Stavolta la musica che ha ispirato questo mio capitolo si chiama
Struggle for pleasure, l’autore è Wim Mertens. Se
ne avete voglia e possibilità cercate questa musica su
Youtube e nel frattempo leggete… Diciamo che questa
può essere molto simile alla melodia che la principessa
Hanae suona al pianoforte.
Buona lettura!
“Himi?! Himi?! Come ti senti?” La voce era
lontana…ma il viso che riuscì a distinguere le
era familiare… Mise a fuoco i contorni e piano piano si
accorse che era Dai Dai, chino su di lei che la guardava con
un’espressione tesa e preoccupata…
“Dai… Dai… Sei venuto a
salvarmi?” gli chiese quasi in un soffio.
“Svegliati Himi è stato tutto un brutto sogno! Che
ti hanno fatto?” Il pensiero corse subito a Minako che le
aveva preso il fiocco.
“Non lo so… Io… Io credo di…
aver preso una bella botta in faccia…
Io…E’ stata Lei non è vero?!”
I suoi occhi dicevano molto di più di mille
parole…
“Scusa… ma lei… chi?”
intervenne Manami giunta trafelata in infermeria insieme a Daichi e
Ichiko. Dai Dai le fece cenno di tacere, poi gentilmente chiese alle
due ragazze di uscire un momento dall’infermeria.
Quando furono di nuovo soli, lui la aiutò a sedersi sul
lettino: non ci fu bisogno di dirle niente… Si era
già passata una mano tra i capelli e si era accorta di non
avere più il fiocco.
“E’ stata Lei!” Ripetè ad alta
voce “E’ stata Lei non è
vero?!” disse cercando di alzarsi, ma la botta che aveva
preso era stata particolarmente violenta e per un attimo le parve che
tutta la stanza le girasse intorno. Sarebbe caduta se due braccia salde
non l’avessero sorretta prontamente… Di nuovo si
ritrovarono a pochissimi centimetri dai loro occhi, i cuori che
battevano all’unisono. Daichi la fissò con
un’aria molto seria mentre l’aiutava a mettersi di
nuovo seduta.
“E’ stata Minako a rubarmi il fiocco non
è vero?!”gli chiese a bruciapelo, con
un’espressione incattivita sul volto.
Lui abbassò la testa evitando il suo sguardo
“Guardami Dai Dai! E’ stata LEI?”
“Sì, ma non so spiegarmene il motivo…
Magari le piaceva e l’ha preso in prestito,
e…” ma sapeva benissimo che la scusa non reggeva
assolutamente, in realtà nel gesto di Minako c’era
molto, troppo di più di quello che lui minimamente
sospettava… Himi invece aveva colto molti più
segnali di lui che in genere era quello più sveglio,capace
sempre di intuire al volo quando le cose non funzionavano.
“Dai Dai! Devo assolutamente riprendermi il fiocco!
C’è qualcosa che io non riesco a capire! Credimi
sono convinta che Minako non sia ciò che voglia far
apparire! Sono sicura che lei nasconda molte più cose di
quanto noi crediamo!”
Lui la fissò con aria scettica; a volte le pareva che Himi
galoppasse troppo con la fantasia “Secondo me tu corri
troppo… Minako è una ragazza particolare,
è vero, ma non credo sia cattiva… Piuttosto non
credi che la pallonata ti abbia dato alla testa?”
ridacchiò passandole una mano sulla fronte, per stemperare
la tensione del momento.
“E invece non capisci proprio niente!!!” gli
gridò in faccia riacquistando di colpo tutta
l’energia.
“Sto parlando sul serio, IO! E voglio scoprire assolutamente
tutto di quella lì! Lei mi odia, lo sento, non fa altro che
provocarmi, io sento che c’è qualcosa che non va,
non mi piace… non mi è MAI piaciuta!”
Lo fissò dritto negli occhi, con
un’intensità che rivelava molto più di
tante parole.
Daichi socchiuse gli occhi sogghignando in maniera beffarda
“Senti un po’ non è che per caso sei un
tantino gelosa di Minako… Perché credo che tutto
questo accanimento sia un po’ eccessivo…”
”Io gelosa ? E di cosa sentiamo?”
Incrociò le braccia con aria di sfida, fissandolo come un
grosso cane rabbioso.
Lui alzò le spalle, incrociando le braccia dietro la testa
“Dicevo così per dire… Sai Minako
è una ragazza molto carina e molte ragazze sono invidiose
del suo successo!” .
Un ceffone rapido e inaspettato gli si stampò dritto dritto
in faccia a zittirlo di colpo “Tu non capisci un bel niente!
Quella lì ti ha stregato con i suoi begli occhi, e ci sei
cascato come uno scemo! Non vuoi credermi? Fai come ti pare! Ora vado
subito a parlare con Minako per saperne di più e a farmi
restituire il MIO fiocco. Ti saluto caro!”
“Ma dove vai! Aspetta vengo con te!”. Lui
cercò di fermarla, afferrandola per un braccio, ma lei si
divincolò con uno scatto improvviso, guardandolo con occhi
di fuoco.
“Lascia stare. Me la cavo benissimo da sola!”. E
detto questo, riacquistando tutta la propria lucidità
aprì la porta e uscì sbattendola furiosamente.
Si recò dritta dritta a casa di Minako, decisa a farsi
restituire ciò che le apparteneva e a scoprire finalmente
cosa si celava dietro quei begli occhi viola e quel visetto da
principessina delle nevi.
La ricordava bene: era una villa splendida, molto simile alla vecchia
casa abbandonata.
Il grande cancello era aperto, così vi entrò
senza chiedere permesso, a grandi passi, l’aria combattiva di
chi è deciso a non farsi mettere i piedi in testa.
Suonò alla porta. Nessuno però venne ad aprirle.
Provò nuovamente. Nessuna risposta. All’improvviso
si accorse che la porta era socchiusa, così la spinse un
po’, e dopo averci pensato un attimo decise di entrare.
L’interno era buio. “C’è
nessuno?” Ma l’unica risposta che ebbe fu quella di
un prolungato, inquietante e assordante
silenzio. Poi d’un tratto le parve di udire una lieve melodia
al pianoforte… quasi in lontananza…
soffusa… Come se qualcuno la stesse aspettando…
Di nuovo la stessa melodia armoniosa che aveva potuto ascoltare la
prima volta che aveva messo piede lì dentro. Camminava
lentamente, avanzando cautamente nella penombra della stanza,
guardandosi intorno con aria guardinga, quando all’improvviso
qualcosa le passò tra le gambe, veloce come una saetta
facendola quasi cadere. Il gatto la fissò a lungo, con
quegli occhi fosforescenti, e carichi di un’espressione
misteriosa quasi umana, per poi sgattaiolare chissà dove.
Tirò un lungo respiro, il cuore le batteva
all’impazzata quando di colpo le si
proiettò di fronte l’immagine di Minako dritta in
piedi accanto a sua sorella Hanae, la gemella dal fiocco scuro e i
capelli corti, al pianoforte. Era lei l’autrice di quella
musica così incantevole e allo stesso tempo piena di una
strana, frenetica inquietudine; Himi le fissò entrambe,
ammutolita, senza dire una parola, in quel momento le parevano tanto
due creature di un’altra dimensione. Minako aveva lunghi
capelli scuri, sciolti in tutta la loro bellezza, in una cascata nera
come la notte, lucenti come l’ebano, rendendola quasi una
creatura fuori dal normale… la pelle di porcellana, i grandi
occhi d’ametista di velluto; Hanae invece era seduta, rapita
dalla propria ispirazione artistica. D’improvviso la melodia
cessò, e lei ebbe un sussulto. In un attimo si
ritrovò frugata dentro da quattro occhi indagatori profondi
come l’abisso oscuro di un oceano.
Fu Minako la prima a parlare. Era sempre lei quella che aveva le parole
per entrambe. Hanae taceva. Ora erano tutte e tre faccia a faccia.
“Sei arrivata, finalmente. Ti stavamo aspettando”
le disse con calma, pronunciando le parole tranquillamente, scandendo
bene ciò che diceva. In mano stringeva il suo fiocco
“Stavi cercando questo per caso?” le
domandò mostrandole il fiocco rosso, stringendolo tra le
dita come un prezioso trofeo, un sorriso beffardo, arrogante, di sfida
stampato sul viso.
“Ma come… come… A cosa ti serve il mio
fiocco? Minako CHI SEI? Cosa vuoi da me?” Continuava a
cercare delle risposte. Affannosamente. Inutilmente.
Minako continuava a fissarla con quegli occhi scrutatori pieni di
mistero.
Le parole che pronunciò furono brevi. “Cosa
voglio?”. Un attimo di silenzio. “IL TUO
CUORE”.
Himi rimase come paralizzata nel sentire quelle parole, dette con voce
stranissima, prive di umanità.
“E ora tu…” le si avvicinò
lentamente, guardandola con espressione diabolica, carica di
malvagità suadente. Himi all’improvviso, non
riusciva più a muovere un muscolo del corpo. Si sentiva come
stretta da una morsa invisibile ma ugualmente implacabile. Hanae, alle
spalle della sorella la fissava con un’espressione
indecifrabile. “Tu… farai come io ti
dico…” allungò una mano su di lei,
toccandole la fronte con il palmo. Himi di colpo non riusciva
più a muoversi né a emettere un solo fiato, si
sentiva improvvisamente svuotata, senza forze
“Himi!!!!!! NOOOOOOO!!” Una voce alle sue spalle la
fece quasi riemergere dal baratro senza fine in cui stava precipitando.
Chi sei… Chi… Sei… LUI…
Ancora lui.
DAI DAI.
L’aveva seguita di nascosto, senza farsi vedere; voleva
proteggerla e sapeva che in qualche modo si sarebbe cacciata in qualche
guaio.
La prese prontamente tra le braccia, scaraventandola via con un gesto
rapido e deciso e venendo investito in pieno dal potere oscuro e
malefico irradiato in tutta la sua potenza accecante da Minako. Quel
potere travolgente, potente e altamente distruttivo lo
centrò completamente, investendolo e lasciandolo sopraffatto
a terra senza più vita.
Himi non capiva più nulla. Era a terra, tramortita, la testa
le doleva da morire, ma la sua anima era salva. Dai Dai, poco distante
da lei era riverso a terra, immobile.
“Stupida ragazzina…”
mormorò Minako tra i denti. Hanae guardò la
sorella inorridita per quello che era successo, poi spostò
gli occhi su Himi e infine, senza dire un fiato si
dileguò nell’oscurità.
Riacquistata la propria lucidità Himi corse immediatamente
da Dai Dai, ma Minako fu più veloce di lei e con
un solo rapidissimo gesto lo prese tra le braccia. Il suo peso, al
tocco delle sue dita era leggero e impalpabile come l’aria.
“Fermati! Lascialo andare! E’ me che
vuoi! Lui non c’entra! Lui non…
Lascialo!!!!”
Minako la fissò con occhi pieni di disprezzo, colmi di odio,
ma anche di orrore e di disgusto “Tu non… Tu non
sai quello che hai fatto. Lui non…” Si
chinò con lo sguardo su Dai Dai che apparentemente sembrava
senza più vita, poi tornò a guardare la sua
rivale “Ora lui viene con me”e detto questo
sparì di colpo, dissolvendosi assieme a Dai Dai in una
cascata accecante di luce.
“Dai Dai no!!!” Himi cercò di
afferrarlo appena prima che lui sparisse con lei, ma tutto
ciò che le rimase tra le mani, fu solamente un piccolo lembo
della sua giacca.
“Torna indietro!! Torna indietro!!”
gridò con quanto fiato avesse in gola, ma davanti e dietro
di sé il nulla. Sbattè i pugni a terra,
sentendosi completamente impotente, bagnandosi la faccia di lacrime.
Era stato tutto così improvviso e inaspettato, Minako aveva
detto di volere il suo cuore e adesso aveva portato via con
sé Dai Dai. Ma dove? In quale oscuro posto
dell’universo? Perché ormai era chiaro che lei non
appartenesse ad una razza umana… ma allora…
Allora cosa c’era sotto…
Di colpo le parve di nuovo che due occhi la scrutassero. Si
girò di scatto e si trovò a fissare…
Matsuyama. Comparso all’improvviso, silenziosamente. La
scrutava senza dire una parola guardandola con occhi dolorosamente
consapevoli che rivelavano molto più di mille parole.
Allora care lettrici eccoci qui! Intanto mi scuso per il ritardo
nell’aggiornamento della fic ma ultimamente ho avuto un
po’ di impicci universitari ç_ç
Considerate questo nuovo capitolo come il mio regalo di Natale verso
chi recensisce la storia, chi l’ha messa tra i preferiti e
chi la legge anonimamente… Grazie di cuore a tutti voi,
probabilmente senza il vostro supporto non sarei così
motivata ad andare avanti : )
Vi auguro di passare delle feste serene con chi amate di
più, e di realizzare per l’anno nuovo tutti i
vostri desideri!!
Un bacio a tutti!!
Vostra Himechan