Note dell’autore: Purtroppo ci ho
messo più di quanto avrei voluto per pubblicare questo nuovo capitolo, spero
però adesso di tenere una certa costanza e soprattutto di non fare passare così
da un capitolo all’altro.
Beta: shippergirl
Capitolo
2
Killian and the Phone
Entrò da Granny's e sorrise alla scena che aveva davanti
agli occhi: Robin e Killian stavano giocando a freccette insieme, decise di non
interromperli, ma di godersi in silenzio quella scena. Killian tirò e per poco non
prese il centro, lo senti borbottate qualcosa mentre Robin rideva divertito.
"Mi dispiace Capitano, ma sembra che ti ho
nuovamente battuto" gongolo l'arciere colpendo amichevolmente la spalla
dell’amico.
"Sei stato fortunato, mate" borbotto nuovamente Killian ferito nel suo orgoglio.
"Non è fortuna Capitano, è bravura" continuò a
sogghignando.
"Riparliamone durante una partita di dadi,
arciere" propose un fiducioso Jones.
"Così potrai usare i tuoi trucchi da pirata?" Scherzò
ancora.
"Avanti, amico mi devi una birra" disse Robin
spingendolo verso il bancone e fu allora che i due la videro.
"Sceriffo"
"Swan" la salutarono entrambi.
"Spero non avrai assistito alla mia sconfitta, è
stata piuttosto degradante per il mio ego".
"Oh sono sicura che il tuo ego non ne risentirà
molto" rispose lei con sarcasmo, Killian si finse ferito.
"Come sta Marion?" Chiese lei
"E un po’ spaesata, ma sta bene, lo lasciata con
Roland" spiegò senza nascondere un po’ di disagio.
"Lei come
sta?" Chiese lui con calma abbassando lo sguardo.
"Non parliamo molto in questi giorni, ma starà bene,
Henry gli sta accanto" rispose Emma
"Ti dispiace se ti rubo Killian per un po’?"
Chiese cambiando argomento.
"Fai pure, io devo andare comunque " rispose
Robin.
"E' stato un piacere sceriffo" la saluto.
"Capitano, alla prossima" disse allungando la
mano, Killian la strinse.
"E la prossima volta sarai tu a dover pagare la mia
birra" lo salutò, l'arciere uscì dal locale e Killian si concentrò su di
lei.
"Dimmi Swan, a quale mostro dobbiamo dare la caccia
stavolta?" Chiese sorridendo.
"Nessuno, sono venuta a portarti una cosa" rispose
lei, vide una scintilla di malizia nei suoi occhi mentre si avvicinava a lei.
"Forse dovremmo trovare un post più riservato per il
tuo regalo, love" le sussurrò
con il suo tono lussurioso. Emma deglutì ignorando il brivido che le aveva attraversato
la schiena, per distrarsi e non farsi beccare gli diede un colpo scherzoso
sulla spalla.
"Come fai a trasformare ogni frase in un doppio
senso?" Chiese, lui si allontanò un po’ senza perdere il suo ghigno.
"E’ un talento naturale, Swan" le rispose
soddisfatto e divertito, Emma si mise seduta a un tavolo libero e lui si mise
seduto davanti a lei.
"Ti ho portato questo" disse la bionda mettendo
un cellulare sul tavolo, Killian inarco un sopraciglio.
"Che diavoleria è questa?" Chiese confuso.
"E’ un cellulare" disse sorridendo un po’ alla
sua confusione. Killian prese il cellulare e lo guardò con attenzione,
girandoselo in mano e studiando ogni particolare.
"E cosa me ne dovrei fare?" Chiese tornando a
guardare lei.
"Se c'è un’emergenza, devo essere in grado di
rintracciarti" spiegò lei.
"Mi vuoi sempre a tua disposizione, quindi"
rispose lui con il suo solito ghigno, lei si finse infastidita alzando gli
occhi al cielo, non gli avrebbe dato la soddisfazione di divertirsi alle sue
provocazioni.
"Ti ho memorizzato i numeri più importanti: il mio,
quello dei miei genitori, di Belle e Regina" spiegò ancora ignorando il
suo commento.
"Alla prossima emergenza ti posso contattare senza
problemi" continuò, ma Killian sembrava ancora titubante, si girava il
cellulare in mano, osservando con attenzioni.
"Ti faccio vedere come fare" disse alzandosi e
mettendosi accanto a lui.
"E piuttosto semplice, ho messo il mio numero come
chiamata rapida quindi ti basta premere il primo numero e la chiamata parte,
con il verde rispondi con il rosso chiudi la chiamata" disse si voltò
verso di lui notando solo in quel momento che erano molto vicini, più di quanto
pensava e lui la fissava con quel suo sguardo intenso che sembrava leggerle
l’anima.
"Hai capito?" Chiese cercando di non fissare le
sue labbra invitanti.
"Verde per rispondere e rosso per staccare,
piuttosto semplice" rispose lui con voce bassa, ricambiando lo sguardo.
"Quindi" iniziò avvicinandosi ancora un po’.
"Posso chiamarti anche nelle mie fredde notti
solitarie" chiese con voce roca e bassa, ringraziava che erano seduti
perché le sue gambe avrebbero ceduto.
"Potresti, ma sicuramente non risponderò"
scherzo lei cercando di ignorare l'impulso di baciarlo. Killian s’irrigidì
allontanandosi un po’.
"Però" intervenne stringendogli il supporto per
l'uncino impedendogli di allontanarsi di più.
"Potresti chiamarmi, anche solo per parlare”, gli
suggerì con tono basso guardandolo attraverso le ciglia, vide spuntare un sorriso
sincero.
"Non male come idea" disse lui, spostandole una
ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio, quel piccolo contatto la fece
tremare, sospirò tentando di mantenere la calma.
"Emma" la voce di sua madre spezzò quel loro
momento costringendoli ad allontanarsi, si voltò e la madre con in braccio Neil
si stava avvicinando.
"Credevo fossi alla stazione con tuo padre” disse la
donna sorridente.
“Sono sola venuta a portare il nuovo cellulare a Killian”
spiegò Emma indicando l’oggetto lasciato sul tavolo, che Killian si decide a
prenderlo e metterlo in tasca.
“Benvenuto nel nuovo mondo Uncino" disse la donna
cullando il piccolo tra le braccia.
“Beh sarà il caso che vada” disse lui facendole segno per
farlo alzare.
"Spero non a causa mia” aggiunse di fretta Snow
mentre i due si alzavano.
“Oh no, milady,
mi sono ricordato di aver promesso a Grumpy di aiutarlo con quella cosa che
chiama barca” disse piuttosto infastidito all’idea.
“E’ il minimo che puoi fare visto che gliela rubi tutte
le volte” gli ricordò Emma sorridendogli.
“Io non rubo, Swan, requisisco, è diverso” continuò lui.
“Milady, è
sempre un piacere” salutò Snow con mezzo inchino ironico.
“Ci sentiamo più tardi, Swan” la salutò facendole
l’occhiolino per poi andare, Emma si morse il labro inferiore guardandolo
andare via, quell’uomo l’avrebbe uccisa esasperandola con i suoi continui
flirt, ma doveva ammettere che li trovava divertente, lo aveva sempre fatto, ma
adesso spesso si lasciava trasportare senza più nascondersi.
“Allora, non sai ancora cosa c’è tra voi?” chiese la
madre riportandola bruscamente alla realtà.
“Cosa?” chiese sentendo il suo viso riscaldarsi.
“Oh avanti Emma, ci girate attorno, da … quando vi siete
incontrati” disse la madre sorridendo sorniona.
Maledizione
Si disse nella sua testa Emma, cercando di non farle
capire che ovviamente aveva ragione su quel punto, m nessuno lo avrebbe mai
dovuto sapere, soprattutto lui.
“Vado a portare il pranzo a papà, ti unisci a me?” chiese
cambiando discorso.
“No, ho ancora delle commissioni da sbrigare, ci vediamo
a casa” rispose la madre osservandola divertita.
“Bene, allora ci vediamo a casa” disse avvicinandosi al
bancone.
“D’accordo a dopo, Emma” la salutò sorridendole sapendo
fin troppo bene che una volta ritrovati a casa il discorso sarebbe continuato.