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Autore: Claireroxy    13/04/2015    3 recensioni
-Non proprio Horror, ma ci potrebbero essere scene poco piacevoli in futuro. Linguaggio molto poco serio, che sarà presente per almeno 3/4 della storia-
Una grande catastrofe si è abbattuta sulla Terra; i morti si sono rialzati in piedi e hanno cominciato a mangiare cervelli... Sfortunatamente, non di mucca.
Il mondo è in subbuglio, i cittadini nel caos; i più esperti in sopravvivenza tirano avanti con coraggio e dignità.
E la gente normale? Quella che fino al giorno prima era immersa nella routine, che non sa nemmeno come tenere in mano una Beretta?
Aira appartiene a questa categoria.
E questo è il suo assurdo e sconclusionato diario.
Tratto dal testo:
Se sei riuscito/a a leggere queste parole, congratulazioni! Sei ancora vivo/a e con un cervello funzionante, e ora stai per leggere gli inutili sproloqui di una studentessa sopravvissuta per culo alla più grande catastrofe della storia dell'umanità.
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
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In provincia di Torino, 26 dicembre 2014, casa 1, strada Orbassano
NIENTE DI NUOVO DA AGGIUNGERE 
Come sospettato, Babbo Natale non era passato in ritardo. Nessun regalo, nessun fucile carico, nessuna buona nuova. Il prossimo anno farò l'albero per farlo arrivare...
Ah, giusto; se te lo stessi chiedendo, non ho un fucile. A dire il vero, non ho nessuna arma da fuoco; l'unica arma in mio possesso è una bianca, ed è la vecchia mazza da baseball di mio padre*. In realtà, prima avevo anche una katana che usava mia sorella**, ma poi...
 
Riprendo a scrivere dopo essere sfuggita per un pelo a una delle numerose BG***, che aumentano sempre di più. Per fortuna, prima, ho buttato un occhio sulla via e sono riuscita a prepararmi in tempo****. Così, mi sono messa dietro le macerie delle scale con la mazza in mano, pronta ad usarla in caso d'emergenza.
Da alcune delle piccole fessure presenti fra il mix di mobili spaccati e sassolini, ho visto entrare cinque uomini. Il capo sembrava essere il nero col fucilone.
Ha mandato tutti a setacciare il primo piano, ma sembrava che non fosse soddisfatto delle provviste trovate***** e quindi voleva mandare uno dei sottoposti, uno dai capelli biondi palesemente tinti, a spostare le macerie dietro le quali stavo io. Stavo sudando freddo, e stringevo convulsamente la mazza con mani tremanti. Il tipo era alto e ben piazzato e se avesse fatto quello che il capo gli aveva ordinato, neanche la più potente delle mie mazzate sarebbe riuscito a tramortirlo.
Ma, per mia fortuna e per loro sfortuna, le cose non andarono così.
Il tinto si girò verso il nero e, con aria di chi avesse un bastone in culo da troppo tempo, gli disse: "Perché non ci vai tu, pezzo di merda?"
Uno degli altri uomini tentò di farsi avanti e di calmarlo, ma il capo fu più veloce. Si avvicinò imbracciando il fucile e disse: "Perché potrebbe essere pericoloso lassù e non ho intenzione di rischiare la pelle per te"
"E perché, io sì?" Gli rispose il tinto, paonazzo in volto.
"Devo ricordarti chi ti ha salvato il culo alla fattoria?"
"Mia moglie e mi figlia erano lì dentro, e tu le hai lasciate morire!"
"Ci avrebbero solo rallentato"
A quel punto, il tinto non ce la fece più. Urlando, estrasse un coltello di sopravvivenza  dalla cintura e si avventò sul nero.
Ma l'altro aveva il fucile, e lo fermò in men che non si dica.******
Poi si girò, e ordinò:
"Ce ne andiamo. Ora abbiamo scorte a sufficienza"
Poi uscì. Gli altri due bianchi lo seguirono subito, mentre l'altro nero, quello che aveva cercato di fermarlo prima, gli chiuse gli occhi mormorando qualcosa in quello che sembrava arabo. O egiziano. O qualcosa del genere. Comunque, se ne andò anche lui poco dopo.
Quando si allontanarono, uscii dal mio nascondiglio e gettai il suo cadavere in giardino (provando a non farmi vedere dai mostri lì fuori. Per ora è tutto tranquillo), accanto a quelli degli altri sfortunati come lui.
Mi chiedo sempre cos'abbia io in più di loro, quando li guardo.
P.s: USA LA TESTA; SE LE CONDIZIONI DEL LUOGO IN CUI VIVI NON SONO OTTIMALI, MIGLIORALE IN TUTTI I MODI POSSIBILI.
P.p.s: Se sei il nero che ha ucciso Andrei Horia (il nome l'ho trovato nella carta d'identità del suo portafoglio), quel giorno sei stato un po' tanto stronzo. Se invece sei il nero che gli ha chiuso gli occhi, quel giorno sei stato umano. Per me, almeno.
 
*se non si considerano forbici, coltelli da cucina e cosette simili, spesso utili quanto uno stuzzicadenti in una giungla.
**sí, praticava un arte marziale dal nome impronunciabile.
*** sigla ideata da me che sta per Bande Girovaganti; sono dei sopravvissuti che non hanno una dimora fissa e che girano di casa in casa rubacchiando il necessario. Alcuni sembrano simpatici e cortesi, la maggior parte schizzati pronti a sparare su qualsiasi cosa si muova. Perché, giustamente, hanno quasi sempre armi da fuoco ultimo modello (e no, non sono brava a distinguere le armi. A malapena so cos'è una Beretta)
****ovvero, ho messo qualcosa di interessante nella cucina al pian terreno (le scorte sono al primo) per poi, spostando le macerie che in parte bloccano la strada tra il primo piano e il secondo, far sembrare che il secondo piano fosse inaccessibile. Sì, è necessario farlo, ma si fa una fatica bestia. Soprattutto da sola. Ma non ho abbastanza armi per scacciarli via.
*****pian piano ho diminuito le cose da mettere, altrimenti avrei finito le scorte in meno di un anno.
******quantomeno, gli ha sparato alla testa. Una volta mi lasciarono uno zombie in casa, e c'ero solo io. E allora sì che me la feci sotto.
  
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