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Autore: Li_fe    25/03/2015    3 recensioni
Lei: Sharon. Ragazza bellissima. Ha un carattere molto forte, ma non è insensibile, sa essere dolce, ma solo con le persone che meritano. Non è una ragazza che si basa sulle apparenze, va oltre, quasi sempre. Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Delle volte è lunatica, ma quando prende una decisione difficilmente torna indietro o cambia idea.
Lui: Christian. Il figo della scuola. Bello e dannato. Stronzo. Per lui le donne sono giocattoli. Una vale l’altra. Inquadra subito le persone, e sbaglia quasi sempre. E’ un ragazzo superficiale: si basa sulla forma e non sulla sostanza.
Cosa hanno in comune questi due? Niente. Cosa li lega? L’odio reciproco!
Vanno nella stessa scuola: Ragioneria. Si trovano all’ultimo anno, ma in classi differenti. Per fortuna.
Hanno la stessa comitiva di amici, ma non si parlano quasi mai, se non per punzecchiarsi.
Quest’atteggiamento va avanti da quasi 5 anni, precisamente dalla prima superiore, ma le cose cambieranno… L’attrazione fisica cambierà il loro ‘rapporto’.
E, con il tempo, in cosa si trasformerà la loro attrazione fisica? Resterà tale? O scemerà? O diventerà qualcosa di più travolgente, qualcosa di più importante: Si trasformerà in amore?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'odio è amore contro l'amore. 



 
Dopo l’ultimo episodio avvenuto con Christian continuo a ballare con Ludovica. Apparentemente sembro tranquilla. Ma la mia testa è in subbuglio. E’ inutile negarlo: mi ha scosso questa serata. E non è ancora terminata!
Ludovica, conoscendomi fin troppo bene, ha capito che non sono presente per davvero.
“Andiamo fuori?” mi chiede alzando la voce per sovrastare quella della musica. Annuisco. La mia amica, infine,  fa un segno ad Andrea di seguirci  fuori.
L’aria fresca si imbatte sul mio viso e sembra darmi un po’ di pace. Sollievo.
Restiamo in piedi. Entrambi mi fissano aspettando una mia parola.  
Vorrei davvero parlare, sfogarmi con loro, ma non ci riesco. E’ come se avessi un groppo in gola che mi impedisce di liberarmi. Non un suono. Nessun rumore.
“Sharon, per favore, parla.” Cerca di scuotermi Andrea.
“Io… io non so che dirvi.” Ammetto. Perché in fondo è vero: non so che dire. E’ tutto troppo confuso anche per me.
“Allora, ragioniamo. E’ cambiato qualcosa tra te e Christian, questo è palese. Vero?” mi domanda Andrea.
A questo credo di esserci arrivata, amico.
Menomale.
“Si.” Rispondo sicura questa volta.
“Bene. Cosa provi tu?” continua lui.
Dritto al punto.
Mi irrigidisco. E scoppio.
“Sentite.. io non so che provo, ok?! Non lo so! E, detto sinceramente, non voglio nemmeno saperlo! Ho solo bisogno di metabolizzare tutto quello che è successo stasera! E voi con questo interrogatorio non mi aiutate! Ho bisogno di tempo.” Credo di aver alzato un po’ troppo la voce. Ma non mi interessa.
Vedo le loro espressioni mutare diverse volte. Forse non si aspettavano questa mia reazione. Non ho saputo controllarmi.
“Ok. Ricevuto il messaggio, Sha. Quando sarai pronta, noi siamo qui. Lo sai.” Interviene Ludovica.
“Ragazzi. Lo sapete che io mi fido di voi, non ho nessun problema a dirvi quello che mi passa per la testa; il  vero problema è che non lo so nemmeno io. Ho, semplicemente, bisogno di tempo. E sarò io ad aprirmi a voi. A raccontarvi tutto.” Rispondo con calma. Perché è vero: quando capirò quello che mi passa per la testa, andrò da loro. Parlerò con loro. Mi sfogherò con loro. Senza nessun dubbio.
“Va bene. Che dite, recuperiamo le cose dentro e andiamo a casa? Sono, leggermente, stanco.” Ci propone Andrea.
Io e Ludovica accettiamo immediatamente. Per stasera va bene così.
Ci risiamo. Che serata di merda.
 
 
Arrivo a casa. Sono quasi le due. Fortuna vuole che i miei genitori stiano dormendo da un bel po’. La prima cosa che voglio farmi: una doccia. Fredda, ovviamente. Non aspetto neanche di entrare in bagno e mi tolgo quegli aggeggi infernali dai piedi e il vestito durante il tragitto.
Finisco di spogliarmi ed entro nella doccia. L’acqua è talmente fredda che, istintivamente, vorrei cacciare uno dei miei migliori urli, ma mi trattengo, non volendo disturbare i miei genitori che, come da routine, dovranno svegliarsi tra pochissime ore.
L’acqua congelata mi distrae e non penso più a niente. Niente di quello che è successo in questa serata infernale. Ma quando, dopo aver messo il pigiama, mi ritrovo nel letto, sotto le lenzuola, tutto ritorna a galla. Una parte di me desidera solo riposarsi e accantonare questi pensieri. Rimandare tutto a domani o, ancora meglio, a mai più. Difficile a farsi.
Alla fine, decido di accontentare quella parte di me e non pensarci.
Sono talmente stanca da addormentarmi praticamente subito. L’ultima cosa che vedo, però, è il volto di Christian.
Chi avrebbe mai detto che Sharon Esposito avrebbe sognato Christian Crociato?
..Inutile rispondere.
 
 
 
 
La mattina dopo quell’aggeggio infernale mi rompe i timpani. Il mio braccio esce dall’intreccio di lenzuola e scaglia la sveglia contro il muro.
Adesso sì.
Con un sonno incredibile, mi costringo ad alzarmi dal letto. Il freddo del pavimento sembra risvegliarmi un minimo. Trascinando i piedi arrivo al bagno e svolgo la mia routine mattutina. Acqua gelata in faccia, doccia veloce, denti brillanti, capelli spazzolati e vestiti presi a casaccio.
E si ricomincia.
Che bella cosa.
Stavolta, cervello caro, la tua ironia mi sconvolge. Batti cinque.
Daje!
 
 
 
Mentre percorro il tragitto casa-scuola mi ritorna alla mente quello che è successo ieri sera.
Surreale. Solo questa parola mi viene in mente. Cioè, Io ( E ripeto: IO.) Sharon Esposito e Christian Crociato (E ripeto: Christian Crociato) ci siamo baciati! Per un gioco sì, però la sostanza non cambia…purtroppo. Non so cosa mi sia successo. Ho ammesso a me stessa che quel bacio, quel contatto, mi è piaciuto, eccome se mi è piaciuto! Ho ammesso –sempre e solo a me stessa- che provo un’attrazione che mai avrei immaginato di provare nei confronti dell’idiota.
E questo è un passo avanti.
 
 
Come d’abitudine, alle otto varco il cancello della mia amata scuola.
Ohh, che gioia! Ci siamo svegliate con il verso giusto stamattina.
Sti cazzi!
Come non detto.
Fortuna vuole che, anche in questa splendida giornata, ci siano gli inseparabili a farmi compagnia.
Di secondo nome fai fortuna, cara.
Sbuffo e riprendo a camminare. Salgo le scale e, come sempre, accendo la mia inseparabile sigaretta.
Non degno di uno sguardo quei due. Ma chi se ne frega!
Non è vero.
Dettagli.
 
 
Aspiro l’ultimo tiro della sigaretta e la butto a terra, schiacciandola con la punta del piede.
Che eleganza.
Sbuffo.
Come sempre sento qualcuno osservarmi, sicura di sapere chi sia. Decido di voltarmi verso di loro, ma incontro solo gli occhi di Lorenzo, l’amico dell’idiota, che mi scruta attentamente e non stacca lo sguardo da me. Christian, invece, non mi degna di attenzioni, nemmeno una battuta idiota. Strano.
La mia attenzione ritorna a Lorenzo che, neanche a dirlo, mi osserva ancora come prima. Affronto il suo sguardo, non abbassando il mio nemmeno per un secondo. Non riesco a decifrarlo. Dopo un po’ decido di lasciare perdere e, sbuffando per la seconda volta nell’arco di poco, volto il mio sguardo da tutt’altra parte.
Che palle.
Sono d’accordo.
 
“Stronzona! Devi spiegarmi come fai ad essere tutte le mattine in anticipo! Io sono sempre in ritardo!” Urla e piagnucola Ludovica vedendomi sulle scale.
Rido e le vado incontro allargando le braccia, così da abbracciarla.
“Abitudine.” Dico semplicemente vicino al suo orecchio.
La sento ridere.
“Insegnami quest’abitudine, ti prego!” Piagnucola ancora.
“Muoviti Cretina! Tra cinque minuti suona e devi farmi copiare spagnolo!” replico.
“E ti pareva! Sempre la solita!” mi risponde ghignando.
“Lo sai che la odio quella materia, vero?” le dedico il mio labbruccio e i miei occhi dolci a mo’ di preghiera.
“E va bene! Entriamo!” mi accontenta subito.
Vedo Matteo che sale le scale e mi ripropongo, per la seconda volta, di parlargli. Diciamo che Andrea mi ha un messo piccolo dubbio in testa, non che mi interessi tanto eh, però..
Lo vedo avvicinarsi a me e a Ludovica.
“E adesso che vuole questo?” la sento dire in un sussurro. Ludovica non ha mai adorato Matteo. Lo considera un bravissimo ragazzo, ma ha sempre ribadito che non lo vedeva come ragazzo giusto per me. Lo sapevo anche io, ma, a quei tempi, non volevo dargliela vinta e confermare così la sua tesi. Alla fine si è scoperta esatta.
“Aspetta Sharon! Devo parlarti un attimo.” Dice ad alta voce, forse involontariamente. Noto che tutti sono entrati tranne me e Ludovica e gli inseparabili. E quindi hanno sentito anche loro. Neanche a dirlo stanno seguendo la scena attentamente.
Io dovevo parlare con Matteo, ma dovevo andare a cercarlo io. In un momento adatto, aggiungo.
Matteo, intanto, si è avvicinato completamente a noi. Guarda Ludovica come a dire “evapora”. Ludovica lo accontenta senza fare cenni.
“Sha, ti aspetto dentro.” Mi informa.
“Sì, arrivo subito.”
“Dimmi. Sono tutta orecchi.” Mi rivolgo a lui con tono acido. Non sopporto che ci siano spettatori, non paganti per altro.
“Acida oggi!” fa un sorriso malizioso.
Ma per favore!
“Non so da dove cominciare. Ti sembrerà strano quello che ho da dirti. E’ da un po’ che ci siamo lasciati, ma io..sento che c’è ancora qualcosa che ci unisce. Qualcosa di forte. Insomma..mi manchi. Mi mancano i momenti passati insieme. Mi manchi tu. Io vorrei solo che ci dessimo un’altra possibilità. So che potrebbe funzionare, me lo sento. Per favore Sharon.” Conclude con voce leggermente tremante.
Ma questo non sta bene con la testa.
Concordo.
Occhi sgranati e bocca aperta: questa è la mia reazione.
No. Io sono scioccata. Sta scherzando, vero?!
Mi sembra quasi di vedere davanti agli occhi l’immagine di Andrea con il suo ghigno soddisfatto che balla la macarena e urla “avevo ragione! Te lo avevo detto!” a ritmo di musica, per altro.
Sei fusa.
Sicuramente.
Sono ancora in silenzio e Matteo, naturalmente, attende una mia risposta.
“Non ti senti bene?” sbotto all’improvviso. Sono stata abbastanza acida e anche poco sensibile. Vi chiedere il perché. Bene. Mi fa salire il nervoso che qualcuno –leggasi Lorenzo e Christian; leggasi più attentamente: solo Christian- stia sentendo questa nostra conversazione. 
Non poteva spettare? Non poteva dirmelo in un altro momento, magari quando non c’era nessuno? Ovviamente no.
“Sto benissimo e tu hai sentito altrettanto bene quello che ti ho detto.” Mi risponde con un sorrisino appena accennato.
“No, invece! Tu non stai bene! Scusa Matteo eh..ma  tutta questa sicurezza da dove viene? Abbiamo messo subito le cose in chiaro. Sapevi e sai che non ero e non sono innamorata di te. Abbiamo deciso di lasciarsi insieme. Eravamo entrambi convinti e d’accordo. Da dove ne vieni adesso?” Mi sta dando ai nervi. Mi sta facendo incavare. Incavolarmi di prima mattina equivale a rovinarmi l’intera giornata.
Grazie mille.
Ah, ma vaffanculo!
“In realtà TU eri sicurissima di lascarci! Io no! E non te ne sei neanche accorta!” reclama alzando ancora di più la voce.
“E adesso ti ricordi?! Non potevi semplicemente dirmi “Senti Sharon, non sono d’accordo con te.” Bastava solo questo. E invece sei stato zitto. Mancanza di palle, forse. Adesso vieni da me e pretendi che io stia calma! E mi incolpi pure! Te lo ripeto: ma stai bene?!” Sto urlando ma, detto sinceramente, chissenencula! Sono troppo arrabbiata, forse non è solo per questo, me ne rendo conto. Sto sfogando quello che avevo accumulato contro di lui. Sto sbagliando? Non lo so e non mi interessa ora.
“Ma che cazzo ci parlo a fare con te?! La verità è che di me non te ne è mai importato nulla. Sono stato solo un passatempo qualunque.”
“ E no, eh! Non fare la vittima con me! Non ci provare proprio! E, tanto per informarti, mi hai dato molto velatamente della poco di buono. E tu sai come sono! Mi conosci! Lo sai come la pensavo su di noi, quindi quello che dici non sta in piedi. Trova un’altra scusa per incolparmi!” Adesso lo picchio. Giuro!
“Io non ti sto incolpando! Sono venuto a parlarti solo per chiederci di riprovarci! E tu mi tratti come se non fossi nessuno, come se non avessimo condiviso niente insieme! Ma con chi sono stato io?!” E’ furioso anche lui. E sapete che vi dico: non mi interessa!
“Senti, sto perdendo la pazienza. TU sai cosa rappresentavi con me, ok?! Ho sempre messo le cose in chiaro e dovresti ricordartelo: non sono innamorata di te. Non c’era nessuno motivo per cui dovessimo continuare la nostra relazione. Preferivi che stessi insieme a te per abitudine? Ti prego..sarebbe stato troppo squallido e sai che non ne sono il tipo.”
“E’ inutile che rimarchi il concetto che non sei innamorata! L’ho capito! Sai che ti dico! Non mi interessa più niente! Fai come se non fossi mai venuto da te! Anzi, fai come non ci fossimo mai conosciuti..come se non avessimo mai condiviso niente; Come se TU non avessi perso la tua verginità con ME!”
“Oh, adesso mi hai rotto! Ti comporti come se io adesso ti stessi dicendo queste cose, quando invece le sai dall’inizio. Te lo ripeto: non fare la vittima con me. Ti conosco troppo bene, con me non attacca.  E, adesso, se tu che stai rimarcando il fatto che io abbia perso la mia verginità con te! E’…deludente da uno come te. Cos’è ne andavi fiero?”
“Non capisci un cazzo. Continui a non capire! Per caso hai trovato un altro con cui rotolarti nelle lenzuola? Ti stai intrattenendo con un altro? Morto un papa se ne fa un altro, è vero.”
Adesso basta! Il mio schiaffo fa quasi l’eco da quanto è forte. Non doveva dire niente di quello che ha detto.
“Non ti permettere! Cosa credi che sia, una puttana?! Che vado con il primo che capiti?! Ma per chi mi hai preso?! Tanto per informarti, se non lo avessi capito, non sto frequentando proprio nessuno. Ma questi non sono fatti tuoi, e non cambia quello che ho detto! Non voglio ritornare con te, mettetelo in testa. Pura verità. Difficile da accettarlo? Dovrai.” Forse sono stata un po’cattiva ma, davvero, non ne posso più. Basta accuse. Non ho ucciso nessuno, non me le merito queste parole.
“Fai quello che vuoi, non mi interessa. Ho capito. Non ne vale la pena con te.” Replica lui alla fine.
Si avvicina tanto quanto basta per sussurrarmi qualcosa all’orecchio. Lo guardo confusa. Cosa vuole fare adesso?
“Sai, mio fratello ha cantato. So cosa è successo con Crociato ieri sera. Rimarco quello che ti ho detto: forse sei davvero una poco di buono.” Perfido. Il suo tono è, semplicemente, perfido.
Sbarro gli occhi e, involontariamente, guardo il punto dove si trovano Christian e Lorenzo. Sono entrambi concentrati su di noi. Hanno sentito proprio tutto, tranne ovviamente quest’ultima frase.
Io, sinceramente, non so cosa rispondergli. Non ho parole, davvero.
Vedo sul volto di Christian un sorrisino diabolico quasi. E’ un piacere per lui vedermi umiliata. Non si smentisce mal d'altronde.
Intanto Matteo si è allontanato da me e si sta dirigendo dentro l’istituto.
Istintivamente chiudo gli occhi per pochi secondi e prendo un grande respiro.
Distrutta. Ecco come mi sento in questo momento.
Alzo le mani al cielo in un gesto di stizza.
“Ah, e fanculo anche lo spagnolo!” Scendo rapidamente le scale e prendo il cellulare, mando un messaggio a Ludovica dove le dico che entrerò alla seconda ora e che dopo le racconterò tutto.
Mi giro un’ultima volta indietro, sapendo che i due mi stessero seguendo con lo sguardo, e alzo il medio, mostrandolo fiero. E poi mi rigiro e ricomincio a camminare, come niente fosse.
Sento, però, una risata cristallina. E’ Christian. ‘Fanculo anche a lui.
Oggi non è proprio giornata.
Che intuito, complimenti!
Una cosa positiva c’è: il capitolo “Matteo” è finalmente archiviato definitivamente, di questo ne sono sicura.
 
Mi prendo tutto il tempo che ho a disposizione per fare con assoluta tranquillità colazione. Evito di pensare a quello che è successo poco fa. Ne ho fin sopra i capelli. Pensavo che tra me e Matteo le cose potessero finire rimanendo comunque, per quanto possibile, in buoni rapporti. Invece mi sbagliavo. Non ne vale neanche la pena battere chiodo ora su questo argomento. Finish. Caput.
 
Come se non fosse abbastanza, l’ora successiva, quando ormai sono dentro quella scuola, tutti sanno di quello che è successo. L’ho detto fin dall’inizio che in questa scuola ci sono solo pettegole e impiccioni! I cavoli loro mai. Le cose degli altri sono, decisamente, più interessanti. Che vita noiosa potranno mai avere.
“Novità dell’ultima ora: Sharon e Matteo hanno litigato! Lui le ha chiesto di ritornare insieme e lei gli ha risposto categoricamente di no. E lui ha iniziato ad insultarla. Certo che però lei è stata proprio una stronza a non accettare di ritornare con lui! Ma come si può?! Avete visto che figo che è Matteo?! Cosa avrà visto mai in quella!” Questo è, più o meno, il pensiero e le parole che circolano tra gli alunni.
Ho raccontato tutto quello che è successo, per filo e per segno, a Ludovica. L’unica cosa che ha fatto è stata abbracciarmi forte, tanto da soffocarmi quasi. Perché lei sa che - anche se faccio la forte, quella fredda, quella che non si scardina facilmente- ci sono rimasta male. Una merda, per dire. Era che.. non me lo aspettavo. Tutto qui.
 
 

Dopo pochi giorni, fortunatamente, questo pettegolezzo era scomparso. Nessuno ne parlava più.
 
 

E’ un giorno come un altro, stessa noia e stessa poca voglia.  Sto  attraversando il corridoio per andare in bagno e sento qualcuno parlare al telefono. Continuo la mia strada, quando noto che questo “qualcuno” è proprio Crociato. Sento uno sprazzo di quella telefonata.
“Ci vediamo stasera. Non vedo l’ora di entrare brutalmente dentro di te, portarti all’estremo e farti urlare il mio nome forte.”
Non so perché ma, quella telefonata, ebbe un effetto strano su di me. Forse disgusto. Il modo in cui ne parlava..tranquillamente, come se stesse ordinando qualcosa al supermercato.
E ripensai, così… senza un motivo specifico, quel bacio che, costretti dal gioco, avevamo dovuto darci. E mi sentii ancora più disgustata. Da me stessa, forse. Come avevo potuto confessare a me stessa che quel contatto mi fosse piaciuto? Come?!
A me era rimasto qualcosa con quel bacio, tanto da pensarci spesso, anche non volendo. E invece lui si comportava come se niente fosse. Forse mi infastidiva, ancora di più, che lui non ne avesse proprio parlato, neanche con una frecciatina o una battuta delle sue.
Ma ,alla fine, se a lui non importa niente…perché dovrebbe importare qualcosa a me?
‘Fanculo di nuovo Crociato.

…Ed è solo l’inizio. 














 

Angolo "Scrittrice": 

PERDONO.PERDONO. PERDONO. Ultimamente è il mio mantra. 
Non so come scusarmi, davvero. Ho perso il conto di quando è stata l'ultima volta che ho aggiornato. Ho anche vergogna a guardare la data. Ho avuto dei problemini, un po' di ispirazione, un po' di voglia, un po' di famiglia e un po' scolastici. Insomma.. un po' di tutto. Non so se si vi ricordate ancora di questa storia, in fondo è passato davvero un saaaacco di tempo e il vostro interesse potrebbe non esserci più. Non so che dire. 
Non voglio dilungarmi oltre. 
Questo è il capitolo. E', più o meno, un capitolo di passaggio. 
Allora, in realtà lo avevo pensato in maniera diversa, poi però scrivendolo è uscita tutt'altra cosa. 
Fatemi sapere cosa ne pensate; se avete delle critiche costruttive, dei consigli da darmi, fatevi avanti. Accetto tutto, potrei migliorare anche grazie a voi. Fatemi sapere cosa ne pensate di Sharon, di Matteo e anche di Chistian e perchè no anche di Lorenzo, personaggio ancora "misterioso", diciamo così. Mi farebbe un sacco piacere. 
Come sempre ringrazio le persone che hanno recensito i capitoli precedenti; che hanno messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite. 
Non so se avete notato, ma c'è un nuovo banner. Mi sono esaurita e divertita un sacco a farlo. Spero vi piaccia. 
A presto, spero, con il prossimo aggiornamento. Non vi prometto niente.
Ah, se può interessarvi, a breve, conto di aggiornare anche l'altra storia. 
Ciaooo! 


 
  
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