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Autore: lola_fantasy    22/03/2015    5 recensioni
Sono passati quasi due anni dall'ultima battaglia contro Nidhoggr e gli ex draconiani trascorrono le loro giornate come dei ragazzi normali: studiano in scuole diverse ,guardano film, parlano, ridono, fanno passeggiate, vanno in giro, si divertono insieme... Ma la loro normalità non durerà ancora per molto tempo: infatti, due nuovi ragazzi sono al servizio di Nidhoggr, e di certo non porteranno belle sorprese. Sofia, Fabio, Lidja, Karl, Ewan e Chloe dovranno partire per nuove missioni in tutto il mondo, cercare nuovi oggetti, ma anche questa volta non saranno soli: figure molto importanti e a loro speciali andranno in loro soccorso. In questa nuova storia, ci saranno delle sorprese, sia belle che brutte, alcune dolorose e altre emozionanti, che cambieranno (di nuovo) totalmente la loro vita.
Dal capitolo 11 :
"-Credevo fossi io l’unica ragazza che avresti mai voluto prendere, ma mi sbagliavo; non ci solo io a questo mondo.
Con un scatto fulmineo, il ragazzo tirò a sé il pezzo di fune tra le sue mani, così Sofia, che teneva gran parte della restante liana, fu sbalzata contro il petto di Fabio. L'avvolse tra le sue braccia.
- L’unica persona che vorrò mai prendere per davvero sei tu"
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo otto: ”Di nuovo insieme”.

Sofia, Karl, il professore, Gillian e Thomas, tornato dieci minuti prima a casa, stavano camminando nei sotterranei del dungeon da diversi minuti, peregrinando per stanze e corridoi ogni volta differenti che disorientavano facilmente chiunque li attraversasse, fatta loro eccezione. Ormai conoscevano tutti piuttosto bene la strada: soltanto Gillian si confondeva, avendola percorsa una volta soltanto. Come volevasi dimostrare, il gruppo raggiunse con sollievo l’ampia sala, nella quale vi era un grosso portone di metallo, bloccato da una grande manovella. Il professore la raggiunse e, dopo averla roteata con notevole sforzo, aprì il boccaporto con un cigolio, rivelando un piccolo sottomarino di bronzo, lungo sei metri e alto tre, che ospitava quattro sedili di cuoio e un grosso macchinario nella parte posteriore del tutto. Aveva vagamente la forma di un pesce, con i due grossi occhi che fungevano da oblò, due pinne per lato, una piccola cresta sulla sommità e un’elica che rappresentava la coda del pesce e che aveva riflessi ramati. Rimasero tutti colpiti, più che altro per la effettiva veridicità del loro discorso di poco prima.
-Evviva!-  esultò Sofia con un sorriso speranzoso sul viso.
-Concordo! Ora sarà meglio muoverci, non dobbiamo perdere altro tempo! Thomas, credo tu sappia come fare, però aspetta il mio segnale. -, disse il prof. e il maggiordomo annuì con un lieve cenno della testa. –Forza, ragazzi, prendete uno scafandro ciascuno e sedetevi sui sedili del sottomarino; Gillian, preferirei che lei rimanesse qui-
La donna spalancò gli occhi e alzò le sopracciglia, sconcertata, e rispose subito, alzando sempre più la voce: -Cosa? Assolutamente no! Là sotto ci sono i miei figli e io, da madre quale sono, ho il dovere di proteggerli e salvarli; inoltre, li amo più di ogni altra cosa, più della mia stessa vita. Quindi, non escludetemi dal viaggio perché io parteciperò!- .
Il professore fece un breve cenno con le testa e non protestò più. Indicò agli altri di salire sul mezzo con il braccio e, poco prima di chiuderne la porta, chiamò Thomas: subito le luci si spensero e la stanza piombò nel buio. Sofia, sedutasi sui sedili posteriori, ricordò la sua prima volta in quello spazio piccolo: aveva una paura folle, era ancora una ragazzina timida e paffutella che aveva da poco scoperto le sue origini e una piccola parte del suo incarico, che in seguito si sarebbe dimostrato doloroso e arduo, ma che avrebbe poi portato amore e felicità, speranza e affetto, e che avrebbe reso Sofia la ragazza sicura e determinata di adesso. Proprio come quella volta, poco dopo una luce calda si diffuse nell’abitacolo, i fari si accesero e un cigolio pesante rimbombò nelle orecchie della ragazza, segno della apertura del portellone davanti. L’acqua entrò lentamente, con piccole giunture, finché con la sua forza non spalancò il boccaporto; il sommergibile, dopo un breve schianto contro una delle pareti dell’antro, si immerse nelle profondità del lago. Nonostante i fari abbaglianti, che però illuminavano  l’ambiente davanti a loro soltanto di pochi metri,non si riusciva a scorgere nulla perché l’acqua era nera come carbone e innumerevoli alghe rosse vi fluttuavano in mezzo. Si mossero per un tempo che a Sofia parve interminabile: le sembrava di star girare in tondo. A un certo punto, Sofia e Karl intravidero una bolla azzurrognola, che aveva un raggio di un centinaio di metri: ricordandosi della cecità del professore e di Gillian sul fatto di non poterla vedere, la rossa disse di scendere verso il basso, cercando di muoversi in linea verticale e retta. Il professore obbedì e fermò il pesce ramato quando toccò la sabbia sottostante.
-Ok. Adesso, con calma, spostati in avanti e subito dopo spegni i motori; preparatevi tutti all’impatto, perché entreremo dentro la bolla e un sesto senso mi dice che sarà proprio lì che probabilmente troveremo gli altri- disse Karl a George, appoggiando le mani sul cruscotto davanti a sé. Il professore fece come gli era stato detto e Gillian e Sofia strinsero contemporaneamente le mani sulla proprio cintura. Pochi secondi dopo, il sottomarino sbatté sulla sabbia e Sofia, per il contraccolpo con il sedile, urlò spaventata.
-Stai calma Sofia! Siamo atterrati- cercò di tranquillizzarla Schlafen. La ragazza prese un lungo respiro e portò una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio, senza successo. Karl aprì la porta e uscì; Sofia lo imitò e quando fu fuori, dovette sbattere più volte le palpebre per la troppa luce abbagliante. Quando si fu abituata, finalmente si guardò intorno: non era cambiato nulla dall’ultima volta che vi era stata. Una distesa rocciosa si estendeva davanti a lei, quasi tutta circolare. Vide il prof. alla sua sinistra trattenere il fiato dallo stupore e un sorriso le si aprì sul viso; prese un lungo respiro per parlare, ma fu interrotta da urlo e da un tonfo secco: girò di scatto la testa e vide Karl cadere per terra. Sofia si precipitò da lui, a una cinquantina di metri da lei, e si abbassò, scrutando il volto del ragazzo: era più cereo, gli occhi erano chiusi, la bocca aperta e gli occhiali appoggiati malamente sul naso. Gli portò una mano sulla guancia, probabilmente per scuoterlo, ma dovette toglierla subito: era freddissimo; toccandogli poi anche una mano e la caviglia sinistra, constatò che tutto il suo corpo era in quella condizione. Mentre stava per prendergli le gambe per alzarle, notò che sul bracciò destro gli si era formato del ghiaccio: questo salì sulla spalla, espandendosi prima sul busto, poi sul viso, sull’altro braccio, sulle gambe, su tutto il corpo.
-Oh cavolo!- sibilò, staccando le mani di scatto e lasciando cadere gli arti inferiori del ragazzo. Il corpo di quest’ultimo si trasformò presto in un reale blocco di ghiaccio; Sofia, preoccupata, si girò verso il sottomarino, e si incamminò verso il prof. per chiedergli aiuto. Al terzo passo, un dolore fortissimo alla testa la bloccò: cadde in ginocchio, con le mani tra i capelli, e aprì la bocca, pronta a urlare, ma le si bloccò il respiro in gola; il dolore aumentò, così strinse le palpebre e cadde al suolo, priva di conoscenza.
 
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Sofia si svegliò con un forte mal di testa. Si guardò in giro, ma anziché  la distesa rocciosa della bolla, vide davanti a sé un muro di pietra rossa e uno strano altare di marmo bianco, con sopra uno strano oggetto a forma di cubo. Spostò la testa verso destra e poi verso sinistra, trovando anche lì pareti rosse, incise con strani disegni. Si avvicinò e rimase sorpresa nel vedere cosa rappresentavano: viverne e draghi, gli uni avvinghiati agli altri, in una mortale battaglia.
-Sofia, come sono contento di rivederti, anche se avrei preferito farlo in altre circostanze- . Una voce calda e profonda: la ragazza la riconobbe subito.
-Thuban!- esclamò, girandosi e correndo ad abbracciare il meraviglioso drago verde. Lo strinse forte, appoggiando la testa sul suo petto caldo e poi lo lasciò andare. Si ricordò ben presto di alcune parole della sua frase. –Che cosa intendi con “in altre circostanze”? Quali circostanze?- gli chiese, con un sopracciglio alzato.
-Non ti sei ancora scontrata con Ofnir, Nidhoggr e i suoi nuovi alleati?- le chiese.
Sofia scosse la testa. –Non direttamente. Abbiamo ricevuto un messaggio di  minacce da Ofnir, ma non abbiamo ancora avuto l’onore di vederli di persona.- disse ironica.
-Allora ti spiegherò io. Dovete stare molto attenti: Nidhoggr sta per tornare, la sua anima è già sulla Terra, ma non ha ancora raggiunto il corpo, nonostante sappia dove sia grazie all’aiuto dei suoi nuovi alleati. Vuole vendetta e vuole raggiungere con tutto sé stesso il suo scopo: impadronirsi del mondo, e puoi stare certa che questa volta sarà molto più spietato e malvagio, sia lui che gli altri.- le spiegò Thuban.
-Ma credevo che voi…che lui…- provò a dire Sofia, confusa.
-No, alla fine la sua vecchia indole ha vinto e non sono riuscito a riportarlo nel bene.- disse il drago con voce dispiaciuta.
-Tu sai che fine hanno i miei amici?- gli chiese, speranzosa e preoccupata. –E Fabio?-.
-Fabio e gli altri stanno bene. Semplicemente, stanno parlando con il proprio drago.- la tranquillizzò, sorridendo.
-Davvero?- chiese lei. Quando il drago annuì, sospirò di sollievo.  -Dove ci troviamo?- chiese poi.
-In una delle grotte di Tham Hua Kra Loak, in Thailandia. – le rispose. Prima che Sofia potesse anche solo aprire bocca per porgergli la domanda seguente, lui le rispose, quasi le avesse letto nella mente.
-Siamo qui perché in questo luogo si trova l’oggetto che potrà aiutarvi a salvare la  Terra dalle crudeltà di Nidhoggr. – le spiegò Thuban.
-Ok, ma cosa…?- iniziò Sofia, allarmata, vedendo che il corpo possente verde smeraldo della bestia incominciava a sbiadire.
-Non abbiamo tempo, Sofia. Questa visione sta per finire, i miei poteri mentali stanno diminuendo. Vieni qui, ragazza mia, e appoggia il centro esatto della tua fronte sulla mia gemma: avrai bisogno dei poteri per sconfiggere mio fratello.- le sorrise in modo rassicurante e lei si avvicinò. Poggiò le mani sul suo collo squamoso  e fece come lui le aveva detto. Quando si toccarono, una luce abbagliante, verde e calda illuminò il piccolo ambiente; subito, una sensazione di calma estrema invase Sofia e mille ricordi, suoi e di Thuban, la travolsero con insistenza.
-Stai attenta, Sofia: un nuovo pericolo attende il tuo risveglio. Sii pronta.- l’avvisò. Poco prima di perdere di nuovo i sensi, la rossa sentì Thuban bisbigliarle: - Tra poco saremo di nuovo insieme: ti voglio bene.- . “Anch’io te ne voglio" pensò ancora tra sé e sé. 
 
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Quando Sofia aprì gli occhi, si ritrovò dentro la bolla con il prof. accucciato accanto a sé che dormiva. Si sentiva strana, diversa, ma certamente meglio rispetto a pochi giorni prima: si sentiva completa. La visione nella grotta le tornò in mente, così decise di scoprire se quello che Thuban le aveva detto era vero, anche se sapeva già che lui aveva ragione. Stese un braccio di fronte a sé e spalancò la mano, chiudendo gli occhi e pensando al suo amico.
Sono qui con te, Sofia  le rispose il drago,  dal profondo del suo cuore.  A un tratto, sentì qualcosa di ruvido sfregare contro la pelle nuda della mano e spalancò le palpebre, osservando compiaciuta e felice un gruppo di liane  che si aggrappavano al suo arto, arrampicandosi sempre più su.
-Bene, bene, bene. Ma guarda un po’ chi si vede: la draconiana più saggia, quella che custodisce l’anima di Thuban! Sono proprio felice di vederti!- esclamò qualcuno con tono ironico e roco. Sofia si girò verso la voce con un sorriso a trentadue denti, credendo fosse Fabio che la prendeva in giro, ma dovette ricredersi. “Oh merda! Maledetta me che dimentico sempre le cose più brutte. Thuban mi aveva pure avvisata!” pensò sconsolata tra sé e sé. Si trovò davanti un animale enorme, con lo squame blu notte,  due zampe posteriori e due ali al posto delle anteriori, gli artigli lunghi e affilati,  gli occhi gialli, delle fauci spaventose e con due chiostre di denti numerosi e aguzzi, che a prima vista sembravano poter tagliare qualsiasi cosa: una viverna.

 
 
Angolo autrice: ciao a tutti! Sono finalmente ritornata, con mio sommo piacere. Scusatemi mille volte per il ritardo, avevo un bel po’ di impegni in queste due settimane, ma sono riuscita a ritagliare un po’ di tempo per la storia. Allora, che ne pensate? Secondo voi chi è la viverna che vede Sofia? E gli altri, quando torneranno? Beh, se non altro abbiamo scoperto dove sono andati i nostri amici draconiani (anche se solo in una piccola parte). Fatemi sapere e recensite! ;)
Purtroppo, a causa dello studio e dello sport che occupano buona parte della mia giornata, dovrò iniziare ad aggiornare ogni due settimane. Vi prego, non linciatemi: dispiace anche a me. Però già da oggi inizierò a scrivere il prossimo capitolo, così magari riesco a pubblicarlo già domenica prossima. Non vi assicuro niente, però magari domenica date un’occhiata: non si può mai sapere! Grazie mille a tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e grazie a chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate: vi voglio un bene dell’anima! (Ne voglio anche ai lettori silenziosi! XD) Ora spengo il computer.
Un bacione enorme e grazie mille per il sostegno che mi date ogni volta: ve ne sono infinitamente grata.
lola_fantasy
   
 
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