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Autore: AmericanSisters98    13/04/2015    1 recensioni
Mi chiamo Skylar Roy e ho 17 anni. Vivo con mia madre in un appartamento di due piani a Nizza. Ultimamente sono successe tante cose tutte insieme tra cui incontrare pel di carota(Castiel) che mi ha completamente stravolto la vita.
Spezzone Capitolo 1
Arrivo davanti a casa e allungo il braccio per suonare il campanello, ma mi blocco. Sinceramente ho un po’ paura. Mia madre è uscita con così tanti uomini che non si possono nemmeno contare sulle dita, forse questa volta è quello giusto. Mi faccio coraggio e suono il campanello. Sento dei rumori, la voce di mia madre e poi dei passi.
Mi raddrizzo la schiena e faccio il sorriso più tirato che riesco a fare, mentre la porta si apre e appare un uomo. Il mio sorriso sparisce.
L’uomo mi porge una mano con un sorriso smagliante in volto.
-Tu devi essere Skylar. Piacere io mi chiamo Vincent.
Da dietro arriva mia madre e mette una mano sulla spalla di Vincent e tutta sorridente mi dice:-Skylar, lui è il mio nuovo fidanzato.
Si fissano con passione e sorridono.
Mi viene da vomitare.
-Ci trasferiremo da loro- mi dice mia madre.
-Eh?- chiedo
Buona lettura:D
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Castiel, Dolcetta, Lysandro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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SHIT, I AM FALL IN LOVE

I CAPITOLO
Drinn…                                                   
Sospiro e mi rigiro nel letto. Odio quella stupida sveglia. Sbuffando mi alzo e mi vesto. Ah, che scema, non mi sono ancora presentata.
Mi chiamo Skylar Roy e ho 17 anni. Vivo con mia madre in un appartamento di due piani a Nizza.
Mi dirigo in bagno e mi pettino i capelli corvini spettinati, sembra che una mucca mi abbia appena leccato. Osservo allo specchio la mia figura minuta, sempre io da anni: alta 1.60, peso 45 k, capelli ricci, gli occhi azzurri, la bocca rosea, e quel velo di tristezza e vuoto nello sguardo.
Oggi è l’ultimo giorno di scuola, non vedo l’ora delle vacanze estive.
Canticchiando scendo le scale e mi dirigo in cucina dove trovo un biglietto al posto di mia madre: “Buongiorno Skylar. Dormito bene? Ti ho lasciato la colazione nel microonde, torno l’ora di pranzo. A dopo Paperella.”
Faccio una smorfia nel leggere “paperella”, un soprannome che mi ha dato mia madre sin da quando ero piccola e l’ho sempre odiato.
Nel microonde trovo un omelette, l’odore mi fa venire un acquolina, sono sempre stata una ragazza golosa. Finisco di mangiare e sparecchio.
Non riesco a non pensare il perché mia madre non sia a casa, da qualche mese la vedo distratta ed è sempre fuori casa. Che abbia trovato quello giusto?
Metto lo zaino in spalle ed esco di casa. Mentre cammino sento che qualcuno mi chiama, mi giro e mi ritrovo davanti un ragazzino piuttosto basso, i capelli castani a caschetto e gli occhiali a girella.
-Ciao Kentin- dico sorridendo.
Kentin è un mio compagno di classe e amico di infanzia, ci conosciamo da dieci anni.
Ci dirigiamo a scuola chiacchierando ed entriamo in classe, mi siedo vicino alla mia migliore amica e ci abbracciamo sorridendo. Finalmente l’ultimo giorno di questa tortura.
La mia amica si chiama Emma e ha lunghi capelli castani ed un carattere solare.
La campanella suona e tutti si siedono in un lieve brusio, mentre la prof entra in classe e comincia a spiegare, anche se è l’ultimo giorno a lei non interessa (nda la bastardaggine è nel DNA di quella stronza, ho preso a modello la nostra prof-Ale)
La professoressa è bassa nonostante quegli strani tacchi da papera ed è talmente bionda da sembrare uno spaventapasseri. Non è che non sia brava in quello che fa, ma è noiosa ed attira troppo l’attenzione con quello strano bubbone che ha in faccia. La mia(anzi la nostra) paura più grande è l’interrogazione, ti bombarda di domande e se non rispondi “adeguatamente” ti appioppa un’insufficienza.
Mentre disegno un fotomodello troppo figo che ho sognato, lo spaventapasseri grida: -Roy cosa stai facendo?! Segui la lezione o sarò costretta(con grande piacere immagino, oh che troia ossigenata) a mandarti dal preside.
-Sì, prof Durant
L’ora passa troppo lentamente ma quando vedo lo spaventapasseri uscire gli concedo un educatissimo segno medio seguito da un “Fanculo, Troia Cotonata”. Emma non riesce a trattenersi e scoppia a ridere.
La giornata passa velocemente e quando suona l’ultima campanella tutti scoppiano in un grido sonoro. Se qualcuno passando ci sentisse ci scambierebbe per delle scimmie ubriache troppo cresciute.
Saluto Emma e scappo da quell’inferno, solo quando sono sicura di essere abbastanza lontana rallento il passo e accendo il cellulare. Trovo un messaggio di mia madre: ”Paperella sbrigati a tornare a casa, ho una notizia importante da darti. VELOCE!!!”
Quando mia madre scrive qualcosa a caratteri cubitali seguito da punti
esclamativi devo correre.
Arrivo davanti a casa e allungo il braccio per suonare il campanello, ma mi blocco. Sinceramente ho un po’ paura. Mia madre è uscita con così tanti uomini che non si possono nemmeno contare sulle dita, forse questa volta è quello giusto. Mi faccio coraggio e suono il campanello. Sento dei rumori, la voce di mia madre e poi dei passi.
Mi raddrizzo la schiena e faccio il sorriso più tirato che riesco a fare, mentre la porta si apre e appare un uomo. Il mio sorriso sparisce.
L’uomo mi porge una mano con un sorriso smagliante in volto.
-Tu devi essere Skylar. Piacere io mi chiamo Vincent.
Oh, cazzo. Se portasse una mantella nera l’avrei scambiato per il Cupo Mietitore. Sotto alla maglietta attillata, ovviamente nera, si vedono chiaramente i muscoli scolpiti. Noto che ha i tratti del volto severi, i capelli neri(nda rosa confetto no, eh?- Rin) e gli occhi grigi penetranti.
Passa qualche secondo prima di riprendermi e gli porgo la mano, che è forte ed emana calore.
Da dietro arriva mia madre e mette una mano sulla spalla di Vincent e tutta sorridente mi dice:-Skylar, lui è il mio nuovo fidanzato.
Si fissano con passione e sorridono.
Mi viene da vomitare.
Entriamo in casa e dico a mia madre:-Poggio un attimo lo zaino in stanza e torno.”
Salgo le scale di corsa e quasi non cado quando vedo una figura davanti a me. Il ragazzo mi sorride. Oh cavolo, se ha un bel sorriso. I capelli neri e gli occhi grigi emanavano una scintilla di gentilezza. Si era proprio bello.
-Ciao, io sono Josh, tu dovresti essere Skylar-
Io ancora mezza imbambolata farfuglio qualcosa tipo:-Si… io… ehm…
Forse l’ho fissato troppo a lungo perché vedo che si imbarazza e mi dice:- Va bene, io scendo. A dopo.
-ok, di che sto arrivando
Josh comincia a scendere le scale, ma poi si ferma e si gira verso di me e dice:-Skylar, comunque sei carina anche tu.
“Oh” è l’unica cosa che riesco a pensare mentre sento il rossore apparire sulle mie guance in compagnia del suo caro amico calore.
-Sembri un piccione in calore-
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi grigi uguali a quelli di Vincent e Josh.
Il ragazzo è appoggiato allo stipite della porta della mia stanza, cosa fa lì?
 -Che ci fai sullo stipite della porta della mia stanza?- chiedo seccata.
 -Oh, no. Mi dispiace. La milady si è incazzata?- dice con un sorriso sadico dipinto sul volto. Già lo odio. I suoi capelli rossi lo fanno sembrare un depravato. Ma che razza di pazzo mentale si tinge i capelli di rosso?
-E comunque tua madre mi ha dato il permesso di guardare la casa- poi fa una pausa e il ghigno si allarga- Le tue mutandine rosa sono molto belle.
Indica delle mutande sul comodino. Cazzo, mi ero scordata di metterle apposto stamattina.
-Grazie, ora potresti scendere?
-Con piacere, milady- dice inchinandosi per poi scendere le scale.
Quando ormai è lontano sospiro e butto lo zaino per terra. Spero che questa di mia madre sia solo una cotta passeggera. Con Josh potrei provare ad andare d’accordo, ma con pel di carota proprio no.
Metto le mutandine rosa al loro posto e scendo le scale. Vedo Josh che prende in braccio un bambino e lo fa sedere su una sedia davanti al tavolo che sta finendo di apparecchiare mia madre. Prendo posto insieme agli altri. A capo tavola c’è Vincent insieme al piccolino, che ho scoperto si chiama Thomas ed ha 5 anni. Vicino a Thomas c’è Josh, di 20 anni, prima di sedermi vicino a lui mi sono accertata che non gli dispiacesse. Quando gli ho lanciato uno sguardo per chiedergli il permesso lui ha risposto con un sorriso.
Davanti a me c’è pel di carota che durante tutto il pranzo mi rivolge sorrisi beffardi e fa dei riferimenti a quanto mi dona il rosa. Ah, giusto non vi ho detto che pel di carota si chiama Castiel ed ha la mia stessa età.
Accanto a Castiel c’è mia madre che continua a sorridere, non so se sia per il fatto che, strano ma vero, non stia facendo polemiche su Vincent o sia perché io non abbia fatto commenti sul cibo.
Dato che ha cucinato la pasta con la gorgonzola e io la odio(nda ma come fai? la gorgonzola è la cosa più buona del mondo:P -Rin)
Il piccolo Thomas riesce a malapena a mangiare per colpa della forchetta troppo gigante che a malapena gli entra in bocca e gli scivola sempre dalle mani. Credo che sia il bambino più tenero che io abbia mai visto, ho voglia di strapazzarlo di abbracci e non lasciarlo mai più.
Ho sempre desiderato avere fratelli, ma per mia sfortuna non ne ho mai avuti.
Mia madre e Josh chiacchierano come se si conoscessero da sempre, come se fossero madre e figlio. Vincent si unisce alla loro conversazione e tutti e tre scoppiano a ridere, ma io non ho voglia di ascoltare.
Il pranzo finisce più in fretta di quanto mi aspettavo. Mi sorprende il fatto che alla fine tutti si alzano e ci aiutano a sparecchiare.
Il piccolo Thomas si mette a correre con il suo piatto in cucina dal lavandino, ma è troppo basso e non ci arriva. Sorridendo mi avvicino per aiutarlo, ma Castiel mi supera, solleva Thomas, il quale sorride e poggia il piatto nel lavandino. Appena per terra Thomas dice:-Grazie Cass- abbracciandogli la gamba. ”Cass” deve essere il diminutivo di Castiel.
Pel di carota scompiglia i capelli di Thomas e sorride… Sorride! Rimango atterrita da quel sorriso inaspettato. Non l’avevo ancora visto sorridere in modo “decente”.
-Ma cosa mi fissi? Ti piaccio?-mi dice e il sorriso di prima sparisce e appare un ghigno befffardo.
Prima ancora che potessi rispondere Castiel e Thomas ritornano in sala e resto a fissare il vuoto davanti a me continuando a pensare “devo-stare-calma devo-stare-calma devo-stare-calma”
Ritorno in sala e li vedo che si mettono le giacche, finalmente pel di carota se ne va. Thomas mi corre incontro e mi abbraccia la gamba in un saluto.
-Ciao, sorellona
Prima che se vada mi inginocchio e lo abbraccio dicendogli:-Non vedo l’ora di rivederti.
Lui, in risposta, mi stringe le braccia intorno al collo, poi si stacca e mi sorride.
Quando se ne vanno via salgo in camera mia e mi metto a disegnare.
Poco dopo mia madre mi raggiunge e si siede vicino a me. Come mi aspettavo mi chiede:-Allora… come ti sono sembrati?
-Simpatici- poi mi giro verso di lei e con tono più serio le chiedo-E’ quello giusto?
Lei sorride e annuisce.
Solo che c’era un piccolo problema. Un piccolo particolare di colore rosso. Castiel. Spero che non lo vedrò tanto spesso.
-Ci trasferiamo da loro- mi dice mia madre con tono serio, il sorriso sparito.
-Eh?-
Mi chiamo Skylar Roy, ho 17 anni e sono la ragazza più sfigata sulla faccia della terra.

Nota autore:
Ciao a tutti, siamo le due sorelle americane: Ale e Rin.
E' la prima storia che pubblichiamo e speriamo vivamente che ci sia piaciuta.
Il prossimo capitolo lo pubblicheremo fra una settimana circa.
Detto questo aspettiamo recensioni. Anche negative!
Salutoni e al prossimo capitolo.
Ale&Rin
   
 
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