Andy percorse di volata la strada che lo separava da Shelter Mountain. Quel luogo, di notte, emanava un’aura malvagia. Tra le ombre degli alberi, dietro i cespugli…Samara sarebbe potuta apparire ovunque. Dopo una salita di venti minuti, parcheggiarono l’auto nello spiazzo dove si erano fermati una settimana prima.
Al
buio, ora, riconoscere la
strada che conduceva al pozzo sarebbe stato più difficile.
Dopo aver sbagliato
direzione un paio di volte, trovarono la via e la imboccarono, con Andy
che in
una mano aveva un piccone per rompere la bara e Natalie, che lo seguiva
a ruota
sostenendo il lato posteriore della cassa da morto.
Andy.
Di
nuovo quella voce.
Andy.
Il
ragazzo continuò.
Natalie.
La
ragazza sentì la voce della
bambina.
Natalie.
Avvertì
un forte mal di testa.
Perché lo fate?
Natalie
stette per qualche
secondo in silenzio. Poi disse:
Per il tuo bene.
Continuarono
ad avanzare, fin
quando Andy, girandosi, vide l’albero.
-
Di là, Natalie! – gli disse.
Cambiarono
direzione, trovandosi
qualche secondo dopo nello spiazzo del pozzo.
-
Preparati, Samara. Stai per
rivivere l'11 Ottobre del 1980. – disse Andy per scaricare la
tensione.
Dopo
cinque picconate, il
coperchio venne tolto ed i due poterono osservare, in tutto il suo
macabro, lo
scheletro della bambina. Andy, intanto, riapriva il pozzo. Si
girò, e vide che
lo scheletro si era animato. Si erse in piedi dietro di Natalie.
-
Dietro di te! – esclamò Andy,
ma fu troppo tardi.
Quell’ammasso
di ossa lanciò il
coperchio sulla testa di Natalie, che perse i sensi. Poi
uscì dalla bara.
-
IO LAGGIU’ NON CI TORNO! – urlò
di rabbia con la voce di Samara.
Si
avventò sul ragazzo, spingendolo
fino al bordo del pozzo. Andy si aggrappò con una mano ai
mattoni messi sui
lati.
-
Scendi lì sotto, e prova le
stesse pene che ho provato io! – inveì Samara.
Andy
prese la sua cassa toracica
e la spinse, insieme a se stesso, fuori dal diametro del pozzo. Poi gli
afferrò
la testa, prese un mattone e la stordì, come fece Anna
Morgan 25 anni prima.
-
Morirò. Ma tranquilla. Non
oggi. – gli sussurrò il ragazzo.
Poi,
la spinse nel pozzo. Lo
chiuse col coperchio, ed andò da Natalie, che si stava
riprendendo. Aveva una
ferita alla testa.
-
Zucca dura, eh? – gli disse
ridendo.
Natalie
cercò lo scheletro di
Samara, ma non lo vide.
-
E’ tornata lì sotto. Non uscirà
più. – la rassicurò Andy.
Poi,
insieme, andarono a prendere
gli utensili in auto. Tornarono, e distrussero il cerchio di mattoni,
buttandoli
nel pozzo. Anche la parte iniziale delle pareti finì in
fondo. I due, una volta
finito questo lavoro, andarono nel bosco, scavarono e portarono la
terra nel
pozzo. Dopo quattro ore di lavoro, il pozzo era chiuso per sempre.
Unico
testimone, e sopravvissuto alla distruzione, fu il coperchio, segno di
sofferenza sia per Anna che per Samara Morgan.
Erano
quasi le due di notte,
quando Andy e Natalie tornarono in auto. Sporchi di terra, stanchi, ma
soddisfatti
del lavoro compiuto.
-
Metà del lavoro è fatto. –
disse Andy gettando l’ultima pala nel bagagliaio. –
Ora bisogna solo trovare la
videocassetta. - .
-
Dove possiamo trovarla? Non
penso che fare un annuncio a Bellingham sia una bella idea. –
domandò Natalie.
-
Ci penseremo domani. Ora
andiamo a farci una bella dormi… - .
La
porta della casa del
locandiere si aprì. I due ragazzi si voltarono.
-
Ma certo! – disse Natalie,
entrando a capofitto nell’edificio.
-
Aspetta, Natalie! Che intendi? –
domandò confuso Andy, seguendola dentro.
L'edificio
era pieno di polvere. Tutto era rimasto tale e quale a quando il
locandiere era stato colto alla sprovvista dalla bambina. Si
girò, cercando Natalie. La trovò nella hall,
mentre
fissava uno scaffale. Era pieno di videocassette.
Tra queste, ce n’era
una senza
etichetta.
-
E’ lei. – disse la ragazza.
Andy
la prese, e la fissò per
qualche istante, girandosela tra le mani. Uscirono, chiudendo la porta.
-
La guarderemo domani sera a
casa mia. – disse. – Non possiamo indugiare oltre.
- .