II
Mi
agito nel letto. Apro gli occhi respirando
affannato. Tocco la fronte, è tutta sudata. Mi inarco,
sedendomi nell’oscurità.
Cattivi sogni, simili a boccate di cenere, penetrano sotto pelle,
scavando fin
dentro le ossa.
«Un altro incubo?» domanda lei, appoggiandosi a me.
Mi gratto la barba sfatta «Ti ho svegliata?».
Le
sue labbra sfiorano le mie. Un tocco delicato, caldo.
«No».
Sorrido nel buio. La stringo a me. Ci culliamo nella stanza buia
abbracciati, respirandoci a vicenda. Le sue mani intorno al mio collo
sembrano
bruciare. «C’è un modo per evitare i
brutti sogni » mi sussurra all’orecchio.
Porto
la sua mano alle labbra. Bacio la sua pelle blu. «Ah
sì? E come?».
Lei
ridacchia, passandomi le dita sul petto. Mi mordicchia leggermente
l’orecchio,
strappandomi un gemito. «Così». Le sue
mani vagano fin lì dove non batte il
sole. Si infilano sotto i pantaloni, sfiorandomi la pelle
rovente.
«E così». Mi
bacia il collo. Altri piccoli morsi. Tanti
altri piccoli morsi. Chiudo gli occhi. Il suo fiato caldo mi
solletica il
naso. «Hai paura?» domanda lei, scendendo fino
all’ombelico. Altro morso.
Espiro. Nella notte, il mio respiro è fatto di piccole
volute di vapore. E’ una
stanza fredda. I nostri corpi, invece, quelli, sono caldi.
Le prendo la testa
fra le mani, la porto verso di me.
Labbra incontrano labbra, lingua incontra
lingua. I pensieri si annullano, si disgregano. Le nostre dita, quelle
invece,
si intrecciano. Odora di buono, di saliva, di qualcosa di caldo e di
vitale.
«Sì – le dico- ho paura».
«Per
te?» domanda lei. Mi solleva la mano e ne bacia il dorso, le
dita. Tanti, tanti piccoli baci. Sensazioni di calore restano
su pelle,
lì dove le sue labbra mi han toccato.
«Per noi» le dico «per lui»
appoggio la
mano sul suo grembo.
Mi
abbraccia. I suoi seni mi premono contro il petto. Il battito del suo
cuore
riecheggia su di me. Chiudo gli occhi, lasciandomi andare. Mi perdo fra
le sue
braccia. Un posto sicuro, finalmente.
Sono a casa – penso. Rimaniamo così,
nella notte. Io e lei. Il silenzio ci ricopre, rotto solo dai nostri
respiri
lenti. «Ti amo» dice lei.
Le prendo la testa fra le mani, appoggiando la
mia fronte alla sua. I nostri respiri si intrecciano. Stasi. I momenti
si
rincorrono, si inseguono, intrecciandosi in spirali di silenzi e
respiri. Le bacio
la fronte «Anche io».
«Non mi importa cosa deciderà il consiglio, se
tu…».
«Shhh».
La
sento scuotere la testa «No, lasciami parlare. Non posso
sopportare l’idea di
perderti. Lo so che lo stai facendo per una buona ragione ma se ti
capitasse
qualcosa io…».
Le accarezzo la guancia. Asciugo le sue lacrime. «Siamo
guerrieri,
Xana».
Mi
appoggia la testa sulla spalla. La stringo a me. «Almeno
promettimi che mi
lascerai venire con te».
La
guardo «Il bambino..».
Lei si ritrae.
I suoi occhi verdi brillano nella notte. Così atavici,
così unici. Gli occhi di
una insonne. «Siamo
guerrieri, l’hai detto tu stesso».
«Non
voglio perdere mio figlio ancora prima di vederlo nascere».
«Allora non morire!».
«Se ti prometto che
sopravvivrò tu resterai qui? – la accarezzo- ora
devi pensare al nuovo arrivato».
Si appoggia a me. «D’accordo
– dice assorta- d’accordo. Solo…
Jesse, promettimi che farai attenzione».
«Lo prometto».
Momenti
si inseguono e si accavallano su di sé mentre restiamo
abbracciati nel
silenzio. Sorrido.
Xana inarca un sopracciglio «Perché
sorridi?».
«Sai, mia madre era solita leggermi la storia di
un vecchio condottiero.
Si chiamava Giovanni. Giovanni delle Bande Nere».
«Me
l’avevi già detto».
«Ah sì?» le faccio io,
solleticandole il collo.
Scosta la mano «E quindi? Perché
sorridi?».
Le sollevo il mento, guardando i suoi bei lineamenti cesellati
«Prima
della sua ultima battaglia, si dice che Giovanni andò dalla
sua amante. E
quando lui le disse “questa sarà la nostra ultima
notte” sai cosa gli rispose
lei?».
Il mio amore scuote la testa, mi prende la mano e se la
appoggia alla
guancia «Cosa le rispose?».
«
Rispose “allora ci conviene godercela al
massimo”».
Xana
sfrega il naso contro il mio «E’ un
invito?».
«Forse».
«Forse eh!» mi sale
sopra a cavalcioni. La notte ci inghiotte. Due corpi caldi e vivi. Due
persone
in un atto d’amore.
Nell’oscurità c’è
più luce di quanto si pensi. A volte
scintille, a volte di più. Mentre faccio l’amore
con lei realizzo che messe
insieme, tutte quelle piccole luci, potrebbero abbagliare il mondo.