Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: ChiizuDreamer    28/03/2015    1 recensioni
Harmony Miiko è una ragazza di 15 anni, amante del canto e della musica da sempre. Il suo sogno è proprio quello di diventare una brava cantante per emozionare il pubblico: tale scopo l'ha indotta ad iscriversi presso una prestigiosa scuola privata, il Miracle Painting Institute...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Is this just a Joke?


Le giornate di vacanza passate in quella meravigliosa località marittima dove si trovava la villa di Katsuko stavano volando veloci e presto arrivò l’ultimo giorno: fu l’ennesimo passato in spiaggia a giocare a beach volley e a mangiare anguria sotto l’ombrellone. In quei giorni Shino non aveva cambiato idea nemmeno un po’, disse di avere le sue cose e che la metteva terribilmente a disagio indossare comunque il bikini. Senza contare che, se avesse raggiunto la spiaggia, non avrebbe resistito alla tentazione di gettarsi in mare; quindi decise di non passare nemmeno un giorno con le altre.
Quella mattina, tutta sola nella sua camera, stava stesa sul letto con il cellulare in mano a scorrere annoiata la home di un social network. Mentre muoveva verso su il pollice, un post in particolare rapì la sua attenzione: si trattata della locandina di un concerto…o qualcosa di simile.
L’autore del post era qualcuno dal nickname abbastanza familiare: «Ryosei!» esclamò sollevandosi dal cuscino, cambiando posizione e sedendosi a gambe incrociate.
Il post era proprio del suo amico Ryosei. Sì, quello conosciuto come “Ryan”, il biondino che faceva impazzire il Miracle Painting.
Shino lesse attentamente i dettagli del post: si trattava, appunto, di un piccolo concerto che Ryosei e la sua band avrebbero tenuto proprio quella sera e proprio nei pressi della località dove le ragazze stavano passando quella breve vacanza.
«Che casualità!» disse ridendo la ragazza mentre controllava l’orario di inizio dello spettacolo «Dato che mi sento molto in colpa per come mi sono comportata in questi giorni con le ragazze…mi farò perdonare portandole a vedere Ryosei! Sì, è un’ottima idea! Sono un genio!»
Dopo essersi fatta da sola qualche altro complimento lasciò perdere il cellulare e aspettò che le sue amiche tornassero alla villa.
Non appena Harmony e le altre solcarono la porta d’ingresso, Shino corse loro incontro saltellando, come al suo solito. D’altronde, se non avesse avuto sempre quell’atteggiamento non sarebbe stata Shino.
«Shino-chan...» fece Ichigo guardando il sorriso dell’amica andare da una tempia all’altra «Di solito il tuo sorriso non si estende COSI’ tanto. Cosa è successo?»
«Ho una bellissima proposta da farvi!»
«…Sono proprio curiosa di sapere di che proposta si tratta.» sospirò Harmony sollevando gli occhiali da sole sulla testa «Sono quasi sicura che sarà una delle tue solite cazzate.»
Shino ignorò Harmony e fece vedere alle ragazze il post con la locandina: «Dai, dai, dai! Andiamoci! Si terrà questa sera, non troppo lontano da qui!»
Makoto, Ichigo e Yui fissarono attentamente lo schermo dello smartphone prima di guardarsi tra di loro e annuire.
«Io ci sto» dissero Ichigo e Makoto quasi all’unisono.
«Sì, anche io. D’altronde è l’ultima sera che passiamo qui, non c’è niente di male nell’andare a vedere questo spettacolo. E’ in spiaggia, ci saranno tanti altri ragazzi, sarà divertente.» osservò Yui spingendosi gli occhiali sul naso.
Mentre le ragazze ne parlavano, Harmony diede un’occhiata anche lei allo schermo. Ryosei non le piaceva molto come persona, lo credeva vanitoso, un vero e proprio galletto, ai suoi occhi. Fece una smorfia contrariata e, a quel punto, Shino andò ad avvolgerle le spalle con un braccio: «Daaaai! Non fare così! Non ti piace la musica?»
«…Certo che mi piace la musica…che domande. Ma non è detto che mi piaccia la sua musica.»
Le ragazze si guardarono fra loro dispiaciute, perché Harmony doveva sempre fare la difficile? Non c’era una, dicasi una situazione che fosse semplice da sbrigare.
Harmony lesse il dispiacere sui volti delle compagne e si morse il labbro, prima di sospirare: «Va bene, va bene, per favore, non fate quelle facce…andiamo al concerto stasera.»
Nell’atrio dove erano le ragazze risuonò un sonoro “Evviva!”, dopodiché tutte andarono a fare una doccia per togliere dal corpo e dai capelli tutto il sale dell’acqua del mare.
La sera arrivò presto, Harmony si piazzò davanti allo specchio insieme a Shino: era abbastanza grande per permettere a entrambe di truccarsi tranquillamente senza spintonarsi.
«Ti stai facendo bella per Ryosei, Harmony-chan?» disse Shino guardando Harmony mettere sulle ciglie un filo di mascara.
Quella provocazione fece sussultare Harmony, che finì per colorare di nero la palpebra con il pennello del mascara. «Ma che cazzo dici?!» disse Harmony, furiosa «Mi hai fatta sporcare!»
Shino trattenne le risate: «Scusa, scusa! Non volevo!»
Sì, non voleva, come se non sapesse che Harmony non si lascia dire neanche mezza parola senza infuriarsi, soprattutto quando si tratta di Shino.
Yui le passò un fazzoletto imbevuto di struccante e Harmony lo usò per pulirsi: «Tsk. Figuriamoci se ho bisogno di farmi vedere da quello là.» sbuffò, ultimando il trucco.
Non appena tutte furono pronte, decisero di raggiungere a piedi il luogo dove si sarebbe tenuto il concerto: non era molto lontano e, in ogni caso, era molto piacevole camminare lungo la strada, durante la sera, poiché, dopo il tramonto, si alzava un piacevole e leggero venticello fresco.
Il gruppo, durante il tragitto, si mise a guardare il cielo completamente sgombro dalle nuvole: era pieno di stelle, anche se era difficile guardarle bene a causa della luce dei lampioni che illuminavano la strada, oscurando maggiormente il cielo notturno.
Dopo una quindicina di minuti si iniziò a sentire, in lontananza, la musica di una chitarra elettrica.
Non c’era dubbio, secondo Shino, doveva essere la band di Ryosei.
Le ragazze accellerarono il passo e, in un altro paio di minuti si ritrovarono a guardare un palco montato in mezzo alla spiaggia, circondato da bar e locali.
«Guardate, sono loro! E’ già iniziato, guardate quante persone!» esclamò Shino indicando il palco ormai poco distante da loro. Davanti e tutt’attorno vi erano davvero tantissime persone, in particolare ragazze giovani, adolescenti come loro. Possibilmente là in mezzo c’era anche qualche studentessa del loro istituto.
Il gruppo si avvicinò ad un bar vicinissimo al palco: c’era un tavolo libero con abbastanza posti a sedere per tutte. Dopo essersi accomodate, si misero ad ascoltare e fare il tifo per Ryosei; in particolare Shino, ma c’era d’aspettarselo: quel ragazzo era sua amico da un sacco di tempo, lo considerava quasi un fratello, lui sapeva tutto di lei e lei tutto di lui. Ogni cosa, il minimo dettaglio e il più profondo segreto.
“Wow, quanta gente…” pensò Harmony fissando un punto indistinto tra il palco e la folla “Non pensavo che a così tante persone piacesse la musica di quel ragazzo. Beh, a pensarci bene, però, non avevo mai sentito nulla di suo.” Gli angoli della bocca di Harmony si sollevarono appena in un sorriso. Apprezzava la musica e la voce di Ryosei, il ritmo la stava prendendo e lo seguiva battendo piano una mano sul tavolo.
La scaletta della band prevedeva solamente una decina di canzoni, tanto per riempire un po’ la serata. Non appena tutto finì, il povero Ryosei si trovò circondato da un’orda immane di ragazzine esaltate. Chi voleva un’autografo, chi voleva consegnare la propria lettera sperando lui la leggesse, chi seplicemente desiderava vedere quel bel ragazzo da più vicino possibile. Ryosei provò a liquidarle velocemente e, mentre metteva il proprio nome su un diario di una ragazza, alzò lo sguardo e vide Shino affacciata dal piccolo balcone del bar dove aveva preso posto con le altre e le sorrise, facendo un cenno con la mano.
Non appena riuscì a divincolarsi nella folla, raggiunse l’amica e la salutò tutto contento: «Shino!»
Lei andò ad abbracciarlo e a complimentarsi con lui, affermando che d’ora in avanti sarebbero stati rivali aveno intrapreso lei la carriera da idol.
«Ci sono anche le tue amiche! Ciao Harmony.» disse Ryosei sollevando la mano.
“Perché me?! Siamo in cinque e chiami solo me?! E poi chi ti ha detto che mi puoi chiamare per nome?!” Harmony si girò, diventando di mille colori per l’imbarazzo, mentre a Makoto scappò una risata.
Le ragazze si alzarono, Harmony compresa e si misero a parlare con Ryosei del più e del meno, del loro primo concerto e di quei piacevoli giorni in vacanza presso la villa di Katsuko.
«E invece tu, Harmony?» fece, ad un tratto, Ryosei «Perché non dici niente?»
«Intanto chiamami Miiko. Miiko-san, possibilmente.» disse fredda Harmony fulminando il biondino con il suo sguardo «Comunque non ho niente da dire.»
Ryosei cercò di cambiare discorso: «Vi ho viste in televisione, l’altra sera, quando avete debuttato!»
«Sì? E che ne pensi?» chiese Harmony, curiosa. In realtà non sapeva perché aveva posto quella domanda al ragazzo. Forse, in fondo, le importavano i pareri di qualcun altro.
«Molto carine, devo dire. Coordinate nei movimenti e intonate nel canto! I vestiti, poi, erano proprio belli.» ammise il ragazzo spostandosi indietro un ciuffo che gli cadeva sugli occhi, infastidendolo.
Harmony fu felice di quei complimenti e, in men che non si dica, avviò una bella chiacchierata con Ryosei. Non un litigio, non una polemica, ma una chiacchierata quasi amichevole.
Le ragazze si stupirono di vederla parlare così apertamente con uno sconosciuto e, mentre osservavano la scena, a Shino venne un’idea: «Ragazze…» sussurrò facendo cenno alle amiche, tranne Harmony, di avvicinarsi «Facciamo uno scherzo ad Harmony! Lasciamola qui, da sola insieme a Ryosei!»
«Cosa? Non vorrai farla arrabbiare!» disse Ichigo preoccupata.
«Abbassa la voce, Ichigo! Dai, andiamocene!»
E detto ciò, il quartetto se la filò, zitto zitto, in punta di piedi. Né Ryosei né Harmony se ne accorsero, completamente immersi nel loro discorso di musica e idol. Però, dopo un po’, voltando lo sguardo e distraendosi un attimo, Harmony notò che le sue amiche non erano più da nessuna parte. Mosse qualche passo lontano da Ryan e cercò le altre con lo sguardo, invano.
«Stronze!! Ma perché se ne sono andate?!» disse arrabbiata.
«Se ne sono andate?» chiese stupito Ryosei guardandosi anche lui attorno.
«Sì che se ne sono andate! Cattive! Non credo di ricordare la strada da sola, adesso…»
Ryosei la guardò e si intenerì a sentire quelle parole. Fece un mezzo sorriso e disse ad Harmony che non c’era problema e che l’avrebbe accompagnata lui: non che conoscesse la strada, ma almeno non avrebbe lasciato che fosse lei a cercarla, da sola.
Harmony era molto tentata a rifiutare, sarebbe stato imbarazzante farsi riaccompagnare da uno sconosciuto. Lei che di sconosciuti non ne voleva sentire parlare. Poi però, pensandoci, decise che forse era meglio cercare insieme la strada, poiché da sola sarebbe solo morta di paura. La strada era completamente deserta, non passavano nemmeno auto, a quell’ora.
I due si incamminarono e, per un bel pezzo, nessuno dei due aprì bocca. Ryosei si stava dimostrando molto timido, Harmony non l’avrebbe mai immaginato. Ad un tratto il ragazzo si fermò, davanti a un piccolo bar all’aperto che c’era sulla strada. «Ho sete, ci sediamo?» chiese alla ragazza, indicando l’entrata «Ti offro qualcosa.»
Harmony fece di sì con la testa e, insieme, presero posto. Non c’era praticamente nessuno, se non un paio di persone. I due si sedettero, ordinando da bere e lì ripresero il discorso sulla musica interrotto poco prima in spiaggia.
«Dunque, quando è previsto il vostro primo concerto live?» chiese Ryosei aspettando la sua bibita.
Harmony si mise a ridere: «Non ti pare di stare correndo un tantino troppo?» mentre parlava, la ragazza vide un flash partire da un cespuglio a pochi metri da loro.
“Cos’era?” pensò, restando un attimo zitta. Poi scosse la testa, cercando di convincersi che fosse stata semplicemente una sua impressione.
Continuò a chiacchierare con Ryosei, mentre una cameriera portava loro le ordinazioni.
Harmony rivide quel flash almeno un altro paio di volte, fino a quando finì di bere la propria bibita. Sospettosa si alzò, fissando quel cespuglio: lo vide muoversi appena, ma questa volta era sicuro. Si era mosso, poteva metterci la mano sul fuoco. Si avvicinò, spostò le foglie con la mano e…
Nulla. Assolutamente nulla. La ragazza sospirò.
“Devo essere proprio stanca…o forse saranno state le luci che c’erano sul palco a farmi venire queste allucinazioni.” Mentre pensava queste cose, Ryosei la raggiunse, chiedendole se stesse bene.
Lei disse di sì, che non era successo nulla e, dopo che il ragazzo ebbe pagato la consumazione, i due si rimisero sulla strada verso la villa.
Harmony cercò di sforzarsi per ricordare quale fosse la strada presa all’andata. Aveva passato il tempo del tragitto a guardare le stelle insieme alle compagne, quindi ora far mente locale era un’ardua impresa.
Ma, come si dice, tutto è bene quel che finisce bene e, infatti, dopo alcuni minuti di strana, la ragazza riuscì a scorgere, in lontananza, la villa di Katsuko.
«Vi aspetta una bella strigliata, ragazze.» disse minacciosa, stringendo un pugno, poi si girò verso Ryosei e sorrise appena: «La villa è quella. Ti ringrazio per avermi accompagnata. C-ciao.»
E, detto ciò, si girò un’altra volta e si allontanò a passo svelto senza permettere a Ryosei di dire nulla se non un semplice “Buona Notte”.
Raggiunta la villa, Harmony entrò e fulminò le sue compagne con lo sguardo, mentre loro erano piegate in due dal ridere e a momenti quasi piangevano dalle forti risate.
«Smettetela! Stronze! Siete delle stronze!» ma nonostante Harmony le stesse rimproverando, era in qualche modo contenta di quello stupido scherzo che le aveva permesso di rivalutare un po’ la sua idea su Ryosei. Un galletto? Sì, forse sì. Ma meno di quanto potesse sembrare.
Le ragazze andarono a dormire e la mattina dopo si svegliarono presto per tornare in città, a Tokyo.
Il mese di Agosto, nonché il loro unico mese di ferie prima del rientro a scuola, era ancora lungo, così, anziché tornare a scuola, nei dormitori, ogni ragazza tornò a casa propria.
Harmony, seppur triste di aver dovuto abbandonare quella splendida villa lussuosa e dotata di ogni confort, era felice di rivedere i suoi genitori, di rimettere piede a casa sua, nella sua camera.
Da quando aveva cominciato a frequentare il Miracle Painting non era cambiato niente: i muri erano completamente tappezzati delle sue foto insieme a Selene, foto stupide, scattate presso varie Purikura della città. Harmony sorrise, pensando che forse era il caso di passare un po’ di tempo con la sua cara amica.
Prese il cellulare, sedette sul letto, e decise di inviare un messaggio a Selene.
“Cosa potrei scriverle?” pensò dondolando i piedi “Magari un…Ciao, Selene-chin! Come stai? Io ho avuto tanto da fare in questi giorni…”
Harmony cancellò più volte il messaggio, non ritenendolo adatto ad assere inviato. Mentre rimuginava sull’argomento, sua madre entrò in camera. Aveva una lettera in mano e la rigirava curiosa.
«Tieni, Harmony. C’è scritto che è per te, ma non c’è alcun mittente…»
Harmony alzò lo sguardo, poggiò il cellulare accanto a sé, sul copriletto e raggiunse sua madre, dalle mani della quale prese la lettera. La guardò, ma in effetti non c’era scritto niente, soltanto il suo nome e il suo indirizzo.
La mamma, seppur curiosa, decise di lasciarla sola. Poteva essere un ammiratore segreto o comunque qualcosa di cui non si doveva immischiare. Poi, conoscendo Harmony, possibilmente le avrebbe dato fastidio avere gente attorno mentre leggeva una lettera indirizzata a lei.
La donna chiuse la porta alle proprie spalle e Harmony si ritrovò in piedi in mezzo alla stanza con la busta in mano.
La aprì, terribilmente curiosa di svelarne il contenuto, mentre nella sua testa si confondevano moltissimi filmini mentali.
Harmony tirò fuori tre foglietti dalla busta; un biglietto e due foto. Due foto. Due foto!
Non potè che ricollegare tutto a quei flash che aveva visto provenire dal cespuglio proprio la sera prima.
Non a caso, le foto la ritraevano insieme a Ryosei. In entrambe erano abbastanza vicini, e lei sorrideva. Non capendo quale potesse essere il significato di quelle immagini, si apprestò a leggere il biglietto. Su di esso erano scritte con una splendida calligrafia, delle frasi intimidatorie: “ Le idol non dovrebbero fare queste cose, signorina Harmony. Le idol sono delle ragazze pure e, pertanto, non possono permettersi di dare così tanta confidenza a un ragazzo.
In poche parole, sta’ lontana da Ryosei Mizunashi, altrimenti stroncherò la tua carriera sul nascere, grazie a queste foto! Attenta, signorina!

Harmony non poteva credere ai suoi occhi. Erano minacce? Sì che lo erano.
Chi poteva averle scritte? La povera ragazza rimase con il fogliettino in mano, tremante, terrorizzata; fissò e fissò ancora quelle parole, chiedendosi chi fosse stato a scriverle.
Ma non le veniva in mente nessuno che potesse avercela con lei, anche perché la sua mente era offuscata dalla paura in quel momento. Rimise le foto e il biglietto dentro la busta e conservò tutto nel cassetto della sua scrivania. Tornò a prendere il cellulare e a scrivere il messaggio per Selene. Senza pensarci troppo scrisse: “Vediamoci al più presto, ho bisogno di te.”
Non una faccina, un saluto, qualche altra frase. Niente. Solo quelle due frasi insieme, con un freddo punto fermo alla fine.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: ChiizuDreamer