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Autore: frances bruise    22/03/2015    0 recensioni
[[Dal testo: Ma Narcissa non glielo avrebbe permesso: con il petto gonfio d’odio, gli occhi colmi di lacrime che facevano di tutto per sgorgare, ma che così tanto Narcissa si sforzava di trattenere, la signora Malfoy avrebbe voluto lasciare esplodere tutta la sua collera e permettere che si riversasse interamente su suo marito.
« Draco è nostro figlio! » esclamò, mentre di scatto poggiava le palme delle mani sulla superficie fredda e liscia della scrivania. Si protese in avanti, del tutto decisa ad affrontare il marito. « E’ solo un ragazzo! Finché rimarrò in vita io non permetterò mai che... »
« Non c’è niente che tu possa fare! » la voce di Lucius tuonò nello studio, ma – com’era ovvio – perfino i domestici riuscirono ad udirla, « La decisione è stata presa, entro l’inizio del nuovo scolastico a Hogwarts Draco si sarà unito ai Mangiamorte, che tu lo voglia o meno! »
]]
***
Missing moment su Narcissa che scopre che presto Draco si unirà ai Mangiamorte.
[Cenni LuciusxNarcissa]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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ODI ET AMO
 

Si trovava da sola nelle sue stanze, quando le giunse la novità.
Se ne stava immobile di fronte al caminetto spento, la testa tra le mani ed intenta a meditare circa gli ultimi eventi. In quelle grigie giornate di Agosto, piuttosto insolite per la bella stagione, l’atmosfera era molto tesa e sembrava che dovesse accadere qualcosa da un momento all’altro; perfino i Mangiamorte, di cui Narcissa stessa faceva parte, erano nervosi: non c’era uno di loro che, nel tentativo di dare una voce razionale al proprio senso di ansia, non si torcesse le mani. Narcissa aveva notato un atteggiamento del genere anche da parte di Lucius, suo marito.
Egli, al suo contrario, non le prestava molta attenzione; ma ciò poco importava, perché entrambi erano mossi da una causa comune: la sicurezza del loro unico figlio, Draco.
E la novità che giunse alle orecchie di Narcissa riguardava proprio lui, Draco.
Si scostò dal caminetto giusto in tempo, prima che una domestica aprisse la porta e la vedesse in quella posizione ambigua che avrebbe potuto rivelarle la preoccupazione della sua padrona. Il viso ancora giovane, ma segnato dall’atmosfera di quei tempi, di Narcissa si voltò verso la domestica, la quale – con falsa indifferenza – si stava avvicinando all’armadio per sistemarvi gli abiti puliti. La voce di Narcissa si levò. Non era molto acuta, ma – in quel momento – equivalse ad una pietra che infrangeva una vetrina. « Sono giorni che vi si sente mormorare, dabbasso » la provocazione era ovvia, « Che cos’avete tanto da dirvi, giù in cucina? »
Gli occhi castani si strinsero a due fessure, alla vista della domestica che, impacciata, stava cercando una scusa per spiegare l’aria concitata che aveva avvolto l’area della casa destinata ai domestici. Narcissa, però, non poteva essere ingannata: possedeva, infatti, l’enorme capacità di leggere nel pensiero di qualunque essere razionale. I pensieri della domestica non le sfuggirono affatto.
« Si tratta di Draco... » mormorò e la domestica fece per scuotere il capo, ma – di fronte al tono della padrona – si arrese, « Mio figlio Draco. »
La domestica ancora tentava di celare i propri pensieri alla sua padrona, che – però – riusciva a distinguerli chiaramente in mezzo a sprazzi di pura irrazionalità.
 
Non può e non deve saperlo...
Ricordi, Gertrude? L’hai promesso alla cuoca...
Loro non devono sapere che noi sappiamo...
Che noi sappiamo...
Resisti, Gertrude! Ignora quello sguardo penetrante!
Ma noi lo sappiamo...
Che Draco...
Il signorino Draco...
Diventerà...
Un...
No, Gertrude, non pensarci! Non puoi farglielo sapere!
Ricordi, Getrude? Lo hai promesso, lo hai promesso...
Draco... Povero Draco...
Diventerà un Mangiamorte come i suoi genitori!
TI STA LEGGENDO IL PENSIERO, GERTRUDE!
 
Narcissa distolse lo sguardo.
Ciò che aveva letto nella sciocca mente della domestica le era bastato perché avvertisse un forte dolore all’altezza del petto, proprio lì dove si trovavano i polmoni; d’un tratto, l’aria le parve farsi molto più pesante e le fu quasi impossibile respirare con ritmo regolare. Fu, dunque, costretta a chiudere gli occhi e ad inspirare ed espirare con calma. Nel mentre, sentiva crescere dentro di lei i primi segni della rabbia, che – lo sapeva – molto presto sarebbe esplosa.
Non disse nulla, ma si uscì dalla stanza a passo svelto, il lungo abito verde – anche se sorretto con una mano – frusciava tranquillamente sul pavimento. Paradossale quanto quel leggero rumore sembrasse così pacifico, specialmente se contrapposto alla rabbia che si era impossessata della mite Narcissa Malfoy.
Ben presto la donna ebbe attraversato gli immensi corridoi di Villa Malfoy e si ritrovò di fronte ad una porta in legno molto scuro, tutta intagliata nei minimi dettagli che la rendevano estremamente elegante; non esitò nemmeno un istante e la sua mano si chiuse sulla maniglia gelida. La porta si aprì e Narcissa si precipitò nella stanza, il fiato corto per via della fretta con cui si era recata nello studio di suo marito e gli occhi scuri fissi sulla figura maschile seduta dietro la scrivania.
Proprio in quell’istante, Lucius Malfoy alzò lo sguardo di ghiaccio e lo rivolse a sua moglie; fu immensamente facile per quest’ultima leggervi dello stupore: era molto raro che si recasse nel suo studio, tantomeno quando ben sapeva che suo marito aveva chiesto espressamente di non essere disturbato.
Ma quella volta non aveva proprio potuto farne a meno.
Lo sguardo interrogativo di Lucius la spinse a prendere la parola. « E’ vero ciò che si mormora tra la servitù? » domandò con nota accusatoria, ma con tono decisamente basso affinché non fosse udito, « E’ vero che Draco diventerà un Mangiamorte? »
Come se il volume della sua voce non fosse già abbastanza basso, Lucius le fece cenno di abbassarlo: fu, per lui, un gesto piuttosto impulsivo, ma si riprese poco dopo e riassunse la sua aria glaciale ed imperscrutabile. Tra i due, era sempre stata Narcissa quella che si lasciava travolgere dalla passione, in particolare quando si trattava di Draco; così, le fu del tutto naturale avvicinarsi alla scrivania del marito. « Draco ha solo sedici anni, Lucius! Non possiamo permettergli di mettersi in pericolo, sai bene che il Ministero è sulle tracce dell’Oscuro Signore, e se... »
« Draco è mio figlio ed io so cosa è meglio per lui! » la interruppe Lucius e, per la prima volta, nei suoi occhi di ghiaccio vi fu una luce diversa. Era il famoso onore dei Malfoy che veniva fuori: in quell’istante, Narcissa si rese conto che nemmeno l’eventualità che Draco si facesse male durante una missione avrebbe potuto distogliere Lucius dai suoi progetti per lui. Progetti che, sicuramente, erano voluti dai piani più alti.
No, Lucius era troppo vigliacco per aver offerto suo figlio ai Mangiamorte. Molto probabilmente, il piano del Signore Oscuro prevedeva che Draco avesse una parte – per quanto piccola o grande – nel gioco. Ma Narcissa non glielo avrebbe permesso: con il petto gonfio d’odio, gli occhi colmi di lacrime che facevano di tutto per sgorgare, ma che così tanto Narcissa si sforzava di trattenere, la signora Malfoy avrebbe voluto lasciare esplodere tutta la sua collera e permettere che si riversasse interamente su suo marito.
« Draco è nostro figlio! » esclamò, mentre di scatto poggiava le palme delle mani sulla superficie fredda e liscia della scrivania. Si protese in avanti, del tutto decisa ad affrontare il marito. « E’ solo un ragazzo! Finché rimarrò in vita io non permetterò mai che... »
« Non c’è niente che tu possa fare! » la voce di Lucius tuonò nello studio, ma – com’era ovvio – perfino i domestici riuscirono ad udirla, « La decisione è stata presa, entro l’inizio del nuovo scolastico a Hogwarts Draco si sarà unito ai Mangiamorte, che tu lo voglia o meno! »
Quella era la prima volta che i due coniugi si ritrovavano a discutere animatamente e che le loro voci spezzavano il solito silenzio che regnava sovrano a Villa Malfoy; la verità era che, però, era che si sta toccando un punto particolarmente delicato per entrambi: Draco. Draco, che Lucius avrebbe preferito tra le fila dei Mangiamorte fintanto che il Signore Oscuro avesse mantenuto il suo potere; e poi c’era Narcissa, che desiderava tenere suo figlio lontano da ogni pericolo. Qualunque fosse il motivo che aveva spinto il Signore Oscuro a ricorrere a Draco, Narcissa non avrebbe mai dato la sua approvazione. Mai e poi mai.
Lo sguardo di ghiaccio di Lucius sembrava irremovibile. Presto, infatti, il padrone di Villa Malfoy distolse la sua attenzione da sua moglie e tornò a sfogliare delle carte che teneva poggiate sulla scrivania e che stava studiando prima che Narcissa facesse il suo ingresso. Quest’ultima, invece, rimase a fissarlo con occhi pieni di lacrime che non ancora non si decideva a rilasciare.
C’era stato un tempo in cui Narcissa aveva ottenuto tutto ciò che voleva: era stato il tempo della sua infanzia e della sua adolescenza, durante le quali i suoi genitori non avevano fatto altro che accontentarla. Con la sua crescita, il suo matrimonio e il suo trasferimento a Villa Malfoy, Narcissa aveva perso la possibilità di ottenere ciò che agognava, così come un po’ della sua aria perennemente snob ed orgogliosa, qualità tipiche della famiglia Black. Con la nascita di Draco, Narcissa aveva imparato a sacrificare i propri desideri per poter accontentare suo figlio.
Anche questa volta, come tutte le altre, non avrebbe voluto chinare il capo ed implorare Lucius affinché cambiasse idea; ma il suo amore per Draco era ben più forte della sua dignità. Così, chiuse gli occhi e trasse un respiro molto profondo.
Poi disse: « Lucius, ti prego » il suo tono era implorante, « Sai benissimo che Draco è tutto ciò che rimarrà di questa famiglia, una volta che noi due... Lui è l’ultimo dei Malfoy, Lucius. »
« Non credo che ti importi poi molto del cognome di nostro figlio, Narcissa » la interruppe la voce glaciale di Lucius, che non aveva alzato lo sguardo dalle sue carte, « Il problema è che tu pretendi che Draco rimanga un bambino affinché tu possa controllarlo ed influire, di conseguenza, sulle sue azioni. Ma, vedi, le cose non stanno così. E’ arrivato il momento per Draco di crescere. »
« A soli sedici anni? » riuscì a dire Narcissa con voce flebile. Era chiaro che le lacrime non stavano tardando a sgorgare.
« A soli sedici anni » annuì Lucius, accompagnando il suo assenso con un cenno del capo.
Narcissa trattenne il fiato, poi – senza aggiungere una parola – lasciò lo studio a passo svelto. Mentre tornava alla sue stanze, non riuscì proprio a trattenersi e prese ad asciugarsi il volto con l’orlo della manica del lungo abito verde, che ancora strusciava sul pavimento.
Nel suo cuore, sapeva che anche Lucius teneva a suo figlio; ma il suo orgoglio, a volte, sembrava superare di gran lunga il suo amore e il suo senso di protezione nei confronti di Draco.
E Narcissa si chiese fosse possibile amare e al contempo odiare una persona.
   
 
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