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Autore: _Sherazade_    23/03/2015    1 recensioni
C'era una volta, in un regno tanto lontano, un re solitario, tanto temuto quanto rispettato.
Attorno a questo re si erano create tante dicerie, dato il suo volontario "esilio".
Si diceva che questo re potesse controllore gli scorpioni, e che lui li mandasse in giro per i villaggi per punire i malfattori che non rispettavano la legge.
La nostra storia però non parlerà di questo re, ma di uno de suoi sudditi: il piccolo Antares, lo scorpioncino che si innamorerà di una fanciulla, e che farà di tutto per poter conquistare il suo amore.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VI

Shaula fece visita a Rea nei successivi due giorni, cercando di farla abituare sempre di più a quella situazione del tutto nuova. La giovane, dapprima titubante, finì con l'abituarsi a Shaula e agli altri scorpioni.
Oltre a Shaula, infatti, entravano nelle stanze della ragazza i camerieri o le cameriere. Rea non aveva avuto modo di scambiare molte chiacchiere, ma aveva capito che aveva di fronte delle creature gentili e per nulla ostili.
Nel frattempo Antares inviò delle sentinelle nei vari villaggi per poter verificare se il piano suggerito dalla madre e da Girtab si potesse attuare. Se gli umani avessero avuto una reazione anche solo in minima parte positiva, lui avrebbe potuto, con l’aiuto di Rea, convincerli a dare loro una mano per smascherare Nib e impedire che altri villaggi venissero depredati.
Mentre il giovane re si occupava di altre questioni di rilievo, Rea si stava svegliando e Shaula era già pronta a darle il buongiorno.
All'alba del terzo giorno, Rea era oramai abituata alla presenza di Shaula, e la accolse con un sorriso.
Apprese così che nel castello quasi tutti i suoi abitanti erano in grado di comunicare con gli uomini, grazie alle insistenze di Antares.
Per anni il re si era preoccupato di insegnare a tutti gli scorpioni il linguaggio umano.
Shaula indicò a Rea il grande armadio bianco presente nella stanza, invitandola ad indossare uno dei vestiti posti al suo interno e preparati apposta per lei.
Aprendo le ante la giovane rimase molto sorpresa nel trovarvi abiti di ottima qualità, impreziositi da gemme rare e da filamenti dorati o argentati.
Tra tutte le belle vesti contenute nell’armadio, Rea scelse uno dei più semplici, preferendolo a quelli ricchi di fronzoli. Un abito che le ricordava il cielo d’estate, un azzurro intenso.
Shaula allora condusse Rea in una delle ali del castello, quella meno frequentata. Voleva che si abituasse a vivere a contatto con gli scorpioni, ma sapeva di dover agire per gradi.
La presentò quindi agli scorpioni più giovani, quelli che ancora stavano imparando il linguaggio umano. Sperava che mettendola a contatto con quelli che erano i loro cuccioli, lei potesse capire che non vi erano molte differenze fra umani e scorpioni. Che al di là di tutto, loro erano molto simili.
La giovane, come da lei sospettato, riuscì ad entrare quasi subito in sintonia coi piccoli scorpioni che, incuriositi da lei e dal motivo per il quale fosse giunta al castello, la tempestarono di domande.
I piccoli scorpioni ancora non conoscevano le vere intenzioni di Antares nei confronti di Rea, anche se alcuni di loro scherzavano sul possibile matrimonio di Antares con l’umana.
Gli scorpioni adulti dissero ai piccoli semplicemente che la giovane aveva salvato Antares quando ancora era piccolo e che lui aveva sempre avuto una certa simpatia nei suoi confronti dato che lei amava tanto gli animali.
Negli anni aveva sempre vegliato su di lei e, vedendola in pericolo, aveva deciso di soccorrerla e di ospitarla.


Rimasero a lungo con gli scorpioncini, e fu allora che Rea rimase colpita dalle parole di uno di loro. Il piccolo le confessò che non aveva mai capito il perché i loro re tenessero tanto a far riavvicinare uomini e animali. Conoscendo Rea però aveva compreso meglio: al di là dei loro aspetti diversi, non c’erano molte differenze. Entrambi avevano un cuore, un’anima, dei sentimenti… le sole differenze riguardavano la loro esteriorità.
Il piccolo le confidò anche che gli umani gli facevano paura per il loro aspetto, ma che quel pomeriggio, passando del tempo con lei, aveva cambiato idea.
Il piccolo scorpione aveva, per la prima volta capito il sogno che avevano inseguito i loro sovrani, e che anche lui cominciava a sostenere.
Rea rimase senza parole.
Quanto le aveva appena detto quel piccolo scorpione era stato per lei scioccante. Aveva sempre pensato che gli animali avessero dei pensieri, e che meritassero il rispetto da parte degli uomini. Mai però si sarebbe sognata di parlare con uno scorpione, e che questo le potesse dire qualcosa del genere. Il loro aspetto fisico era così diverso, eppure quando parlavano quelle differenze sparivano nel nulla.
Lei aveva sempre avuto timore e ribrezzo nei confronti degli scorpioni, così come di insetti e ragni, ma mai si era posta il problema su cosa loro pensassero di lei o dei suoi simili.
Rea si rammaricò con sé stessa per il comportamento che aveva sempre tenuto, per questo era ancora più convinta nel volersi rendere utile e ricambiare la cortesia degli scorpioni.


Quando Shaula la riaccompagnò in camera, lei si ricordò anche del discorso del piccolo riguardante il rapporto fra umani e scorpioni. C’era ancora molto che lei non conosceva, e voleva assolutamente capire anche questi aspetti nuovi.
Rea provò a chiedere a Shaula notizie in merito, ma lei le disse che avrebbe lasciato ad altri il compito di parlarle di questo argomento.
L’indomani infatti sarebbe stato Girtab, il consigliere reale, a guidarla e a farle compagnia dato che lei aveva dei compiti urgenti da sbrigare. In realtà Shaula non aveva dei veri e propri impegni, tuttavia riteneva che il modo di fare molto più spigliato e allegro di Girtab, sarebbe stato in grado di far aprire maggiormente la ragazza. Rea avrebbe potuto chiedere a lui di spiegarle meglio la situazione.
La giovane aveva imparato ad abituarsi a Shaula e al suo modo di fare, molto dolce, fermo, ma comunque gentile. Sperava che questo Girtab sarebbe stato abbastanza cordiale da non farla sentire troppo a disagio.


Rea trovò il bagno pronto e, dopo essersi lavata, fu pronta per la cena. Shaula le fece compagnia, e mangiò con lei mentre gli altri scorpioni le servivano il pasto.
La ragazza però si sentiva continuamente osservata, era come se qualcun altro li stesse tenendo d’occhio. Era una sensazione strana, che non riusciva a spiegarsi. “Sarà la stanchezza” pensò.
Rea si coricò senza più pensare a quella sgradevole sensazione. Pian piano si stava abituando a quella realtà, e gli scorpioni le sembravano sempre meno spaventosi.
Sapeva che prima o poi lo avrebbe rivisto, ma ancora non si sentiva pronta. Temeva che se lo avesse visto, non sarebbe stata in grado di contenere le sue reazioni. Si stava abituando agli scorpioni, ma non li trovava ancora così carini da apprezzare una loro versione gigante.
Aveva vaghi ricordi della bestia che aveva visto quel giorno, e ancora non riusciva a farselo piacere. Nonostante tutto quello che lui aveva fatto per lei. Rea non poté fare a meno di sentirsi terribilmente ingiusta e meschina.


Mentre Rea scivolava nel sonno, il suono d’un sospiro pesante riempì la stanza.
Antares aveva potuto seguire la giovane grazie ai tanti passaggi segreti presenti nel castello. Quando aveva avuto un attimo di respiro dai suoi impegni, aveva mollato tutto per seguirla.
Mentre parlava con gli scorpioncini o durante la cena, lui era stato presente, sempre con lei anche se nascosto dalla sua vista.
Shaula era stata chiara: tenersi alla larga almeno in principio, in modo che la giovane potesse integrarsi in quel nuovo ambiente e superare l’evidente timore che nutriva nei loro riguardi. Per lui era impossibile accettare il fatto di avere la sua Rea a palazzo senza poterla vedere. Senza poterle nemmeno parlare.
Quello era l’unico compromesso che poteva renderlo anche solo in parte felice. Non era ciò che voleva, ma era l’unico espediente che era riuscito a trovare per poter soddisfare almeno parzialmente il suo grande desiderio.


Shaula entrò nella camera di Rea per svegliarla e per farle fare colazione. La giovane mostrò di non avere più timori nei suoi confronti, la vedeva che si rapportava con lei con assoluta familiarità. Questa per Shaula era già una bellissima conquista. Presto avrebbe potuto permettere ad Antares di vederla, e i due forse avrebbero potuto avvicinarsi proprio come il re Scorpione aveva sempre sognato.
Non appena la ragazza si vestì, Shaula la condusse nella sala dei banchetti reali dove le stava attendendo Girtab.
- Bene, ora ti lascio nelle sue affidabili chele. Ci vedremo più tardi, Rea. - Shaula lasciò la stanza, così che Rea potesse seguire Girtab nell’altra ala del palazzo, quella che il giorno precedente Shaula aveva evitato dato il grande viavai di scorpioni.
Dopo un lieve imbarazzo iniziale, Girtab le mostrò le bellezze di quell’ala del palazzo, finendo poi nella spaziosa sala dedicata al sapere.
Lui le spiegò che molti di quei libri erano lì fin dal loro primo insediamento, e che i loro sovrani, prima Sargas, e in seguito Antares, si erano premurati di arricchire quella collezione.
Dalla portafinestra luminosa, Rea riuscì ad intravvedere un giardinetto con labirinto annesso all’interno del palazzo e, data la bella giornata, chiese a Girtab di mostrarglielo.
Rea aveva preso in simpatia anche Girtab. All’inizio era stata dura stargli dietro, ma col suo modo di fare molto gioioso e coinvolgente, Rea si era sciolta. Girtab le aveva parlato velocemente di così tante cose che molte di queste Rea rischiava più volte di perdere le fila del discorso. Era però riuscito ad accendere un vivo interesse nel cuore della giovane verso il loro mondo.


Non appena arrivarono al gazebo posto al centro del piccolo labirinto di siepi, Rea ne approfittò per chiedere a Girtab chiarimenti sul discorso che le aveva fatto lo scorpioncino il giorno precedente, quello del sogno dei loro sovrani e le differenze tra le due specie.
- Vuoi dirmi che non ne sai nulla? - Rea scosse la testa. Nessuno le aveva detto niente, e lei voleva capire che cosa stesse accadendo. Aveva capito che c’entrava qualcosa anche lo strano rapporto che aveva instaurato fin dall’inizio con Antares.
Girtab cominciò a raccontarle la storia di Sargas, e del suo grande amore e interesse per gli uomini. Rea fu dapprima incredula, poi si intenerì sentendo delle grandi imprese compiute dal primo re Scorpione. Capì quanto gli uomini, suoi simili, si erano sempre mostrati troppo indifferenti nei confronti degli animali, e di come fossero stati solo questi ultimi a muoversi realmente per un confronto serio fra le varie specie.
Girtab le raccontò molte storie e vicende che riguardavano la loro comunità. Alcune storie la fecero ridere, altre piangere e altre ancora arrabbiare. Da lontano Antares li osservava, fantasticando sul momento in cui quei sorrisi o quelle battute sarebbero state scambiate fra di loro.
Shaula era certa che non avrebbe atteso ancora a lungo, ma Antares stava per cedere e avvicinarsi a lei. Fu la madre a convincerlo a desistere dai suoi intenti. Anticipare gli eventi avrebbe potuto compromettere il loro avvicinamento. Antares sapeva che dovevano andare per gradi, ma aveva solo voglia di parlarle e di starle vicino.


Rea aveva delle domande alle quali era certa che Girtab avrebbe potuto dar risposta, ma non aveva il coraggio di porle.
- Tutto bene? - Rea balbettava nel rispondergli, così lui insistette fino a farla parlare.
- Mi avete parlato tanto di Sargas, così tanto che ora pare anche a me di conoscerlo da sempre, però… di Antares mi avete detto poco o niente. So che è il vostro sovrano. Che è buono e giusto, e che per un bel po’… - si interruppe mordendosi il labbro. Sentiva ancora come un peso il fatto che lui le fosse stato accanto per un lungo periodo, senza però dirle mai la verità. Sempre nascondendosi e celandole la sua vera natura.
- Per un bel po’ cosa?
- Per un bel po’ noi siamo stati in contatto, più o meno. Anche se io credevo fosse umano. La mia domanda è: perché? Perché volermi salvare e aiutare, perché mettersi in contatto con me ma nell’ombra, perché farmi portare qui… Perché tutto questo? - Rea lo fissò cercando risposte nello scorpione che le era accanto.
Girtab gli aveva detto che Antares, in quanto nuovo sovrano designato proprio da Sargas, stava cercando di portare avanti il sogno del suo predecessore, volendo aiutare in ogni maniera possibile gli umani proteggendoli da ogni possibile minaccia.
Il loro progetto si sarebbe concentrato inizialmente sulla loro vallata, e solo in seguito avrebbero provato a entrare in contatto anche con altri villaggi.
Rea aveva capito quanto amore e impegno, sia Sargas che Antares, avessero messo in quello strano progetto. Riunire uomini e animali non era semplice, però era un intento davvero nobile e meraviglioso, e non era certo impossibile.


Girtab allora ne approfittò per riportarle alla memoria il suo primo incontro con Antares. Rea si ricordava quell’episodio, ma mai si sarebbe aspettata che quello scorpione che anni prima aveva aiutato fosse proprio Antares.
- Vedendoti felice con quell’uomo, - Rea notò un lieve disprezzo nella voce di Girtab mentre glielo diceva, - aveva deciso di farsi da parte e di lasciarti vivere la tua vita con la persona che amavi. Quando abbiamo scoperto delle scorribande di “quello”, Antares ha deciso di metterti in guardia temendo che potessero farti del male. Quando è successo quel che è successo si è sentito colpevole, dato che se non ti avesse parlato, nulla di male ti sarebbe accaduto… tuttavia, vedendo anche come “quello” ha agito in passato, presto o tardi, avrebbe fatto qualcosa che ti avrebbe arrecato soltanto dolore e sofferenza. - Girtab la fissò serio, non con cattiveria. Sembrava volerle chiedere di rilassarsi con loro, e, soprattutto, con Antares. - Non giudicare male le sue azioni: lui voleva solo aiutarti.
- Io capisco, e sono grata per tutto questo. Lo ha fatto per riconoscenza e…
- Credi davvero che sia solo per riconoscenza? - Rea fissò lo scorpione, non capendo cosa intendesse. Se non era per riconoscenza, cos’altro poteva muoverlo? Vedeva forse in lei la chiave per la realizzazione del sogno di Sargas? Certo, non poteva essere altrimenti.
Loro avevano parlato senza problemi fin dall’inizio, anche se lei pensava che lui fosse un uomo, il suo amato “Principe dei Sogni”. Lei aveva da sempre dimostrato amore e rispetto per gli animali, per questo era la candidata migliore per dare loro una mano.
- Non solo per quel motivo, certo. Io posso darvi una mano per il sogno di Sargas, non è vero? Certamente da soli per voi potrebbe essere molto più difficile approcciarvi con gli uomini, ma se loro parlassero con me potrei facilitarvi il lavoro. - Girtab si sorprese nel constatare che la ragazza aveva intuito una parte del loro progetto, ma rimase al contempo deluso capendo che la giovane non aveva compreso i sentimenti di Antares.
- Sì, volevamo chiederti di aiutarci e…
- Sarò felice di ricambiare la vostra cortesia. Ditemi solo cosa devo fare e sarò lieta di darvi una mano. - Rea sorrise. Finalmente aveva potuto dare un senso a tutta quella strana avventura che stava vivendo. Capiva che Antares le si era avvicinato non solo per riconoscenza, doveva aver provato una forte simpatia nei suoi confronti. Realizzando che le motivazioni di Antares potevano, anzi, erano quelle, Rea si tranquillizzò, e l'idea di incontrarlo la spaventava di meno. Non era sicura di poter ancora incontrarlo senza farsi problemi, o senza trasalire, ma nel suo cuore era più serena. Qualcosa era cambiato.
Rea aveva capito, e aveva trovato il modo per ricambiare quanto gli scorpioni, e soprattutto Antares, avevano fatto per lei.
Era vero che lei era stata la prima ad aiutare lo scorpione, ma lui l’aveva aiutata per ben due volte, e in quel momento la stava ospitando nel suo ricco castello.
- Per quanto tu possa essere più aperta di mentalità rispetto ai tuoi simili… - cominciò Girtab, - ...hai lo stesso dei limiti. Se Antares fosse stato umano, come avresti giudicato il suo comportamento? Avresti visto solo della gratitudine nei suoi gesti o avresti visto altro? - Girtab sembrava quasi che la stesse rimproverando. Rea rimase spiazzata per le ultime affermazioni di Girtab, ma non fece a tempo a ribattere che in quel momento arrivò Shaula per portarla via e riaccompagnarla in camera.


- Dovevi proprio essere così duro? - chiese Antares raggiungendo Girtab una volta che Rea fu lontana dalla loro vista.
- Era quello che sentivo, Antares. Non vedo perché si debba tener celato il tuo sentimento. A meno che tu non ci abbia ripensato. - Antares subito si arrabbiò, dicendogli che non era certo così. Lui amava profondamente Rea anche se lei non lo ricambiava. Che differenza avrebbe fatto se lei avesse saputo o meno dei suoi sentimenti? Per lei, lui non era altro che un grosso mostro orrendo. Girtab sorrise, dato che la reazione di Antares era esattamente quella che si aspettava, quella che voleva vedere.
Girtab non voleva mettersi troppo in mezzo, ma voleva sinceramente aiutare l'amico, dato il forte trasporto che Antares provava per Rea.
- Credo che in questi due ultimi giorni la sua opinione possa essere cambiata, in positivo ovviamente.
- Credi davvero? - chiese Antares balbettando.
Girtab ne era convinto. Le reazioni della giovane di fronte ai suoi racconti gli avevano fatto capire che lentamente la ragazza si stava aprendo e che non li avrebbe più reputati come delle creature brutte e orripilanti.
- Invece che spiarla potresti prendere l’occasione per parlare, così, anche se lei non ti vede, potrete riprendere le vostre belle conversazioni. Non credi, Antares? Tanto lo so che ci stavi pensando. - Il re arrossì, scoperto in quelle che erano le sue intenzioni, anche se Shaula stava facendo di tutto per tenerli ancora un poco lontani. Non per cattiveria, ma perché riteneva che fosse ancora troppo presto per farli ricongiungere.
- E tu come fai a saperlo?
- Suvvia, ci conosciamo da quanto io e te? Sei un libro aperto per me, oramai. - Girtab si allontanò, prendendo la strada della biblioteca. - Comunque, non farti beccare da Shaula, lei non te lo permetterebbe mai.
Girtab aveva visto l’amico sospirare per anni a causa della giovane. In principio lo aveva schernito, ma visto anche l’incoraggiamento di Sargas, finì per seguire Antares e spiare assieme a lui la giovane.
Per Girtab l’umana, per quanto migliore rispetto ai suoi simili, era comunque brutta, ma capì i sentimenti dell’amico e decise di sostenerlo sempre, sperando di vedere il suo sogno realizzarsi un giorno.
“Ora tocca a te, Antares”.


Rea mangiò lentamente, quasi come se non avesse voglia. Shaula più volte le chiese se c’era qualcosa che non andava, o se il cibo non le piacesse.
Lei le rispose che andava tutto bene e che il cibo era squisito. Era solo più stanca che affamata.
Quando fu l’ora di coricarsi, Shaula la lasciò sola, e Rea non poté far altro che cercare di scacciare i pensieri che continuavano a darle il tormento.
Seduta sul letto continuava a pensare a una frase detta da Girtab. Non riusciva a capire cosa lo scorpione intendesse dire.


Se Antares fosse stato umano, come avresti giudicato il suo comportamento? Avresti visto solo della gratitudine nei suoi gesti o avresti visto altro?


Rea continuava a rimuginare su quella frase, quando una voce la chiamò, e quel pensiero che si stava formando nella sua mente rimase sospeso.
Lei quella voce la conosceva bene. Era Antares.


 
L'angolo di Shera ^^

Buondì, spero che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento.
Oramai ci stiamo avviando verso la fine, Nib sta per essere finalmente messo al proprio posto, e le cose fra Rea e Antares sembrano essere avviate per il loro lieto fine ;), ma io sono cattiva, per questo ci vorrà ancora un po' per poter far sì che il sogno di Antares possa finalmente realizzarsi.
Ringrazio ancora il mio ragazzo per aver betato il capitolo. Grazie ai suoi preziosi consigli son riuscita a migliorare questo importante capitolo.

A presto!

Versione aggiornata del 25/08/2015
  
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