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Autore: Ubriacarsidiparole    07/04/2015    2 recensioni
"Mi dicevo che non ero pazza. Mi dicevo che non era stata colpa mia. Ma sapevo che non era così. Sapevo di sbagliarmi."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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All'improvviso sentii una pressione calda sulle mani e delle lunghe dita avvolsero le mie.
-“Fermati”- mi sussurrò, ma io non c’ero più.
Come faceva a non accorgersene? O forse lo sapeva, ma ormai ero troppo lontana per vedere il suo sguardo.
Non ero più in quella gabbia, ero vicino al fornaio; quel piccolo locale incassato in un vecchio palazzo color avorio.
L’aroma del pane appena sfornato riempiva la piccola stradina ed io ero felice. Mia sorella rideva e tutto il cioccolato le impiastricciava la bocca, sembrava una bambina di pochi anni che giocava con il cibo.
-“ Ma sai almeno mangiare un cornetto?”-
-“Provaci tu, con tutta questa cioccolata!”- continuava a ripetere, ridendo, ed io insieme a lei.
Era tutto perfetto, il sole era alto e la nostra felicità si diffondeva insieme al profumo dei cornetti caldi, per la minuta via.
Ma come tutte le cose belle, niente è eterno.
Qualcuno mi stava chiamando e nel modo in cui un oggetto si riflette nel mare, appena mi voltai, non c’ero più. Mia sorella non c’era più.
Nessun viso si poteva più scorgere nelle acque. Il sogno era svanito ed io ero di nuovo con William.
Non riuscivo a mettere a fuoco il suo viso, una nebbia fitta copriva tutto e la sua voce era sempre più forte,più alta: -“Abigaille!”-
-“Chi sei?”- dissi senza pensarci.
-“Sono William”-
Sembrava che finalmente avesse compreso quanto fossi fuori di brocca, ma mai come in quel momento ero lucida;la mia domanda era un’altra.
-“Perché sei qui? Tu non dovresti essere qui”-
Il suo sguardo intenso era rimasto interdetto ed io capii che i miei dubbi erano sensati.
-“Questa conversazione non sai quante volte l’ho immaginata, ripetuta più e più volte a bassa voce, ma mi è completamente sfuggito dalla mente pensare che tu potessi introdurla.”- un leggero sorriso gli increspò le labbra.
Io rimasi lì, in rigoroso silenzio con le viscere che si aggrovigliavano sempre di più.
Mi immaginai dei lunghi bruchi rosa che si abbracciavano, così forte, così stretti che alla fine non riuscirono più a separarsi, finché non soffocarono entrambi, tra le braccia dell’altro.
Fece un lungo respiro, come se cercasse di prendere coraggio dall'aria gelida che ci avvolgeva.
-"Io ti aiuterò ad uscire da qui”- disse tutto d’un fiato, aspettando una mia reazione.
   
 
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