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Autore: sofiaa    04/04/2015    1 recensioni
Sophie, una sedicenne inglese arrabbiata con il mondo e con un fratello molto inusuale, è una giovane punk. Suo fratello tenterà di tenerla alla larga dalla scena musicale e sociale che lui ha stesso ha contribuito a creare, ma non ce la farà per molto...Ma soprattutto non riuscirà a tenerla lontana dai suoi amici.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Un'altra giornata scolastica stava per iniziare. Mi svegliai con un po' di fatica, ma mi rallegrai quando scoprì che le vacanze di Natale sarebbero iniziate a breve. Un bel sollievo per una studentessa (svogliata) del penultimo anno con una sconvolgente vita sentimentale e con un gruppo musicale emergente da supportare. Mi lavai il viso ed i denti, indossai la mia divisa e scesi in cucina. Paul era già sveglio.
"Buongiorno, sist!"
"Buongiorno anche a te, Paul."
Versai del latte in una tazza, presi dei biscotti dalla credenza e mi sistemai sul tavolo della cucina. Iniziai tranquillamente a mangiare la mia colazione.
"Allora, Paul, dove provate oggi?"
"Da Topper, se non sbaglio."
"Solita ora?"
"Sì, certo."
"Vedrò di raggiungervi."
"Va bene. Oltre a provare dobbiamo anche aspettare una telefonata di Bernie..."
"Ah, come mai?"
"Ci dirà quando possiamo andare in studio a registrare dei pezzi."
"Fantastico!"
"Già."
Mi alzai e misi la tazza nel lavello. Poi andai a prepararmi il pranzo: un sandwich al prosciutto cotto, come al solito. Appena ebbi finito di farlo, lo riposi nella mia cartella. Mi misi i mocassini dell'uniforme e mi infilai il mio Montgomery. Presi la mia cartella con me e salutai mio fratello. Uscì di casa e mi avviai verso la scuola. Le ore di lezione passarono molto lentamente, troppo lentamente. Appena suonò la campanella delle tre, mi dileguai velocemente da quel surrogato di prigione. Camminai con passo spedito fino a casa di Topper. All'inizio non riuscivo ad inquadrarlo molto bene, non mi andava molto a genio, ma in quegli ultimi giorni ci eravamo avvicinati un sacco ed era diventato tipo il mio amico gay (anche se non era gay, aveva la ragazza), quel ragazzo con cui potevo parlare di tutto. Anche se ci conoscevamo da poco, sentivo come se fosse il mio migliore amico. Arrivata davanti al cancello di casa sua, suonai il campanello di casa. Topper aprì la porta e poi, appena mi vide, aprì anche il cancelletto.
"Sophie! Come stai?"
"Bene bene, Topper, tu?"
"A posto!"
"Novità?"
"Niente di particolare. Ma tu, piuttosto...come va con Mick?"
"Bhe, Topper, non è successo niente di che. Mi ha pagato il fisn'n'chips, mi ha chiamata 'bellissima' e mi ha dato un bacio all'angolo della bocca per salutarmi...ma, insomma, niente di eccezionale."
"Niente di eccezionale?! Ma Sophie! Si capisce che non sei esperta di ragazzi..."
"Come mai? Ha fatto qualcosa di straordinariamente fantastico nella visione maschile delle cose?"
"Direi di sì!"
"Spiegami, Topper!"
"Allora...intanto, non sono in tanti a pagare la cena a una ragazza che non è manco la loro fidanzata. Poi...ti faccio notare che ti ha detto 'bellissima', non ti ha detto tipo 'bella figa' o qualcosa del genere...e anche questa è una cosa abbastanza rara per un ragazzo di soli diciannove anni. E lui ha avuto anche la prudenza di non correre, insomma, non ti ha subito baciato appassionatamente, ma ti ha dato un delicato e dolce bacio sull'angolo della bocca, della serie 'siamo amici ma anche qualcosa di più'. Quindi, considerate tutte queste azioni, concludo che sia talmente interessato a te da non voler rovinare assolutamente niente del vostro eventuale futuro rapporto, anche se sa che tu lo ami."
"Wow...non credevo fosse così...serio."
"Sophie, lasciati dare un consiglio: non fartelo scappare per niente al mondo. E' un ragazzo fantastico e si merita solo il meglio, come poi te. Sareste una coppia perfetta, te lo dico io, che ho fiuto in queste cose!"
"Bhe, grazie mille, Topper!"
"Ma figurati!"
Ci abbracciammo e poi entrammo in garage. Seduto su degli scatoloni c'era già il resto della band.
"Sist!"
"Ciao, bro!"
"Bellissima!"
"Ciao Mick!"
Quella volta non fui io a correre a baciarlo sulla guancia, ma fu lui a venire da me. Mi abbracciò e mi baciò sulla fronte. Lo ammetto, mi sciolsi. Era uno dei gesti più teneri che una persona mi avesse mai fatto. Quando ci staccammo, gli sorrisi e lui mi sorrise a sua volta.
"Ciao, bionda!"
"Hey, Joe!"
Non so come faceva a sembrare così allegro...mi aveva spiegato il perchè ma facevo un po'fatica nel mettermi nella sua ottica. Comunque, si misero subito a provare. Verso le cinque, sentimmo il telefono, che Topper aveva precedentemente portato in garage, suonare. Rispose Joe.
"Pronto? No, non disturba, Bernie...domani? Alle quattro? Non credo ci siano problemi. Va benissimo, ci vediamo domani in studio. Buonanotte."
Riattaccò il telefono e poi urlò:"Rega, domani alle quattro agli studios."
"Perfetto, non vedo l'ora!"
"Paul, non piangere, però!"
"Dio, Sophie, stai zitta!"
Scoppiai a ridere, non ce la facevo proprio a non sghignazzare. Vidi che Topper si stava nascondendo dietro alla batteria e stava ridendo, Mick che aveva finto un colpo di tosse e stava ridendo e Joe che aveva il suo solito sorrisino sghembo sotto i baffi.
"Paul, mi sa che nessuno nella tua band ti prenda sul serio."
Paul si guardò intorno e vide che stavamo tutti ridendo. Credo che avrebbe voluto scoppiare a piangere, poverino. Restammo lì altri dieci minuti, poi decidemmo che per oggi era abbastanza. Salutammo Topper e ci avviammo verso le nostre case. Joe svoltò l'angolo e andò verso il suo isolato. Mentre io, Paul e Mick camminavamo, incontrammo un amico di mio fratello. Gli disse che aveva un problema urgente con una ragazza e che aveva bisogno del suo aiuto in quel preciso istante. Quindi Paul ci abbandonò e andò con il suo amico. Rimanemmo solo io e Mick.
"Posso tenerti la mano?"
"Certo."
Ci tenemmo per mano, mentre andavamo verso il nostro isolato.
"Sophie?"
"Sì?"
"Te l'ha mai detto nessuno che hai un sorriso contagioso?"
"Sì, me l'hanno già detto...ma non credo sia vero."
"E' verissimo, hai un sorriso che ti prende tutto il viso...poi ti spunta quell'adorabile fossetta sulla guancia sinistra."
"Ma smettila!"
"No! E te l'hai mai detto nessuno che hai una bellezza magnetica?"
"In che senso?"
"Nel senso che hai una bellezza che non si può trascurare. Tu sei quel genere di ragazza bella che, quando una persona ti vede, non può non voltarsi a guardarti. Capisci quello che intendo? Cattiri l'attenzione."
"Capisco, ma non credo sia vero."
"Tu DEVI credermi, Sophie."
"Ma dai, Mick...non è vero. Devi smetterla di farmi tutti questi complimenti."
"Tu devi smetterla di sminuirti."
Lo guardai con un sopracciglio alzato.
"Non guardarmi così male, piccola mia."
Mi scappò un risolino. Eravamo arrivati davanti a casa mia.
"Sophie...posso fare una cosa?"
"Dipende."
"Da cosa?"
"Se quella cosa è lasciarmi qua da sola, direi che non puoi farlo."
"Non lo farei mai."
Detto questo, mi baciò, stavolta sulla bocca, con una dolcezza incredibile. Mi prese per la vita e mi sollevò leggermente, visto che lui era alto tipo...venti centimetri in più di me. Appena ci fummo staccati, mi disse:"E'stato magico."
"E'vero."
"Ma tu devi crescere un pochino, sei bassa!"
"Ma oh! Non è mica colpa mia!"
"Lo sai che scherzo! Avere una ragazza piccolina è stupendo!"
"Ma io non sono la tua ragazza."
"Oh, ma tra poco lo sarai, te lo dico io."
Mi avvolse la vita con le braccia e mi strinse a sè.
"La sai una cosa, Mick?"
"Dimmi, Sophie."
"Mi piaci tanto."
"La sai una cosa, Sophie?"
"No."
"Anche tu mi piaci tanto."
Ci baciammo di nuovo.
"Credi che staremo qui a baciarci fino a quando non arriva Paul?"
"Sì, tesoro."
"Non mi dispiace."
Continuammo a baciarci, poi arrivò mio fratello e ci salutammo con un altro bacio. Dopo cena, mi misi a letto, contentissima.
   
 
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