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Autore: FairySweet    19/03/2015    1 recensioni
... "Perché sei ancora qui?" ma quello sguardo orgoglioso e vivace, figlio del tempo, figlio di un ricordo che custodiva gelosamente non accennava ad abbassarsi "Perché sei qui?" ma più provava a parlare con lui e più tutto diventava lontano e sfocato, lontano da loro, lontano dal mondo, lontano da ogni cosa che fino ad ora l'aveva sempre tenuta al sicuro ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Dottore” sorrise appena stringendo quella mano tesa verso di lui “Che piacere rivedervi duca. Com'è stato il vostro viaggio?” “Movimentato” esclamò divertito sedendosi sulla poltroncina di velluto di fronte a lui “Questa è la prima cosa soffice su cui siedo da giorni” “Un uomo della vostra statura avrà poltrone simili ovunque” “Si, ma il tempo per sedervici? Questo si che è raro amico mio” un servo dall'aria felice e soddisfatta posò sul tavolino un vassoio con due calici di vino “Allora, come state?” “Bene, molto bene duca” “Non avete tagli sul viso né lividi di dubbia natura, la mia bellissima sposa si è comportata bene” scoppiarono a ridere scordando per qualche secondo quella situazione oltre misura strana “Avete già visto vostra moglie?” Gregorio annuì appena sorseggiando il vino “Stava aspettando il suo cavallo” “Già” “Non datevi pensa amico mio. La sua salute è al sicuro” “Duca forse dovremo parlare di qualcosa che …” “No” mormorò posando il calice “Niente ramanzine né discussioni tristi, sono appena tornato da un viaggio lungo e stancante” “Questa cosa è della massima importanza” “Può aspettare un giorno no?” “Non credo che abbiate il tempo di aspettare per …” “Padre!” “Ecco la mia stupenda principessa” le manine di Ludovica si strinsero alle sue gambe, il volto sollevato verso di lui e negli occhi solo tanta gioia.
Per otto giorni aveva passato il tempo a chiedersi quanto fosse cambiata quella bambina, se fosse cresciuta, perché per otto giorni non l'aveva vista.
Nascosta come un gioiello prezioso, qualcosa che nessuno poteva toccare, qualcosa di fragile e delicato che solo Anna poteva ammirare.
Ora l'aveva davanti, piccola e bella, con i capelli sciolti e un vestitino color pesca che rendeva la sua pelle ancora più luminosa mentre quello sguardo sognante era solo per il suo papà “Mi sei mancata lo sai?” “Vai via ancora?” Gregorio sorrise prendendola in braccio “No, per tanto tempo papà resta a casa con voi” “Promesso?” domandò crucciata la piccola ma lui scoppiò a ridere baciandola “Che ci fai qui? Non dovresti essere di là con tua madre?” “Vostra figlia è una piccola traditrice” Gregorio annuì leggermente voltandosi verso la porta.
Era lì davanti a lui sorridente e felice, se ne stava immobile sulla soglia con le braccia conserte e lo sguardo perso sulla bambina “Vi offendete se vi dico che siete bellissima?” domandò divertito alzandosi in piedi “Me l'avete detto un'ora fa duca” “Sposa mia, potrei ripetervelo ogni ora del giorno senza mai esserne stanco” sussurrò sfiorandole il volto con la mano libera “Com'è stata la tua gita a cavallo?” “Movimentata” rispose abbassando qualche secondo lo sguardo ma la mano del marito posata dolcemente sul suo collo la costrinse a sollevare di nuovo il volto “Cosa mi nascondi?” Antonio sospirò alzandosi in piedi “Duchessa forse dovreste sedervi qualche secondo” “No dottore, mia moglie nasconde qualcosa” “Lo so duca e se volete avere l'accortezza di …” “Sei caduta?” ma il silenzio di quello sguardo bastò come risposta.
“Maria, porta Ludovica nella sua stanza” la giovane serva prese tra le braccia la bambina allontanandosi in fretta “Anna?” “Sto bene, non è successo niente” “Come vi sentite?” domandò confuso Antonio avvicinandosi a lei “Avete picchiato da qualche parte? La testa o …” “Mi spieghi com'è successo?” mormorò spaventato Gregorio stringendola per le spalle “Hai lasciato le redini? Qualcosa ha …” “Un cacciatore, lo sparo è stato forte e vicino. Vento si è spaventato e … ma c'era il tuo angelo custode con me e ha frenato il cavallo prima che i suoi zoccoli si divertissero a corrermi sopra ” “Un cacciatore? Ma che … nessuno ha il permesso di cacciare! Ho espresso il mio più totale divieto! Tu e i bambini passeggiate spesso nel bosco ed è per evitare cose del genere che ho vietato la caccia!” “Gregorio, sto bene vedi?” sussurrò sfiorandogli il viso ma le mani del marito la strinsero più forte tirandola tra le braccia “Dottor Ceppi, potete assicurarmi che sta bene?” domandò costringendola a sedere sul divano lì accanto “Dove stai …” “A tagliare la testa ad un insolente” sbottò gelido uscendo a grandi passi dalla stanza.
“Non mi avete risposto” “Cosa?” “Avete picchiato da qualche parte?” “La spalla” sussurrò “Solo la spalla” “D'accordo, fatemi vedere” sospirò abbassando leggermente il vestito.
Sotto le mani di nuovo quella pelle di seta pura che scorreva senza incontrare ostacoli, fresca e profumata come quelle pesche perfette che i contadini studiano nei più piccoli particolari.
Così bella da costringerlo a trasalire, e lei lo sapeva, conosceva bene l'effetto che aveva su di lui, sul suo animo povero e abbandonato perché  sorrise appena piegando leggermente la testa di lato, i capelli scivolarono via regalandogli la visione di quel collo che tanto aveva amato “Avete … avete un bel livido duchessa” mormorò tremante seguendo con le dita le linee della spalla “Vostro marito non ne sarà molto contento” “Mio marito non sarà a casa fino a quando non avrà trovato quel cacciatore” rispose “Si preoccupa sempre troppo” “Potevate ferirvi in modo grave duchessa” “Ma non è successo” raddrizzò di colpo la schiena allontanandosi leggermente dalla sua mano “Avete qualche consiglio medico da darmi per questo livido?” “Purtroppo no. Dovete solo evitare di caderci sopra di nuovo, potete farlo?” la sentì ridere mentre le mani coprivano di nuovo la spalla con la stoffa chiara nascondendogli la sua dolcezza “Non preoccupatevi, non è mia intenzione cadere di nuovo” si voltò verso di lui sorridendo appena, un sorriso falso, ingannatore, così delicato da sembrare solo una stupida smorfia “Vi ringrazio dottore” un leggero inchino e poi passi delicati e la consapevolezza di doverla lasciare presto, molto presto perché quegli occhi stavano violentemente divorando la sicurezza della sua nuova vita.


 
  
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