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Autore: ludo22    18/03/2015    1 recensioni
La mia storia è ambientata a New Orleans, non a Verona, e ci sono i vampiri, i lupi mannari e gli ibridi che si odiano tutti fra loro, ma nel mezzo di questa guerra nasce un amore tra Niklaus Mickealson, nobile ibrido e Caroline Forbes, nobile vampira.
Finirà come la più famosa tragedia o li attende un finale migliore?
Ai posteri l'ardua sentenza
Personaggi: Klaus/Caroline, Un po' tutti
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico, Tragico
Note: AU, OOC, What if
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus, Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Dal capitolo precedente: 

<< Se disturbate le nostre strade ancora una volta, saranno le vostre vite, lo giuro, a pagare la rottura della pace. Per questa volta tutti gli altri a casa! Tu, Forbes, vieni con me, mentre tu Mickelason, questo pomeriggio, fatti trovare al palazzo di St. Louise, dove ha sede la nostra Corte di Giustizia, per conoscere le loro decisioni sulla decisione da dare per questo caso. Ora per chi non volesse essere messo a morte consiglio di andare via da questo luogo. >>
E se ne andarono tutti, meno Elijah, Mickealson e Monna Mickealson.]

 




<< Dimmi figliolo, sono vere le parole dei servi di Forbes? Eri qui quando hanno cominciato? >> chiese il padre tranquillamente al figlio.
<< Quando sono arrivato, era già iniziata tra i nostri e loro questa dannata rissa. Per cercare di separarli ho impugnato la spada, ma in quello stesso istante è arrivato Stefan, spada e denti bene in vista e mi ha sussurrato parole di sfida all'orecchio. Poi mi ha attaccato e mentre ci scambiavamo colpi è accorsa un mucchio di gente e la zuffa cresceva e si ingrossava, fin quando non è arrivato il principe che ci ha divisi! Mi dispiace padre. >> finì Elijah.
<< Niklaus, dov'è? L'hai visto stamattina? Sono proprio contenta che non si sia trovato in questa rissa. >> chiese la madre, preoccupata sia dal comportamento che avrebbe assunto il marito di li a qualche secondo, sia da quello dello stesso Niklaus. Erano giorni che non mangiava e che si comportava in modo strano. 
Come volevasi dimostrare Mickelason si infuriò a sentire quelle parole e ribatté:
<< Donna, il fatto che sia il mio primogenito non ne fa il mio automaticamente erede diretto! E poi… >>
Ma Elijah intervenne per evitare le incresciose parole che sicuramente sarebbero uscite dalla bocca del padre
<< Madre, vi dirò: questa mattina, prima che il sole sorgesse, un qualcosa mi fece uscire di casa; e lo vidi proprio fuori del bosco di aceri che sorge a ovest della città. Gli sono andato incontro per scambiare quattro chiacchiere ma appena si è accorto della mia presenza, è scomparso. Io, già turbato dalla tristezza che stamattina aveva albergato il mio animo, decisi di non seguirlo. >>
Il padre era già pronto ad intervenire con una delle sue battute cattive ma la madre dei due ragazzi intervenne:
<< Lo hanno già notato là molte mattine, mentre piange e cova una tristezza infinita. Poi, come spunta il sole, il mio povero ragazzo si rinchiude nella sua stanza, riproducendosi ad arte, un'altra notte. Questo umore gli sarà fatale, se qualcuno non gli darà qualche buon consiglio. >>
<< E il motivo di tanta tristezza lo conosci, nobile padre? >> chiese Elijah andando a parare proprio dove la madre voleva: la curiosità e la saggezza del Mickealson che infatti rispose balbettando e arrossendo:
<< No, e lui stesso non mi da modo di conoscerla >>
<< Quindi avete già provato ad interrogarlo? >> chiese Elijah diplomaticamente.
<< Ci ho provato e come me anche i suoi più fidati amici. Ma il solo confidente del suo male è lui stesso. Somiglia ad un bocciolo di un fiore che, morso da un verme, esita ad aprire i petali. Se sapessi cosa lo angustia farei il possibile per fargliela passare. Che c'è moglie? E' sempre il mio figliastro. >>
In quel preciso istante, Elijah poté scorgere in lontananza la figura di Nicklaua che si avvicinava. Quindi disse ai genitori:
<< Eccolo che arriva. Mettevi in disparte: mi deve dire lui stesso, con le sue labbra, cosa lo preoccupa, o mi dovrà dire mille volte che non ha nulla. Ma ora vi prego, allontanatevi. >>
<< Spero che tu sia tanto fortunato da avere, qui, a quattr'occhi con lui, una risposta finalmente sincera. Andiamo cara. >> commentò Mickealson andandosene.
<< Buongiorno fratello >> interruppe Elijah i pensieri di Niklaus che intanto si era avvicinato.
<< Che ore sono? >> chiese sconvolto il biondo
<< Sono appena le nove. >> gli rispose il fratello.
<< Ah quanto sono lunghe e tristi le ore per l'uomo. Ma era nostro padre quello che ho visto allontanarsi? >> chiese nuovamente l'ibrido.
<< Era nostro padre, si. Ma qual'è la pena che affligge le ore di Niklaus? >> domandò Elijah notando per la prima volta la brutta cera che aveva il fratello. Era più pallido del solito, con delle profonde occhiaie violacee, come se non si nutrisse da giorni. 
<< Io sono… >>
<< Innamorato? >> chiese Elijah, preoccupato.
<< Dentro… >>
<< Dentro all'amore? >> tornò a chiedere Elijah, sempre più confuso.
<< All'amore? Assolutamente no, fratello. Dentro all'odio semmai!
La odio e lei odia me. L'odio è uno dei sentimenti più grandi al mondo, Elijah, perché viene dal nulla, è violento e oscuro, serio e pazzo, caldo e freddo, malato ma al tempo stesso sano. Ridi di me? >> chiese poi Niklaus.
<< No, sono triste perché tu lo sei. >> gli rispose empaticamente il buon Elijah, cui Niklaus scoccò uno sguardo di apprezzamento.
<< L'odio è follia. Arrivederci fratello. >> disse quest'ultimo allontanandosi.
<< Aspetta Niklaus, dimmi chi è che odi? >>
<< Odio una donna >>
<< L'avevo immaginato >> ribatté Elijah << Ma chi è questa fantomatica ragazza? >>
<< Camille.     Lei è brutta, antipatica e cattiva (a volte perfino più di quanto lo siano i Forbes stessi!). E il massimo è che non riesco a farmi odiare da lei… >>
<< Cosa potrà aver mai fatto Camille Forbes per farti infuriare tanto? >> domandò Elijah, stupefatto. Il fratello era una persona irritabile e tendenzialmente molto impulsiva, ma un odio così profondo non l'aveva mai visto provare per nessuno… Tantomeno per una ragazza! 
Mai fatta domanda più sbagliata, ebbe modo di notare, quando il fratello gli lanciò un'occhiataccia.
<< Ah, ora capisco… Ti ha rifiutato, beh dimenticala. Ci sono tante altre ragazze che morirebbero pur di avere un appuntamento con te! >>
<< No, non posso dimenticarla! >>

 

Scena II - New Orleans, una via

 

Passeggiavano tranquillamente l'anziano Forbes, Tyler e Alaric, chiacchierando del più e del meno, quando il primo dei tre parlò:
<< Il Mikealson ha, come me, sulla testa la minaccia di una grande punizione nel caso non riuscissimo a sedare le fazioni più estreme delle nostre famiglie; ma, essendo parecchio anziani, non credo che avremmo particolari problemi di convivenza, oramai. >>
Tyler intervenne.
<< Godete entrambi di un'alta stima. E' davvero un peccato che entrambe le vostre famiglie si odino così tanto… Ma ditemi, mio caro Forbes, qual'è la vostra risposta alla mia proposta? >>
<< Non posso che ripetervi quello che vi ho già detto: mia figlia ha solo diciassette anni; lasciamo che cresca ancora di due anni, prima che la si possa chiamare sposa. >> temporeggiò il Forbes. Tyler era un licantropo, e come ben sappiamo, tra lupi mannari e vampiri scorreva cattivo sangue. Per stemperare questa tensione, il padre di Tyler, rimasto abbagliato dalla bellezza della giovane Forbes, aveva deciso che i due ragazzi si dovessero sposare. 
<< Ragazze più giovani di lei sono già fresche spose >> commentò infastidito il giovane.
<< Quelle che vanno spose più giovani di diciassette anni, perdono la bellezza ancora prima. Caro Tyler, se posso darvi un suggerimento, intanto corteggiatela; e cercate di conquistarne il cuore. Se anche a lei piacete, allora avrete il mio consenso in meno di un giorno. >> poi alla vecchia volpe di Forbes gli venne in mente un piano << Stasera darò a casa mia, come è vecchia usanza della mia famiglia, una festa. Spero che vi unirete anche voi a noi, come mio gradito ospite >> suggerì dopo qualche istante rimarcando quel gradito, perché alle feste che normalmente si davano in casa Forbes, la caccia al licantropo era quasi la parte più divertente. Se non eri il licantropo, ovviamente. << Sotto il mio tetto, potrete ammirare tutte le bellezze di New Orleans e potrete fare, allora, la vostra scelta. Di certo ne troverete di più belle della mia. >> Poi si rivolse ad Alaric << E tu, compagno, vai in giro ad invitare, senza perdere tempo, per le belle strade di New Orleans, tutti i nomi presenti su questa lista; fa sapere, te ne prego, che offriamo ospitalità a tutti i presenti. >>
Dopo aver detto questo, il vecchio e Tyler se ne andarono per fatti loro, lasciando solo il povero Alaric, che sbuffò:
<< Andare a cercare tutti i nomi presenti su questa lista… Ma io non ho mai imparato a leggere, accidenti. Ci vuole qualcuno che si istruito e che sappia farlo. Oh, guarda te che fortuna! >>
In quel momento passarono, casualmente, Niklaus ed Elijah.
<< Il fuoco consuma il fuoco stesso, caro fratello. Il dolore disperato trova la sua cura solo quando incontra un dolore ancora più disperato del proprio. >> diceva il saggio Elijah. << Date all'ammalato una medicina e immediatamente lui starà meglio. >>
<< Eh già, pure la foglia di piantaggine lo è! >> commentò il cuore infelice.
Elijah interruppe la sua filippica per prestare orecchio a cosa diceva il fratello e chiese: 
<< Ma rimedio a cosa? >>
<< Nel caso ti si rompesse uno stinco! >> gli rispose Niklaus.
<< Ma che dici, sei matto? >> domandò Elijah allarmato.
<< Matto no, ma come un matto incatenato, si, frustrato, tormentato >> spiegò il fratello, prima di vedere il servo dei Forbes, cui si rivolse << Buongiorno, buon uomo! >>
<< E che lo sia per voi! Di grazia, sapete leggere? >> chiese Alaric.
<< Si, purtroppo >> commentò Niklaus.
<< Sapete leggere tutto, quindi? >> continuò a chiedere il servo.
<< Si certo, Se conosco l'alfabeto e la lingua in cui è scritto. >> mormorò il maggiore dei due.
<< Questo è parlare da persona onesta! Vi saluto. >> mormorò Alaric, affranto. Per strada non si vedeva nessuno e ciò significava che sarebbe dovuto tornare a casa Forbes e chiedere informazioni a chi ne sapeva più di lui.
<< No, amico, resta, questo lo so leggere >> mormorò Niklaus, strappando al poveretto il foglio. << 'Signor Lockwood, con moglie e figli',
'Conte Bennett e le sue belle sorelle',
'La bella dama vedova Nadia',
'Zio Forbes con signora e figlie',
'Signor Fell e graziose nipoti',
'La mia bella nipote Camille',
'Katherine, il signor John e suo cugino',
'Stefan, Lorenzo e l'effervescente Elena'.
Una bella combriccola, e dove vanno? >> chiese Niklaus.
<< Ci sarà una festa stanotte a casa Forbes. Se non siete Mikealson siete invitati per bere un po' del nostro buon vino. Addio >> disse poi Alaric, andando trafelato a consegnare la notizia della festa ai dovuti ospiti, maledicendo il padrone che lo faceva sgobbare da una parte all'altra della città.
<< A questa festa ci saranno oltre a Camille anche tra le più belle ragazze di New Orleans. Andiamoci e potrai riscattare la tua vendetta, uccidendola o stuprandola, a piacer tuo >> disse Elijah, fermamente convinto che il fratello non avrebbe accettato l'invito.
Ma Niklaus lo stupì, perché accetto senza battere ciglio.
<< Ma si, andiamoci, glielo farò vedere io a quella maledetta cosa significa mettersi contro un Mikaelson >> disse, ritrovando il famoso ghigno che lo contraddistingueva dal fratello. 

 

 

N/A 

Eccomi qui, con solo tre giorni di ritardo di cui mi scuso, ma è impossibile stare dietro a quattro long e cercare di raccapezzarci qualcosa :).
Come avrete notato, Mikeal l'ho reso ostile a Klaus, che nella mia storia è il primogenito, ma non troppo. 
E quella poveraccia di Camille? Bhe fa la fine che merita.
Nel prossimo capitolo comparirà finalmente Caroline. 

Baci 

Ludovica

 

   
 
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