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Autore: KillerQueen86    14/04/2015    0 recensioni
Piccoli e (spero) dolci momenti tra Emma e Killian durante il loro meraviglioso e tortuoso percorso nella 4A, i loro pensiere e le loro sensazioni.
Ripensò al viaggio fatto con Killian e sorrise … non sapeva quando nella sua mente aveva smesso di essere Hook…era semplicemente era successo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autore: Purtroppo ci ho messo più di quanto avrei voluto per pubblicare questo nuovo capitolo, spero però adesso di tenere una certa costanza e soprattutto di non fare passare così da un capitolo all’altro.

 

Beta: shippergirl

 

Capitolo 2

Killian and the Phone

 

Entrò da Granny's e sorrise alla scena che aveva davanti agli occhi: Robin e Killian stavano giocando a freccette insieme, decise di non interromperli, ma di godersi in silenzio quella scena. Killian tirò e per poco non prese il centro, lo senti borbottate qualcosa mentre Robin rideva divertito.

"Mi dispiace Capitano, ma sembra che ti ho nuovamente battuto" gongolo l'arciere colpendo amichevolmente la spalla dell’amico.

"Sei stato fortunato, mate" borbotto nuovamente Killian ferito nel suo orgoglio.

"Non è fortuna Capitano, è bravura" continuò a sogghignando.

"Riparliamone durante una partita di dadi, arciere" propose un fiducioso Jones.

"Così potrai usare i tuoi trucchi da pirata?" Scherzò ancora.

"Avanti, amico mi devi una birra" disse Robin spingendolo verso il bancone e fu allora che i due la videro.

"Sceriffo"

"Swan" la salutarono entrambi.

"Spero non avrai assistito alla mia sconfitta, è stata piuttosto degradante per il mio ego".

"Oh sono sicura che il tuo ego non ne risentirà molto" rispose lei con sarcasmo, Killian si finse ferito.

"Come sta Marion?" Chiese lei

"E un po’ spaesata, ma sta bene, lo lasciata con Roland" spiegò senza nascondere un po’ di disagio.

"Lei come sta?" Chiese lui con calma abbassando lo sguardo.

"Non parliamo molto in questi giorni, ma starà bene, Henry gli sta accanto" rispose Emma

"Ti dispiace se ti rubo Killian per un po’?" Chiese cambiando argomento.

"Fai pure, io devo andare comunque " rispose Robin.

"E' stato un piacere sceriffo" la saluto.

"Capitano, alla prossima" disse allungando la mano, Killian la strinse.

"E la prossima volta sarai tu a dover pagare la mia birra" lo salutò, l'arciere uscì dal locale e Killian si concentrò su di lei.

"Dimmi Swan, a quale mostro dobbiamo dare la caccia stavolta?" Chiese sorridendo.

"Nessuno, sono venuta a portarti una cosa" rispose lei, vide una scintilla di malizia nei suoi occhi mentre si avvicinava a lei.

"Forse dovremmo trovare un post più riservato per il tuo regalo, love" le sussurrò con il suo tono lussurioso. Emma deglutì ignorando il brivido che le aveva attraversato la schiena, per distrarsi e non farsi beccare gli diede un colpo scherzoso sulla spalla.

"Come fai a trasformare ogni frase in un doppio senso?" Chiese, lui si allontanò un po’ senza perdere il suo ghigno.

"E’ un talento naturale, Swan" le rispose soddisfatto e divertito, Emma si mise seduta a un tavolo libero e lui si mise seduto davanti a lei.

"Ti ho portato questo" disse la bionda mettendo un cellulare sul tavolo, Killian inarco un sopraciglio.

"Che diavoleria è questa?" Chiese confuso.

"E’ un cellulare" disse sorridendo un po’ alla sua confusione. Killian prese il cellulare e lo guardò con attenzione, girandoselo in mano e studiando ogni particolare.

"E cosa me ne dovrei fare?" Chiese tornando a guardare lei.

"Se c'è un’emergenza, devo essere in grado di rintracciarti" spiegò lei.

"Mi vuoi sempre a tua disposizione, quindi" rispose lui con il suo solito ghigno, lei si finse infastidita alzando gli occhi al cielo, non gli avrebbe dato la soddisfazione di divertirsi alle sue provocazioni.

"Ti ho memorizzato i numeri più importanti: il mio, quello dei miei genitori, di Belle e Regina" spiegò ancora ignorando il suo commento.

"Alla prossima emergenza ti posso contattare senza problemi" continuò, ma Killian sembrava ancora titubante, si girava il cellulare in mano, osservando con attenzioni.

"Ti faccio vedere come fare" disse alzandosi e mettendosi accanto a lui.

"E piuttosto semplice, ho messo il mio numero come chiamata rapida quindi ti basta premere il primo numero e la chiamata parte, con il verde rispondi con il rosso chiudi la chiamata" disse si voltò verso di lui notando solo in quel momento che erano molto vicini, più di quanto pensava e lui la fissava con quel suo sguardo intenso che sembrava leggerle l’anima.

"Hai capito?" Chiese cercando di non fissare le sue labbra invitanti.

"Verde per rispondere e rosso per staccare, piuttosto semplice" rispose lui con voce bassa, ricambiando lo sguardo.

"Quindi" iniziò avvicinandosi ancora un po’.

"Posso chiamarti anche nelle mie fredde notti solitarie" chiese con voce roca e bassa, ringraziava che erano seduti perché le sue gambe avrebbero ceduto.

"Potresti, ma sicuramente non risponderò" scherzo lei cercando di ignorare l'impulso di baciarlo. Killian s’irrigidì allontanandosi un po’.

"Però" intervenne stringendogli il supporto per l'uncino impedendogli di allontanarsi di più.

"Potresti chiamarmi, anche solo per parlare”, gli suggerì con tono basso guardandolo attraverso le ciglia, vide spuntare un sorriso sincero.

"Non male come idea" disse lui, spostandole una ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio, quel piccolo contatto la fece tremare, sospirò tentando di mantenere la calma.

"Emma" la voce di sua madre spezzò quel loro momento costringendoli ad allontanarsi, si voltò e la madre con in braccio Neil si stava avvicinando.

"Credevo fossi alla stazione con tuo padre” disse la donna sorridente.

“Sono sola venuta a portare il nuovo cellulare a Killian” spiegò Emma indicando l’oggetto lasciato sul tavolo, che Killian si decide a prenderlo e metterlo in tasca.

“Benvenuto nel nuovo mondo Uncino" disse la donna cullando il piccolo tra le braccia.

“Beh sarà il caso che vada” disse lui facendole segno per farlo alzare.

"Spero non a causa mia” aggiunse di fretta Snow mentre i due si alzavano.

“Oh no, milady, mi sono ricordato di aver promesso a Grumpy di aiutarlo con quella cosa che chiama barca” disse piuttosto infastidito all’idea.

“E’ il minimo che puoi fare visto che gliela rubi tutte le volte” gli ricordò Emma sorridendogli.

“Io non rubo, Swan, requisisco, è diverso” continuò lui.

Milady, è sempre un piacere” salutò Snow con mezzo inchino ironico.

“Ci sentiamo più tardi, Swan” la salutò facendole l’occhiolino per poi andare, Emma si morse il labro inferiore guardandolo andare via, quell’uomo l’avrebbe uccisa esasperandola con i suoi continui flirt, ma doveva ammettere che li trovava divertente, lo aveva sempre fatto, ma adesso spesso si lasciava trasportare senza più nascondersi.

“Allora, non sai ancora cosa c’è tra voi?” chiese la madre riportandola bruscamente alla realtà.

“Cosa?” chiese sentendo il suo viso riscaldarsi.

“Oh avanti Emma, ci girate attorno, da … quando vi siete incontrati” disse la madre sorridendo sorniona.

Maledizione

Si disse nella sua testa Emma, cercando di non farle capire che ovviamente aveva ragione su quel punto, m nessuno lo avrebbe mai dovuto sapere, soprattutto lui.

“Vado a portare il pranzo a papà, ti unisci a me?” chiese cambiando discorso.

“No, ho ancora delle commissioni da sbrigare, ci vediamo a casa” rispose la madre osservandola divertita.

“Bene, allora ci vediamo a casa” disse avvicinandosi al bancone.

“D’accordo a dopo, Emma” la salutò sorridendole sapendo fin troppo bene che una volta ritrovati a casa il discorso sarebbe continuato.

   
 
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