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Autore: Meramadia94    11/04/2015    2 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~                                                      L'ADDIO DI LUNETTE
Erano davvero tante le cose che non si potevano prevedere nella vita...
Come ad esempio l'arresto della regina Anna e di Costance come spie spagnole, il rapimento di Monseiur Bonacieux, l'improvviso voltafaccia anche se fasullo di Aramis...
E adesso questo.
Lunette, una domestica che quando non lavava camice, piatti e pavimenti e non si comportava come una normale ragazza della sua età, combatteva al fianco dei moschettieri per difendere la giustizia e per servire il suo amato paese... era stata arrestata con l'accusa di alto tradimento verso lo stato.
Ed era per questo motivo che le guardie personali di monseiur Mansonne la stavano scortando verso la prigione dello Chatelet, a bordo della carrozza di questi.
''Non è accettabile che una così bella ragazza venga messa in un carro per arrivare in prigione...''- aveva detto Mansonne quando Aramis l'aveva abbracciata prima di salutarla definitivamente-:'' anche se ciò che ha fatto è deplorevole è pur sempre una signora... farò in modo che viaggi comodamente.''
Lunette non aveva detto una sola parola davanti alla finta gentilezza e cavalleria di quell'individuo che l'aveva falsamente accusata e fatta passare come una criminale aggressiva e violenta.
Non le importava un fico secco di viaggiare comodamente in carrozza o sballottata in un carretto come cesti di verdura da vendere al mercato.
Per quello che contava poteva anche essere portata in prigione in groppa ad un mulo e sempre per quello che la riguardava potevano anche accusarla di essere una strega... ma lei non avrebbe smesso un solo istante di proclamarsi innocente.
''Sono innocente''.
Era la classica frase che diceva chiunque venisse arrestato, persino se colto in flagrante.
Ma lei sapeva di essere davvero innocente.
Nonostante tale convinzione però aveva paura.
Se era vero che l'uomo che sedeva sul trono di Francia non era il vero re e che la giustizia era in mano alle persone che l'avevano incriminata allora dubitava fortemente che sarebbe riuscita ad uscire indenne da quella situazione.
Poteva solo sperare che Aramis potesse fare qualcosa... e sperare in Porthos, Jean e D'artagnan.
Vero, adesso erano fuggitivi... ma erano pur sempre dei figli di Francia e due di loro erano due delle più valenti spade della penisola francese e come tali nessuno dei tre si sarebbe arreso senza combattere.
La giustizia ufficiale magari non le avrebbe dato soddisfazione.... ma la sua famiglia si.
''Quasi quasi mi dispiace per lei... un così bel visino...''- il chiacchiericcio dei suoi ''accompagnatori'' la distraè dai suoi pensieri.
Si avvicinò allo spioncino della carrozza che dava sulla cassetta del cocchiere per ascoltare meglio.
''Poco importa che ci dispiaccia o meno... hai sentito il capo no?''
''Si, lo so... non deve arrivare alla prigione viva ed è morta mentre tentava di scappare dall'arresto.''
Solo allora la giovane capì che quel terrore, quella paura che aveva provato in precedenza.. ancora non era nulla.
Non volevano solo incastrarla... Milady la voleva proprio uccidere!
Mansonne non si era offerto di farla arrestare dalle sue guardie per '' pietà nei confronti di un uomo innamorato''... sapeva che se fosse stata Aramis ad arrestarla, sarebbe arrivata sana e salva in prigione e che si sarebbe battuta per dimostrare la sua innocenza.
Cadde praticamente in ginocchio, tenedosi ambedue le mani premute sulla bocca per non mettersi a gridare dall'orrore e dalla paura.
''No... no... Signore ti prego, no...''- pregò mentalmente pur sapendo che non sarebbe servito a nulla.
Stava per morire.
Nessuno lo sapeva e quindi nessuno sarebbe intervenuto per strapparla da quell'atroce destino... non aveva nemmeno potuto salutare i suoi amici, la sua famiglia, non avrebbe mai scoperto cosa voleva dirle Treville, non aveva ancora vissuto appieno la vita... stava per abbandonare Aramis... non sapeva nemmeno quanto tempo le rimenesse.
Scosse la testa con decisione.
''Oh, andiamo Lunette.''- pensò mentalmente-:'' datti un po' di contegno, ricordati che dai moschettieri del re sei stata allevata.''
E con questo dato di fatto a farle compagnia prese una decisione.
Non sarebbe morta.
Non quel giorno.
E meno che mai non sarebbe morta come una traditrice vigliacca che aveva tentato di scappare dalla giustizia.
Certo, stava comunque per fuggire ma fuggire da un tentativo di omicidio era assai diverso che scappare dalla giusta punizione.
''Dunque... vediamo un po'...''- fece la ragazza iniziando a rimugianre su come avrebbe potuto fare per fuggire.
Le porte della carrozza erano bloccate dall'esterno, quindi quella via di fuga era da ecludersi... e poi l'avrebbero scoperta subito.
Non poteva nemmeno uscire dai finestrini della carrozza... troppo stretti.
Spazio troppo piccolo per poter fingere di essere gia scappata...
''E questo cos'è?''- si chiese mentalmente notando che sotto di lei c'era qualcosa che traballava.
''Questa poi...''- si disse sorpresa.
C'era un piccolo pannello sotto i suoi piedi... e si domandò cosa mai se ne facesse Mansonne.
''Niente di buono immagino...''- ma non era quello il suo pensiero principale.
Forse poteva usarlo come via di fuga.
Iniziò a sollevarlo con le unghie.
Si morse il labbro e l'interno della bocca per non gridare dal dolore... il minimo rumore sopetto avrebbe richiamato l'attenzione dei suoi carnefici e l'ora del suo decesso si sarebbe avvicinata.
Sopportò e continuò l'operazione sino a quando non vi riuscì.
Riusciva a  vedere la strada che avanzava sotto di lei...
Buttarsi da sotto una carrozza in movimento con il rischio di rompersi qualcosa, non era certamente la cosa più furba che le fosse mai saltato in mente di fare...
Ma le possibilità erano veramente poche.
Se restava, molto probabilmente il giorno dopo non si sarebbe svegliata e nemmeno nei giorni successivi.
Se invece saltava e fuggiva, avrebbe dato la prova schiacciante di essere colpevole quando invece non aveva fatto nulla di male... ma avrebbe avuto la possibilità di dicolparsi e sopratutto avrebbe vissuto un po' più a lungo.
Strappò una tendina e con essa vi avvolse la propria testa... forse avrebbe avuto meno paura nel buttarsi, non essendo del tutto presente.
''Coraggio Lunette...per te e per chi ti vuole bene...''- e lentamente si calò da sotto la carrozza cadendo.
''Ahia...''- fece Lunette alzandosi lentamente e togliendosi il cappuccio improvvisato.
Si massaggiò il gomito.
Non aveva niente di rotto, per fortuna.
Solo qualche escoriazione, vestito impolverato e i capelli leggermente scompigliati... beh, il fatto di essere in disordine in quel momento era l'ultimo dei suoi problemi.
Si alzò in fretta e furia ed iniziò a correre prima che qualcuno scoprisse la sua fuga...la sua corsa la portò alla sponda del fiume.
Meglio camminare vicino all'acqua... anche se qualcuno l'avesse notata, sarebbe stata comunque troppo in baso perchè qualcuno la potesse riconoscere.
Respirò affannosamente lasciandosi cadere in ginocchio vicino alla riva della Senna.
Lei stessa era incredula riguardo a quello che aveva appena fatto, ma cosa più importante era incredula di essere ancora viva...
Immerse le mani in quell'acqua cristallina, che mai le era parsa così bella e fresca, ne raccolse un po' e si bagnò il viso e i capelli per calmarsi.
Sentiva il cuore batterle fortissimo per la paura.
Ancora tremante e abbastanza agitata iniziò a camminare lungo la riva, pensando al da farsi.
Purtroppo non vedeva altra alternativa per il momento se non quella di lasciare Parigi per far perdere le sue tracce almeno per un po'...
''Perdonatemi Aramis... so che ho promesso di sostenervi e stare sempre al vostro fianco... ma se si scoprisse che sono scappata, darebbero certo la colpa a voi...''- e continuando a camminare tornò alla casa in cui lei ed Aramis vivevano.
''Bau! Bau!''- il cane Jula abbaiò festoso nel vedere la padroncina.
''Jula! Amico mio...''- lo abbracciò la ragazza felicemente.
Molto probabilmente il cane aveva intuito che fosse successo qualcosa alla sua padrona quando l'aveva vista uscire dal Louvre per salire su una carrozza molto sospetta e l'aveva aspettata pazientemente a casa. La sua vera casa.
''Jula... piccolo...''- fece la ragazza con le lacrime agli occhi carezzando l'animale sotto le orecchie-:''Mi dispiace doverti abbandonare... ma per un po' di tempo non mi rivedrai più...''
Il cane divenne improvvisamente triste a quelle parole e la guardò supplichevole.
''Credimi, non voglio... ma se mi trovano qui darebbero la responsabilità ad Aramis..e lei perderebbe per sempre un'occasione che non si ripresenterà... non posso fare questo.. non a lei, dopo tutto quello che ha fatto per me... tu mi capisci, non è vero?''
Il cane abbassò la testa, ma Lunette era sicura che il suo amico avesse capito benissimo la situazione.
''Ehy, non fare così... tornerò.''- fece lei prendendolo per il musetto cercando di sorridere-:'' Fino ad allora fammi un favore: occupati di Aramis.''
Non si mise nemmeno degli abiti di ricambio, non sapeva quanto tempo avesse prima che quei due si accorgessero della sua fuga e venissero a cercarla, magari proprio lì.
Prese solo Fabrice e lo sellò.
''Mi dispiace coinvolgerti nei miei guai amico mio...''- fece Lunette accarezzando il muso del cavallo-:'' ma non temere: non ti accadrà niente. Hai la mia parola.''
Fabrice nitrì leggermente verso Lunette.
Era bello sapere di avere ancora degli amici...
In quel momento Jula iniziò ad abbaire e ringhiare furiosamente, messo sull'attenti da un nuovo e misterioso pericolo.
''ECCOLA E' LEI!!!''
''PRENDIAMOLA!!!''
''Maledizione!!!''- erano le guardie incaricate di mettere la parola fine alla sua vita. Si sbrigò a salire a cavalcioni a cavallo malgrado la lunga gonna. Non era proprio il momento di far la gentil damigella, fine ed educata.
Jula si scagliò contro gli inseguitori mordendo loro il polpaccio per dare a Lunette e Fabrice il modo di guadagnare almeno qualche secondo utile e scappare.
''Grazie Jula...''- sorrise lei riconoscente-:'' Buona fortuna a tutti voi amici miei... coraggio, Fabrice, andiamo!!!''
Gli diede un leggero calcio nel fianco per spronarlo a partire e nel giro di poco, sempre con i sicari alle calcagna, giunsero alla porta di Saint Denis.
Ringraziando il cielo, lei era a cavallo e loro a piedi.
''Maledizione, ci è sfuggita un'altra volta.''- fece uno dei due terrorizzato non tanto dal pensiero di non ricevere la sua ricompensa ma dalla punizione e l'ira di Mansonne. Inoltre era anche verde di bile per essersela fatta fare proprio sotto il naso da una ragazzina per due volte di fila e a distanza di pochi minuti nello stesso giorno, perdipiù.
Il suo compagno sembrava decisamente più tranquillo, invece.
''Poco male.''
''Che vuoi dire?''
''E' andata verso la foresta... povera ingenua, evidentemente non sa che al calar della notte, la foresta si riempie di lupi e tagliagole... è una morta che cammina oramai.''

Per la prima volta, dopo molto tempo, Aramis versò lacrime di puro dolore.
La notizia della morte di Lunette l'aveva raggiunta e colpita come un colpo di pistola.
Non aveva perso una serva.
Aveva perso un'amica ed una sorella...
''Lunette... ti supplico, perdonami...''- fece la bionda con gli occhi pieni di lacrime che a poco a poco scendevano sulle candide guance, rivolta al cielo silenzioso, dalla sua finestra al palazzo del Louvre.
Non poteva fare a meno di colpevolizzarsi per quella morte così ingiusta... era stata lei a coinvolgere Lunette nella sua battaglia privata ed era stata uccisa per questo.
Non credeva affatto che Lunette fosse scappata, caduta ed annegata nella Senna... era stata certamente assassinata.
Poco ma sicuro.
Poteva solo immaginare il terrore e la paura negli occhi della ragazza, una volta realizzato cosa stava per succederle.
L'aveva sempre considerata una sorella... ma le sorelle si proteggevano a vicenda. E lei non l'aveva fatto con la piccola Lunette.
''Adesso siamo rimasti solo tu ed io, Jula...''- fece Aramis accarezzando la fronte del cane-:'' Ci terremo compagnia a vicenda... nella memoria della povera Lunette.''
Ma quest'omicidio non sarebbe rimasto impunito.
A breve avrebbe certamente trovato il modo per mettere Mansonne con le spalle al muro. Lui e chiunque lo stesse supportando.
E quando sarebbe arrivato il momento... come Mansonne non aveva avuto esitazione nel portarle via l'uomo che era la sua anima, le sue speranze ed i suoi sogni, e come non aveva esitato a far scorrere anche il sangue innocente di una ragazza che come unica colpa aveva avuto quella di essere troppo fedele ed onesta... lei avrebbe fatto scorrere il suo.
Oh si... Mansonne ancora non lo sapeva, ma per lui la Francia sarebbe diventata un lago di sangue.

  
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