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Autore: xfromhatetolove    05/04/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se il tuo peggior nemico diventasse il motivo per il quale controlli il cellulare prima di andare a dormire? La storia narra di Katherine e Klaus, vampiri pluricentenari che hanno trascorso la vita ad odiarsi, ma si sa: tra amore e odio la linea è sottile.
Si tratta di episodi cronologicamente scollegati, ogni capitolo racconta un fatto a sè ma seguendo i passaggi si intuirà chiaramente il filo logico della romance.
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Dal primo capitolo:
« Eri così sicuro che sarei venuta? »
« Se non l'avessi fatto, ti sarei venuto a prendere a casa. »
Come diavolo ci riusciva? Odioso quanto le zanzare ed invitante come una ferita rigorgante di sangue su un collo umano, l'ibrido ultrancentenario la rendeva incredibilmente nervosa.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Katherine Pierce, Klaus
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6. Broken strings – parte 2

 

La serata si stava rivelando piacevole. Il vino rosso poteva considerarsi bevibile, la musica bastava non ascoltarla e Hayley seduta sulle sue ginocchia era la ciliegina sulla torta. Col suo sorriso più vero, non separava mai la sua mano dalla pancia coperta del vestito a fiori che le aveva comprato Klaus per l'occasione. L'ibrido la osservava divertito.

« Dovrei pensare a darle un nome. » rifletté la lupa ad alta voce.

« Direi che di tempo ne abbiamo ancora, Hayley. »

Klaus le sorrise di rimando, sfiorandole con la punta delle dita la guancia leggermente rosata con la massima delicatezza, quasi avesse paura di farle del male. Era bella, quella situazione. Era come se si fosse dimenticato di tutto, lasciando da parte i dubbi costanti e convincendosi che quello era esattamente il posto dove avrebbe dovuto essere. Si dimenticò di New Orleans, delle streghe, della pessima musica e persino di Katherine.

« Che ne dici di tornarcene a casa? A New Orleans. » azzardò posando lo sguardo serio su quello di Hayley. « Quello che andava fatto è stato fatto, non abbiamo più ragioni di rimanere a Mystic Falls. Elijah e Katherine probabilmente si trasferiranno a breve e tu sarai al sicuro, lo prometto. »

L'espressione felicemente sorpresa di Hayley fu la risposta a tutte le sue domande. La lupa posò entrambe le mani ai lati del viso di Klaus, attirandolo a sé fino ad unire le loro labbra ancora ferme in quel sorriso.

« Klaus! »

Una voce femminile risuonò più alta di tutto il resto, catturando la loro attenzione.

« Tempismo perfetto, Katherine. » ironizzò l'ibrido con l'irritazione dipinta in volto. Nonostante gli sforzi fatti per eliminare – o almeno sfumare – quell'immagine dal suo cervello, alla vista di quelle perfette curve racchiuse nel vestito rosso attillato sul busto ed in vita che lasciava libere le gambe si rivelò tutto inutile.

La vampira si avvicinò a passo svelto, giungendo più vicina a lui di quanto si aspettasse. Lanciò un'occhiata minacciosa ad Hayley, la quale percependo la stranezza della situazione si alzò dalle comode gambe di Klaus e si allontanò da loro di un paio di passi.

« Elijah lo sa. » disse Katherine con voce ferma.

Bastarono quelle tre semplici parole per trasformare la smorfia annoiata di Klaus. Si poteva percepire l'improvvisa instabilità del suo corpo, il nervosismo gli si dipinse in volto, le sue labbra si contrassero ansiose. Come faceva Elijah a saperlo? Come lo aveva scoperto? Dov'era adesso? Perchè non era ancora arrivato per ucciderlo? Troppe domande senza risposta gli annebbiavano la mente, impedendogli anche solo di ragionare su quale potesse essere la sua prossima mossa.

Katherine era ferma davanti a lui. Le braccia distese lungo i fianchi, le spalle che si alzavano ritmicamente per il respiro affannoso e le guance ancora rosse a causa di un evidente pianto incontrollato.

« Elijah sa cosa? » domandò improvvisamente Hayley ancora immobile alle sue spalle.

Nessuno sembrava avere il coraggio di fare un passo o di proferire parola. Il silenzio sembrava l'unico modo pratico per far fronte a quel disastro.

« Dov'è adesso? » si decise a chiedere Klaus ignorando completamente la domanda della sua compagna.

« Non lo so, pensavo che fosse già qui e che ti avesse già staccato la testa. » dichiarò Katherine con voce tremante, impaurita persino dalla sua ombra.

« Vai a casa. » le ordinò lui prendendo da terra il ramo caduto di un albero e spezzandolo in due con un colpo secco. Se Elijah non era lì, aveva qualcosa di più in mente di un semplice scontro tra fratelli, ma non aveva alcuna intenzione di farsi cogliere impreparato.

« Cosa? No! Klaus se tu- »

« Katerina! » la interruppe lui piombandole a pochi centimetri dal viso obbligandola ad frenare la lingua. Non gli importava di cos'avrebbe pensato Hayley, desiderava solo portare entrambe al sicuro. « Prendi un taxi e porta Hayley a casa. »

La vampira annuii silenziosamente, socchiudendo gli occhi in cerca della semplice forza di continuare, ignara di ciò che sarebbe successo dopo.

Sospirò profondamente, cercando lo sguardo ormai lontano di Klaus che con un cenno della testa gli ricordò di allontanarsi. Ormai rassegnata, si voltò dall'altra parte, pronta a tornare a casa e crogiolarsi nell'attesa; il suo piano cadde in frantumi trovandosi quella perfetta figura dall'espressione seria ed impenetrabile ad appena tre metri di distanza.

« Elijah. » mormorò indietreggiando di un passo.

 

Elijah era lì, di fronte a lei. La camicia bianca ancora perfettamente stirata infilata nei pantaloni e le scarpe nere scamosciate fastidiosamente pulite nonostante il fango in cui giacevano. Il senso di instabilità passò da uno stato emotivo a fisico quando vedendo l'espressione rabbiosa dipinta sul viso del vampiro originale, Katherine sentì le ginocchia cedere. Avrebbe dovuto agire, fare qualcosa affinché da quella situazione uscissero vivi entrambi i Mikaelson, la ragazza incinta poco più distante e lei stessa. Ma che fare? Qual era il grande piano a quel punto? Era tutto andato a rotoli. Tutte le notti insonni passate a convincersi che mentire era la scelta più giusta. Una di quelle rare volte in cui fare del male a qualcuno le sembrò così sbagliato. “La verità è l'arma più potente mai esistita.” ricordò Katherine pensando alle parole di un'ombra passata. Solo, non abbastanza forte per reggere il peso del paletto di quercia bianca che Elijah stringeva nella mano destra.

« Elijah. » disse cauta la vampira alzando piano le mani quasi in segno di resa – neanche fosse lei quella in pericolo di morte.

« Non vuoi farlo davvero. » gli ricordò.

Una smorfia divertita comparve sul volto del vampiro.

« Non voglio farlo davvero? Sei l'ultima persona che può dare consigli qua, Katherine. »

Il tono freddo era in perfetta sintonia col sorriso enigmatico e lo sguardo glaciale impressi sul suo viso. Le iridi castane si posarono su Klaus, in piedi a qualche metro di distanza. L'ibrido ricambiò lo sguardo intenso, quasi non servissero ulteriori parole a spiegare quanto disastrosamente quella famiglia fosse caduta in frantumi. E la ragione era sempre e solo quella vampira egoista e manipolatrice capace persino di rompere legami di sangue.

« Lo so che vuoi uccidermi, ma... » l'ibrido deglutì a forza, alzando il braccio avanti a mo' di tregua, poi con voce ferma proseguì « ...evita loro lo spettacolo. » domandò irrequieto indicando con un cenno del capo le due ragazze coinvolte.

Ad Elijah uscì uno sbuffò ironico, dopo il quale si prese un paio di secondi per riflettere sulle parole da replicare.

Katherine lo osservò silenziosa, incapace anche solo di valutare le opzioni: correre a casa o sorbirsi lo scontro fraterno all'ultimo sangue? In realtà, non era così facile come scelta dato che tornare a casa significava tornare in quella casa, in cui probabilmente non avrebbe mai più messo piede; e poi Klaus credeva davvero che Hayley le sarebbe andata dietro senza fare domande? Esclusa la prima scelta, pensò che forse ritrovarsi con un paletto affondato nel cuore non sarebbe stato poi tanto male.

Persa col suo sguardo assente, il gemito soffocato di Klaus arrivò al suo orecchio quando ormai il paletto gli aveva perforato il torace fino a raggiungere il tronco dell'albero al di là della sua schiena, alzandolo da terra di qualche centimetro.

« Che cazzo sta succedendo? »

La voce tremante di Hayley attirò su di lei l'attenzione, inconsapevole di non voler sapere realmente la risposta alla sua domanda.

« Oh, giusto... tu ancora non lo sai. »

« Elijah, ti prego. » implorò Klaus contorcendosi dalla posizione scomoda.

In in gesto rapido, il vampiro strinse con forza l'estremità del paletto e con cotanta forza lo ruotò nel petto del fratello che urlò incontrollato per il dolore.

« Klaus e Katherine sono stati insieme. » dichiarò monotono.

Silenzio. Si poteva percepire il suono della carne che si lacerava ad ogni movimento di Klaus a contatto col paletto troppo vicino al cuore per pensare anche solo di ribellarsi.

Hayley si portò una mano alla bocca, aperta per la notizia più che inaspettata. « Mio Dio. » fu tutto quello che riuscì a dire. Allungò la mano libera fino al bracciolo della sedia sul quale lei e Klaus erano rimasti seduti per quasi tutta la serata, cercando un appoggio stabile per reggere il peso del suo corpo, diventato insopportabile.

Katherine socchiuse le labbra, sul punto di proferire parola. Qualunque cosa pur di mettere fine a quell'assurda situazione. Neanche si erano accorti di quella decina di persone che si era radunata in un angolo per assistere sconcertati alla scena. Chiama la polizia, chiama il 911. Tutte grandi idee, tutte inutili se l'intenzione era quella di fermare un Mikaelson assetato di vendetta.

« Elijah. » lo richiamò la vampira avvicinandolo di un passo.

« Sta' zitta, Katherine. » ringhiò lui.

 

Quel maledetto paletto affondato nella sua carne toglieva il respiro e la facoltà di pensare. Forse non era poi male come sensazione, tutto concentrato in quell'atroce dolore fisico e un conseguente allontanamento dal dolore mentale. Ma anche il dolore mentale insisteva, in un angolo remoto del suo cervello in fiamme, ma c'era. Incapace di affrontare lo sguardo sconvolto, distrutto, fiammante di Hayley, alzò gli occhi verso Katherine, in piedi ad un paio di metri di distanza con una gamba più avanti capace di darle stabilità. Il disprezzo del tono col quale Elijah si rivolse a lei lo infuocò più di quanto potesse immaginare.

« Lasciala stare, non è lei che vuoi uccidere. » lo provocò in un gemito sofferente.

Lo sguardo di Elijah si colorò di quella scintilla d'orgoglio ferito tenuta forzatamente nascosta fino a quel momento.

« Ora ti preoccupi per lei? » rise amaramente inclinando la testa di lato. « Non pensavo che in quella scopata, o in quelle, sono felice di non conoscere il numero esatto... potessi aver cambiato opinione sul suo conto. » si sorprese ironico Elijah premendo inaspettatamente il paletto più o fondo provocando un sussultò dolorante del corpo dell'ibrido « Credevo che la considerassi... com'è che hai detto l'ultima volta? “La stronza psicopatica e viziata che scrocca nottate nel tuo letto come una prostituta.” » ricordò il vampiro fingendo un improvviso lampo di genio.

L'aveva detto davvero? Tra tutti i nomi, gli aggettivi, le metafore usate da Klaus per descrivere Katherine Pierce, Elijah aveva deciso di ricordare il momento in cui l'aveva paragonata d una prostituta. Fisso nello sguardo della vampira, l'ibrido non si scompose vedendo la sua espressione completamente distrutta. Era stato un coglione, come al solito. Ma come poteva in quel momento essere lo stato d'animo di Katherine la sua preoccupazione più profonda? La vampira ritrasse lo sguardo, cercando appiglio in qualsiasi cosa in grado di impedire a quell'odiosa lacrima di bagnarle il viso.

Suoni di sirene e luci blu ad intermittenza fecero irruzione in quella situazione che da occhi esterni doveva apparire come il tentato omicidio di un pazzo ubriaco. Nessuno degli interessati sembrò curarsi dell'arrivo di ambulanza e polizia però.

« Sono io quello che vuoi veder morto, fallo e basta. »

Senza indugiare oltre – il che avrebbe dato spazio a ripensamenti e sensi di colpa – Elijah liberò il petto di Klaus dal paletto, lasciando che l'ibrido si accasciasse a terra stordito. Ci vollero circa due decimi di secondo prima che Katherine mettesse a fuoco il braccio alzato di Elijah ancora aggrappato a quel paletto letale, preciso e perpendicolare al cuore del fratello.

« Elijah, no! » urlò invano precipitandosi nella sua direzione.

L'immagine appariva poco nitida agli occhi dell'ibrido quando uno schiaffo in pieno viso la atterrò prima che potesse controbattere. Katherine cadde a terra, cosciente ma col margine del labbro inferiore sanguinante. I morbidi ricci le coprivano a tratti il viso sul quale i due intensi e lucidi occhi castani fiammeggiavano come brace sotto la cenere. Fu più forte di lui, quell'irrefrenabile impulso di uccidere chiunque l'avesse ridotta in quel modo. Incredibile pensare a quanto, fino a pochi mesi prima, Klaus moriva dalla voglia di infliggere alla doppelganger che gli era scappata per più di cinquecento anni pene peggiori dell'inferno, e ora desiderasse solo punire il suo aggressore come meglio meritava.

Un bagliore illuminò le sue iridi giallo-azzurre nel mettere a fuoco il paletto pronto a perforagli la carne, il torace e giungere al cuore. Lo afferrò con una mano, intercettando il gesto non abbastanza rapido di Elijah che si ritrovò a mani nude e quasi senza accorgersene, ad urlare per il dolore inflitto dal paletto bianco-avorio dentro il suo petto. Trattenutosi dal centrare il cuore, Klaus si avvicinò all'orecchio del fratello inerme.

« Ho detto. Di lasciarla. Stare. » scandì profondamente penetrando nella carne viva di Elijah, dolorante al suolo.

 

Spazio autrice

Salve a tutti, cari e care! Spero abbiate gradito il capitolo. Come avrete capito, è stato diviso in due parti, così da poter rispettare le scadenze prefissate per la pubblicazione. Entrambi i capitoli sono leggermente più lunghi dei precedenti, ma ho comunque preferito non sbilanciarmi troppo (anche perchè finirei per annoiare, temo).

Che dire? Tengo incredibilmente al legame che si è creato tra Klaus e Katherine e spero di avervi emozionato almeno la metà di quanto mi sono emozionata io a scriverlo!

Il prossimo capitolo verrà pubblicato il 19 aprile (causa impegni scolastici), se vi va lasciatemi una recensione!

Baci xx

xfromhatetolove

   
 
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