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Autore: Dragana    07/04/2015    5 recensioni
A volte Chris si chiedeva se davvero Crono sarebbe stato meglio degli dèi. Se non stesse prendendo una cantonata pazzesca – lui, Luke, e tutti gli altri.
[...]
Poi andava a letto, nel suo letto matrimoniale, nella sua cabina nella
Principessa Andromeda. Un letto vero. Non un sacco a pelo buttato per terra, non un mezzo letto conquistato per anzianità da dividere con qualcuno che gli buttava i piedi in faccia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chris Rodriguez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PER UN POSTO LETTO

Qualche volta, mentre faceva la ronda o sentiva Luke parlare dei grandi piani di Crono, Chris si chiedeva se non avesse fatto una cazzata clamorosa.
In fondo il Campo Mezzosangue in un certo senso l’aveva accolto, quando si era ritrovato con dei mostri che lo attaccavano e aveva pensato ok, sono matto, adesso mi ricoverano e finirò a vagare per le strade in pigiama, come il signor Mendoza che crede di essere Cristoforo Colombo.
Poi l’avevano parcheggiato nella casa di Hermes, e lui ricordava di aver bruciato le sue offerte agli dèi pensando e dai, padre, chiunque tu sia, non farmi essere un bastardo anche qui, basta solo che mi riconosci, basta solo quello. E invece niente. Niente, nemmeno un misero, pidocchioso segno, e intanto sua madre si era presa di “quella facile” dal giorno della sua nascita, e lui aveva scoperto di avere dei fratelli solo che non sapeva chi, in tutta quella massa di gente, fossero questi dannati fratelli. E sarebbe bastato un piccolo, minuscolo segno, trenta secondi per risolvergli tredici anni di vita. E invece niente.
Però, qualche volta, pensava anche che, comunque, al Campo l’avevano addestrato a combattere i mostri, a sopravvivere, a sfruttare le sue capacità, e adesso lui le avrebbe usate contro quelli rimasti al Campo stesso e si sentiva stronzo. Non fosse stato per loro, non avrebbe saputo nemmeno da che lato si tiene, una lancia, figuriamoci infilzarla in un mostro.
Poi guardava Luke e gli veniva in mente come l’aveva scoperto, chi era suo padre. L’aveva capito proprio così, a forza di vedere la faccia di Luke, quella di Connor e Travis e Cecil e di quelli della cabina di Hermes che erano stati riconosciuti e si era accorto che avevano il suo stesso muso. E le sue stesse dita veloci, e la sua stessa capacità di tirare su soldi, in qualche maniera, in una di quelle maniere che non piacevano molto a suo zio perché “ti metti su una brutta strada, così”. E se n’erano accorti anche loro, e l’avevano trattato come un fratello. Luke per primo l’aveva trattato come un fratello. Allora aveva cominciato a pregare direttamente Hermes –suo padre- durante le offerte. E dai, padre, lo so che sei tu, cosa ti costa riconoscermi? È come mettere un timbro, ci vogliono dieci secondi, sei peggio del peggior burocrate, avanti, poi non ti disturbo più. E invece niente.
A volte Chris si chiedeva se davvero Crono sarebbe stato meglio degli dèi. Se non stesse prendendo una cantonata pazzesca – lui, Luke, e tutti gli altri. Se avrebbe avuto il coraggio di combattere contro Connor e Travis, contro Lee Fletcher, Drew, Annabeth, Silena, Beckendorf o, gli dèi (o Crono) non volessero, contro Clarisse La Rue, che l’avrebbe spaccato a metà. Luke diceva che li avrebbero convinti a unirsi a loro, e Chris voleva crederci, ma non si può rubare a casa dei ladri e nemmeno mentire a casa dei figli di Hermes, che è la stessa cosa, e Chris sapeva che ci sarebbe stato sangue, e ce ne sarebbe stato tanto.
Poi andava a letto, nel suo letto matrimoniale, nella sua cabina sulla Principessa Andromeda. Un letto vero. Non un sacco a pelo buttato per terra, non un mezzo letto conquistato per anzianità da dividere con qualcuno che gli metteva i piedi in faccia. Un letto comodo con le sue lenzuola e tutto lo spazio che voleva per allargare le braccia. Nessuno che aveva gli incubi, nessuno che scoreggiava di notte e faceva partire un coro di proteste e “indovina chi è stato”, nessuno che per andare al gabinetto inciampava sulla gente addormentata scatenando mezze risse notturne. Ore di sonno filate e in silenzio. E un bagno tutto per lui, le piccole cose che non ti mancano finché non te le tolgono, tipo poter cagare in pace, ad esempio. Lo spazzolino e il dentifricio che, se li lasciava lì, restavano lì, e gli asciugamani asciutti.
Se Crono vince, ci sarà un letto per tutti, gli aveva detto Luke. Chris si sentiva veramente una merda, a volte, ad aver tradito per un posto letto.
Poi apriva il suo oblò, la mattina, e respirava in pace il profumo dell’oceano, mentre la brezza rinfrescava la stanza. E sorrideva.
Fanculo il Campo. Fanculo gli dèi. Fanculo mio padre.











Note: Si può tradire per un posto letto? Flash veloce veloce data dal fatto che spiegavo la questione della cabina di Hermes alla vannagio, e arrivata alla parte in cui sono tutti ammucchiati a dormire per terra lei mi ha detto “no, scusa, ma allora Chris ha ragione [a tradire il Campo], non c'è bisogno di cercare ulteriori motivi”, e dal delirio che ne è seguito è nata questa storiella.
Il fatto che Chris all’inizio fosse un indeterminato è canon, i vaghi accenni alla sua famiglia umana invece li ho inventati, dato che non se ne sa nulla.
La chiusa stile Mastino non è puramente casuale.
Detto questo… ma davvero avete letto sta cosa? Mi stupite. Vi offro da bere, tanto io mica ho le restrizioni!

   
 
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