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Autore: altaira    19/03/2015    1 recensioni
La mia storia racconta di un uomo che incontra di continuo una ragazza fidanzata di cui si innamora. Lei improvvisamente riceve una proposta di matrimonio dal suo ragazzo e le cose si complicheranno
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Francesca chiamó Clelia mentre guidava verso casa di Pino.
-Buongiorno, parlo con Clelia?- chiese al telefono.
- Si, chi è?- rispose lei dall' altro lato.
- Ciao Clelia, sono l'avvocato Mancini. Vorrei parlarti urgentemente, i bambini sono a scuola?- continuò Francesca decisa.
- Si- controbatté l'altra con voce preoccupata.
- Bene, ti dispiace se passo da casa tua tra 10 minuti?- 
-No, non ci sono problemi. Ma è successo qualcosa?- chiese Clelia un po' spaventata.
- Si, ma stai tranquilla, niente di irreparabile, anzi... Credo di aver risolto un paio di problemi del tuo caso. Te ne parlerò meglio da vicino, a dopo.- asserí Francesca e chiuse la telefonata. 
Dopo pochi minuti era davvero sotto casa sua, Clelia abitava a poca distanza dalla villa di Pino, e Francesca era già stata da lei per alcune rilevazioni utili al processo.
- Ciao Clelia.- la salutò entrando in casa. - Sei davvero sola?- la donna le aveva aperto la porta mezza impaurita.
- Si, ma cosa è successo?- chiese realmente ignara degli ultimi eventi. Francesca aveva imposto a Pino il silenzio assoluto.
- Dunque, siediti. Ho bisogno di parlarti. So di te e Pino. L'ho lasciato ma non ho rancori. Anzi sono piuttosto arrabbiata con lui per aver lasciato due bambini senza un padre per tutto questo tempo. Sono innamorata di un altro, ed entro questa sera traslocherò.- Clelia la guardò a bocca aperta, con un' espressione che le ricordò molto Pino.
- Francesca, non hai idea di ciò che ho dovuto combattere. Ho avuto io l' idea di farvi sposare per difendere le apparenze, per questo ti chiedo anche scusa. Davvero,mi sento una cretina, e non so come potrei ricambiare.- disse la donna veramente contrita.
- Non preoccuparti. Io la reputo acqua passata. Ora ho bisogno delle lettere del tuo ex marito. Sono ancora il tuo avvocato ed ho intenzione di dare un' altra mandata alla serratura della sua cella, poi forse riuscirò anche a buttare la chiave.- le rispose Francesca. Clelia la guardava stupita e riconoscente, corse nella sua camera da letto e tornò con un raccoglitore pieno da cui estasse una trentina di fogli. 
-Sono queste.- disse porgendoli a Francesca che sedutasi cominciò a sfogliare cercando di leggere a grandi righe ognuna di esse. Effettivamente contenevano tutte minacce anche abbastanza gravi. Alcune reali ed altre che sembravano prive di ogni fondamento logico. Non erano rivolte solo a Clelia, ma anche ai bambini, i "bastardi" come scriveva l'uomo, e a Pino. Se quella donna le avesse portato quelle lettere avrebbe scoperto la storia molto tempo prima. 
-Me le porto tutte. Le fotocopio e le porto ai carabinieri. Se tu vuoi venire con me, acceleremo i tempi per il divorzio, e faremo allungare il suo “soggiorno” in cella. Non potrà più scriverti, non potrà avvicinarsi a te, e l'affidamento dei bambini potrebbe diventare tuo, esclusivamente. Posso anche aiutarti ad avere lo scioglimento del matrimonio religioso. Ci sono tutti i presupposti per avere anche quello.- Francesca spiegò tutta la situazione a Clelia, e lei annuiva ad ogni frase.
-Non avrei mai creduto che tu avessi potuto salvare la mia storia con Pino, stamattina gli ho scritto un sms in cui gli ho detto che non avrei voluto più vederlo.- rispose Clelia.
-È stato proprio quel messaggio a farmi capire tutto. Sono andata dal mio ex suocero, arrabbiata come una belva, e lui mi ha raccontato la realtà. Sai credo che devo anche ringraziarti. Mi hai dato un motivo importante per lasciare Pino. Ti giuro, Clelia, voglio fare  di tutto per farvi vivere felici. Non voglio più privare nessuno della sua serenità.- continuò.
-Francesca, io ti sarò riconoscente per tutto quello che stai facendo per noi. È incredibile quanto ti odiassi stamattina, e quello che sta succedendo ora.- le disse Clelia e l'abbracciò. Francesca ricambiò.
-Credimi, spero che tu e Pino vogliate restare miei amici. Nonostante gli voglio bene, e i vostri bambini sono meravigliosi.- le sussurrò. - Se avrete mai ancora bisogno di qualsiasi cosa, io sono qui.-
-Francesca, sei una grande amica, davvero! Penso che avremo sempre bisogno di te.-
Francesca uscì da quella casa con una nuova consapevolezza. Michele, ovunque fosse la stava aspettando ansioso. Mentre andava alla villa, lo chiamò.
-Michele, amore, sto andando alla villa a prendere le mie cose, ma non ho idea di dove portarle.-
-Non mi avevi ancora chiamato amore fino ad oggi.- rispose lui. -È bello, mi piace.- e Francesca avvampò. Menomale che lui non era di fronte a lei.
-Ok, Amore.- sottolineò lei. -Mi hai trovato una casa da occupare già stasera?-
-Si, stupidina, se non ti dispiace, puoi appoggiarti nella mia casa a Santa Lucia, ti costruirò un appartamento dove vuoi a partire anche da domani, ma per ora, ti prego, resta da me.- le disse lui con voce supplichevole.
-Ok! Vado a fare le valigie!- gli rispose lei tutta contenta. - Appena ho finito vado direttamente a Santa Lucia. Spero di trovarti lì.-
-Oh! Si! Ho già avvisato Susy che ti trasferirai là. Non vedo l'ora di vederti anche io, amore mio.- disse lui e chiuse la telefonata.
Anche lui l'aveva chiamata amore! Il cuore di Francesca fece tre capriole mentre entrava con l'auto nel viale della villa. Appena dentro cominciò a raccogliere tutte le sue cose. Pino era là.
-Francesca, devo ringraziarti.- le disse mentre l'aiutava a sistemare i suoi abiti in uno scatolone.
-Sta zitto, stupido che non sei altro! Come hai potuto pensare di sposarmi, quando avevi due bambini? Potevo risolvere tutto come ho fatto ora, no?- 
-Credevo davvero che fossi innamorata di me.-
-No, mi dispiace dirtelo così, ma non credo di essere mai stata innamorata di te. Me ne sono accorta solo un mese fa, e mi sono rosa tutto il tempo dai sensi di colpa.-
-Mi dispiace, non volevo farti del male.- disse lui.
-Non volevo fartene neanche io. E fortunatamente non è stato così.-
Pino l'aiutò per tutto il tempo, le spostava gli scatoloni pieni nel garage, ed alla fine le aiutò a caricare l'auto. 
-Se trovo ancora qualcosa, te lo faccio avere in ufficio.- le disse. - Veramente non so come ringraziarti ancora.-
-Pino, sei il mio migliore amico, lo sei sempre stato. Smettila di ringraziarmi, e pensa piuttosto a ricomporre la tua famiglia ora.- gli rispose.
Lui l'abbracciò. La strinse forte, trasmettendole tutto l'affetto che provava per lei. Era un abbraccio molto diverso da quelli che le aveva sempre dato, questa volta non era teso, Pino finalmente si era rilassato.
Francesca salì in auto e lo saluto con una mano sorridendo, mentre lentamente si apriva la serranda del garage. Lei mise in moto l'auto, e sfiorò con una mano il cuoricino che le aveva regalato Michele. Ora era davvero pronta per partire per questa nuova avventura che l'aspettava.

Era passato un mese da quando aveva lasciato casa di Pino. Francesca era chiusa nel grande bagno del loft di Michele, e stringeva tra le mani quel bastoncino magico che le avrebbe detto entro pochi minuti se la sua vita stava per cambiare ancora, o sarebbe proseguita con le solite abitudini. L'attesa era tremenda. Andava su e giù, non riusciva a trovare pace, ma poi dopo quegli estenuanti minuti, seppure pochi passarono, e Francesca andò a controllare l'esito, con mani tremanti sollevo il bastoncino e si guardò nello specchio. Una lacrima le scese lungo una guancia. Aprì la porta ed uscì dal bagno. Michele era seduto sul divano bianco nel salotto, e appena la vide scattò in piedi.
-Qualsiasi cosa sia successa, sappi che ti amo! Era da almeno un mese che volevo dirtelo, ma non riuscivo a trovare il coraggio. Ora che mi sento mezzo ubriaco per questa cosa, voglio approfittarne, e dirtelo. Se tu vorrai te lo dirò all'infinito.- le disse quasi sussurrando, e passandole un pollice sul viso per accarezzarla.
-Michele, anche io ti amo. E ti amo davvero, non credevo che l'amore fosse così. Non credevo che esistesse un'emozione così forte. Non so come dirtelo, non so come la prenderai, ma...- lui la guardava intensamente, era trepidante, le mani di lei tremavano mentre lui le stringeva forte, quasi come se avesse paura che lei gli sfuggisse. -È positivo, sono incinta!- gli disse, e si lasciò andare al pianto. Lui le sorrise, era la cosa più bella che potesse dirgli. La strinse forte e la baciò, a lungo, senza prendere respiro.
- Se è maschio lo chiamiamo Bart.- le disse infine amandola con tutto se stesso, lei sorrise e lo baciò ancora, come se non desiderasse fare altro nella vita.
  
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