Eccomi
qui,
non ve l’aspettavate eh?
Beh, dato che
quest’anno non ho avuto la possibilità di fare il
regalo di Natale ad una
persona, ho pensato di scrivere questa storia, sperando che le piaccia.
Eglina mia,
questa FF è per te. Lo so che non è il massimo,
ma ho avuto quest’idea e spero
tanto che ti faccia piacere. *-*
Grazie per tutto.
Grazie perché mi sopporti
ogni giorno.
Grazie perché mi ascolti
sempre.
Grazie perché sopporti i
miei complessi senza
mandarmi a quel paese.
Grazie per i momenti stupendi che
abbiamo
passato facendoci tremila flash su Draco ed Hermione.
Grazie per giorno 9 Novembre
all’Odeon.
Grazie per il 21 Novembre al Cinema.
Grazie per quel sabato a casa mia,
quando
abbiamo fatto un sacco di foto orribili.
Grazie per aver capito sempre, senza
mai
chiedere nulla.
Grazie per ogni piccola cosa che mi
ha fatto
sorridere.
Ti voglio bene!
..e questa
storia è anche per tutti voi che mi fate sempre tanti bei
complimenti,
nonostante non me li meriti.
Spero che
possiate apprezzare questo piccolo regalo di Natale.
.Buon
Natale a tutti.
*Christmas
Sin-Peccato di Natale*
Londra
Babbana. Vigilia di Natale.
Decorazioni
coloravano tutte le porte delle abitazioni e da tutti i negozi si
udivano in
sottofondo melodie natalizie che infondevano buonumore ai passanti.
Hermione
Granger adorava tutto quello.
Le
piaceva, da sempre, passeggiare da sola sotto la neve in
quell’atmosfera così
surreale. Non faceva nemmeno caso al freddo che quel giorno era
veramente
pungente.
Quel
pomeriggio era uscita in cerca degli ultimi regali. Era sempre in
ritardo
quando si trattava di regali.
Ogni
anno non sapeva mai cosa comprare, era talmente difficile scegliere
qualcosa
che potesse andar bene per ognuno dei suoi amici.
Erano
circa le diciannove del pomeriggio e tra circa due ore avrebbe dovuto
recarsi
alla Tana, dove era stata invitata da Ginny, Harry e Ron, il suo
ragazzo.
In
realtà non ne aveva molta voglia. Adorava la famiglia
Weasley, certo, ma da
qualche anno tutto aveva perso interesse per lei.
Lavorava,
stava con il suo fidanzato, andava a pranzo da Harry e Ginny, ma faceva
tutto
questo solo perché era indispensabile.
***
Ad
un tratto notò una piccola libreria, nascosta da un grande
palazzo, in una
stradina secondaria.
Entrò
e subito l’atmosfera di quell’ambiente la
colpì.
Decorazioni
non troppo eccessive rendevano la stanza “calda”.
Era
accogliente.
“Salve,
posso essere utile?” Chiese gentilmente una commessa ad
Hermione.
“Vorrei
solo dare un’occhiata per il momento, grazie.”
Rispose cordialmente l’ex
Grifondoro e fece qualche passo tra quei libri che tanto adorava.
Quello
era il suo mondo.
Sentiva
che avrebbe potuto vivere lì, in mezzo a quei libri e non le
sarebbe mancato
niente.
Passando
accarezzava distrattamente qualche copertina, leggendo appena i titoli.
Notò
che ne aveva letto la maggior parte, e alcuni titoli le tornarono in
mente.
Orgoglio
e Pregiudizio.
Cime Tempestose. Romeo e Giulietta. Lancillotto e Ginevra.
Li
adorava tutti. Amava
la letteratura babbana.
Un
volume, però, su un ripiano in alto attirò la sua
attenzione, non era né
vistoso, né conosciuto. Stava semplicemente lì,
nascosto su quello scaffale
senza che nessuno lo notasse, eppure aveva qualcosa che attirava
Hermione;
Forse la copertina dai colori quasi spenti, tristi, ma poi il soggetto
chiaro e
nitido: Una mela.
E
la riccia riuscì ad intravedere una frase sotto
quell’immagine:
“Il peccato è
l’unica nota di colore che sussiste nella vita.”
Cosa
voleva dire? Si chiese inconsciamente Hermione.
Come,
il peccato, la cosa sbagliata per eccellenza, poteva dare colore alla
vita?
Si
alzò in punta di piedi per prendere il libro, per poterlo
sfogliare meglio, ma
non era abbastanza alta.
Rischiò
di far cadere tutto lo scaffale, ma non riuscì a raggiungere
il libro.
“Accidenti.”
Mormorò tra se.
Gentilmente,
all’improvviso, una mano glielo porse senza alcuna
difficoltà.
“Grazie.
Io..” Fece per dire la ragazza afferrando il libro, ma
alzando lo sguardo si
ritrovò davanti Draco Malfoy che sorrideva, più
bello che mai.
Non
lo vedeva da due anni ormai, da quando avevano lasciato Hogwarts e
dovette
ammettere che era diventato veramente bello; Indossava un semplice, ma
elegante
cappotto nero che arrivava fino a metà gamba, aveva
i
lineamenti perfetti come sempre, gli occhi grigi e freddi sembravano
aver preso
un po’ di vitalità e i capelli erano leggermente
più corti di come lei li
ricordava.
Era
perfetto, un uomo.
“Granger,
ti ha mangiato la lingua il gatto?” La salutò dopo
qualche secondo lui
ridacchiando. Non c’era cattiveria nella sua voce, era come
una battuta
scherzosa che si fa ad un amico di vecchia data.
“Malfoy,
ma no è che..sono sorpresa di vederti. ”
Confessò sinceramente lei.
Lui
sfoderò un altro dei suoi bellissimi sorrisi e si
appoggiò allo scaffale.
La
guardò da capo a piedi, per poi fissare nuovamente gli occhi
nei suoi.
“Sei
cresciuta, Mezzosangue.” Constatò tranquillamente.
“Anche
tu.” Ribatté divertita, l’altra.
“Cosa ci fai tu tra i babbani?”
Il
biondo alzò le spalle. “Facevo un giretto per
Londra.”
Era
così diverso da come lo ricordava..
Adesso
era rilassato, tranquillo e perfettamente a suo agio, lì in
una libreria
babbana a parlare con lei.
“Tu
a quanto pare non cambi mai.” Aggiunse divertito.
“Sempre tra i tuoi amati
libri. A proposito per quale libro ti stavi slogando un
braccio?” Disse
ridacchiando e si porse verso di lei per osservare il libro che teneva
in mano.
Lesse
rapidamente la frase che aveva notato anche la ragazza poco prima e sul
suo
viso si aprì un ghigno tremendamente sensuale.
“Granger,
sai almeno di cosa stia vagamente parlando quella frase?”
No,
non lo sapeva.
In
vita sua ne aveva infrante tante regole, aveva provato più
volte l’adrenalina
che si avverte quando si fa qualcosa di sbagliato, eppure era convinta
che la
frase di quel libro alludesse ad un’altra cosa, un qualcosa
che non aveva mai
provato veramente.
La
sua vita da quando aveva lasciato Hogwarts non aveva avuto nulla di
emozionante, nulla che le risvegliasse quelle sensazioni provate a
scuola.
Stava
con Ron adesso, ma la cosa non era assolutamente elettrizzante, non le
batteva
il cuore quando lui la toccava, non sentiva nulla.
Stava
con lui solo perché era quello che tutti si aspettavano da
lei, quello che
tutti volevano.
Ma
aveva mai fatto qualcosa che lei voleva veramente?
“Ho
detto qualcosa che non va?” Chiese Draco vedendo che la
ragazza non accennava a
rispondere.
Hermione
si riscosse dai suoi pensieri e arrossì appena.
“No, stavo solo pensando che
non lo so.” Rispose sinceramente alzando le spalle con un
sorriso.
Il
biondo sorrise. “Ci avrei scommesso.”
Sembrò riflettere un attimo, poi guardò
la riccia e propose “Ti va una cioccolata?”
Hermione
rimase interdetta per un attimo.
Draco
Malfoy le stava proponendo di prendere una cioccolata con lui?
Perché?
“Non
mangio mica, sai?” Disse il ragazzo ridacchiando.
La
mora gli rivolse un sorriso divertito e annuì. “Ma
sì, andiamo.”
***
Dopo
essere usciti dalla libreria, arrivarono in un piccolo bar, molto
accogliente e
soprattutto intimo.
C’erano
alcuni tavoli rotondi sistemati in un angolo vicino ad
un’enorme finestra che
dava sulla strada. Presero posto in uno di questi, l’uno di
fronte all’altra e
ordinarono due cioccolate fumanti.
Hermione
alzò le spalle “Dovevo comprare gli ultimi regali,
ma poi ho visto quella
libreria e..”
“Non
hai saputo resistere al richiamo della tua specie.” Concluse
l’altro
scherzando.
“Ovviamente.”
Ribattè divertita Hermione assecondandolo.
Stettero
qualche minuto in silenzio ad osservarsi di sottecchi, quando Hermione
parlò.
“Allora,
ho sentito dire che sei diventato uno dei più prestigiosi
avvocati magici di
Londra..” Disse sorridendo.
“Il
migliore, oserei dire..” Rispose schioccando la lingua con
fare altezzoso.
La
riccia rise. “Vedo che neanche tu sei cambiato
molto.”
Il
biondo sospirò e si perse un attimo nel silenzio.
“Invece,
non hai idea di quanto sia cambiato.” Rispose infine ed
Hermione poté notare
una nota triste nella sua voce. “Ma comunque, tu come da
copione invece sei
diventata un’ottima Auror, a quanto ho sentito.”
Disse subito cambiando
discorso.
Come
da copione.
Pensò Hermione..
Era
proprio quello il problema forse: La sua vita era un immenso copione.
Aveva
sempre fatto tutto quello che gli altri si aspettavano.
“Già..”
Rispose poi, e stavolta la nota di tristezza era nella sua voce.
Continuarono
a parlare del più e del meno per un po’ quando
uscirono dal bar e cominciarono
a camminare per la strada innevata senza nemmeno accorgersene.
“Ti
sei sposata?” Chiese ad un tratto Draco con una certa
inclinazione nella voce
notando l’anello sulla piccola mano della ragazza.
Hermione
istintivamente alzò la mano e osservò
l’anello. Cosa racchiudeva quel piccolo
cerchio? Amore? Forse per Ron. Non per lei.
“Fidanzata.”
Lo corresse poi.
“Con
Lenticchia?” Domandò subito il biondo.
Un
sorriso amaro si dipinse sulle labbra della ragazza.
“Come
da copione.” Rispose.
Anche
Draco Malfoy, che di certo a Hogwarts non era suo grande amico, poteva
immaginare benissimo la sua vita. “E tu? Sei lo scapolo
più desiderato dalle
donne?” Chiese subito dopo con un sorriso divertito.
Il
ragazzo rise. “A quanto pare si.”
Passarono
un’altra ora a chiacchierare di come avevano passato quei due
anni. Draco le
raccontò che la sua storia con Pansy non era andata in
porto, che erano troppo
simili per stare insieme, ed Hermione fece lo stesso raccontandogli di
Ron, di
Harry e Ginny che si erano sposati quell’estate e
dell’anello che incombeva ora
sulla sua mano e che ben presto sarebbe stato sostituito da una fede.
“Siete
così prevedibili voi Grifondoro.” Disse sorridendo
il biondo. “La piccola
Weasley con Potter e tu con Weasley.” Aggiunse semplicemente.
Hermione
sorrise tristemente.
Proprio
così. Era tutto così dannatamente prevedibile,
anche Sibilla Cooman sarebbe
riuscita a predirlo senza alcuno sforzo.
***
Nel
frattempo erano arrivati davanti casa di Hermione.
“Questa
è casa tua?” Chiese il biondo
“Non
è una reggia, ma si.” Rispose l’altra
sorridendo. “Beh..allora..”
Ma
Draco la interruppe. “Sei felice, Granger?” Chiese
velocemente.
“C..cosa?”
Chiese l’altra confusa. Che domanda era?
Il
ragazzo alzò le spalle sorridendo.
“Pensaci.” Così dicendo le diede un
leggero
bacio sulla guancia e si allontanò.
Hermione
rimase spiazzata per qualche secondo mentre infilava la chiave nella
serratura
del suo portone.
“Malfoy?”
Lo chiamo poi ad un tratto a voce alta. Quello si voltò a
guardarla in un
attimo e si riavvicinò.
“Ti
andrebbe di..” Chiese titubante, non sapeva neanche lei
perché lo stava
facendo. “..salire?”
Perché
stava invitando Draco Malfoy a salire a casa sua? Perché
proprio lui?
Non
doveva andare alla Tana a festeggiare con tutti gli altri?
E
perché gli aveva raccontato tutte quelle cose? Non era stato
sempre il suo
peggior nemico, in fondo?
Peggior
nemico come da copione. Disse una
vocina nella sua testa
Il
ragazzo annuì incerto e sorpreso, dopo
di che salirono.
La
casa di Hermione non era enorme, ma non si poteva certo dire che fosse
piccola.
Era un appartamento semplicissimo, arredato, però, con
grande cura. Poggiarono
i cappotti sul divanetto bianco del salotto ed entrarono in cucina. Era
una
stanza molto bella, spaziosa e dai colori molto chiari, anche se
sembrava
così..triste, vuota.
“Questa
casa ti rispecchia.” Sbottò il biondo ad un tratto.
“Dici
sul serio?” Chiese stupita la ragazza.
Draco
si limitò ad annuire.
Secondi
di silenzio, di interminabile silenzio.
Non
sapevano cosa dire, cosa fare.
Ad
un tratto Hermione sospirò e disse “No.”
Draco
la guardò confuso per un attimo.
“Non
sono felice.” Sussurrò continuando lei.
“Non so neanche perché te lo sto
dicendo..” E cominciò a riversare un mucchio di
parole sconnesse e ad agitare
le mani come faceva ogni volta che entrava in confusione.
Draco
la raggiunse, le bloccò le mani e senza dire nulla la
baciò.
La
baciò come solo lui era in grado di fare, in quel modo che
riusciva a
scollegarti il cervello e a farti dimenticare ogni cosa.
“Qualche
volta, pensa a te stessa, Hermione.” Sussurrò
contro le sue labbra.
Pensare
a se stessa. Pensare a se stessa.
L’aveva
mai fatto? No.
Non
rispose al ragazzo, ma riprese a baciarlo con più foga
stavolta, mettendogli le
braccia al collo e attirandolo a sé.
Draco
le circondò la vita con un braccio mentre affondava
l’altra mano tra i suoi
deliziosi boccoli.
Chiese
l’accesso alla sua bocca, passando la lingua sul labbro
inferiore di Hermione e
si unirono in un bacio che di casto non aveva nulla.
Il
ragazzo passò ad accarezzarle la schiena fino ad infilare
una mano sotto la sua
maglietta e sentì la ragazza fremere a quel semplice tocco.
Lei,
intanto, stava lottando con i bottoni della camicia del ragazzo e
quando anche
l’ultimo uscì dal suo occhiello fece scorrere le
mani sulle spalle di Draco
facendo finire definitivamente a terra l’indumento.
“Dov’è
la camera da letto, Granger?” Chiese lui con il fiato corto
mentre passava a
baciarle il collo con foga.
“In
fondo al corridoio, a sinistra.” Sussurrò lei, e
senza staccarsi raggiunsero la
stanza.
Draco
la spinse sul letto e in un attimo le fu sopra.
Solo
adesso Hermione cominciava a capire il senso della frase di quel libro.
Il
peccato..il peccato che in questo frangente era rappresentato dal
biondo sopra
di lei, che si era insinuato nella sua vita all’improvviso
solo per darle un
po’ di colore.
Lei
era lì con Draco Malfoy, pronta a tradire il suo fidanzato,
nonché futuro sposo
e si accorse che non
le interessava
minimamente.
Tutto
ciò animò in lei una scarica fortissima di
adrenalina, l’adrenalina vera, che
si sente soltanto quando si è coscienti che si sta per fare
qualcosa di
terribilmente sbagliato.
E
lei lo sapeva. ..e lui.. lo sapeva anche.
Ciò
la spinse a sfiorare la pelle del ragazzo con carezze sempre
più audaci.
Draco,
dal canto suo, sfilò lentamente la maglietta di lei,
lasciandola in reggiseno.
Portò una mano sul seno destro di lei e prese ad
accarezzarla solo
esternamente.
Hermione
poté sentire l’eccitazione del ragazzo premere
contro la sua coscia e ne fu
quasi soddisfatta. Passò a sbottonargli la cintura dei
pantaloni mentre lui
aveva già tolto i suoi.
Sentì
una mano di Draco salire sulla sua coscia e quando raggiunse il bordo
dei suoi
slip neri sussurrò “Aspetta un momento.”
Il
ragazzo la guardò curioso, non capendo se si stesse pentendo
di quello che
stavano per fare, ma lei sorrise maliziosa e si sfilò
l’anello dal dito,
allungandosi nel letto per chiuderlo nel cassetto del comodino.
Lui
sorrise, come non aveva mai fatto, e riprese il suo lavoro da dove
aveva
lasciato. Infilò una mano sotto l’indumento intimo
di Hermione e prese a
stimolarla con calma, godendosi quel calore che gli trasmetteva.
Lei
gli accarezzava i capelli e gemeva sotto il suo tocco esperto.
Portò la sua
mano sull’evidente erezione del ragazzo e prese ad
accarezzarlo quasi
dolcemente. Quando lo sentì sospirare contro le sue labbra
Hermione sussurrò
“Ti prego..”
Forse
non l’aveva neanche sentita, tanto era leggero il suo
mormorio.
Ma
Draco ritirò la mano dall’intimità di
lei, si tolse i boxer e si sistemò meglio
sulla ragazza.
Da
parte sua, lei gli allacciò le gambe ai fianchi senza
staccare però gli occhi
dai suoi.
Si
erano fissati per tutto il tempo, quel contatto visivo serviva a
tranquillizzare
entrambi. A farli sentire meno..colpevoli.
Il
biondo con un’unica spinta affondò in lei che
s’irrigidì un istante, poi iniziò
a spingere con lei che assecondava i suoi movimenti.
Dopo
qualche minuto Hermione raggiunse il piacere gemendo forte contro le
labbra del
ragazzo che non avevano mai smesso di baciarla.
Draco
intensificò i movimenti, e ad un’ennesima spinta
si liberò in lei.
Dopo
qualche secondo si accasciò sulla ragazza, cercando di non
pesarle addosso. Avevano
entrambi il fiato corto e la fronte imperlata di sudore.
Stettero
qualche minuto in quella posizione dopo di che lui uscì dal
suo corpo e le si
sdraiò accanto cingendole la vita con un braccio.
Lei
si rannicchiò contro di lui, come a cercare riparo.
“Voglio
che tu sappia che non mi sono pentita, e mai lo
farò.” Sussurrò lei dopo aver
ripreso fiato, alzando lo sguardo verso di lui che le sorrise e
posò un dolce
bacio sulla tempia della ragazza.
“Lo
so.” sussurrò in risposta.
Dopo
di che entrambi vennero accolti tra le braccia di Morfeo.
La
mattina seguente Hermione si svegliò disturbata dai raggi di
sole che
filtravano dalla tenda color sabbia della sua finestra. Si
rigirò nel letto
cercando istintivamente una persona accanto a sé, ma lo
trovò vuoto.
Si
mise seduta cercando di fare chiarezza su quello che era successo la
sera prima
e ripercorse con la mente tutti quei momenti che non avrebbe mai
dimenticato.
Si
voltò verso il comodino e notò qualcosa
appoggiatovi sopra.
Un
libro.
Quello
della sera precedente, quello della mela e della frase.
Come
aveva fatto a..
E
un bigliettino.
Spero che tu abbia
capito il senso della frase.
Buon Natale,
Hermione.
Hermione
sorrise tra sé. Oh, eccome se gli avrebbe chiamato.
E
quell’anello nel cassetto ci sarebbe rimasto, ora che aveva
capito il senso di
quella frase.
Di
questo ne era del tutto certa.
Fine.