18/03/2015
4 recensioniErano apparsi ad Abram, al quale era stato cambiato il nome in Abramo, alle Querce di Mamre, mentre questi sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Appena li vide, corse loro incontro e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. Accomodatevi sotto l’albero. Permettete che vada a prendervi un boccone di pane; dopo potrete proseguire, perché è per questo che siete passati dal vostro servo.»
Raphael sussurrò a Michael: «Visto che siamo in tre, perché la prima parte della frase era al singolare?»
«E che ne so? Chiediglielo.»
«Gabriel, chiediglielo tu.»
«Stava parlando con me, praticamente l’ho allevato io.»
Dopo un po’ si videro offrire una focaccia a testa e una ciotola contenente sia pezzi di capretto sia latte acido.
“Latte acido? Ma che razza di gusti hanno questi umani? Pensavo di averlo cresciuto meglio” pensò Gabriel, disgustato, sedendosi a tavola in mezzo agli altri due a mangiare, chiese: «Dov’è Sara, tua moglie?»
Rispose Abramo: «È là nella tenda.»
Gabriel riprese: «Fra un anno a questa data, Sara avrà un figlio.»
Abramo si prostrò nuovamente con la faccia a terra, in apparenza in segno di rispetto, in realtà stava ridendo, quando riuscì a smettere disse a Gabriel: «C’è già Ishmael come mio erede.»
Gli rispose l’arcangelo: «Anche tua moglie Sara ti darà un figlio e sarà lui l’erede della Promessa.»
Intanto Sara stava ascoltando all’ingresso della tenda e anche lei si mise a ridere.
Che giornata schifosa: Michael e Raphael erano furiosi per essere stati costretti a scendere tra gli umani e non spiccicavano parola, in più il futuro patriarca e la moglie non lo stavano prendendo sul serio, invece di essere esultanti, stavano ridendo come se avesse raccontato loro facezie! È vero che era un angelo burlone ma, per la miseria, di solito era lui quello che si divertiva alle spalle degli altri, non il contrario! Inoltre aveva mangiato in maniera pessima!
Gabriel chiese ad Abramo: «Perché Sara ha riso? Anche se tu hai 99 anni e Sara 89 non c’è niente d’impossibile per il Signore. Al tempo fissato avrà un figlio.»
Sara schizzò fuori dalla tenda negando: «Non ho riso!» ma Gabriel replicò: «E invece sì. Senti, se l’annuncio te lo faccio fare da uno di questi due» e li indicò coi pollici «ci crederai o continuerai a sghignazzare?»
I due chiamati in causa lo fissarono con un’espressione da “non è un problema nostro”. Che giornata schifosa!
Finito di mangiare, gli angeli si alzarono e andarono a contemplare Sodoma dall’alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli.
Michael chiese: «Gabriel, vieni con noi a Sodoma e Gomorra?»
«Non posso, ricordi? Un angelo, una missione e la mia l’ho già svolta. Valutate bene prima di agire.»
Abramo chiese: «Che cosa devono valutare prima di agire a Sodoma?»
Rispose Gabriel: «Il grido contro Sodoma e Gomorra è troppo grande e sembra che i loro peccati siano molto gravi. Siamo scesi a vedere se davvero hanno fatto tutto il male di cui si parla.»
Michael e Raphael volarono verso Sodoma, mentre Abramo disse a Gabriel: «Davvero sarà sterminato il giusto con l’empio? Forse vi sono 50 giusti nella città: davvero li volete sopprimere? E non sarà perdonato quel luogo per riguardo ai 50 giusti che vi si trovano?»
Rispose Gabriel: «Se a Sodoma si troveranno 50 giusti, per riguardo a loro tutta la città sarà perdonata.» “Di Gomorra non t’importa niente, eh?”
Abramo riprese: «Forse là se ne troveranno 40.»
Rispose: «Non lo faremo, per riguardo a quei 40.»
Riprese: «Forse là se ne troveranno 30.»
Rispose: «Non lo faremo, se ve ne troveremo 30.»
Riprese: «Forse là se ne troveranno 20.»
Rispose: «Non la distruggeremo per riguardo a quei 20.»
Riprese: «Forse là se ne troveranno 10.»
Rispose: «Non sarà distrutta per riguardo a quei 10, non ti preoccupare: la famiglia di tuo nipote Lot sarà comunque salva e poi conta 4 persone, giusto? Non sarà impossibile trovarne altri 6.» “Ma perché non ammetti che t’importa solo di Lot e degli altri abitanti te ne sbatti? Ora basta con le trattative, devo trovare subito dei fichi per levarmi questo saporaccio di latte cagliato di bocca.” E sparì con un frullio di ali.
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Racconto ispirato dal capitolo 18 della “Genesi”