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Autore: yukikofairy    24/03/2015    2 recensioni
E se, invece di una sola persona, un gruppo di amici si ritrovasse improvvisamente nella terra di mezzo?!
E se avessero solo qualche fugace ricordo dei libri e dei film sul mondo in cui sono capitati?!
Dalla storia:
Il vecchio con un bastone è a pochi passi da noi e ci scruta, serio. Nello sfondo tredici nani, vestiti come a carnevale e armati fino ai denti, ci stanno fissando in un modo che non mi piace. Non mi piace affatto.
[...]
Mentre aspetto che dica qualcosa lo osservo di sott’occhio. Mi ricorda incredibilmente uno di quei dipinti classici, antichi dove sono ritratte persone belle da far male, ma vuote.
«Chi sei?» chiedo, cercando di mantenere la mente un po' lucida.
Lui sorride senza nessun segno di allegria, avvicinandosi con passi di una lentezza esasperante verso di me.
«Sono certo che ti allieterà sapere che stai parlando con il re, umana»

STORIA MOMENTANEAMENTE INTERROTTA.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bard, Fili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Ed io mantengo sempre la mia parola


 

POV Alaska:
 

Per la milionesima volta cambio posizione, mettendomi prona. 
Una fitta mi percuote la testa, ma è molto meno intensa rispetto al giorno precedente. Almeno credo che sia passato un giorno. Qui non ci sono finestre, né orologi, quindi è facile perdere la cognizione del tempo. 

Sto cercando di orientarmi con i pasti. 

Se le mie teorie sono esatte ieri mi hanno portato due volte il vassoio, poi sono passate diverse ore e per ora oggi solo una volta. Quindi probabilmente quello di prima era il pranzo e ora è metà pomeriggio. 

Boh. Alla fine non mi interessa, voglio solo andare via da qui. 

Ancora non ho toccato niente da mangiare. Non voglio il cibo di qualcuno che, seppur con modi gentili, mi tiene prigioniera. 

Generalmente è Handir che mi porta il pasto, pregandomi di mangiare qualcosa. Io lo ignoro e così se ne va, per tornare dopo un po’ a riprendere il pasto ancora integro. 

Comunque anche la ferita alla gamba presumo stia guarendo in fretta, visto che prima ho provato a fare qualche passo e riesco a camminare quasi normalmente. 

Certo il dolore ancora è discreto, ma posso controllarlo. 

Se i miei calcoli sono esatti tra un po’ dovrebbero portare la cena e poi c’è la notte. Approfitterò di quel momento per cercare di scappare. 

Devo assolutamente trovare gli altri; un po’ per avere delle spiegazioni e un po’ perché continuo ad avere una sensazione davvero angosciante.

Ho davvero paura per loro. 

Sento la porta aprirsi e richiudersi piano, ma non mi muovo di un millimetro. 

Evidentemente è già ora di cena. Strano. Aspetto di sentire l'ormai familiare rumore del vassoio quando viene appoggiato sul comodino, ma ciò non avviene. 

«Credevo che salutare fosse usanza anche per gli umani» tono freddo, piatto «evidentemente il mio era un pensiero errato» 

Mi giro il più velocemente possibile, per quanto il mio corpo ferito me lo consenta, verso la fonte della voce. Assottiglio gli occhi, ma non rispondo alla provocazione del re.. Tanduil se non ricordo male. O era Tanduir? 

«Handir dice il vero» commenta rivolto più a se stesso che a me «che io sappia non sei stata ferita alla lingua. E allora perché ti ostini a non parlare né a mangiare?»

In questo momento non porta la corona, ma ha comunque un'aria dannatamente regale nel suo elegante vestito blu scuro, con quei lunghi e perfetti capelli biondi. In realtà credo che anche se indossasse la tuta sembrerebbe comunque un re. O forse solo un tipo semplicemente spocchioso ed esaltato.

«Credi davvero che facendoti morire di fame aiuterai i tuoi dubbi amici?» alza un sopracciglio, scettico. 

«Grazie per avermi curata, ma adesso vorrei poter raggiungere il mio gruppo» cerco di usare il tono più carino possibile, anche se la voce roca non mi aiuta. Mi schiarisco la gola, imbarazzata.

«E dove pensi di andare?» muove pigramente una mano, annoiato «Suppongo che tu non conosca questi luoghi, quindi ti perderesti e molto probabilmente moriresti nel giro di un’ora. Inoltre» un sorriso perfido gli si dipinge sul volto «ti hanno lasciata indietro a quanto vedo, ne deduco che non sei così essenziale per loro» 

«Se lo avete dedotto voi, che siete il grande re degli elfi di Bosco Atro, allora deve essere proprio così» rispondo al sorriso in segno di sfida. 

Se pensa di ferirmi o demoralizzarmi con queste subdole insinuazioni, si sbaglia di grosso. Sui nani potrei avere qualche dubbio, ma non sui miei migliori amici. 

Loro non mi avrebbero mai lasciata indietro, se non costretti. Mai. 

«Bene, pensala come vuoi umana» il suo tono si è fatto decisamente minaccioso «liberissima di non credere al fatto che Thorin Scudodiquercia mi ha personalmente detto di non volermi dire il motivo del loro viaggio, nonostante io gli abbia dato la mia parola che se me lo avesse detto ti avrei liberato» si volta verso la porta, iniziando ad uscire «Ed io mantengo sempre la mia parola» mi da le spalle, ma sono sicura che sta sorridendo, cattivo.

«Ah quasi dimenticavo» attacca, senza guardarmi in faccia «resterai nel mio regno tutto il tempo che vorrò. E ringrazia che sei qui e non dentro una cella» sparisce in un secondo, chiudendosi la porta alle spalle. 

Prendo con forza un cuscino e, con tutta la forza che ho, lo tiro verso la porta. 

«Vaffanculo» urlo, mentre calde lacrime iniziano a rigarmi le guance. 

 

 

POV Esmeralda:

 

Dopo essere saliti tutti, il tipo si è messo in fondo per riuscire a manovrare la nave con un grosso legno. 

Adesso è da qualche minuto che stiamo navigando nel lago. 

Do un'occhiata distratta all'uomo, per poi far vagare lo sguardo un po' da per tutto. 

Attorno a noi si è formata una nebbia piuttosto inquietante, che ci impedisce di vedere il panorama e il cielo. Sono seduta in mezzo a Dav e Lily, a sua volta seduta accanto a Fili. Ogni volta che lo guarda ha gli occhi a cuoricino, è così tenera. 

Un po' come quando Dav guarda Ska, o Ska guarda Thorin. 

Già Thorin… automaticamente il mio sguardo si sposta su tutta la nave, alla ricerca del suo volto. 

In piedi sul lato destro della nave dà a tutti le noi le spalle, intento ad osservare chissà cosa. Le mani sono appoggiate sul bordo della chiatta, le maniche della camicia blu arrotolate fin quasi ai gomiti. Ha le braccia leggermente piegate e questo, insieme alle spalle curve, gli conferisce un'aria strana, non da lui. Sembra quasi stanco. 

Mi alzo lasciando Dav e gli altri ai loro discorsi, per raggiunge Thorin. Mi appoggio con i gomiti sul bordo, sia per essere alla sua altezza sia per comodità. Per fortuna da questa posizione la ferita non fa male più di tanto. 

«Ehi» inizio con il mio solito tono sicuro, anche se nel profondo sono davvero incerta su cosa poter dire. In realtà non so nemmeno il reale motivo per cui sono venuta qui da lui.

Thorin si volta verso di me con fare apparentemente disinteressato solo per un attimo, per poi tornare ad osservare il lago. 

Restiamo muti per un po', ascoltando il suono della nave che si infrange nell’acqua e il chiacchiericcio degli altri componenti del gruppo.

«Sarebbe sopravvissuta?» mi giro incuriosita verso Thorin. Non rispondo, presa in contro piede dalla sua domanda.

«Sarebbe sopravvissuta alla traversata nel fiume, dentro le botti, nelle sue condizioni?» Il nano tiene gli occhi fissi sull'orizzonte, evitando di guardarmi.

«Non lo so. Forse.» ammetto sincera «anche se credo che avrebbe preferito rischiare la vita insieme a noi, piuttosto che stare prigioniera in un luogo sconosciuto e credendo di essere stata abbandonata da tutti» so che queste parole lo feriscono, ma non mi interessa «la conosco. Se sa che ce ne siamo andati senza di lei, ne soffrirà tantissimo» la mia voce trema leggermente. Mi schiarisco la gola, cercando di trovare il controllo. 

La verità è che ho paura… Ska è abbastanza forte su certe cose, ma ha sempre avuto noi al suo fianco. Adesso temo che possa commettere qualche cazzata. 

Quando mi calmo, noto che Thorin ha le mani serrate intorno al bordo, la testa piegata sul suo corpo. Dopo un attimo però si raddrizza e quando si volta a guardarmi è lo stesso di sempre. 

«Quando arriveremo a Pontelagolungo tu, David e Lilian rimarrete là, mentre noi andremo ad Erebor, a reclamare ciò che è nostro» 

Incrocia le braccia, appoggiandosi alla nave e dando così le spalle all'acqua 

«Se quando partiamo Gandalf ancora non si è visto, voi aspettate a Pontelagolungo lui o noi. Se noi non dovessimo tornare, e ciò è possibile, quando lo stregone si farà vivo ditegli di Alaska. Ditegli che Thranduil la sta tenendo prigioniera nel suo regno. Gandalf vi aiuterà» annuisco, cercando di memorizzare il suo discorso «comunque se riuscirò a sopravvivere, sarò io stesso a prendermi la responsabilità di andare a liberarla il più presto possibile. Infondo è colpa mia se è lì» si volta di scatto, tornando a fissare il lago. 

Non capisco bene perché dovrebbero morire o cosa li attende in questa Erebor, ma non insisto perché nonostante ancora non lo conosca bene, intuisco che per lui il discorso è chiuso. 

Non ho voglia di tornare a sedermi con gli altri, così mi incammino dall'uomo, sedendomi sul bordo della nave a pochi passi da lui. 

Il tipo sembra sorpreso, ma decide di ignorarmi continuando a guidare la chiatta. 

Lo osservo, curiosa. Da quando siamo qui è il primo uomo che incontriamo… ad eccezione di Gandalf, ma non sono poi così convinta che lui sia un semplice essere umano. 

Comunque i vaghi ricordi che credo di avere del libro devono essere sbagliati. Mi sembra di ricordare un anello speciale e un re umano bellissimo e giusto.. che però forse pensandoci era fidanzato con un'elfa. Peccato. Sarebbe stato figo avere una relazione con un futuro re. 

Beh comunque purtroppo la storia è completamente diversa da come ricordo. 

«Posso sapere il tuo nome?» sobbalzo, presa in contropiede dalla sua domanda. 

«Esmeralda» muovo i piedi sospesi in aria, mentre tengo le mani appoggiate sulle gambe «ma per i nani sono LinguaLunga. E il tuo di nome?» 

Lo osservo in attesa di una sua risposta.
Nonostante il cappotto vecchio e la sua aria trasandata è decisamente un bell'uomo. Forse è proprio questo aspetto non curato di lui… come il codino, la barba, i vestiti… a renderlo incredibilmente affascinante ai miei occhi.

«Mi chiamo Bard» risponde concentrato, senza staccare gli occhi dal pezzo di lago che si intravede da davanti la barca «credo che sia il soprannome più giusto che io abbia mai sentito» 

Rido, facendo la linguaccia. Tanto non mi sta guardando.

«Scusami Bard per prima, sono stata davvero maleducata» non è da me scusarmi, ma so di aver esagerato. Quando lo abbiamo incontrato avevo ancora l'adrenalina a mille per via degli orchi e delle rapide. 

«Beh almeno sei sincera... in questo assomigli a Maryn» si volta a guardarmi, sorridendo ironico. 

«Oh conosci Maryn» stringo le labbra, imbarazzata. 

«Certo, è una gran brava persona.. la ricordi molto sai?!» questa volta è lui a ridere, mentre alza un sopracciglio. 

Per fortuna Bilbo ci interrompe, raggiungendoci. Si siede accanto a me, iniziando a far dondolare anche lui le gambe. In confronto alle mie, le sue quasi sembrano quelle di un bambino. 

«Ehm io sono Bilbo Baggins» si presenta il piccoletto dai piedoni. 

«Piacere di conoscerti Bilbo» risponde l'uomo abbastanza educatamente. 

«E il tuo nome è?» chiede lo hobbit, leggermente a disagio. 

«Lui è Bard» mi intrometto io, dando una leggera botta sulla schiena a Bilbo, che si sbilancia in avanti rischiando di cadere. Forse non era così leggera. 

Comunque, mentre questi due iniziano a chiacchierare di varie cose, io mi isolo nel mio mondo. 

Osservo la superficie del lago parzialmente ghiacciato, pensando ad Alaska e a quello che sta facendo, alle avventure che stiamo vivendo e a cosa sta succedendo nel mio mondo. 

Volto lo sguardo verso lo hobbit e, sorpresa, noto che è tornato dagli altri. Sospiro e con un saltino scivolo giù dal bordo. Nel commettere il movimento però il braccio ferito mi da una fitta. Gemo, andando a cercare il punto con la mano dell'altro braccio. 

«Quando arriviamo a Pontelagolungo dobbiamo curarti» il tono è neutro e non mi degna di uno sguardo mentre guida la nave, ma mi fa comunque piacere.

«Grazie Bard» commento riconoscente, andando a raggiungere i miei amici. 

Mi siedo accanto a Dav, che delicatamente mi passa un braccio intorno alle spalle, senza farmi male. Piano piano sento l'energia venirmi meno, fino a quando non mi addormento, stanca. 

 

 

POV Alaska:

 

Sospiro impaziente, mentre aspetto che qualcuno entri a portarmi la cena. 

Per colpa di quello stronzo non faccio altro che chiedermi se davvero Thorin abbia preferito non dire niente a lui invece di liberarmi. 

Sorrido stancamente, quando penso alla differenza tra il re dei nani e il re degli elfi. Uno alto e biondo, l’altro molto basso e moro. Uno freddo, l’altro anche troppo irruento. Entrambi sono stronzi e belli a modo loro. So per certo che Thorin però, al contrario di quell’altro, ha sotto sotto anche un cuore. Sennò non avrebbe accolto nel gruppo me, Esme, Lily e Dav e non mi avrebbe salvata dai ragni. 

Handir entra silenzioso in camera, distraendomi dai miei pensieri. Indossa la classica casacca rosso scuro e i capelli sono sciolti, legati parzialmente ai due lati in un codino. Tra le mani tiene il vassoio con il cibo.

«Ciao» lo saluto, sorridendo. Lui sgrana impercettibilmente gli occhi, sorpreso. 

Finora non gli avevo mai rivolto la parola, quindi è comprensibile la sua reazione. Se devo scappare stanotte però, ho bisogno di più informazioni possibili.. e lui è l’unico che può darmele. 

«Ciao» risponde un po’ impacciato, lasciando il vassoio sul comodino. 

Mi siedo appoggiandomi ai cuscini e prendo il vassoio, mettendolo sulle gambe. 

«Handir» attacco, mentre prendo una piccola ciotola con dentro un brodo caldo, da cui sale un odorino niente male. Lo stomaco mi brontola dalla fame. «Posso sapere se è giorno o notte? Sai senza finestre non riesco a capire lo scorrere del tempo» 

«Il sole sta tramontando adesso, Eledhwen» sorride, visibilmente contento nel vedermi mangiare. Sta in piedi accanto al letto, le mani dietro la schiena.

Perfetto. Come avevo pensato.

«Ti posso fare una domanda?» chiedo, mentre con la mano destra gli indico il letto, invitandolo a sedersi. 

«Certo» si siede, sempre più sorpreso dal mio cambio repentino di umore. 

«Perché mi chiami Eledhwen? Che significa?» finita la zuppa, passo velocemente ad un piatto di verdure. Adesso che ho iniziato a mangiare non smetterei più. 

«Fanciulla degli elfi o splendore degli elfi, decidi tu quale dei due ti piace maggiormente» sorride, lo sguardo fisso sul vassoio. 

Smetto di mangiare, la posata ferma a mezz’aria. 

«Ma io non sono di certo uno splendore per voi elfi» commento, incredula. 

Handir finalmente si decide a guardarmi, sempre con un sorriso lieve sulle labbra.

«Per me lo sei e tanto basta» mi accarezza piano la mano sinistra, poggiata sul letto. 

Il primo impulso che ho è di spostarmi. Non per fastidio, solo perché questa cosa è decisamente imbarazzante. E’ così diverso dal suo re. 

«E poi non sapevo come chiamarti, visto che non mi vuoi dire il tuo nome» si affretta ad aggiungere, ritraendo la mano.  

«Eledhwen va benissimo» gli sorrido, mentre riprendo a mangiare. Svuotato il piatto di verdure mi concentro sulla frutta.

Mi porge un boccale pieno di un liquido ambrato. Lo afferro riconoscente, assaggiandolo subito. È stra stra stra buono. Credo che sia succo.

«E… ehm senti Pontelagolungo è lontano da qui?» butto là, mentre finisco di mangiare una succosa mela. A regola i miei amici sono diretti là, quindi ho bisogno di sapere la strada.

«No, non molto.. circa mezza giornata. Basta seguire il corso del fiume» assottiglia un po’ gli occhi. Merda, non devo farlo insospettire.

«Un giorno dovrò pure andare via di qui no?!» alzo le spalle, cercando di sorridere innocentemente. 

«Già» commenta, volgendo lo sguardo verso la porta. 

«Grazie per il cibo Handir, adesso se non ti dispiace vorrei risposare» simulo uno sbadiglio, sperando di dargliela a bere.

«Certo Eledhwen» si alza dal letto con un eleganza inaudita. 

«Riposa tranquilla» tende verso di me, posandomi un lieve bacio sulla fronte. 

Sento le guance bruciare, mentre lui esce portandosi dietro il vassoio. 

Se riuscirò a scappare questa notte, in qualche modo sentirò la sua mancanza.

 

 

POV David:

 

Sono tutto informicolito, ma cerco di non muovermi per non svegliare Esme. 

…le classiche ultime parole famose.
Esmeralda infatti si sveglia di soprassalto alla parola «attenzione» urlata da Bofur per far si che il chiattaiolo eviti qualcosa di enorme, presumo una rovina, apparso davanti a noi.

«Che stai cercando di fare? affogarci?» commenta acido thorin, in piedi sul lato destro della nave. La mora intanto si stacca da me, guardandosi intorno confusa.

«Sono nato e cresciuto in queste acque mastro nano» risponde l’uomo, continuando a guidare la nave con lo stesso ritmo «Se volessi affogarvi.. non lo farei qui» acidello anche questo tipo eh.

«Basta con questo sfrontato uomo di lago. Gettiamolo dalla barca e facciamola finita» ecco. Ci mancava solo l’antipatico per eccellenza, il pelatone muscoloso.

«Dwalin il tuo senso dell’umorismo è sempre decisamente elevato» borbotta Esme, alzando un sopracciglio

«Così come la tua lingua, cara Lingualunga» metto la mano davanti alla bocca della mora, per evitare che continui il battibecco con il nano. Nel farlo però mi volto verso  l’arciere e noto che sta fissando me e la mia amica.

Che cavolo vuole?

«Bard» ci giriamo di scatto verso Bilbo che è in piedi poco lontano da noi «il suo nome è Bard» incrocia le braccia, scocciato.

«Come lo sai?» chiede Bofur, con tono curioso. Prima lo hobbit ed Esme parlavano con lui, sicuramente si sono presentati.

«Ah… gliel’ho chiesto» rido di fronte al sarcasmo di Bilbo. Questo piccoletto mi sorprende sempre. 

«Non mi interessa come si chiama… quello non mi piace» sbuffa Dwalin appoggiato ai barili. Thorin si sposta silenzioso verso il gruppo, andando a mettersi vicino al pelatone.

«Non ci deve piacere per forza» interviene Balin prima che Esme, che è già pronta a ribattere, possa dire qualcosa «dobbiamo soltanto pagarlo» detto questo si volta ad osservarci tutti «su forza ragazzi svuotate le tasche»

«Io non ho un soldo» commento grattandomi la testa, imbarazzato. 

«Nemmeno io» «e anche io uguale, scusate» fortuna che non sono l’unico.. anche Lils ed Esme sono senza un centesimo. Beh giustamente non è colpa nostra se ci siamo risvegliati all’improvviso in un altro mondo.

«Come sappiamo che non ci tradirà?» sento dire piano il pelatone a Thorin, mentre gli altri iniziano a tirare fuori i soldi rimasti. In tutto questo vociare non sento la risposta del capo dei nani.

«C’è solo un piccolo problema…»  ci voltiamo tutti di nuovo verso Balin, curiosi «ci mancano dieci monete»

«Gloin.. avanti dacci quello che hai» borbotta il capo dei nani a braccia incrociate rivolto a Gloin. 

«Non guardate me» il tono del nano è abbastanza petulante, tanto da farmi fare una breve risata «io sono stato dissanguato da questa avventura» mentre parla, noto che tutti si stanno mettendo in piedi ad osservare qualcosa all’orizzonte «che ho ottenuto dal mio investimento?» ci alziamo subito anche io, Esme e Lils «nient’altro che miseria e dolore e…» 

Gloin si zitta quando ci vede tutti in piedi e si alza anche lui. Sfocata per colpa della nebbia, riusciamo a vedere in lontananza una montagna. Da come la guardano i nani, deve essere sicuramente la loro meta. 

«Per la mia barba.. prendi prendi tutto quanto» Gloin, con la voce commossa, da il suo sacchetto delle monete a Balin. Cavolo quella montagna deve essere davvero importante per loro.

«È Erebor quella?» chiede Esme a Bofur, gli occhi attenti e curiosi.

«Si Lingualunga, si» risponde piano lui, quasi per paura di poter danneggiare l’atmosfera.

Atmosfera che viene interrotta prontamente da Bard che si sta avvicinando molto velocemente

«Il denaro! Presto datemelo» l’uomo tende il braccio frettolosamente.

«Ti pagheremo quando avremo le nostre provviste, non prima» risponde subito Thorin, visibilmente incazzato.

«Se apprezzate la libertà farete come vi dico» Bard indica con gli occhi qualcosa oltre la nave. Ci voltiamo e dalla nebbia vediamo spuntare le prime case, costruite su palafitte dentro il lago «ci sono guardie più avanti»

 

 

Angolo dell’autrice:
 

Avevo detto che pubblicavo martedì e così è stato (sorvoliamo sul fatto che manca meno di un’ora a mercoledì xD)

Finalmente siamo arrivati a Pontelagolungo.. chissà che succederà ora? La nostra Alaska riuscirà a scappare? Vedremo, vedremo.

Come sempre vi ringrazio tantissimo per tutto l’affetto, vi adoro <3

Ci sentiamo venerdì se riesco, altrimenti a martedì.
Un bacio,
yukiko.

 

  
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