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Autore: monsieur Bordeaux    06/04/2015    1 recensioni
Sembrava un giorno come tanti, quando Dutch entrò nel covo della Lagoon Company con un nuovo incarico. Lui e il suo gruppo di mercenari dovevano recuperare, per conto di Balalaika, un carico di merce fermo a Saipeng, un piccolo porto sulla costa malesiana. Un lavoro molto semplice all'apparenza, da chiudere nel giro di una notte, ma in realtà quella missione non aveva niente di ordinario...
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benny, Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - Due chiacchiere sul ponte


Finita la lunga telefonata con Balalaika, Valery tornò in cabina per riferire ciò che gli aveva detto il suo capo durante la chiamata. Appena gli si avvicinò, Dutch notò subito che il mercenario assoldato dai russi aveva lo sguardo rilassato, parlare col suo superiore gli aveva sicuramente alzato il morale.
«C'è stato un cambiamento di programma!» avvertì.
«In che senso?» domandò il mercenario di colore.
«Dopo aver spiegato cos'è successo, Balalaika mi ha ordinato di dirvi che, oltre alle casse, ora vuole anche i documenti che erano in mano ai contrabbandieri malesi.»
«Che genere di documenti?»
«Tutto ciò che riguarda un trasferimento di denaro su un conto corrente. Era il pagamento per le tre casse, ma dato che l'affare è saltato, il capitano ha deciso di prendere ciò che a tutti gli effetti è ancora suo.»
«Capisco. A proposito, come ha reagito Balalaika al ritorno di Feng Yao?»
«Inizialmente è rimasta in silenzio, ma solo per qualche secondo. Poi ha iniziato a parlare normalmente, la notizia non l'ha scomposta più di tanto.»
«Me lo immaginavo!» esclamò Dutch, lasciandosi andare ad un piccolo ghigno. «Ci vuole ben altro per impressionare una donna come quella!»
«E visto che sono cambiate le condizioni del vostro lavoro, vi avviso che la vostra ricompensa è stata raddoppiata»
«Oh, finalmente una bella notizia!» affermò Revy, molto contenta.
«Come mai questo rialzo?» chiese un po' sorpreso il capo della Black Lagoon.
«Balalaika mi ha raccontato una bella teoria poco fa» rispose Valery. «L'assalto di Feng Yao potrebbe avere due scopi: oltre che a cogliere impreparato il cartello russo, me compreso, potrebbe servire a finanziare i suoi traffici a Saipeng. Se vuole risorgere, ha bisogno di un bel po' di soldi e il capitano non vuole avere altri concorrenti scomodi da queste parti...»
«Per 50.000 dollari sono pronta a tutto!» annunciò Revy, con molto entusiasmo. «Dove si trovano i documenti?»
«Calmati!» ribatté il mercenario biondo. «Ora non possiamo muoverci!»
«Perché?» chiese Rock. «C'è qualche problema?»
«Dai un'occhiata fuori e capirai» suggerì Valery invitandolo, con un cenno del capo, a guardare fuori dalla cabina.
Una lunga serie di sirene blu e rosse lampeggiava nella zona interna del porto, vicino all'esplosione causata da Revy. C'erano almeno una ventina di poliziotti vicino al deposito, teatro della precedenza sparatoria, che con molta perizia stavano controllando i cadaveri per le prime analisi. Inoltre avevano recintato la zona con il classico nastro giallo, impedendo a chiunque di entrare o uscire dal porto.
«Oh, cavolo!» esclamò Rock.
«Pure questa ci voleva!» sbuffò Dutch. «Non ho mai visto tante auto della polizia in un unico posto.»
Valery aggiunse: «Già, è un bel casino»
«Odio i piedipiatti...» mormorò Revy con una certa rabbia, mentre vide arrivare anche Benny. Sembrava molto preoccupato, i suoi occhi erano spalancati.
«Dutch, ho intercettato alcuni dialoghi alla radio e ti posso confermare che la polizia sta facendo sul serio! Pure la guardia costiera si è mossa!»
«Allora Dutch, hai mente qualcosa per evitare questo casino?» domandò la mercenaria col tatuaggio
«Sì» rispose prontamente il capo della Lagoon Company. «Visto che non hanno ancora scoperto la nostra presenza, per ora rimaniamo qui fermi ad aspettare. Ci siamo capiti?»
«Va bene» rispose Revy, infastidita per la chiusura ironia fatta dal suo capo.
«Sono d'accordo» affermò Valery. «Se in questo momento ci vedono, come minimo ci sparano addosso!»
Nel frattempo Dutch diede un'altra occhiata fuori dalla cabina, per valutare in maniera più accurata quanti poliziotti stavano lavorando sui cadaveri ustionati.
«Non sono un tipo che ama aspettare, ma in certi casi non si può far altro. Almeno finché le acque non si saranno calmate.»
«Chissà quanto ci metteranno, speriamo non tutta la notte!»
«Valery, sai di preciso dove si trovano i documenti?»
«Sono in un albergo del centro, uno di quelli nuovi. E conosco perfettamente la strada per arrivarci.»
«Bhe, finalmente una buona notizia! Vorrà dire che useremo questo tempo per riposarci un po'... ci rivediamo qui tra un'ora!»
Dopo aver congedato tutti i presenti, Dutch tornò al posto di comando e si sdraiò sul sedile, accendendosi nel frattempo una sigaretta. Trovata una posizione abbastanza comoda per rilassarsi, il mercenario di colore poco dopo intravide Benny scendere al piano inferiore, intenzionato a tenere d'occhio le comunicazioni della guardia costiera. L'unico che decise di uscire dalla cabina, per prendere una boccata d'aria, fu il mercenario di Balalaika, ma qualche secondo più tardi fu raggiunto da Revy, ancora infuriata per l'imprevisto accaduto nel deposito. Rock, cercando di fare da pacere, provò a calmarla, ma fu tutto inutile.
«Ma quante volte devo dirtelo che è stato un incidente?» affermò Valery infastidito.
«Ma va a cagare!» ribatté Revy. «Da quando sei apparso, hai portato solo guai!»
«Però in fondo ha ragione!» commentò il giapponese, prendendo le difese del mercenario biondo. «Dal suo punto di vista...»
«Tu non hai diritto di parlare!» gridò Revy, interrompendo il ragionamento di Rock. «Ti sei fatto prendere in ostaggio come un imbecille!»
Intuendo che quel discorso poteva proseguire per chissà quanto tempo, Valery decise di usare un tono più diplomatico da lì in poi. Aveva una tattica in mente e per questo motivo riprendere a parlare con voce pacata, quasi compiaciuta.
«Non c'è bisogno di urlare! Alla fine, non è successo niente di grave Revy... o devo chiamarti "Two Hands"?»
Sentendo il soprannome con cui era conosciuta a Roanapur e dintorni, la mercenaria si lasciò scappare un piccolo sorriso. «Ma allora non sei stupido come pensavo!»
«Ti conosco solo di fama, anche se...»
«Cosa?»
«Avrei dovuto capirlo subito chi eri, quando ci siamo visti in quel deposito. Non ci sono molti che sparano con quello stile di combattimento!»
«E scommetto che tu eri quell'ombra che ho intravisto dietro quel vetro rotto, nel magazzino abbandonato!»
«Sì, ero io! Hai veramente degli ottimi riflessi, non c'è dubbio!»
Mentre osservava il dialogo tra i due mercenari, Rock capì il perché dell'improvviso cambiamento di tono da parte di Valery. Quest'ultimo era così stufo di discutere con Revy che arrivò a farle dei piccoli elogi, pur di mantenerla calma. Una tattica che alla fine ebbe pieno successo...

Come suggerito da Dutch, nel giro di pochi minuti tutti quelli a bordo della Black Lagoon approfittarono di quella sosta forzata per fare una piccola dormita. Ma Rock, forse ancora agitato per la sparatoria di prima, quella notte non riusciva proprio a prendere sonno, nonostante avesse trovato una buona posizione per dormire. Alla fine mollò la branda in cui si era sdraiato e decise di uscire sul ponte della barca, alla ricerca di un po' di tranquillità. A sorpresa lì incontrò nuovamente Valery, che appoggiato alla cabina stava fissando il mare aperto. A differenza del giapponese, aveva un aspetto più rilassato mentre osservava l'orizzonte, in cerca di navi della guardia costiera.
Senza creare troppo fastidio, Rock si mise di fianco a Valery e dopo qualche secondo di silenzio gli chiese, un po' timidamente, come mai era rimasto sul ponte. Spontaneamente l'uomo di Balalaika gli rispose che si era già riposato abbastanza rimanendo nascosto tra i magazzini e che non ne aveva bisogno. Intuendo che con lui poteva entrare in confidenza, il giapponese gli pose una domanda più personale. Aveva notato che Valery, quando si riferiva a Balalaika, non usava l'appellativo "compagno", come di norma facevano i commilitoni del boss russo, e questo aveva generato in lui qualche perplessità. Dopo essersi stiracchiato, il mercenario spiegò che lui era ucraino e che non faceva parte del gruppo originario che aveva fondato l'Hotel Moscow, il cartello mafioso russo. Era entrato nei ranghi di Balalaika solo in un secondo momento ed era per questo motivo che non aveva tutta quella confidenza con lei. Davanti alla faccia perplessa di Rock, Valery proseguì con la sua spiegazione raccontando nei dettagli il perché del suo trasferimento in Thailandia.
Gerasimenko si era arruolato nell'esercito appena ebbe la maggiore età, ma per lui quella fu una scelta quasi obbligata: era diventato da poco orfano di genitori, deceduti in seguito ad un incidente stradale, e non avendo alle spalle una famiglia benestante, doveva procurarsi da solo uno stipendio per vivere. L'unica alternativa, a suo giudizio, era sennò morire come un volgare teppista da strada e ciò non rientrava per niente nei suoi piani per il futuro. Sebbene fosse diventato un militare in un periodo assai difficile, l'Unione Sovietica era ancora in piedi e proprio in quegli anni ci fu il disastro di Chernobyl, alla fine riuscì ad adeguarsi al nuovo stile di vita, riuscendo anche a salire di grado diventando caporale.
Fu durante quel periodo che incontrò per la prima volta Balalaika, quando ancora faceva parte dell'esercito sovietico. Il gruppo di Gerasimenko doveva portare lei il suo plotone ad un campo di esercitazione e durante il viaggio, via camion e su strade sconnesse, la russa ebbe l'occasione di scambiare due chiacchiere col giovane caporale. Se da una parte Valery rimase impressionato dal carisma del suo ospite, sapeva come farsi rispettare nonostante le donne al comando fossero veramente rare, dall'altra si poteva affermare che Balalaika era sorpresa nell'incontrare un sott'ufficiale così sveglio e ben organizzato in una squadra di supporto. Capì subito che le sue abilità lì era sprecate, meritava molto di più del semplice grado che portava. Era perfino più qualificato di certi ufficiali conosciuti dalla stessa Balalaika, saliti di grado senza alcun merito particolare...
Il trasferimento di Valery in Thailandia avvenne qualche anno più tardi, quando l'Unione Sovietica si sciolse e lui fu sospeso dall'esercito. Con la fine della guerra fredda, non era più necessario aveva un numero massiccio di soldati e molti di loro furono congedati, tra cui anche Gerasimenko. Non sapendo fare altro, l'ucraino si mise alla ricerca di un posto da mercenario e a sorpresa venne contattato da Balalaika. Rimase molto sorpreso dalla sua chiamata: quella donna si ricordava perfettamente il loro precedente incontro, sebbene fossero passati diversi anni. Dopo una veloce spiegazione su ciò che stava organizzando, Balalaika pretese da lui una risposta quasi immediata, mettendo una certa pressione per capire se era all'altezza delle aspettative. Ricordandosi solo in quel momento quanto fosse cinica quella donna, Valery inizialmente fu un po' titubante, ma alla fine decise di accettare la sua proposta, pronto a raggiungerla in Asia sud-orientale.
A quel punto Rock, incuriosito, gli domandò cosa lo avesse spinto a trasferirsi in Thailandia. Valery gli spiegò che furono molte le ragioni per cui aveva deciso di allearsi con Balalaika. Entrambi era stati abbandonati frettolosamente dai loro superiori e ciò aveva creato un po' di empatia tra i due; inoltre Valery voleva ripagare in qualche modo la stima che Balalaika aveva nei suoi confronti e allo stesso tempo voleva cambiare aria. Alla fine l'ucraino aggiunse, ma questa volta sorridendo, che aveva raggiunto Balalaika perché era, nonostante la cicatrice sul volto, una gran bella donna. Rock rimase completamente spiazzato da quest'ultima spiegazione.


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