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Autore: Gwen Kurosawa    19/03/2015    0 recensioni
(Versione più elaborata della mia vecchia long, ripresa dopo un bel po' d'anni)
Una ragazza di quasi quindici anni intraprende, con anni di ritardo, il viaggio di formazione che la porterà in tutte le città di Johto, per conquistare tutte le medaglie ed eventualmente vincere la Lega. Il suo sogno è diventare un membro dei Superquattro nel futuro. Accompagnata da Angelo, Valerio e Chiara, tre capipalestra suoi amici, Marina scoprirà i segreti che avvolgono l'abbandono di sua madre e si ritroverà in mezzo all'avventura meno immaginata da lei.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelo, Chiara, Nuovo personaggio, Recluta, Valerio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime, Videogioco
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Capitolo Nove: Il Bacio.

Il Team Rocket era sparito: Karin e Kaoru, insieme alla donna che aveva fatto perdere i sensi a Marina, scapparono via e giurarono vendetta.
Angelo, dopo essersi separato da Gengar, si avvicinò al corpo inanime dell'amica.
Era pallida - più del solito -, respirava a fatica e sembrava stesse avendo qualche incubo.
Il biondo si inginocchiò: tese le sue forti braccia e la prese come fanno le madri con i loro bambini, per proteggerli.
-Chiara-san...- iniziò a parlare molto lentamente, come se stesse per piangere - Non c'è qualche posto in cui possiamo andare?
-Nelle condizioni in cui ci troviamo, verrà difficile andare ad Olivinopoli...- rispose Chiara, abbassando lo sguardo in direzione della castana.
Povera, non si meritava quel colpo da quella donna. Non se lo meritava...
-Qui vicino c'è una Fattoria abbandonata da pochissimo tempo... Se vuoi...
-Andiamo subito lì!- la interruppe Angelo. I suoi occhi viola erano pieni di lacrime e qualcuna attraversava anche il suo viso, le sue braccia stringevano il corpo di Marina, la sua voce tremava sempre di più.
La Capopalestra non poteva non commuoversi, però non sapeva se potevano davvero andare in quella fattoria.
-Angelo-kun... non so se...
-NON IMPORTA!
Chiara sussultò improvvisamente e Valerio si irrigidì di colpo: Angelo non urlava quasi mai, era un tipo anche pacato...
-Lei... lei deve riposare... deve riprendersi! Io... io... non ho saputo proteggerla...- 
Piangeva. Kurosawa Angelo stava piangendo. Valerio, sebbene molto toccato dalla scena, fece bene a memorizzarsi la scena.
L'Allenatrice di Pokémon Normali decise di non andare oltre e condusse il gruppo nella Fattoria.

La Fattoria era ancora in buonissime condizioni: all'esterno la casa sembrava piuttosto solida; all'interno, vi erano alcuni cibi e bevande, l'edificio era composto da due piani.
Al primo piano, vi era solo la cucina: Valerio, appena entrò, si sedette sulla prima sedia avvistata e Chiara lo seguì a ruota, iniziando a curargli qualche ferita.
-Se solo Marina-chan fosse cosciente...- borbottò inconsciamente la ragazza.
Lei sapeva benissimo che la castana aveva alcune conoscenze riguardo il primo soccorso e, nonostante anche la Capopalestra ne fosse esperta, sarebbe stato - a suo avviso - utile un aiuto.
Al piano di sopra vi erano delle stanze, o almeno, così intuì Angelo che, con Marina in braccio, cercò una stanza adatta.
Ne trovò una in cui vi era un letto e una piccola coperta messa di lato e vi entrò: fece attenzione a dove metteva i piedi - poiché erano al buio e il tempo era nuvoloso - e adagiò la castana a letto.
Appena la poggiò lì, lui la guardò intensamente e gli venne in mente un ricordo mai dimenticato.

Era la notte tra il diciassette e il diciotto Gennaio: due giorni di festività ad Amarantopoli, poiché si festeggiava Ho-Oh.
Angelo, ancora bambino di quasi otto anni, stava con Kaede e il suo fratellino appena nato. Voleva bene a Nicolas, almeno poteva giocare con qualcuno.
Il bimbo, però, si stava annoiando in quel momento.
-Mamma, posso andare al laghetto?- chiese innocentemente, prendendo un lembo dal kimono violetto della madre.
La bionda sorrise e lo autorizzò ad andarci, a patto di non allontanarsi troppo.
Angelo, appena sentì la madre, corse immediatamente verso il laghetto: lui era sempre stato legato ai Pokémon Spettro, motivo per cui molti lo escludevano, inizialmente; però, vedendo i pesci nuotare, si rilassava.
Arrivato lì, però, fu attratto di più da una bimba rannicchiata su se stessa.
Aveva i capelli lunghi castani scuro, acconciati in modo da sembrare un po' più corti e un kimono nero.
La bambina piangeva disperatamente e Angelo non poté non chiamarla.
-Ehi! Perché piangi?
La bimba alzò lo sguardo e incatenò i suoi occhi castani a quelli viola di lui.
La castana non capiva il perché il figlio del Capopalestra la cercasse. Lei era sola.
-Perché mi parli? Tutti mi prendete in giro... perché tu dovresti parlarmi?
-Ti vedevo piangere... le bambine carine non dovrebbero piangere.
Improvvisamente, lei smise di piangere: quel Kurosawa era davvero strano... nessuno parlava con lei e ora lo faceva Kurosawa Angelo?
-Come ti chiami?
-Marina... Miyazaki Marina...
-Bene! Marina, potresti essere mia amica?


D'impulso, Angelo stava stringendo la mano di Marina.
-Perdonami... non ti ho protetta.
Una lacrima si posò sulla mano di lei.
-Scusa...
Continuava a piangere, come se fosse lui la causa dello svenimento della castana.
-E' tutta colpa mia!
Nel frattempo, da lì passò Chiara che, curiosa, iniziò ad origliare.
-Non ho saputo proteggerti... non sono... non posso... stare al tuo fianco!
Un altro singhiozzo si diffuse per tutta la stanza.
La ragazza, ignara del pianto disperato del giovane, continuava ad essere immobile.
-Ti ho abbandonata, lasciata sola... non dovevo! Se io non ti avessi lasciata sola, tu non saresti così ora!
Il Mismagius di Marina, che si era da poco separata da lei, osservava la scena. Anche lei sembrava che piangesse.
Percepiva il sentimento che i due provavano l'uno per l'altra, ma erano incapaci di confessarlo e ammetterlo.
Poi, all'improvviso, ad Angelo venne in mente un'idea per cercare di calmare il suo senso di colpa.
-Mismagius... tu sei il Pokémon Stregone. Puoi fare l'incantesimo?
Il Pokémon capì immediatamente cosa volesse dire il Capopalestra: iniziò a sprigionare la sua energia, il suo terribile potere.
Chiara, che stava guardando quell'azione, iniziò a tremare, come se la temperatura fosse scesa a causa del potere del Fantasma.
Le aure di Angelo e Marina si fecero sempre più forti: il primo iniziò ad annebbiarsi e il Capopalestra divenne simile alla sua stessa ombra; la seconda forzava la ragazza a svegliarsi.
Dopo ciò, il Pokémon sparì nelle ombre.
Pochi secondi dopo, gli occhi della castana si aprirono, come se si fosse svegliata da un incubo e si mise a sedere.
"Cosa è successo? Perché mi fa male la testa?" si domandò l'Allenatrice di Pokémon Spettro, mentre si teneva la fronte con la mano.
Si sentiva abbastanza stordita e non riusciva a capire il motivo.
Improvvisamente ricordò cosa era successo mezz'ora prima: la lotta, il ricordo di sua madre, Angelo che sembrava morto, la sua Unione con Mismagius... poi non vide più nulla.
-Come mai? Cosa sarà successo?- si chiede ad alta voce, ignorando la presenza di Angelo affianco a lei.
Lei si guardò intorno: non conosceva quell'ambiente, quella stanza... Chi l'aveva portata lì?
Il suo pensiero andò al biondo amico.
-Chissà se Angelo sta bene...
Improvvisamente, sentì un sospiro ansioso. Sentì che qualcuno era vicino a lei, qualcuno che stava vegliando su di lei.
-Chi è?
Aveva paura, molta paura: avendo molto a che fare con i Pokémon Spettro, iniziò a pensare a tutte le leggende che Angelo le aveva raccontato.
Per un momento, pensò di essere stata attaccata da Darkrai... Ma una mano calda le accarezzò il volto.
-Tranquilla, io ti proteggerò. Stavolta, darò la mia stessa vita per te.
La voce era molto confusa, Marina non capiva a chi appartenesse, nonostante avesse notato una piccola somiglianza alla voce del ragazzo che lei amava.
-Tu cosa sei? Perché vuoi proteggermi?
Quella mano calda continuava ad accarezzarla e, dai respiri affannosi che si facevano sempre più vicini, capì che questa ombra si trovava esattamente a pochi centimetri da lei.
-Non ho saputo proteggerti, ti ho abbandonata... non voglio più. Non voglio più stare lontano da te...
Gli occhi della ragazza notarono un particolare di quell'ombra: gli occhi viola.
E non erano degli occhi come tutti, quel tipo di colore, quelle sensazioni che trasmetteva, quella sicurezza, quei sentimenti... potevano essere solo di una persona.
Ancora prima che lei dicesse qualcosa, sentì che, oltre ad una mano appoggiata alla sua guancia destra, l'altra mano si appoggiò al mento di lei e iniziò ad accarezzarla.
Dopo pochi secondi, sentì qualcosa di dolce appoggiarsi sulle sue labbra. Non sapeva dire che cosa fosse, ma appena si rese conto che quella dolcezza continuava a stuzzicarle le labbra, capì che quell'ombra la stava baciando.
Ma da quando le ombre possono accarezzare e baciare?
Non riusciva a capire molto, tra le carezze calde di questa sagoma e le sue labbra, lei non riusciva a comprendere.
Appena l'ombra si staccò, Marina cominciò a piangere.
-Non capisco chi tu sia... perché mi hai baciata? Io... io sono innamorata di... Kurosawa Angelo...
Appena disse queste cose, notò che l'ombra sussultò e le carezze si fecero ancora più gentili.
-Perché io ti amo. 
Si tradì con quelle parole. La baciò ancora, ancora e ancora, fino a quando entrambi non necessitavano di ossigeno.
Ogni bacio era una liberazione per Angelo perché, secondo lui, stava promettendo protezione e affetto nei confronti di lei;  per la castana, era un tuffo del suo cuore perché aveva la sensazione che quello fosse il Kurosawa che lei insisteva nell'odiare.
Il quinto e ultimo bacio chiarì ogni dubbio di lei: sebbene il biondo fosse diventato un tutt'uno con la sua ombra, la sua sciarpa cadde tra le gambe dell'Allenatrice.
La ragazza, appena l'ombra si staccò da lei, pose gli occhi sulla sciarpa, come se fosse sorpresa: era davvero Angelo? Angelo l'aveva baciata? Perché lei non riusciva a vederlo bene? Perché doveva fare questo?
Il ragazzo capì che lei aveva compreso tutto e chiese a Mismagius di interrompere l'incantesimo e di far addormentare Marina.
-Grazie... adesso so che tu... finalmente, mi ricambi... Angelo- disse questo la ragazza prima che il suo Pokémon forzasse il suo sonno.
L'illusione sparì e l'ombra di Angelo tornò al suo posto. L'allenatrice di Pokémon Spettro cadde nuovamente nel letto, profondamente addormentata.
-Scusami Marina, mi sento così inutile e così imbarazzato che ho dovuto chiedere alla tua Pokémon di nascondermi... -iniziò a dire il Capopalestra, non smettendo di accarezzare la sua amata.
Mismagius rimaneva lì, immobile, a guardare la coppia che stava per dividersi.
Credeva che, se la sua allenatrice fosse stata cosciente, un ceffone a quel ragazzo non glielo avrebbe tolto nessuno.
Il biondo, dopo averla accarezzata e averle rimboccato le coperte, se ne andò, col proposito di far riposare Marina il meglio possibile.
Appena uscì, notò che Chiara stava guardando dalla porta semi chiusa.
-Tu cosa ci fai qui?- domandò, cercando di essere il più freddo possibile. Peccato che era imbarazzato, troppo.
-Nulla, ho solo visto che tu baciavi Marina... niente di che!- ridacchiò la Capopalestra, che aveva notato quell'enorme imbarazzo provato da Angelo.
-Non devi dirle niente - confessò poi il quasi diciassettenne - Potrei perdere la sua amicizia.

I due decisero finalmente di scendere e Angelo vide Valerio a petto nudo. L'allenatore di Pokémon Volanti tentò di non farci caso e di agire normalmente, ma il biondo cominciò a ridere spudoratamente.
-Capisco che tu e Chiara-san siete fatti l'uno per l'altra ma... siete ancora minorenni- continuò a ridere il ragazzo, facendo - volutamente - imbarazzare i due interessati e vendicandosi sulla Capopalestra.
-Ma che stai dicendo? Lei mi ha solo medicato!
-Si, non pensare male!
L'asceta osservò i due: erano completamente rossi in faccia e, a stento, non tremavano.
-Vi ricordo che sono un'asceta. Se voglio, posso capire i vostri sentimenti.- ribadì Kurosawa, come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Cos'è tutto questo casino?
Una voce femminile interruppe il teatrino comico dei tre Capipalestra: quando Angelo se ne accorse, era troppo tardi.
Chiara, che ridacchiava, era accanto a lui e di fronte ci stava Marina, che si era appena alzata dal letto.
Lui iniziò ad avere realmente paura: se lei si ricordava tutto? Non che gli sarebbe dispiaciuto ma... come lo avrebbe spiegato? Lui, anni fa, l'aveva rifiutata! Allora... non poteva giustificare quell'azione.
-Angelo, ho trovato la tua sciarpa nel letto. Come è arrivata lì?- domandò ingenuamente la castana, porgendo quella sciarpa tanto familiare.
Angelo, con quel gesto, si ricordò un altro aneddoto.

Era il suo sedicesimo compleanno e, per la prima volta, lo stava festeggiando nella sua nuova casa.
Eugenius non poteva mancare, infatti era stato lui l'organizzatore della festa.
Tra tutti gli invitati, si poteva scorgere Marina, la quale erano due anni che non voleva vedere Angelo. 
Due anni fa, nello stesso giorno, lui aveva chiaramente detto che lei non poteva mai essere al suo fianco. Ovviamente, non lo pensava seriamente, ma Marina credette il contrario.
E adesso, si erano invertite le parti: era il Kurosawa ad essere innamorato di Miyazaki, mentre lei cercava di dimenticarlo il più presto possibile.
Durante la festa, in mezzo a tutto il casino, decisero che era arrivato il momento di aprire i regali.
Il biondo decise di aprire quello della castana.
-Non pensare che sia un regalo particolare... non sapevo che fare e ti ho comprato questa- spiegò Marina, porgendogli una sciarpa completamente viola.

Lui sorrise: quella stoffa rossa scuro era stata aggiunta poiché una volta, in una lotta, si era leggermente bruciata.
-Grazie Marina...- sorrise.
Marina ricambiò il sorriso, anche se aveva la sensazione che lui avesse fatto qualcosa di particolare in lei.
-Ma comunque... cosa è successo? Mi sono addormentata durante la battaglia?- chiese la castana, ricordando l'avvenimento successo qualche ora prima.
Valerio non poté non ridere: si immaginava la piccola Miyazaki cadere a terra per via di un colpo di sonno!
-Sei proprio cretina!
-Ti ringrazio Valerio-kun, lo so che mi vuoi bene!- ribatté l'Allenatrice, imbronciandosi e facendo finta di essersi arrabbiata. 
Anche Chiara e Angelo accennarono ad un sorriso, dopo aver visto una scenetta simile; poi, vedendo che l'asceta non voleva parlare, la Capopalestra svelò che era stata attaccata alle spalle da una donna.
-Una donna? Ma Karin era davanti a me, come poteva...- stava esponendo un dubbio, ma Marina fu fermata da Valerio, che stava ancora seduto.
-Era un'altra, ma io non la conoscevo.
L'Allenatrice di Pokémon Spettro si immobilizzò per pochi secondi: c'era un'altra donna in quel gruppo? E perché non l'ha affrontata direttamente, ma l'ha colpita alle spalle?
-Scusate la domanda, ma voi l'avete vista?- domandò la castana, un po' spaventata e intimorita da questa nuova figura che stava emergendo.
Nessuno poté rispondere a quella domanda: si calò il silenzio più spettrale, si sentivano solo i respiri dei ragazzi.
Valerio e Chiara, sapendo bene che l'unica ad aver visto e ad aver riconosciuto la donna era Angelo, guardarono il biondo: stringeva il pugno sinistro con estrema forza, deglutiva spesso e respirava a fatica.
Si sentiva come se avesse sulle spalle un peso enorme, come se cento spade lo stessero trafiggendo. Sapeva bene cosa poteva causare alla ragazza se avesse detto chi fosse... cosa doveva fare?
Prese un profondo respiro e, tenendo fede alla promessa che le aveva fatto poco prima, rispose: -No, l'ho vista ma non la conosco-
Per la seconda volta, Kurosawa Angelo mentì a Miyazaki Marina.
Chiara guardò l'amico: aveva preso la scelta di mentirle, quindi, l'avrebbe sostenuto. Decise, quindi, di parlare con la castana anche di questo.

Spazio Autrice:

Assente per colpa di internet. Uffa. E per problemi di salute... beh, mi spiace davvero tanto che questa storia non venga seguita... ci metto molta passione,,, se sbaglio qualcosa anche come lessico, ditelo e io correggerò.
Bene, il prossimo sarà il decimo capitolo, quindi l'undicesimo sarà un extra, anche se devo ancora decidere su cosa trattare. Aiutatemi ç__ç
Vorrei chiedere, a chi legge, una cosa: chi sa disegnare? Se c'è qualcuno che ama disegnare, mi contatti nella pagina che dopo metterò e mi mandi un'immagine di una scena o un personaggio che, fin'ora, avete preferito. Vorrei poter mettere ad ogni capitolo un'immagine del momento più importante. Ringrazio per la vostra collaborazione. La pagina è 
https://www.facebook.com/gwen.kurosawa.

Sayonara!

Gwen Kurosawa, un po' malandata.

   
 
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