Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: BittersweetRevenge    09/04/2015    0 recensioni
Ancora quella porta davanti ai suoi occhi e infinite paure a pesargli sul petto.
Bussò due volte senza permettersi di attendere oltre. Era un gesto semplicissimo, automatico, non richiedeva sforzi, ma era una delle cose più difficili che avesse mai fatto.
[In collaborazione con ParadiseCake]
[Vincitrice del concorso di poesia -"Alfredo Sergio"-]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti ^^
Questa storia è stata scritta in collaborazione con ParadiseCake ed è una piccola AU.
Buona lettura ^^
.
.
.
.
.


Louis era in piedi davanti a quella porta. Da almeno un'ora.

Pensava di essere pronto a farlo; aveva portato una rosa, un discorso pronto in testa nei minimi dettagli, tutto il suo coraggio e la sua determinazione. Ma c'era una cosa che gli mancava: la sicurezza che Harry avrebbe riconosciuto nel suo gesto tutto l'amore che provava nei suoi confronti. Nonostante gli errori commessi ed il tempo andato irrimediabilmente perso, sperava che Harry sarebbe tornato a prendersi cura di lui.
Fissava il legno scuro davanti al proprio viso e le mani gli tremavano, la gola gli si stringeva soffocando i respiri.
Forse quella porta era tutto ciò che rimaneva a dividerli, anche dopo essere stata la silenziosa testimone di innumerevoli baci ed effusioni, promesse, ti amo sussurrati in segreto.
In segreto.
Tre anni di segreti.
Sollevò una mano stretta a pugno, deciso finalmente a bussare, ed un nuovo elemento lo bloccò: il tatuaggio che marchiava la pelle del suo polso. Una corda nautica, completata solo dalla presenza di un'ancora. E quell'ancora era sul polso di Harry.
La loro storia era iniziata quasi per caso, partendo dalla più semplice e spontanea amicizia. Un corso scolastico in comune. Louis non avrebbe mai pensato che la letteratura inglese avesse un qualsiasi tipo di utilità, ma era stata proprio quella a portarlo da Harry.
Sapeva benissimo di essere attratto da lui e desiderava che la cosa fosse reciproca; si inventava mille scuse per passare del tempo insieme, fingeva di non capire anche le cose più stupide nella speranza che Harry si sarebbe offerto di spiegargliele. Nacque così.
Tra libri, pagine, poesie, tazze di Twinings Tea, sigarette, giornate piovose, riflessioni, risate, contatti impacciati. Baci.
Era tutto bellissimo, perfetto, mai provato prima. C'era solo il cuore che gli batteva forte nel petto come se volesse spaccarlo, i sogni ad occhi aperti nel buio della propria stanza, quando tornava a casa, con il suo profumo sulla pelle.
Andava bene. Era successo, lo aveva trovato. Solo non sapeva dargli un nome, non era AMORE.
Era indescrivibile. Andava oltre, non poteva essere rinchiuso in cinque lettere così banali.
Finito il corso iniziarono i problemi. Non c'era più la biblioteca scolastica eternamente deserta a fargli da guscio. C'era la mano di Harry a cercare la sua quando passeggiavano, le sue labbra a chiedere baci nei corridoi, i suoi occhi delusi quando si rendeva conto che quelle cose gli erano proibite.
Harry chiedeva perchè, nella segretezza della sua stanza, e Louis aveva sempre mille risposte: la società in cui viviamo non è pronta, i ragazzi a scuola ci pesterebbero, non voglio che ci taglino fuori da tutto, la nostra storia non ha bisogno di essere esposta, non hanno bisogno di sapere cosa c'è tra di noi perchè possiamo continuare ad amarci, i miei genitori mi caccerebbero di casa. Loro non lo sanno.
Mille risposte che sembravano bastare. Ma erano tutte bugie: era colpa sua.
Con il passare del tempo il sentimento che li univa non faceva che crescere, esattamente come il muro di scuse che Louis aveva eretto, allontanandolo da lui senza neanche volersene rendere conto.
Ed ora era tardi.
Era finita, Harry si era arreso e Louis non aveva fatto niente per fermarlo.
La porta era ancora lì, ad attendere che stavolta facesse qualcosa.
I suoi occhi percorsero il legno usurato e giunsero al muro candido, scorsero un segno impossibile da ignorare.
Macchie rosse, sbiadite.
Il sangue di Harry, quella sera.
Quando tutto era andato in pezzi, e la sua rabbia si era riversata contro l'intonaco bianco piuttosto che contro la sua faccia, forse per proteggerlo ancora un'ultima volta.
Louis avrebbe preferito essere colpito, forse tutto sarebbe andato diversamente, forse avrebbe capito cosa doveva fare.
Ma alla fine, in un modo o nell'altro, lo aveva fatto comunque. Aveva dovuto perderlo per rendersi conto che tutto quello che sarebbe potuto andare storto non reggeva il confronto. Perdere Harry era stato atroce.
Quella mattina, dopo una notte insonne, si era detto che non aveva assolutamente più niente da perdere, nè da custodire.
Aveva trovato sua madre e suo padre in cucina, a fare colazione. Era stato accolto da due facce sorridenti e serene. Le loro espressioni erano cambiate radicalmente quando aveva aperto bocca. Due parole che lo avevano tenuto in catene per una vita.
"Sono gay."
Ancor prima del buongiorno, una buona dose di cruda verità.
La reazione era più o meno quella che si aspettava, e quella che aveva temuto per tanto tempo: lacrime, rabbia, grida, insulti, stupore, il rifiuto di accettarlo e di crederci.
Sua madre incapace di articolare anche una sola parola, suo padre a riversargli addosso tanto odio da distruggerlo.
Forse con il tempo le cose sarebbero andate a posto. Dopotutto erano i sui genitori e sapeva di essere amato.
La priorità era un'altra, una sola.
Ancora quella porta davanti ai suoi occhi e infinite paure a pesargli sul petto.
Bussò due volte senza permettersi di attendere oltre. Era un gesto semplicissimo, automatico, non richiedeva sforzi, ma era una delle cose più difficili che avesse mai fatto.
Non si trattava solo di tornare insieme, e non era neppure essenziale.
Ma Harry doveva sapere. Doveva sapere quello che aveva trovato il coraggio di fare per lui e soprattutto doveva sapere di averlo salvato.
Prima o poi sarebbe successo e solo Louis poteva decidere quando e come.
Lo aveva fatto anche per se stesso, aveva dato un nuovo inizio alla propria vita, lasciandosi alle spalle tutte le insicurezze.
Forse non lo avrebbe perdonato ma avrebbe saputo che sarebbe stato al sicuro da se stesso, non sarebbe più vissuto nel buio. Era certo che quello sarebbe bastato a renderlo felice. A farlo rendere conto di quanto fosse stato importante.
Se Louis stava bene allora tutto andava bene, per lui.
Aveva  fatto una scelta che avrebbe cambiato il resto della sua esistenza. Altre persone non lo avrebbero mai fatto. Ma lui voleva salvarsi da altri interminabili giorni di segreti. E voleva salvare Harry, dimostrargli che era grazie a lui che tutto si sarebbe aggiustato, prima o poi.
Sentì dei passi all'interno della casa, vide la porta aprirsi con uno scatto.
Vide i suoi occhi verdi sempre pronti ad accoglierlo, e seppe di aver fatto la cosa giusta.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: BittersweetRevenge