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Autore: StregattaLunatica    12/04/2015    3 recensioni
Reyna Cousland è l'Eroina del Ferelden e Comandante dei Custodi Grigi.
Mentre assolve i suoi doveri come Comandante ad Amaranthine, i ricordi delle battaglie e dei massacri accaduti durante il Flagello la tormentano, levandole il sonno la notte.
Tutti hanno sofferto e perso ciò che avevano di più caro durante il Flagello che ha martoriato il Ferelden, nessuno escluso.
Ma la colpa che le opprime il cuore, non le permetterà mai più di conoscere la pace.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache del Thedas'
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L'odore di fumo era talmente soffocante che penetrava nei polmoni anche stando solamente alle porte della città.
Amaranthine stava bruciando, e con lei i suoi abitanti.
Reyna alzò un braccio per cercare di coprirsi il naso e la bocca. Nell'aria poteva sentire le terribili urla dei Prole Oscura e le voci piene di terrore di quei pochi sopravvissuti che continuavano a cadere uno dopo l'altro per la corruzione od i colpi di quei mostri.
Spostò lo sguardo blu verso il messaggero dell'Artefice. Era impossibile cercare di capire quei cosi, l'esperienza l'aveva resa terribilmente diffidente, come avrebbe dovuto esserlo chiunque con un po' di senno in corpo.
«Comandante...» la voce del Capitano Garevel sembrò giungerle lontana, ma non era quello il momento ideale per tentennare. Cercò di prendere un respiro profondo per poi abbassare il braccio e guardarsi attorno.
I pochi rifugiati all'esterno della città osservavano lei ed il suo gruppo con occhi imploranti.
Reyna cercò di mantenere le spalle rigide ed un espressione imperscrutabile in volto. Ogni giorno che passava, il fardello sulle sue spalle si faceva via via più pesante.
Quegli occhi puntati su di lei colmi di disperazione le ricordavano chi il destino l'avesse costretta a diventare. Un baluardo per coloro che venivano schiacciati dai mostri che portavano solo corruzione e morte,  il cui unico scopo doveva essere fermare col proprio corpo ogni singolo attacco e fare ammenda per le perdite col proprio sangue.
Voltò il capo verso la via che si allontanava da Amaranthine e che conduceva alla fortezza della Veglia.
Quei pochi rimasti vivi in città probabilmente erano contagiati, le probabilità che ve ne fossero di illesi potevano contarsi sulle dita di una mano.
Reyna estrasse le sue armi dal fodero per poi avvicinarsi al messaggero Prole Oscura e decapitarlo con un colpo secco e preciso.
Senza aggiungere una sola parola, mosse i primi passi verso i cancelli della città.

«Morrigan, è perfetto!» 
La sua stessa voce le risuonava in mente come fosse un eco lontano mentre osservava le macerie della città di Denerim.
La marcia forzata da Redcliff sino alla capitale del regno non era stata facile per nessuno, specialmente per chi aveva parenti e conoscenti in pericolo o già morti.
Non avevano avuto tempo di riorganizzarsi appena arrivati, erano stati costretti ad entrare subito in città con un piccolo gruppo per raggiungere forte Drakon.
Sentì alle sue spalle Aiace ringhiare furioso mentre atterrava un genlock per saltare alla sua gola. Gli uomini di Redcliffe l'aiutavano ad aprirsi una strada combattendo sino allo stremo, senza cedere terreno.
«Dobbiamo proseguire!» urlò Reyna con tutto il fiato che aveva in gola per avvertire i compagni che l'avevano seguita. Si voltarono verso di lei mentre cercava di aprirsi a stento un varco. Alistair le accorse subito affianco, aiutandola a respingere i nemici grazie al suo scudo mentre Sten li falciava grazie al proprio spadone a due mani. «Respingeteli!» urlò lei mentre attraversava il piccolo varco che s'erano creati assieme alla maga ed al mabari.
Riuscirono a sfuggire alla mischia, e s'andarono a ritirare in quel che rimaneva d'un vicolo. Lì i suoni della battaglia arrivavano irrealmente distanti ed ovattati.
Reyna si concesse d'appoggiarsi al muro con la schiena, piegandosi in avanti e posandosi le mani sulle ginocchia.
Aveva il fiatone, ed era sporca di scuro e puzzolente sangue corrotto. Si deterse il sudore dalla fronte col dorso della mano, spalmandosi inavvertitamente una macchia di sangue sulla fronte. «State tutti bene?» domandò passando lo sguardo sui suoi compagni. Tutti loro avevano un aspetto stremato, sfiancati ed ammaccati. Persino il mabari ansimava pesantemente, accasciato contro la gamba della padrona. Il Qunari sporse il collo dal vicolo, lanciando una rapida occhiata. «Più ci avviciniamo, più aumentano.»
«Vogliono proteggere l'Arcidemone.» disse Alistair mentre guardava con preoccupazione la Custode, che a sua volta osservava la maga. 
Reyna prese un respiro profondo, accostandosi a Sten «Non possiamo assolutamente fermarci. Non ora!» disse con decisione «La torre non è lontana. Non possiamo ingaggiare altri inutili combattimenti. Dobbiamo correre.» i compagni si guardarono fra di loro, per poi annuire con decisione.

«Morrigan, è perfetto!» esclamò Reyna con entusiasmo indescrivibile che le faceva risplendere lo sguardo.
Si voltò verso l'amica con un sorriso smagliante in volto, come se le avesse offerto ciò di più prezioso che vi fosse al mondo. Ed in un certo senso, lo era.
Morrigan assottigliò gli occhi color miele, guardandola da capo a piedi. «Reyna, forse tu non hai ben capito cosa ti sto offrendo.» la nobildonna le andò incontro, afferrandola per le spalle «Certo che l'ho capito! Come potrei non farlo?» la maga si staccò dal contatto con un gesto brusco, allontanandosi dalla nobile con un verso insofferente «Ma ti stai ascoltando!?» le urlò contro con tono di voce acido. La luce delle fiamme provenienti dal caminetto le illuminava il volto, proiettandovi ombre sinistre. Le fiamme donavano ai suoi occhi gialli una luce ferale, che raramente Reyna aveva visto splendere nel suo sguardo.
Quella donna non aveva solo la bellezza dei draghi, ma ne racchiudeva anche la potenza e la pericolosità.
Reyna se ne rendeva conto perfettamente, lo aveva visto più volte durante i loro viaggi, quando combattevano fianco a fianco.
«Morrigan...» iniziò la nobile abbassando il tono di voce «...qualunque cosa accada da ora in poi, qualsiasi decisione io prenda voglio che tu sappia una cosa. Sei stata una grande amica per me. Ed io non me ne scorderò mai.» la maga strinse i pugni. Li strinse finchè le nocche non sbiancarono. «Hai preso la tua decisione dunque...»
«Si.»


I pugnali caddero di mano a Reyna con un forte clangore metallico mentre osservava l'Arcidemone morente posto a pochi metri da loro. «Ci siamo quasi...» sussurrò mentre vedeva in quel mostro il riflesso di tutte le sue sofferenze.
Incrociò lo sguardo ansioso di Alistair, e s'osservarono in un silenzio carico di pensieri inespressi.
Alistair prese un profondo respiro, osservando la donna dinanzi a se «Non sarei mai stato un bravo Re, ma tu sarai un ottima Regina, lo so.» la nobile si costrinse ad assumere un espressione costernata, sbattendo le lunghe ciglia scure «Alistair io...» lui le carezzò il volto, mentre lei posava la mano sulla sua sospirando. Internamente gioiva come non le capitava di fare da tempo. Dopo aver annunciato il loro fidanzamento all'Incontro, il suo titolo di Regina era oramai ufficiale. Molti di quei nobili la conoscevano e conoscevano i Cousland, sapevano di potersi fidare incondizionatamente di loro. Specialmente dopo ciò che aveva passato la figlia più giovane. Avrebbe finalmente preso il posto che le spettava nel mondo lasciando i maledetti Custodi Grigi, senza dover sopportare un piagnucolante Alistair al suo fianco «...non ti dimenticherò mai.» gli disse con voce tremolante.
«Lo spero bene.» le rispose a voce bassa.
Cinse la donna per le spalle, attirandola a se. La strinse fra le braccia con la dolcezza di un amore puro e semplice, ma con la foga d'occasioni mancate ed un addio. Alistair baciò Reyna con dolcezza, impeto e disperazione. La strinse sin quasi a farle male per via dell'armatura pesante che proteggeva il suo corpo.
Si distaccò con sofferenza, carezzandole il viso un ultima volta.
Sorrise, per poi darle le spalle ed iniziare a correre.
Reyna barcollò, guardando la schiena dell'uomo allontanarsi progressivamente da lei. «Alistair...» lo chiamò a voce bassa, ma lui non diede segno d'averla sentita.
Le pupille della donna si espansero sin quasi a ricoprire completamente il blu delle sue iridi, mentre il panico s'impossessava ferocemente di lei.
Non aveva mai sopportato quell'uomo, sin da quando Duncan era morto e lui si era concesso di crogiolarsi nel cordoglio e nella sofferenza. Ma perchè? Per quale ragione detestarlo sino a condannarlo ad una terribile morte? Usarlo solo ed esclusivamente per colmare la propria brama di potere, illudendolo senza rimorso alcuno.
D'improvviso si rese conto dell'uomo che si nascondeva dietro il suo pregiudizievole astio.
Era lo stesso che le era stato così premurosamente accanto durante le prime notti di terrore, quando gli incubi la facevano svegliare urlando nel cuore della notte.
Quello con una strana passione per i formaggi e per i propri capelli. Lo stesso che si metteva a giocare allegramente con Aiace, senza che gli importasse di sporcarsi nel fango.
Quando la guardava credendo che lei non lo vedesse e si ritrovava a sorridere. Il cavaliere che le aveva donato una semplice rosa rossa come simbolo di un amore così puro che oramai si ritrovava solamente nei libri. 
Che assieme ad essa, le aveva donato il suo cuore.
Così ingenuo, sempre pronto a vedere il meglio nelle altre persone, come in lei, ed a condannare ciò che vi era di più sbagliato senza voler sentir ragione. Pronto a tutto, pur di fare la cosa giusta.
All'improvviso, vide Alistar per ciò che era in realtà, per ciò che era sempre stato.
Un uomo buono.

Che cosa aveva fatto?
«No...» raccolse le sue armi, iniziando a correre per raggiungerlo «Fermati!» urlò mentre vedeva il templare estrarre la propria arma. 
Un Hurlock le sbarrò la strada, e Reyna fu costretta a far perno sulla sua adrenalina e forza di volontà rimasta per poterlo colpire col pugnale e toglierselo dai piedi.
Nell'aria risuonò l'urlo del templare mentre sollevava la spada per poter infilzare il cranio del drago 
«ALISTAIR!»
La luce esplose con violenza inaudita mentre l'anima dell'Antico Dio si andava a trasferire all'interno del Custode Grigio. La luce lo avvolse come una coltre, per poi iniziare lui stesso ad emanarne. Reyna sbarrò gli occhi mentre quella luce sembrava quasi prendere la forma di due immense ali alle sue spalle nell'atto di spalancarsi al vento.
L'onda d'urto colpì lei e tutti coloro che si trovavano sul tetto del Forte con violenza, sbalzandoli a metri di distanza.
Reyna battè il capo, la vista le si offuscò e piombò nel buio più totale.

«...yna...Reyna...svegliati!» la voce femminile ed i suoni le arrivavano ovattati e lontani, le palpebre tremavano ed una macchia scura dinanzi le sue palpebre iniziò lentamente a ritirarsi. «Kadan?» riconobbe la profonda voce scura di Sten, e sentì il familiare pizzicorio della magia benefica di Wynne cercare di rimetterla in sesto mentre Aiace latrava preoccupato.
La lucidità la colpì con la forza di un ceffone, facendola scattare a sedere con conseguente giramento di testa. «Non sforzarti.» le raccomandò l'anziana cercando di metterle le mani sulle spalle. «No!» si ribellò Reyna sforzandosi di mettersi in piedi con l'aiuto di Sten.
I suoi occhi appannati spaziarono il luogo, i cadaveri di soldati e mostri ricoprivano il pavimento come un macabro tappeto.
Ed accanto al corpo dell'Arcidemone...c'era lui.
Si portò ambedue le mani alla bocca per soffocare un urlo. «Alistair!» gli accorse al fianco, scivolando ed atterrando sulle ginocchia. Lo prese per le spalle voltandolo supino, e sentì il suo cuore fermarsi.
Alistair era immobile, il petto non s'alzava ed abbassava, nessuna espressione sul volto. «No...no no no!» lo tirò su di peso, posandoselo sulle ginocchia. «Possiamo ancora salvarlo!» urlò con voce roca guardando la guaritrice «Forza Wynne! Aiutalo!» la maga si posò con fatica alla propria staffa, gli occhi pieni di dolore mentre scuoteva il capo «Non posso fare più nulla per lui, se n'è andato. Mi dispiace.» la nobile scosse convulsamente il capo, stringendo a se il corpo del templare come dovesse proteggerlo. «Si che puoi farlo! Hai la magia e lo spirito della Fede! Dobbiamo salvarlo! Io devo salvarlo!» abbassò il capo guardandolo con orrore crescente «Alistair! Ti prego, ti supplico!» lo scosse con forza, e Sten si chinò accanto a lei per fermare le sue mani.
Si guardarono, ed il qunari scosse semplicemente il capo.
Reyna iniziò a singhiozzare senza nemmeno accorgersene. I singulti del pianto la fecero tremare da capo a piedi. Le lacrime le rigarono il volto andando a morirle sulle labbra tremanti. «L'ho ucciso io...» Wynne scosse il capo «Non è stata colpa tua.»
«Si invece! Avrei dovuto fermarlo! Avrei potuto...Avrei dovuto...» si piegò sull'uomo, stringendolo fra le braccia e piangendo sulla sua spalla.
L'urlo straziante di dolore che proruppe dal suo petto venne soffocato dai giubili della vittoria sottostante.
  
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