Le cose erano strane, in quella città, ed Isaac lo aveva notato già da un po' di tempo.
Avvistamenti anomali, inquietante ululati dalla foresta... Era abbastanza sicuro che tutto quello che accadeva nella cittadina non fosse completamente normale. 

Stava rimanendo sempre più sorpreso da Scott McCall: era davvero bravissimo a lacrosse. Veloce, agile e con dei riflessi da leone. 
Isaac aveva anche notato le occhiate che puntualmente Jackson Whittemore gli lanciava. Sembrava quasi che lo volesse ammazzare, ed Isaac credeva che ne fosse capace. 
Sarebbe piaciuto anche a lui entrare nella squadra, magari le cose a scuola sarebbero potute migliorare. Almeno un pochino. 

                        *~*~*

Pioveva la sera che successe, di nuovo. 
La pioggia era talmente fitta che il ragazzo non riusciva a scorgere nulla fuori dalla finestra. Aveva notato solo una figura scura muoversi nel buoi, ed un paio di occhi rossi, scuri come rubini.
La discussione avuta con il padre era stata violenta, non che la cosa lo sorprendesse molto, ormai. 
La cosa che però ora lo spaventava era il sangue sulle sue mani: che cos'era accaduto?
(Ma le sue, erano ancora mani umane?)
Faceva fatica a ricordare. 
Ripercorreva la serata, ma con fatica: la pioggia, il litigio, occhi rossi. 
Una voce che lo aveva chiamato.. E poi un dolore lancinante che aveva raggiunto ogni cellula del suo corpo, ma che poi lo aveva fatto sentire più forte. 
Sentiva la paura scivolare via dal suo corpo, sostituita solo dalla consapevolezza di non essere più debole. 
Quegli occhi rossi avevano detto un'unica parola - «vai» - e Isaac aveva obbedito. 
Aveva lasciato che tutta la frustrazione, la rabbia, la gelosia, l'impotenza scoppiassero fuori dal suo corpo.

Ora si trovava con il corpo morto del padre, steso a terra in un'enorme pozza di sangue. 
Io corpo inerme, il respiro assente, le urla cessate. 

Era diventato un assassino? Un animale? Un mostro?
Non gli importava più, ora aveva avuto la sua vendetta.

Un paio di occhi azzurri brillarono al buoi, e Isaac sapeva che erano i suoi. 
Occhi accompagnati da quelli rossi e da un viso che annuiva lentamente.
 

"Mamma, ho avuto la mia vendetta. Non so ancora se sia giusto o meno. 
Ricorda che ti voglio bene."