Anime & Manga > Un fiocco per sognare, un fiocco...
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Autore: Himechan    22/12/2008    6 recensioni
Una ragazza misteriosa, Pokotà non parla più, il pericolo e l'amore... Himi e Dai Dai più uniti e distanti che mai
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavolta la musica che ha ispirato questo mio capitolo si chiama Struggle for pleasure, l’autore è Wim Mertens. Se ne avete voglia e possibilità cercate questa musica su Youtube e nel frattempo leggete… Diciamo che questa può essere molto simile alla melodia che la principessa Hanae suona al pianoforte.
Buona lettura!




“Himi?! Himi?! Come ti senti?” La voce era lontana…ma il viso che riuscì a distinguere le era familiare… Mise a fuoco i contorni e piano piano si accorse che era Dai Dai, chino su di lei che la guardava con un’espressione tesa e preoccupata…
“Dai… Dai… Sei venuto a salvarmi?” gli chiese quasi in un soffio.
“Svegliati Himi è stato tutto un brutto sogno! Che ti hanno fatto?” Il pensiero corse subito a Minako che le aveva preso il fiocco.
“Non lo so… Io… Io credo di… aver preso una bella botta in faccia… Io…E’ stata Lei non è vero?!” I suoi occhi dicevano molto di più di mille parole…
“Scusa… ma lei… chi?” intervenne Manami giunta trafelata in infermeria insieme a Daichi e Ichiko. Dai Dai le fece cenno di tacere, poi gentilmente chiese alle due ragazze di uscire un momento dall’infermeria.
Quando furono di nuovo soli, lui la aiutò a sedersi sul lettino: non ci fu bisogno di dirle niente… Si era già passata una mano tra i capelli e si era accorta di non avere più il fiocco.
“E’ stata Lei!” Ripetè ad alta voce “E’ stata Lei non è vero?!” disse cercando di alzarsi, ma la botta che aveva preso era stata particolarmente violenta e per un attimo le parve che tutta la stanza le girasse intorno. Sarebbe caduta se due braccia salde non l’avessero sorretta prontamente… Di nuovo si ritrovarono a pochissimi centimetri dai loro occhi, i cuori che battevano all’unisono. Daichi la fissò con un’aria molto seria mentre l’aiutava a mettersi di nuovo seduta.
“E’ stata Minako a rubarmi il fiocco non è vero?!”gli chiese a bruciapelo, con un’espressione incattivita sul volto.
Lui abbassò la testa evitando il suo sguardo
“Guardami Dai Dai! E’ stata LEI?”
“Sì, ma non so spiegarmene il motivo… Magari le piaceva e l’ha preso in prestito, e…” ma sapeva benissimo che la scusa non reggeva assolutamente, in realtà nel gesto di Minako c’era molto, troppo di più di quello che lui minimamente sospettava… Himi invece aveva colto molti più segnali di lui che in genere era quello più sveglio,capace sempre di intuire al volo quando le cose non funzionavano.
“Dai Dai! Devo assolutamente riprendermi il fiocco! C’è qualcosa che io non riesco a capire! Credimi sono convinta che Minako non sia ciò che voglia far apparire! Sono sicura che lei nasconda molte più cose di quanto noi crediamo!”
Lui la fissò con aria scettica; a volte le pareva che Himi galoppasse troppo con la fantasia “Secondo me tu corri troppo… Minako è una ragazza particolare, è vero, ma non credo sia cattiva… Piuttosto non credi che la pallonata ti abbia dato alla testa?” ridacchiò passandole una mano sulla fronte, per stemperare la tensione del momento.
“E invece non capisci proprio niente!!!” gli gridò in faccia riacquistando di colpo tutta l’energia.
“Sto parlando sul serio, IO! E voglio scoprire assolutamente tutto di quella lì! Lei mi odia, lo sento, non fa altro che provocarmi, io sento che c’è qualcosa che non va, non mi piace… non mi è MAI piaciuta!” Lo fissò dritto negli occhi, con un’intensità che rivelava molto più di tante parole.
Daichi socchiuse gli occhi sogghignando in maniera beffarda “Senti un po’ non è che per caso sei un tantino gelosa di Minako… Perché credo che tutto questo accanimento sia un po’ eccessivo…”
”Io gelosa ? E di cosa sentiamo?”
Incrociò le braccia con aria di sfida, fissandolo come un grosso cane rabbioso.
Lui alzò le spalle, incrociando le braccia dietro la testa “Dicevo così per dire… Sai Minako è una ragazza molto carina e molte ragazze sono invidiose del suo successo!” .
Un ceffone rapido e inaspettato gli si stampò dritto dritto in faccia a zittirlo di colpo “Tu non capisci un bel niente! Quella lì ti ha stregato con i suoi begli occhi, e ci sei cascato come uno scemo! Non vuoi credermi? Fai come ti pare! Ora vado subito a parlare con Minako per saperne di più e a farmi restituire il MIO fiocco. Ti saluto caro!”
“Ma dove vai! Aspetta vengo con te!”. Lui cercò di fermarla, afferrandola per un braccio, ma lei si divincolò con uno scatto improvviso, guardandolo con occhi di fuoco.
“Lascia stare. Me la cavo benissimo da sola!”. E detto questo, riacquistando tutta la propria lucidità aprì la porta e uscì sbattendola furiosamente.

Si recò dritta dritta a casa di Minako, decisa a farsi restituire ciò che le apparteneva e a scoprire finalmente cosa si celava dietro quei begli occhi viola e quel visetto da principessina delle nevi.
La ricordava bene: era una villa splendida, molto simile alla vecchia casa abbandonata.
Il grande cancello era aperto, così vi entrò senza chiedere permesso, a grandi passi, l’aria combattiva di chi è deciso a non farsi mettere i piedi in testa. Suonò alla porta. Nessuno però venne ad aprirle. Provò nuovamente. Nessuna risposta. All’improvviso si accorse che la porta era socchiusa, così la spinse un po’, e dopo averci pensato un attimo decise di entrare. L’interno era buio. “C’è nessuno?” Ma l’unica risposta che ebbe fu quella di un prolungato, inquietante e  assordante   silenzio. Poi d’un tratto le parve di udire una lieve melodia al pianoforte… quasi in lontananza… soffusa… Come se qualcuno la stesse aspettando… Di nuovo la stessa melodia armoniosa che aveva potuto ascoltare la prima volta che aveva messo piede lì dentro. Camminava lentamente, avanzando cautamente nella penombra della stanza, guardandosi intorno con aria guardinga, quando all’improvviso qualcosa le passò tra le gambe, veloce come una saetta facendola quasi cadere. Il gatto la fissò a lungo, con quegli occhi fosforescenti, e carichi di un’espressione misteriosa quasi umana, per poi sgattaiolare chissà dove. Tirò un lungo respiro, il cuore le batteva all’impazzata quando  di colpo le si proiettò di fronte l’immagine di Minako dritta in piedi accanto a sua sorella Hanae, la gemella dal fiocco scuro e i capelli corti, al pianoforte. Era lei l’autrice di quella musica così incantevole e allo stesso tempo piena di una strana, frenetica inquietudine; Himi le fissò entrambe, ammutolita, senza dire una parola, in quel momento le parevano tanto due creature di un’altra dimensione. Minako aveva lunghi capelli scuri, sciolti in tutta la loro bellezza, in una cascata nera come la notte, lucenti come l’ebano, rendendola quasi una creatura fuori dal normale… la pelle di porcellana, i grandi occhi d’ametista di velluto; Hanae invece era seduta, rapita dalla propria ispirazione artistica. D’improvviso la melodia cessò, e lei ebbe un sussulto. In un attimo si ritrovò frugata dentro da quattro occhi indagatori profondi come l’abisso oscuro di un oceano.
Fu Minako la prima a parlare. Era sempre lei quella che aveva le parole per entrambe. Hanae taceva. Ora erano tutte e tre faccia a faccia.
“Sei arrivata, finalmente. Ti stavamo aspettando” le disse con calma, pronunciando le parole tranquillamente, scandendo bene ciò che diceva. In mano stringeva il suo fiocco
“Stavi cercando questo per caso?” le domandò mostrandole il fiocco rosso, stringendolo tra le dita come un prezioso trofeo, un sorriso beffardo, arrogante, di sfida stampato sul viso.
“Ma come… come… A cosa ti serve il mio fiocco? Minako CHI SEI? Cosa vuoi da me?” Continuava a cercare delle risposte. Affannosamente. Inutilmente.
Minako continuava a fissarla con quegli occhi scrutatori pieni di mistero.
Le parole che pronunciò furono brevi. “Cosa voglio?”. Un attimo di silenzio. “IL TUO CUORE”.
Himi rimase come paralizzata nel sentire quelle parole, dette con voce stranissima, prive di umanità.
“E ora tu…” le si avvicinò lentamente, guardandola con espressione diabolica, carica di malvagità suadente. Himi all’improvviso, non riusciva più a muovere un muscolo del corpo. Si sentiva come stretta da una morsa invisibile ma ugualmente implacabile. Hanae, alle spalle della sorella la fissava con un’espressione indecifrabile. “Tu… farai come io ti dico…” allungò una mano su di lei, toccandole la fronte con il palmo. Himi di colpo non riusciva più a muoversi né a emettere un solo fiato, si sentiva improvvisamente svuotata, senza forze
“Himi!!!!!! NOOOOOOO!!” Una voce alle sue spalle la fece quasi riemergere dal baratro senza fine in cui stava precipitando. Chi sei… Chi… Sei… LUI… Ancora lui.
DAI DAI.
L’aveva seguita di nascosto, senza farsi vedere; voleva proteggerla e sapeva che in qualche modo si sarebbe cacciata in qualche guaio.
La prese prontamente tra le braccia, scaraventandola via con un gesto rapido e deciso e venendo investito in pieno dal potere oscuro e malefico irradiato in tutta la sua potenza accecante da Minako. Quel potere travolgente, potente e altamente distruttivo lo centrò completamente, investendolo e lasciandolo sopraffatto a terra senza più vita.
Himi non capiva più nulla. Era a terra, tramortita, la testa le doleva da morire, ma la sua anima era salva. Dai Dai, poco distante da lei era riverso a terra, immobile.
 “Stupida ragazzina…” mormorò Minako tra i denti. Hanae guardò la sorella inorridita per quello che era successo, poi spostò gli occhi su Himi e infine,  senza dire un fiato si dileguò nell’oscurità.
Riacquistata la propria lucidità Himi corse immediatamente da Dai Dai, ma Minako fu  più veloce di lei e con un solo rapidissimo gesto lo prese tra le braccia. Il suo peso, al tocco delle sue dita era leggero e impalpabile come l’aria.
“Fermati! Lascialo andare! E’ me che vuoi!  Lui non c’entra! Lui non… Lascialo!!!!”
Minako la fissò con occhi pieni di disprezzo, colmi di odio, ma anche di orrore e di disgusto “Tu non… Tu non sai quello che hai fatto. Lui non…” Si chinò con lo sguardo su Dai Dai che apparentemente sembrava senza più vita, poi tornò a guardare la sua rivale “Ora lui viene con me”e detto questo sparì di colpo, dissolvendosi assieme a Dai Dai in una cascata accecante di luce.
 “Dai Dai no!!!” Himi cercò di afferrarlo appena prima che lui sparisse con lei, ma tutto ciò che le rimase tra le mani, fu solamente un piccolo lembo della sua giacca.
“Torna indietro!! Torna indietro!!” gridò con quanto fiato avesse in gola, ma davanti e dietro di sé il nulla. Sbattè i pugni a terra, sentendosi completamente impotente, bagnandosi la faccia di lacrime. Era stato tutto così improvviso e inaspettato, Minako aveva detto di volere il suo cuore e adesso aveva portato via con sé Dai Dai. Ma dove? In quale oscuro posto dell’universo? Perché ormai era chiaro che lei non appartenesse ad una razza umana… ma allora… Allora cosa c’era sotto…
Di colpo le parve di nuovo che due occhi la scrutassero. Si girò di scatto e si trovò a fissare… Matsuyama. Comparso all’improvviso, silenziosamente. La scrutava senza dire una parola guardandola con occhi dolorosamente consapevoli che rivelavano molto più di mille parole.


Allora care lettrici eccoci qui! Intanto mi scuso per il ritardo nell’aggiornamento della fic ma ultimamente ho avuto un po’ di impicci universitari ç_ç Considerate questo nuovo capitolo come il mio regalo di Natale verso chi recensisce la storia, chi l’ha messa tra i preferiti e chi la legge anonimamente… Grazie di cuore a tutti voi, probabilmente senza il vostro supporto non sarei così motivata ad andare avanti : )
Vi auguro di passare delle feste serene con chi amate di più, e di realizzare per l’anno nuovo tutti i vostri desideri!!
Un bacio a tutti!!
Vostra Himechan
   
 
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