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Autore: Nana_Hale    23/03/2015    2 recensioni
-Iron Man 3 scena del risveglio dopo l'incubo rivisitata Steve/Tony-
La paura scatenata da un incubo su Ultron porta il subconscio di Tony a ferire involontariamente Steve.
"Si può definire amore abbandonare così in quello stato un uomo sull'orlo di un precipizio?
Si può definire amore lasciare chi si ama in balia del suo dolore, della sua paura, tremante e distrutto?
Quando riesci a mettere da parte te stesso anche solo per una volta e restare, in un momento in cui avresti tutte le ragioni per andartene, quello si può definire amore."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Iron Man 3 "Stony Version"'
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Nightmare
 
Brividi, sudore, paura.
Non riusciva a sentire altro.
E più tentava di uscirne, più ci precipitava dentro sempre più in profondità.
Le ferite sembravano bruciare veramente, le esplosioni riecheggiavano nelle sue orecchie e il terrore cresceva e cresceva ogni secondo di più, mentre i passi di Ultron si avvicinavano a lui. Incontrastabile, terrificante, letale.
L'armatura poteva proteggerlo. L'armatura l'avrebbe protetto.
Sempre.
"AHG-!"
L'urlo lo svegliò all'improvviso, strappandolo da quell'incubo orrendo poi, tutto fu incredibilmente rapido.
Si voltò e i suoi occhi fecero giusto in tempo a percepire ciò che stava succedendo prima che accadesse l'inevitabile.
"TERMINARE!"
Gridò con voce roca e affaticata e la sua nuova armatura obbedì all'istante allontanandosi dal letto, lasciando la presa sul collo di Steve, che tossì energicamente respirando a fatica.
Tony si sollevò in ginocchio sul letto e, con un pugno deciso, colpì il punto di disassemblamento dell'armatura che si separò in tanti pezzi, spargendosi per tutto il pavimento.
La stanza sprofondò nel silenzio per diversi minuti, interrotti solo da qualche piccolo colpo di tosse di Cap poi, finalmente, Tony ebbe il coraggio di parlare.
"Mi... mi dispiace... io... io..."
Si voltò di scatto verso Steve sentendo la paura scivolargli lungo il collo insieme alle fredde gocce di sudore. Che aveva fatto...
Steve si stava massaggiando il collo ad occhi chiusi, e ci mise qualche secondo prima di riprendersi, sollevare lo sguardo verso Tony e fulminarlo con rabbia. 
"Io... p-perdonami..."
Bisbigliò Tony allungando le braccia verso di lui con timore, le mani che ancora tremavano.
Ma non fece in tempo a toccarlo, poichè Steve si alzò dal letto, ancora infuriato e scosso per lo spavento, e fece il giro del letto dirigendosi verso la porta della stanza.
"No! No, no, ti prego! Ti... ti prego...!"
Sentì a malapena la voce di Tony alle sue spalle tentare di pronunciare qualche parola a fatica, tanto forte il battito del suo cuore gli riempiva ancora la testa, mentre scavalcava i pezzi di armatura sparsi a terra. E, ad ogni passo, sentiva una implacabile angoscia risalirgli fino al centro del petto nascondendo la sua rabbia.
"...ti ... prego..."
Allungò la mano verso la maniglia ma non riuscì in nessuno modo ad abbassarla e aprire.
Si bloccò, la fronte quasi appoggiata contro la porta mentre pian piano il suo spavento si dileguava e l'unico suono che rimaneva a rimbombare nelle sue orecchie era il respiro affranto, affannato e solo si Tony.
Si può definire amore abbandonare così in quello stato un uomo sull'orlo di un precipizio? Si può definire amore lasciare chi si ama in balia del suo dolore, della sua paura, tremante e distrutto?
Quando riesci a mettere da parte te stesso anche solo per una volta e restare, in un momento in cui avresti tutte le ragioni per andartene, quello si può definire amore.
Voltò la testa quanto bastava per riuscire a vedere Tony, seduto sul letto con le mani abbandonate fra le ginocchia e lo sguardo perso sul pavimento.
Non aveva avuto nemmeno il coraggio di alzarsi ed andare fermarlo, sapendo bene che non ne aveva il diritto dopo quello che aveva combinato, anche se contro la sua volontà.
Sapeva di avere la piena colpa di tutto.
Sapeva di non poter chiedere quanto avrebbe desiderato.
Non sapeva ancora che con Steve non aveva nessun bisogno di chiedere.
Sentì due mani afferrarlo per le spalle e, prima che potesse rispondere in alcun modo, si ritrovò in piedi proprio davanti a Cap.
"Adesso guardami."
La sua voce era seria, decisa ma sempre irrimediabilmente premurosa.
"Tony, guardami."
Fece molta fatica e sollevare lo sguardo e portarlo dritto negli occhi di Steve. La vergogna era troppa e il rimorso, implacabile.
Ma alla fine ci riuscì: si lasciò avvolgere da quel mare calmo che giaceva dei suoi occhi azzurri.
"Mi... mi dispiace, io non vole-"
"Lo so."
Non gli permettè nemmeno di scusarsi. Sapeva bene che non era colpa sua, che non aveva nessuna intenzione di ferirlo e non voleva costringerlo in nessun modo a sentirsi responsabile di quello che era accaduto più di quando non stesse già facendo da solo.
"Non andartene..."
Gli bisbigliò quasi in una preghiera.
"Non me ne vado."
Rispose immediatamente scuotendo energicamente la testa poi, sollevò una mano ed afferrò Tony dietro il collo, stringendo per un attimo la presa.
"Tony, io non me ne vado."
Ripetè con un tono ancora più risoluto e riuscì a percepire distintamente il momento in cui il corpo di Tony si rilassò sotto le sue dita e, solo allora, si concesse di squadrare rapidamente il suo volto lasciando per un attimo i suoi occhi.
Era così sudato che non si sarebbe potuto dire se quelle che scorrevano sulle sue guance erano lacrime o gocce di sudore.
"Sei al sicuro..."
E allora il suo tono di voce si fece più calmo e dolce, ancora più affettuoso.
Lasciò la presa anche sull'altra spalla di Tony e portò la mano ad afferrargli il viso saldamente.
"Siamo al sicuro."
Disse di nuovo mentre un piccolissimo sorriso gli piegava le labbra. Uno di quei suoi sorrisi preoccupati che Tony oramai aveva imparato a riconoscere.
"Siamo?"
Domandò mentre inavvertitamente anche la sua bocca si increspava in un riso allo strano ma meraviglioso pensiero di considerare se stesso e Steve come un 'noi', come qualcosa di unito e indivisibile.
"Siamo."
Confermò Cap mentre il suo sorriso pian piano cambiava, abbandonando la tristezza e riempiendosi di gioia.
"Però chiudiamo le armature a chiave, va bene?"
A quella battuta, Tony non riuscì a trattenere una risata, la prima, vera, dopo non ricordava più quanto tempo. 
Chiuse gli occhi e lasciò che le loro fronti si posassero l'una contro l'altra delicatamente, mentre il profumo e il calore di Steve lo avvolgevano completamente.
"Come vuoi tu... boss..."
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Non ho resistito e ho deciso di fare di questa versione Stony di Iron Man 3 un collezione di scene...
Qui trovate la prima scena: LINK

Serie: LINK
  
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