17) Kiss me again
Liz p.o.v.
La mia testa è nelle nuvole in questi giorni e non va
bene.
Questa notte ci sarà un concerto dei Pierce The Veil e io
sono ancora a letto, fregandomene di andare a fare quello per cui sono
pagata.
La bancarelle dei ragazzi è ancora deserta.
“Liz?”
Sento qualcuno chiamare il mio nome, ma non mi sbatto a
rispondere.
“Liz, dove diavolo sei?
Sono io, Leah. Dai, vieni qui! Lo so che sei ancora a
letto!”
Riluttante esco dal mio bunk con un sospiro, la mia amica mi guarda con
le mani
appoggiate ai fianchi e qualche ciocca bianca sul suo volto.
“Cosa diavolo sta succedendo, Liz?
Sei strana, non parli e ci eviti da quando Jack e Cherry
stanno insieme. Non dirmi che va tutto bene perché non ti
crederò, inoltre ci
sono alcune persone che ti cercano alla bancarella.”
“Ok, andrò alla bancarella con la roba.”
Apro uno dei cassetti e tiro fuori alcune magliette,
canottiere, felpe e braccialetti con il logo della band per poi uscire
dal
pullman con Leah dietro di me.
“Liz, abbiamo bisogno di parlare, cazzo.”
Non rispondo e inizio a disporre le cose nel giusto
ordine sulla bancarella.
“Dannazione, manca qualcosa. Dovrò tornare sul
pullman.”
Leah mi ferma stringendomi il polso.
“Andrò io per te, ma tu dovrai dirmi cosa
c’è che non
va.”
“Grazie, ma – davvero – non è
successo niente.”
“Non dire bugie.”
Poi lascia il mio polso e io inizio a vendere qualcosa alla piccola
coda che si
è formata con uno sguardo di scuse.
Leah torna dopo un po’e mette sulla bancarella altre
cose.
“Grazie, Leah.”
Dico piatta.
“Prego. Adesso dimmi cosa c’è che non
va, sono
preoccupata come dottore e come amica.”
“Come dottore? Dai, non puoi dire sul serio.”
“E invece, sì! Non mangi e so cosa pensi di te
stessa, sei sulla buona strada
verso l’anoressia.”
“Stai zitta, cazzo! Come posso essere anoressica se sono
grassa?”
Leah scuote la testa.
“Ehi, tu!”
Chiama una ragazza dai lunghi capelli castani che non ha
più di quattordici anni. Lei si indica.
“Io?”
“Sì, tu. Pensi che lei sia grassa?”
Lei scuote la testa.
“No, penso che sia fantastica. Sicuramente non
grassa.”
“Ecco qui la tua prova. Sei grassa solo nella tua mente,
Liz.”
Io sbuffo.
“Ti senti meglio adesso? Hai spaventato una povera ragazzina
per niente!”
“La tua salute non è niente.”
Mi risponde secca.
“Sei fastidiosa. Non sono anoressica, pensa a Sofia,
piuttosto.”
“Sofia se la sta cavando meglio di te, almeno mangia.
Ma comunque, qual è il problema?”
La guardo furiosa.
“Vuoi sapere qual è il problema? Eccolo qui.
Il mio problema è Cherry.”
“Cosa ti ha fatto?”
“Niente. Continuo solo a chiedere a me stessa come ha
avuto le palle di dire tutto a Jack. Prima che si mettessero insieme
lui era il
classico playboy della band, quello che si scopava tutte a condizione
che
fossero vive e adesso fa sempre il piccioncino con lei.
Come è potuto succedere?
Perché non può succedere a me?
Forse è meglio che me ne vada e provi a costruire altrove
una nuova vita.”
Lei scuote la testa e prende qualche dollaro da un ragazzo.
“No, scappare non è la soluzione, Liz.
Ti ricordi quando ho provato ad andarmene l’anno scorso?
Quanto sono stata via?
Due settimane e in quelle due settimane Mike non è mai
uscito dalla mia testa. Se scappi via senza risolvere i problemi, i
tuoi
problemi verranno con te e ti tormenteranno.”
Io sospiro. Così non posso andarmene, sono condannata per
sempre in questa
situazione.
Questa sera Leah insiste per rimanere alla bancarella e
mi dice di andare nel camerino dei ragazzi. Le dico di sì
perché non la sopporto
più, così quando l’intero concerto da
un angolo.
Amo l’energia e l’impegno che mettono in ogni
canzone,
soprattutto in “Hold on till may”, quando una fan
sale sul palco Vic fa del suo
meglio per metterla a suo agio e farle cantare le strofe.
Come ogni volta che ascolto questa canzone qualcosa
dentro di me mi fa venire voglia di piangere, perché
è così bella che le parole
falliscono e non riesco a spiegare come mi sento.
Quando finiscono corro nei loro camerini, provando a
fare del mio meglio per sorridere in modo
naturale e non essere preoccupata per le loro reazioni.
Mike entra per primo, mi sorride e corre a prendere una
bottiglietta d’acqua, il prossimo è Jaime e poi
Tony: sorridono entrambi.
L’ultimo è Vic, quando mi vede il suo volto
è illuminato
da un sorriso e – nonostante sia completamente bagnato
– mi abbraccia stretta e
poi appoggia le sue mani sulle mie guance. Mi ci vuole un attimo per
guardarlo
e poi le nostre bocche si scontrano. Lascio che la sua lingua incontri
la mia e
io gioco con i suoi capelli lunghi.
I ragazzi intorno a noi urlano, ma io non li ascolto.
Quando finalmente ci stacchiamo lui è un po’rosso
in
volto.
“Mi dispiace, non so cosa mi sia preso, magari tu non
vo…”
Fermo il suo discorso con un altro bacio appassionato e poi gli sorrido.
“Che cosa stava dicendo, signor Fuentes?”
“Uh, credo nulla, signorina Marino.
Verrebbe a un appuntamento con me?”
“Sì, ho aspettato anni per questo
momento.”
“Facciamolo, dunque.
Domani sarà l’ultimo giorno che trascorreremo qui,
quindi
sii pronta per le otto e ti porterò a un appuntamento
meraviglioso.”
“Sì, grazie!”
Lo abbraccio ancora, la mia testa è appoggiata
all’altezza del suo cuore: batte forte e spero stia battendo
forte per me e il
nostro futuro appuntamento.
Angolo di Layla
Ringrazio mizu_chan_foREver, M_idiot e Kellic_a_vita per le recensioni. Grazie mille, ragazze!