrovo di fianco all’albero con ancora la mano di Nathaniel stretta sul polso. Lui respira affannosamente.
-    Hai visto?-
-    Sì… I… I miei ricordi?-
Il suo viso si rilassa e annuisce appena.
-    Come…-
-    Azzurra, non c’è rimasto molto tempo. Io sto svanendo, il sogno sta svanendo. Devi tornare indietro e svegliarti, o resterai in questo stato. Anzi no, non ci sarai più, sarai morta-.
-    Nathaniel, così mi spaventi! Che devo fare?-
Tossisce un poco e apre piano gli occhi dorati, che ora sembrano offuscati e cechi.
-    Devi addormentarti, qui dove sono io. Ho sbagliato, ma ora non posso spostarmi-
Si ferma un attimo, poi allarga piano le braccia, invitandomi ad addormentarmi sul suo petto.
-    Ma… Egli altri? Che ne sarà di loro?-
-    Sono solo… Immagini-
Ho paura, è tutto così improvviso… Ma non ho più tempo. Abbraccio il Mondo dei Sogni con uno sguardo, e riesco ad immaginare i cinque ragazzi seduti ancora al bar, a ridere e parlare, prendendosi in giro tra loro. Una lacrima mi riga la guancia destra, riportandomi al mio compito.
Mi giro verso il ragazzo, che sta diventando sempre più magro e grigiastro in volto. Mi accuccio accanto a lui e poggio il capo sul suo petto ossuto, chiudendo piano le palpebre.
È finita. Ora comincia la vera battaglia. No, non sono pronta, avrei voluto avere più tempo, conoscere di più loro e questo Mondo. Avrei voluto capire i miei sentimenti ambigui. Avrei voluto un sacco di cose, ma ormai è inutile rimpiangere il passato. Ora è tempo di combatter contro il mio stesso corpo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Caramel Macchiato