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Autore: lola_fantasy    12/04/2015    3 recensioni
Sono passati quasi due anni dall'ultima battaglia contro Nidhoggr e gli ex draconiani trascorrono le loro giornate come dei ragazzi normali: studiano in scuole diverse ,guardano film, parlano, ridono, fanno passeggiate, vanno in giro, si divertono insieme... Ma la loro normalità non durerà ancora per molto tempo: infatti, due nuovi ragazzi sono al servizio di Nidhoggr, e di certo non porteranno belle sorprese. Sofia, Fabio, Lidja, Karl, Ewan e Chloe dovranno partire per nuove missioni in tutto il mondo, cercare nuovi oggetti, ma anche questa volta non saranno soli: figure molto importanti e a loro speciali andranno in loro soccorso. In questa nuova storia, ci saranno delle sorprese, sia belle che brutte, alcune dolorose e altre emozionanti, che cambieranno (di nuovo) totalmente la loro vita.
Dal capitolo 11 :
"-Credevo fossi io l’unica ragazza che avresti mai voluto prendere, ma mi sbagliavo; non ci solo io a questo mondo.
Con un scatto fulmineo, il ragazzo tirò a sé il pezzo di fune tra le sue mani, così Sofia, che teneva gran parte della restante liana, fu sbalzata contro il petto di Fabio. L'avvolse tra le sue braccia.
- L’unica persona che vorrò mai prendere per davvero sei tu"
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo nove: ”Diverse sorprese”

-Chi sei? Cosa vuoi da me?- chiese Sofia, dopo aver deglutito rumorosamente e alzando il braccio destro all’altezza delle proprie spalle, con la mano aperta. Teneva gli occhi socchiusi fissi sulla bestia, scrutandola bene: non doveva assolutamente mostrarsi impaurita, sapeva che gli alleati di Nidhoggr e quest’ultimo  adoravano la paura, e questa li aiutava a credersi più forti e a rendere così psicologicamente più deboli i loro avversari.
- Ma secondo te che cosa potrei mai volere da te?- chiese ironico. –Ah, comunque io sono Abaddon.- rispose, inchinando la testa in un gesto che all’apparenza sembrerebbe di rispetto, ma che in quel caso era chiaramente derisorio.
-Ti chiedo proprio scusa, ma non ho voglia di giocare a “Indovina che faccio qui?”- disse Sofia acida. Già non sopportava le viverne in generale, però questo Abaddon era proprio odioso! Iniziò a camminare verso destra, continuando a fissarlo, e lui fece lo stesso, finendo col girare in cerchio, esattamente come in certi film d’azione che la ragazza aveva visto nell’ultimo anno.
-Come preferisci. Vorrà dire che te lo mostrerò… -  disse Abaddon, ma Sofia non fece in tempo ad alzare un sopracciglio, perché la viverna le si slanciò contro. Era veloce, ma non abbastanza rispetto ai gesti difensivi e involontari della rossa: chiuse gli occhi e incrociò gli avambracci davanti a sé per proteggersi; la sua mente evocò i propri poteri da poco riottenuti e una barriera di liane molto resistenti si frappose tra i due combattenti. La viverna cominciò a colpire lo scudo con la bocca e gli artigli, graffiandolo e lacerandolo poco per volta, ma Sofia sapeva benissimo che doveva trovare un’altra soluzione prima che le liane cedessero, lasciandola così nel mirino dell’avversario. Si trasformò in drago: le mani diventarono artigli, la pelle squame verde, con occhi gialli, ali grandi e membranose e assumendo quindi il corpo maestoso del suo caro amico Thuban; sbattè le ali e si alzò in volo, facendo così cadere Abaddon, colto alla sprovvista. Purtroppo per lei, la sua fuga in aria non durò molto: si sentì azzannare una gamba per la coscia e tirare verso il basso; fu scaraventata per terra e assalita dalla viverna, che si mise cavalcioni su di lei. Il dolore alla gamba era lancinante, tanto che gli occhi cominciarono a inumidirsi.
-Oh, ma dai! Credevo fosse più difficile batterti! Ma non fa niente, se non altro concluderò più in fretta!- esclamò Abaddon, avvicinando sempre più il suo muso a quello di Sofia e mostrandole i denti aguzzi. Lei, per risposta, gli graffiò il petto con molta forza e insistenza: rivoli di sangue nero e viscoso scesero dai diversi tagli e un urlo sfuggì alla bocca della bestia.
-Ah, la metti così, è? Adesso vedremo chi sarà quella ad urlare!- ghignò Abaddon e si avventò con gli artigli sull’addome di lei, graffiandola e infilzandola spesso e in modo piuttosto profondo. Sofia urlò di dolore, non riuscì più a trattenersi: si sentiva come se centinaia di proiettili si stessero conficcando nella sua pancia. Provò a reagire, ma la forza della viverna sopra di sé era impressionante, continuava a scalfirla ripetutamente: il dolore aumentava sempre di più e le sue energie si stavano esaurendo nel cercare di contrastarlo. Non fu più drago, si tramutò di nuovo nella ragazza dai capelli rossi e dallo sguardo innocente. Chiuse gli occhi: Non ho più scampo, è la fine, si disse. Ma proprio nel momento in cui i denti di Abaddon affondarono nella carne dell’altra coscia, quella che fino a poco prima era rimasta illesa, e lei cacciò un altro urlo straziante, il suo corpo non avvertì più il peso dell’avversario sopra di sé: aprì piano gli occhi e girò con calma la testa verso sinistra. Con fatica, riuscì a mettere a fuoco la scena: Abaddon era in piedi, eretto sulle zampe posteriori, e stava fronteggiando un drago dallo squame dorato, le ali enormi spalancate e anche lui stava nella posizione dell’altro animale e… un momento, ma quello era… Eltanin?! Sofia si meravigliò non poco nel rendersi conto dell’identità del drago, ma quasi scattò in piedi dalla felicità quando si accorse dell’appartenenza di quel drago: Fabio, il suo dolce e amato ragazzo. Lo stesso ragazza che aveva spinto via da lei Abaddon, lo stesso ragazzo che la stava difendendo in quel momento, lo stesso ragazzo che le aveva salvato la vita ancora una volta, lo stesso ragazzo che l’ha fatta innamorare per la prima volta già dal loro primo incontro, in quel lontano circo.
-Lasciala stare! Che maleducato, te la prendi con una ragazza più piccola di te? Troppo facile così!- esordì Fabio, con un sorriso sfrontato sul viso.
-C’è forse qualche problema se lo faccio? E poi, io non sono mica un dolce, molle, debole, insulso e bravo ragazzo, a differenza tua!- rispose Abaddon un po’ seccato.  –Ci mancava solo il principino che arriva a salvare la sua bella principessina indifesa!- borbottò tra sé e sé ad alta voce.
-Che hai detto, scusa?- Fabio strinse i pugni con forza, pieno di rabbia.
-Ehi, scusate… guardate che io sono qui, se non ve ne siete accorti!- disse Sofia, cercando di alzarsi da terra. Riuscì a mantenersi sulle gambe per pochissimo tempo, perché queste cedettero per il dolore alla cosce e lei cadde in ginocchio, emettendo un gemito strozzato.
-Si, Sofia, ma non sei ridotta benissimo: non per offenderti, ma credo tu sia un po’ in difficoltà. Aspetta due minuti che sistemo questa bestiaccia fastidiosa e arrivo subito da te!- la tranquillizzò Fabio, anche se non interamente.
-Ah, ma davvero? Tu credi di poter sistemare questa bestiaccia fastidiosa in quattro e quattr’otto? Io non credo proprio e quando avrò finito con te, lurida cozza, mi occuperò di lei,-indicò la rossa,- la bella innocente senza forza.-
-Tre cose:
1) Io non sono una cozza; qui il lurido verme sei tu.
2) lei sarà pure un’innocente ragazza, e magari questa volta è stata battuta, ma lei è la ragazza più forte che io conosca e ti consiglio vivamente di non fartela nemica, o la pagherai cara.-  disse Fabio, e a quei complimenti Sofia sorrise, lusingata.
-3) sì, sono convinto di poterti gettare in un fossato in poco tempo. Venite fuori ragazzi!- urlò al cielo e subito quattro macchie colorate volarono rapide, atterrando vicino a Fabio e ad Abaddon, accerchiando quest’ultimo: altri quattro draghi dai colori blu, rosa e viola. Karl, Lidja, Chloe ed Ewan, con le rispettive sembianze di Aldibah, Rastaban e Kuma. Sofia si alzò lentamente e iniziò a camminare verso di loro con calma, trattenendo gemiti e sforzandosi di ignorare il dolore alle gambe, raggiungendoli e trasformandosi in Thuban. I Guardiani dell’Albero del Mondo erano finalmente al completo, tutti insieme, proprio come ai vecchi tempi.
-Vedo che ti sei portato i tuoi amichetti… avevi forse paura di essere sconfitto? Che bello: tutti assieme appassionatamente, uniti per sconfiggere il male. Ma non fatemi ridere!- sghignazzò la viverna.
-Anziché parlare, perché non chiudi la tua schifosa boccaccia e non combatti?- sputò fuori velenosa Lidja.
-Volentieri!- esclamò contento il diretto interessato, e si avventò su di lei. Fu bloccato da una folata di vento fortissima, che lo allontanò dal drago rosa, riportandolo al centro del loro cerchio.
-Lascia stare la mia ragazza!- ordinò Ewan, e Chloe ripeté l’azione antecedente del fratello, mandandolo dritto dritto verso Karl, che stava di fronte a lui.
-Ti piace il freddo?- chiese, ma non gli diede il tempo di rispondere che con un gesto della mano gli imprigionò le ali in uno spesso strato di ghiaccio. Poi Lidja, fissando il suo sguardo di puro odio su Abaddon, lo alzò in aria di circa una ventina di metri, usufruendo del suo potere della telecinesi.
-O forse preferisci il volo, sentirti leggero e libero?- chiese lei, sorridendo in modo malizioso e scaraventandolo con potenza sul terreno roccioso a due metri di distanza da Fabio.
- O magari ami il caldo, sentirti potente e bruciante di passione e crudeltà…- lo sfidò quest’ultimo ridendo. Allungò le braccia dinanzi a sé e dalle mani gli uscì un getto potente di fuoco, che bruciò parecchio la pelle della viverna e la fece urlare di conseguenza. Disorientato, Abaddon si senti avvolgere il corpo e spostare un’altra volta al centro. Sofia lo stava legando con delle liane, al cui interno scorreva la linfa dell’Albero del Mondo, estremamente nociva per gli animali della sua stessa specie. Ci stava mettendo tutta sé stessa, ma le sofferenze causate dalle ferite sul suo corpo non aiutavano, così il suo potere diminuiva poco per volta. Sentiva che presto avrebbero ceduto.
Abaddon si sentiva bruciare la pelle e così alla fine si arrese:- Per questa volta finisce qua, ma credetemi che mi vendicherò con tutto me stesso.- . Detto ciò, strappò le liane prima coi denti, successivamente con gli artigli e, dopo essersi finalmente liberato, si levò in volo e se ne andò.
-Non vedo l’ora!- esultò Lidja con allegria e ironia.
-Voglio proprio vedere che farai: ti aspetto!- lo salutò urlando Fabio, anch’esso ironico. Si girò verso Sofia, pronto a coglierla tra le sue braccia per un abbraccio, ma dovette ricredersi quando la vide cadere a terra. Sofia era fiacca, sfinita, perché aveva prosciugato le sue energie nel far crescere le liane attorno ad Abaddon. Le ferite agli arti inferiori bruciavano da impazzire: si sentiva come quando con un dito si tocca la pentola calda dell’acqua per la pasta, solo che nel suo caso il dito era sempre premuto sulla pentola, non si staccava mai. Sul suo viso si disegnarono smorfie di dolore e un urlo sfuggì dalla sua gola. Vide Fabio correre da lei e inginocchiarsi accanto al suo corpo, che iniziava a contorcersi su sé stesso. La prese tra le braccia e la alzò, sorreggendola esattamente come i principi sorreggono le loro principesse nei cartoni per bambini.
-Sofia, calmati per favore e cerca di restare ferma! Non riesco a tenerti se continui a muoverti!- le ordinò duramente. Sofia voleva obbedire, ma proprio non ci riusciva: il suo corpo non l’ascoltava, sembrava che lui e il suo cervello fossero due cose separate dalla catena dell’Himalaya.  Vide Lidja e gli altri ragazzi  avvicinarsi e insieme avviarsi verso il sottomarino.
-Oddio, Sofia! Per l’amor della scienza, ma che è successo?- chiese il prof. trafelato, che nel frattempo li aveva raggiunti. Cercava in tutti i modi di poter prendere Sofia con sé, ma Fabio lo fulminava con lo sguardo  -chiaro segno del fatto che volesse tenerla lui-  ,così si arrese e le tenne solo una mano.
-Ha avuto una battaglia corpo a corpo con uno dei nuovi seguaci di Nidhoggr e non è andata..- disse Fabio, ma Sofia non riuscì a sentire il termine della frase che qualcosa la punse sul braccio, e pian piano chiuse gli occhi, non avvertendo più nessun suono o dolore. Si addormentò.
 
                                                   §§§©§§§
 
Sofia si svegliò nella sua stanza dalle pareti bianche, sotto le calde coperte del suo comodo letto. Sentiva di avere male da tutti le parti e le girava terribilmente la testa. Constatò che fuori fosse notte dalla luce candida e pallida della luna che entrava da alcuni spiragli delle finestre, e ne fu certa nel vedere l’ora sull’orologio del comodino di fianco al letto: l’1:23. “Però, devo aver dormito parecchio!” si disse. Girò la testa verso destra, in direzione della porta, e quasi le venne un colpo nel trovare una sedia vuota vicino al letto; poco dopo la porta si aprì piano e un barlume di luce entrò nella camera, rischiarando il profilo di un uomo. Era chiaramente un ragazzo, dai capelli ricci e il fisico asciutto: Fabio. Fu convinta della sua ipotesi solo quando la figura si sedette sulla sedia e dalla mano le spuntò un piccola fiammella. Sofia chiuse gli occhi di scatto a causa della luce.
-Ti prego, svegliati!- sussurrò il ragazzo, chiaramente a Sofia, la quale continuava a tenere gli occhi chiusi: lui non sapeva del suo risveglio e lei si disse che non era ancora il momento di aprirli. Una mano accarezzò i suoi capelli dolcemente e sentì un respiro caldo sul collo: Fabio si stava avvicinando e aveva spento la piccola fiammella nella sua mano.
-Ho bisogno di te, devi svegliarti! Il prof. ha detto che le tue condizioni di salute sono incerte e che tutto dipende dal tuo risveglio.- sembrò ripetersi tra sé e sé. –Ti prego fallo per lui, Lidja, Karl, Ewan, Chloe, Gillian ed io, soprattutto io: non posso stare senza di te, mi manchi già e non posso vivere col peso della perdita di qualcun altro a me caro, non posso vivere senza la mia dolce ragazza dai capelli rossi sbarazzini, gli occhi verdi che mi ammaliano, timida, impacciata, bella, gentile con tutti e simpatica, generosa, altruista, l’unica che mi capisce veramente e che ho amato. Ti amo Sofia, non lasciarmi!- mormorò Fabio e le lasciò un tenero bacio sulle labbra. La bocca di Sofia si allargò in un sorriso e quando lui si staccò, decise di aprire gli occhi.
-Già, neanche io voglio morire, se per questo.- disse Sofia ironica, prendendo una mano di Fabio e intrecciandola con la sua.
-Da quanto sei sveglia, Sofia?- chiese lui sorpreso e sedendosi sul letto di fronte a lei.
-Abbastanza: il tempo di poterti vedere entrare e di ascoltare la tua bella dichiarazione sdolcinata.- rispose la ragazza sorridendo amabilmente e ridacchiando.
-Oh…- esclamò il ragazzo, grattandosi nervosamente la testa. Sofia non riusciva a crederci: Fabio imbarazzato, ma da quando?
-Tranquillo: mi è piaciuta.- lo rassicurò lei, -Ah, quasi me ne dimenticavo: ti amo anch’io.- . Si poggiò piano prima sui gomiti, poi cercò di mettersi a sedere per potersi avvicinare e baciarlo a sua volta, ma il dolore aumentò e così tornò nella posizione iniziale. Fabio, intuendo le sue intenzioni, si sdraiò sul materasso accanto a lei su un fianco, con la testa rivolta a Sofia. Lei fece lo stesso, ma girandosi verso di lui e riuscendo finalmente a baciarlo: fu un bacio piuttosto passionale, pieno di amore e felicità nel stare insieme.
-Credevo fossi annegato…- mormorò poi Sofia, dopo essersi staccata. Fabio, con delicatezza, la girò sull’altro fianco, la prese per la vita e l’attirò a sé, circondandola con le braccia. Sofia si accucciò con la schiena contro il suo petto caldo.
-Credimi, ci vuole molto altro per uccidere un ragazzo come me: ho la pelle dura, come il mio carattere.- si vantò.
-Concordo.- rispose semplicemente Sofia con una scrollata di spalle.
-Ehi!- si offese il ragazzo, stringendola più forte.
-Dai, scherzavo!- ridacchiò Sofia, portando le mani su quelle di lui e accarezzandole. –Sono felice che tu sia qui, e non parlo solo del fatto che tu sia vivo.- .
-Lo so.- sussurrò dolce. Le lasciò un bacio caldo sul collo e insieme si addormentarono, sereni di essere l’uno con l’altro, anche se consapevoli dei problemi che li aspettavano al di fuori di quella stanza.

 

Angolo autrice: ciao a tutti! Mi dispiace tantissimo del ritardo, ma l’altra settimana (quando avrei dovuto pubblicare) ho avuto un contrattempo: sono andata in montagna e non ho potuto portarmi il computer dietro. Poi è ricominciata la scuola e riuscivo a scrivere solo la sera. Però penso di aver scritto un capitolo abbastanza decente e devo dire che sono soddisfatta: è il più lungo di tutti (per ora) e ho deciso di tagliarlo, per farlo finire per una volta in modo tranquillo (scusami Drachen, so che odi abbastanza Fabio, ma ho dovuto farlo! ;*) e senza domande finali, anche se comunque le domande si trovano sempre. Non credo di aver superato il limite rating, ma se dovesse esservi sembrato così, allora riferite che lo modifico. Ringrazio infinitamente le persone che lo scorso capitolo hanno recensito e la persona che ha aggiunto la mia storia tra le seguite, ma anche tutte le altre che l’hanno aggiunta tempo fa nelle loro liste: mi rendete felice. Ringrazio anche i lettori silenziosi, che si ostinano (?) a restare silenziosi (sto scherzando!), ma soprattutto mia sorella, che ha letto il capitolo e mi ha dato un parere generale.
Ci vediamo tra due settimane! (o prima per chi recensisce) Scusate ancora il mio ritardo!
Un bacione <3,
lola_fantasy

   
 
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