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Autore: Dragana    22/03/2015    10 recensioni
-Allora? Ti ho fatto così male?
Era quasi preoccupata, sotto l’espressione spavalda. A Chris venne da ridere, ma il torace lo punì con una fitta di dolore.
-Mi hai rotto una costola. Devo stare qui un po’, appena l’effetto dell’ambrosia si comincia a sentire mi alzo. Per l’occhio, l’ematoma si riassorbirà in un paio d’ore.
Lei sbuffò. –Non è mica colpa mia se sei delicato come un pezzo di vetro. Dovevi colpire più forte, scemo.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA MIA RAGAZZA MENA

“Una mia ex mi chiamava, le ha incendiato la casa
Ci ho fatto la lotta, ho una costola rotta
Thai-box karate judo
Colpi al fusto manate a viso nudo
Ma a lei le faccio sesso quando non mi rado e sudo
E sono cotto cotto perché a lei piaccio crudo”
(“La mia ragazza mena”, Art. 31)



Alla fine aveva capito che, se voleva trovarlo, era il caso di provare in infermeria.
Chris l’aveva sentita prima ancora che entrasse, il suono della sua camminata era inconfondibile: passi decisi e veloci, falcata lunga, pestava il terreno come se fosse suo. Non propriamente una ballerina classica, pensò.
C’era solo lui, dentro. Will era appena uscito, e infatti Clarisse lo intercettò fuori.
-È qui?
-È qui, dove vuoi che sia? Comunque devi finirtela di mandarmi gente in infermeria senza una scusa valida, Clarisse. Magari ho anch’io le mie cose da fare, ci hai pensato?
-Finocchio.
-Stronza.
Chris all’inizio era stato un po’geloso del rapporto che c’era tra Clarisse e Will, nato da un sacco di frequentazioni in infermeria perché Clarisse, un giorno sì e l’altro pure, si ritrovava a finirci lei o a farci finire qualcun altro. Poi aveva realizzato che non c’era motivo di essere gelosi, dati i gusti di Will Solace. Comunque, una volta un fratellastro di Clarisse aveva detto “finocchio” a Will, lei aveva sentito, e Will si era ritrovato a doverlo curare, ringraziandola tanto, mi serviva proprio il tuo aiuto per lavorare di più, no ma sentiti libera di rifarlo. Clarisse si era sentita libera, nonostante l’evidente sarcasmo della frase. Nessuno aveva più detto “finocchio” a Will tranne lei, ma gente in infermeria continuava ad arrivarne lo stesso. Dopotutto, c’erano un sacco di scuse per menare le mani.
-Allora? Ti ho fatto così male?
Era quasi preoccupata, sotto l’espressione spavalda. A Chris venne da ridere, ma il torace lo punì con una fitta di dolore.
-Mi hai rotto una costola. Devo stare qui un po’, appena l’effetto dell’ambrosia si comincia a sentire mi alzo. Per l’occhio, l’ematoma si riassorbirà in un paio d’ore.
Lei sbuffò. –Non è mica colpa mia se sei delicato come un pezzo di vetro. Dovevi colpire più forte, scemo.
Chris fece una smorfia. –Se avessi colpito più forte tu l’avresti presa come una sfida e mi avresti massacrato. E ti saresti accorta che ero io dopo avermi fatto molto più male di così.
-Forse sì. Allora dovresti imparare a correre più veloce.
-Non funziona nemmeno questo.
-In effetti no-, considerò Clarisse. Poi si chinò a baciarlo sulla bocca, velocemente.
-Dai, scusa.
In circostanze normali, a Chris seccava incredibilmente alzare le mani contro le donne.
Certo, essere un semidio comportava il fatto che c’erano circostanze in cui bisognava farlo per forza, ma quando poteva, Chris avrebbe evitato volentieri. Ogni volta sentiva dentro di sé la voce dello zio Dom (sì, il fratello di sua madre si chiamava Dominick, come Toretto, Clarisse ci diventava matta) che gli insegnava che non si toccano le donne, mai, che nessun uomo che tocca una donna è degno di essere chiamato uomo.
Con Clarisse, se non alzavi le mani eri morto, perché lei aveva questa tendenza a non ritenere eccessivi i calci nello stomaco a qualcuno a terra. E poi era autodifesa, Clarisse era molto più forte di lui. Per lo meno, Chris rispettava gli insegnamenti dello zio Dom non alzando mai le mani per primo, anche se Clarisse cercava di insegnargli che chi colpisce per primo colpisce due volte.
-Non è a me che devi chiedere scusa. Chiedilo alle ragazze di Afrodite.
-Ancora? Ti ho detto che non sono stata io, va bene?
Chris sospirò, anche se gli venne di nuovo da ridere.
-Hai dato fuoco alla loro cabina. Solo perché Drew mi ha salutato.
-Salutare, a casa mia, non comprende né fare la gatta morta, né le pacche sul culo. Drew deve essere grata che non le ho tagliato la mano.
-No, in compenso le hai bruciato il letto e hai rischiato di dar fuoco a tutta la loro cabina.
Clarisse aveva un’impassibile faccia da poker.
-Non c’è stato un vero rischio. Le fiamme sono state subito domate.
-E adesso stai pensando “maledetto Percy Jackson, prima o poi ti spaccherò la faccia”.
-Chi, io? Guarda che io e Percy siamo amiconi.
-Drew è stata con me solo per spezzarmi il cuore, come da tradizione. Ed è stato prima di Crono. Può darmi tutte le pacche sul culo che crede, per me può andare a farsi fottere. E questo sarebbe valido anche se non ci fossi tu, Clarisse.
Lei arrossì. Non era abituata alle manifestazioni di affetto, per lei era tutto una lotta. Davanti all’amore non sapeva come reagire, andava in confusione e capitolava. Come suo padre.
-Tutte le pacche sul culo che crede?
-Magari no, però non è un buon motivo per dare fuoco…
-Insomma, con tutti i figli di Efesto che ci sono in giro, che danno fuoco a qualunque cazzata gli si pari davanti, non capisco come fai a dire che sono stata io!
-Piper McLean è incazzatissima, lo sai?
-Non è vero. Piper mcLean la detesta, Drew.
-Ha! Vedi? È un’ammissione di colpevolezza.
-Stai bene con un occhio nero, Chris. Ne vuoi due?
-No, mi piace l’asimmetria, grazie.
Chris allungò la mano e la tirò a sedere sul letto dell’infermeria. Lei sbuffò.
-Possiamo smetterla di parlare di questa faccenda? Perché se continuiamo va a finire che mi arrabbio di nuovo e ti picchio di nuovo, lo dico per te.
-Poi però mi curi? Mi piace quando mi curi.
Lei rise. Si sdraiò accanto a lui, con le scarpe e tutto.
-Se ti vede Will con le scarpe sul letto…
-Will adesso vede solo gli angeli.
Gli passò le mani tra i capelli. Aveva quel ghigno stampato in faccia che aveva sempre trovato così sexy. Beh, non sempre. All’inizio gli faceva paura, poi la paura si era mescolata col desiderio, e non sapeva nemmeno bene quando era iniziato. Sapeva solo che adesso era fottuto.
-Mi piace combattere con te. Anche se perdi.
-Wow, grazie. Romantica.
-Sei sexy quando combatti. Tutto sudato, sai, cose così. Dovresti toglierti la maglietta, quando combatti con me. Magari mi distrarresti e avresti qualche possibilità in più.
Gli aveva passato la mano sotto la maglietta, e a Chris vennero i brividi. Fece per girarsi sopra di lei, ma la costola mandò chiari segnali contrari. Fece una smorfia.
-Hey, stai sdraiato, scemo. Riprenditi.
-Allora tieni a posto le mani.
-Come dovrebbe fare Drew?
-No. Per te vale solo finché non fa effetto l’ambrosia.
Lei ridacchiò, sempre con quella faccia da schiaffi. Dèi, se era bella.
-Clarisse.
-Presente.
-Non c’era Drew, quando sono uscito dal labirinto. Non mi piace pensarci, ma mi ricordo che quello che volevo disperatamente era qualcuno capace di guardare in faccia Crono, sentire la sua voce, e avere lo stesso le palle di dirgli qualcosa tipo “dovrai passare sul mio cadavere”. E il Labirinto mi ha fatto uscire a casa tua.
Clarisse sbuffò. –Sarebbe dovuto passare sul mio cadavere.
-Lo so.
Lei tolse la mano da sotto la sua maglietta e gli accarezzò i capelli.
-La prossima volta cerco di picchiarti più piano, va bene?
-Tanto non ce la farai mai. Vuoi sul serio farti perdonare?
-No. Ma cosa dovrei fare, se volessi?
Chris ghignò.
-Farti toccare il culo sarebbe un buon inizio.
Ghignò anche lei.
-Mi piace quando chiedi il permesso, Rodriguez.










Note: Come potevo non esordire in questo fandom con Clarisse? Ho una debolezza per le tamarre badass, non posso farci nulla!
Questa storia non sarebbe nata senza la Sandra, che mi ha suggerito di farmi ispirare del mio mp3; la Sandra non è in questo fandom e non lo saprà mai, per fortuna! Comunque, lei non lo sa, ma è una figlia di Afrodite, e di quelle potenti.
Poi, ringrazio Vannagio che mi ha betata senza sapere una sega del fandom neanche lei; non so di chi sia figlia, direi di Efesto, ma siccome il suo moroso lo è molto di più, tocca trovarle un altro genitore divino.
Infine, chiedo scusa se ho fatto errori. Il fatto è che ho letto i libri in una traduzione, diciamo così, sbarazzina… potete in ogni momento segnalarmeli, o scrivermi “Capra! Capra! Capra! Satiro!”, non mi offenderò.
Scritta e pubblicata, sennò perdo il coraggio. Chiunque sia arrivato fin qui, GRAZIE!

P.S. questa storia è stata scritta bevendo liquore alla liquerizia. Tanto per mettere in chiaro di chi sono figlia io.












   
 
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