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Autore: Mave    14/04/2015    0 recensioni
Colin ed Ephram sono costretti, all'improvviso, a vivere sotto lo stesso tetto. Sarà l'occasione per sanare le loro incomprensioni e per conoscersi veramente?
Sapranno ricostruire la loro amicizia?
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Ephram Brown
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ephram ricordava nitidamente come, quando era morta sua madre, niente e nessuno erano riusciti a consolarlo: non le parole di speranza del rabbino, non l'abbraccio scricchiolante di nonno Jacob, non la cioccolata fumante di nonna Ruth.

C'era la neve quel giorno d'inverno a New York e le pedate dei concelebranti e dei presenti al funerale di Julia erano rimaste impresse sulla soffice coltre gelata come orme indelebili. Incancellabili come quel vuoto profondo che aveva devastato il cuore di Ephram.

Quelle sensazioni di ineluttabilità si erano riaffacciate, prepotenti, nell'animo del giovane in quell'anomalo pomeriggio di caldo ad Everwood.

Era un giorno di sole e d'estate, un giorno mesto in cui anche il cinguettio dei passerotti giungeva attutito, quasi sommesso.

Jim Hart non ce l'aveva fatta. Il suo corpo aveva rigettato il fegato nuovo e, dopo ore di agonia, si era spento tra le braccia di sua moglie.


La preoccupazione di Ephram era tutta per Colin mentre la cerimonia funebre procedeva con il rito dell'inumazione.

Il ragazzo sedeva tra Sharon e Laynie, assente, mentre Amy e Bright stavano un passo indietro come a voler vegliare sul dolore del loro amico.

I gesti di Colin erano stati artefatti e meccanici: si era alzato dopo di sua sorella e aveva lasciato cadere sulla terra umida e smossa la sua rosa. L'ultimo gesto d'amore per il suo papà.

Lui, Sharon e Laynie avevano dimostrato una forza straordinaria nell'accettare le condoglianze, nel ringraziare l'intera comunità che gli si era stretta attorno nel giorno più brutto.

Colin, in realtà, non aveva registrato nessuna occhiata o nessuna pacca di conforto. Sembrava distante anni luce tanto che il dottor Brown gli aveva posato addosso i suoi occhi preoccupati più di una volta, imponendosi di intervenire solo se la situazione fosse precipitata.

Sharon era devastata e Laynie soggiogata dai sensi di colpa perciò nessuna delle due, a cerimonia conclusa, aveva avuto il nerbo di insistere perché Colin si allontanasse assieme a loro.

Anche i tentativi degli Abbott di allontanarlo da lì, l'insistenza di Rose di tentarlo con qualcosa di buono da mettere sotto i denti, la proposta più sobria di Harold e la perseveranza di Amy e Bright avevano funzionato.

Colin non si era mosso di un centimetro e, alla fine, tutti si erano arresi e lo avevano lasciato sfogare la pena a modo suo.


Ephram era rimasto ad osservare l'amico da lontano. Colin era rimasto seduto sulla tomba di suo padre, mentre gli ultimi astanti si defilavano, mentre quel posto lugubre si svuotava e scendeva il tramonto, mentre il silenzio si faceva più intenso e annichilente.

Quando, finalmente, Ephram era uscito allo scoperto e si era rivelato, Colin non ne era sembrato infastidito.

Il giovane Brown era scivolato sull'erba intrisa della rugiada della sera, accanto a Colin, e aveva atteso che fosse lui a parlare.

"Non riesco a credere che sia successo per davvero. Ho vissuto giorni angosciosi ad immaginarmi questa eventualità e, adesso, mi sembra di viverlo dal di fuori, come uno spettatore esterno."

Aveva confidato Colin, con voce sincopata.

"Sai qual è la cosa più tremenda, Ephram? Che in un certo senso mi sento sollevato: la fine è una soluzione definitiva e, forse è meglio dell'incertezza. Devo essere una persona spregevole per pensare queste cose..."

Ephram lo capiva. Colin aveva vissuto per così tanto tempo nella precarietà che, per quanto dolorosa e insensata fosse, finalmente aveva una certezza.

Inoltre la fine di Jim Hart, così lenta e agonizzante, era stata quasi attesa. Gli Hart avevano avuto il tempo per metabolizzarla.

La fine di Julia, così improvvisa e sconvolgente, era stata al contrario destabilizzante.

"No Colin, non sei da disprezzare. Hai sofferto per così tanto tempo che non ce la facevi più a vedere tuo padre a combattere in quel letto d'ospedale. Stai provando a lasciarlo andare e questo è molto coraggioso!"

Colin, però, si sentiva lacerato. Si era passato una mano sugli occhi asciutti e aveva sentito, distintamente, qualcosa rompersi in lui per sempre.

"Adesso vorrei solo piangere, Ephram!"

Si era lasciato andare, esplodendo in singhiozzi angosciosi, seppellendo la testa tra le braccia del suo nuovo, insostituibile, amico.

   
 
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