Apples
and
Books
Il sole filtrava dalle vetrate, dipingendo aurei serpenti di luce
sulle centinaia di scaffali che riempivano la biblioteca. Era un luogo
tranquillo e luminoso, relativamente poco frequentato, e ad Aqua
piaceva.
La
ragazza era seduta a un tavolo appartato in un angolo e sfogliava
con attenzione un grosso tomo in pelle, Origine
e Storia del Keyblade. Era talmente antico che le pagine
ingiallite
scricchiolavano al minimo tocco, ma era davvero esauriente: qualcuno
– Ansem,
probabilmente, o forse addirittura uno dei leggendari Maestri in
persona – lo
aveva punteggiato di note, aggiungendo nuovi dettagli e completando le
parti
rese illeggibili dal tempo.
«Sempre
qui a consumarti gli occhi sui libri?»
Aqua
alzò lo sguardo e un sorriso le increspò le
labbra alla vista
di un ragazzo alto e smilzo dagli scarmigliati capelli
biondo
miele. I suoi abiti, benché di ottima fattura, erano
lievemente graffiati qua e là, come se il loro proprietario
si fosse tuffato in mezzo a un cespuglio di rovi.
«Dovresti
leggere qualcosa anche tu, ogni tanto, Ven, anziché
andartene
in giro senza far niente» replicò in tono
falsamente severo.
Ven
si appollaiò con un balzo sulla sedia
accanto a lei e abbassò la voce con fare
cospiratorio.
«Sai,
il vecchio Thad sarebbe felicissimo se io me ne andassi in giro
senza far niente» disse
facendole l’occhiolino con aria complice.
Esasperata,
Aqua sospirò. «Se io fossi Thad ti avrei
già appeso
per i polsi fuori da una finestra. Cos’altro hai
combinato?»
«Io?
Ma assolutamente nulla!» esclamò innocentemente
Ven. «Insomma,
si lamenta sempre per delle sciocchezze! Se gli sparisce della frutta
è colpa
mia, se gli cade qualcosa sui piedi è colpa
mia…»
«Ed
è colpa tua?»
«No!
Be’, quasi mai, ma ogni tanto… la tentazione
c’è…»
«Sei
incorreggibile. Thadgor non può permettersi tanti lussi, lo
sai.»
Ven
sbuffò. «Sì, e so anche che il suo
dannato cane mi ha già
morso due volte nelle ultime settimane. Ormai quella bestiaccia mi
riconosce al primo
colpo, anche in mezzo alla folla del mercato di fine mese. Ah, comunque
non è un buon cane da guardia, non vigila affatto sul
frutteto. Mi
auguro solo che Thad non noti tanto presto l’improvvisa
scomparsa di un paio di
mele.»
Porse
un frutto all’amica e ne fece balenare un secondo in mano.
Aqua
non poté trattenere un risolino. Ven era sì un
Guardiano, un Custode
del Keyblade e un bravo combattente, ma anche un ragazzo sfrenato e
turbolento
a cui piaceva scherzare e divertirsi. Era difficile credere che il
fiero Ven
guerriero che affrontava coraggiosamente i più feroci
Heartless fosse lo
stesso Ven che saltellava per il mercato cercando di sfuggire al cane
di un
contadino.
I
due mangiarono le mele chiacchierando del più e del meno.
Aqua venne
così a sapere che la loro prossima missione si sarebbe
svolta nella Terra dei
Dragoni.
«Non
ho origliato, ero semplicemente nel luogo sbagliato al
momento giusto» si difese Ven masticando. «E
comunque quel vecchio barbagianni
di Ansem potrebbe anche dircelo anziché aspettare che lo
scopriamo a modo
nostro, no?»
Vecchio
barbagianni.
Aqua alzò gli occhi al cielo, ma lasciò correre.
Inoltre
si sapeva che Terra sarebbe tornato la mattina seguente:
aveva chiesto una licenza di tre giorni per visitare le Destiny
Islands, e il
tempo stava per scadere. Non erano in molti a sapere del legame fra
Terra e
quel pugno di isolette sperdute: per la maggior parte della gente, ogni
tanto
semplicemente Terra spariva, e si veniva a sapere che era andato a fare
un
sopralluogo in un altro mondo. Era un Guardiano, era normale che non
rimanesse
inchiodato a Radiant Garden, no?
In
realtà, ad attirare Terra alle Destiny Islands
c’era ben altro
che il semplice dovere. Aqua e Ven sapevano che l’amico era
originario di quel
luogo e che laggiù vivevano ancora sua madre e suo fratello
minore, le cui
condizioni, sebbene dignitose, non potevano che beneficiare della
presenza di
Terra.
«Gli
ci voleva una bella vacanza» commentò Ven.
«Ultimamente era a
pezzi.»
«Troppo
lavoro e troppo poco riposo» assentì Aqua.
«Credo che si
senta responsabile di noi due, essendo il più grande e
maturo del gruppo. Certe
volte ho persino la sensazione che si sobbarchi fardelli che dovrebbero
spettare a noi.»
«È
il motivo per cui lui è Capitano della Guardia e io una
semplice recluta» ridacchiò Ven, ma nella sua voce
Aqua percepì una punta di
amarezza. La sua espressione si addolcì; Ven era
così giovane, più giovane di
Terra, più giovane di lei. Spesso si comportava come un
ragazzino, ma lei era
certa che prendesse la propria missione molto più sul serio
di quanto non
volesse lasciar trasparire.
È
un buon
Guardiano, e sono certa che sarà anche un buon Maestro.
Si
sorprese a pensare a Ven con affetto, e s’affrettò
a cancellare
l’espressione intenerita dalla faccia.
«Be’,
non puoi mica aspettarti che lord Ansem affidi un incarico
simile a un ragazzetto come te» lo provocò
sarcastica.
Ven
sogghignò. «Se lo facesse, avremmo ai nostri piedi
l’intero
universo.»
«Sì,
con qualche milione di vite umane in meno.»
«Ah-ha…»
Il ragazzo si produsse in un finto sbadiglio e appoggiò
la testa al palmo con aria annoiata. «Ma quanto sei spassosa.
Senti, perché
anziché dire scemenze non mi accompagni alla Sala Bianca? Ho
il turno con
Virago questo pomeriggio…»
«Certo.»
Gli strizzò l’occhio. «Sei innamorato
cotto di lei,
vero?»
«Ovvio, è l’amore della mia vita» borbottò Ven.
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Ok, primo capitolo della 'vera' storia :) che ne pensate, vi piace? spero di avervi interessato, almeno un pochino ^^
grazie mille falcediluna ^^