Sesshoumaru disteso sul freddo terreno bagnato dalla rugiada, è apparso tra il verde dell’erba.
Poggia la nuca sopra il tronco di un robusto albero…
“Sento… sento il fruscio del vento fischiare fra i rami degli alberi, una forte luce oltre le mie palpebre, l’odore dell’erba bagnata che mi pizzica il naso.
Sento… sento il mio corpo.
Io sono qui, vivo, eppure non posso ancora muovermi.
E’ per colpa di quello stolto essere che non doveva esistere!
Perché lui ha vinto e rivinto. Cosa l’ha spinto ad umiliarmi in questo modo?
Padre, sei stato tu a proteggermi?
Io preferivo la morte.”
Poggia la nuca sopra il tronco di un robusto albero…
“Sento… sento il fruscio del vento fischiare fra i rami degli alberi, una forte luce oltre le mie palpebre, l’odore dell’erba bagnata che mi pizzica il naso.
Sento… sento il mio corpo.
Io sono qui, vivo, eppure non posso ancora muovermi.
E’ per colpa di quello stolto essere che non doveva esistere!
Perché lui ha vinto e rivinto. Cosa l’ha spinto ad umiliarmi in questo modo?
Padre, sei stato tu a proteggermi?
Io preferivo la morte.”